domenica 28 ottobre 2018

Presentazioni letterarie di scrittori famosi Antonio Manzini

Antonio Manzini con Giampiero Rigosi

Giovedì 25 ottobre, presso la libreria Coop Ambasciatori di Bologna, c'è stata la presentazione dell'ultimo romanzo di Antonio Manzini, undicesimo libro della serie ispirata al vicequestore Rocco Schiavone, il titolo Fate il vostro gioco.
Io ho avuto la fortuna di poter vedere l'autore da vicino, perché ero in "galleria" ossia sui gradini delle scale laterali alla postazione, il titolare della libreria di fronte alla platea colma di gente ci ha invitato a occupare anche quei gradini (io ero sul terzo gradino, ma dopo un po' la scala è stata colmata completamente).
Antonio Manzini, che io conoscevo principalmente come attore e regista, è scoppiato come caso letterario con i romanzi  incentrati sulla figura del vicequestore Rocco Schiavone, un personaggio molto particolare. Intanto è un vicequestore non troppo ligio alle leggi, anche se ha un suo codice d'onore, si fa le canne e spesso approfitta della sua posizione per "arrotondare" le sue entrate, ma ha comunque una sua etica e, alla fine, è un personaggio che si fa amare. Non svelo di più per non fare spoiler, nel caso abbiate voglia di leggere questi libri. Io finora ho letto il primo libro della serie "Pista nera" mi mancano tutti gli altri, probabilmente proseguirò anche se sto guardando anche la serie tv su Rai 2, forse salterò agli ultimi libri prima che cominci la terza serie (adesso è in corso la seconda). 

Antonio Manzini devo ammettere è troppo simpatico, mi è piaciuto tanto. Le domande erano poste da Giampiero Rigosi uno scrittore e sceneggiatore bolognese, che non conoscevo, e che collabora con Carlo Lucarelli.
Ha raccontato che ha cominciato a scrivere quasi per caso, come regista e sceneggiatore, ha sempre avuto un po' il pallino della scrittura e aveva scritto alcuni racconti. Poi quando ha scritto il primo romanzo su Rocco Schiavone inviandolo a Sellerio pensava di fermarsi al primo libro, ma, date le vendite di Pista nera, la casa editrice Sellerio gli ha chiesto il seguito e da allora ha continuato. Siamo arrivati all'undicesimo episodio. Sicuramente il successo della serie tv aiuta anche i libri. L'essere famosi aiuta le vendite, ma va detto che, secondo il mio parere, Manzini scrive molto bene. 

La libreria Coop Ambasciatori 
Dei discorsi fatti da Manzini mi ha colpito il fatto che lui sia focalizzato soprattutto sulla personalità del personaggio Rocco, affermando che il giallo nel senso classico del termine "crimine-indagine-scoperta del colpevole" gli interessa molto meno, anche se, facendo Rocco il vicequestore, gli tocca necessariamente indagare sugli omicidi che gli capitano tra capo e collo e che lui definisce "rottura di coglioni del 10 livello". 
Questa affermazione mi ha fatto riflettere perché anche per il  mio Saverio Sorace mi piace focalizzarmi più sulla sua personalità che sulle indagini (anche se ci poi ci sono anche quelle, perché c'è sempre un crimine e un colpevole da stanare).
A pensarci bene, succede lo stesso per l'avvocato Guerrieri di Gianrico Carofiglio (è questo che mi ha fatto innamorare dei suoi libri); del resto anche il commissario Montalbano ha una sua bella personalità, molto ben caratterizzata. Ed è questo, secondo me, che decreta il successo dei libri: la forza del personaggio. A proposito lo sapevate che Camilleri sforna sei romanzi l'anno? Manzini ha affermato che Sellerio gli chiede continuamente dei nuovi romanzi essendo abituato alla grande produzione di Camilleri, cosa difficile perché, secondo lui, Camilleri è unico, non é possibile per i comuni mortali arrivare alla sua produzione letteraria. 
Insomma è difficile la vita di un autore che scrive per Sellerio, gli tocca produrre molto e fare dei "tour de force" per le presentazioni. Infatti dopo la libreria Ambasciatori la cui presentazione era alle 18.00 il buon Manzini doveva correre a Parma per un'altra presentazione alle 21.00.
Complimenti per la resistenza, il suo book tour, dall'11 al 28 ottobre, prevedeva in alcune date anche due presentazioni, come è successo il 25 ottobre tra Bologna e Parma. 
In ogni caso le vendite premiano moltissimo, è un autore tra i più letti in Italia e, a guardarlo, non mi sembrava particolarmente sofferente, anzi ha affermato che lui ama molto scrivere e probabilmente,  finché potrà, sarà questa la sua attività prevalente. 
Come dargli torto? 


10 commenti:

Nadia Banaudi ha detto...

Cavoli 11 episodi sullo stesso personaggio è già una vittoria, e una presentazione così affollata corrisponde alla grande risposta del pubblico.
Concordo Diversi giallisti sfondano proprio per questo motivo. Piace il protagonista. Anche la Lackeberg porta avanti la vita della sua protagonista libro dopo libro. Quindi tu hai già appreso il primo trucco. Creare il personaggio in modo che poi a livello cinematografico possa diventare un must. Quindi Saverio dacci dentro!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che gli 11 episodi siano nati sotto la spinta forte della casa editrice, sicuramente sarebbero nati lo stesso ma più diluiti nel tempo. Anch'io ho pensato prima al mio Saverio Sorace più che alla trama del giallo, beh anche Sara Castelli è nata con lui. Il romanzo è nato proprio pensando alla loro personalità. Diciamo che è un trucco che mi è nato spontaneamente. Non credo si possa portare avanti una serie senza dei personaggi ben caratterizzati. Il mio Saverio nel terzo episodio sta soffrendo molto, spero che alla fine si riprenda...ma soprattutto spero io di arrivare alla fine!

Mariella ha detto...

Adoro il vicequestore Schiavone. E Manzini è bravissimo.
Sulla linea dei grandi scrittori gialli contemporanei come Maurizio De Giovanni.
Buona domenica!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Mariella, benvenuta nel mio blog! È vero c'è una nuova aria nel giallo italiano, Maurizio De Giovanni piace molto anche a me, di lui ho letto tutta la serie dei Bastardi di Pizzofalcone, ha creato dei personaggi molto belli, intensi e imperfetti, umani. Buona serata!

Ariano Geta ha detto...

E' un dono saper insistere sullo stesso personaggio per tanti libri. Io non ne sono capace. Ho scritto due libri sull'imbranato detective Andrea Arcani e non sono andato oltre, se mi chiedessero di scrivere un terzo episodio non saprei neppure da dove incominciare.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che il trucco sia di non svelare tutto del personaggio al primo episodio, oppure farlo crescere nei vari episodi, oppure ancora svelare il suo passato a poco a poco. Il tuo detective è molto simpatico, potrebbe avere anche ulteriori sviluppi, ma deve essere il suo autore a volerlo "sentire". Io non so quanto andrò avanti però la vita procede e si cresce e anche i personaggi possono crescere con noi...certo l'impulso può venire anche da una casa editrice che crede nell'autore

Sandra ha detto...

Manzini è u super big, bello sapere che sia pure tanto simpatico

Giulia Lu Mancini ha detto...

Verissimo, è un grande comunicatore (certo viene da un mestiere che lo avvantaggia) pensa che non ho comprato il libro (perché vorrei prendere gli eBook) ma era così simpatico che mi sono pentita di non averlo preso per farmi fare l'autografo...

Barbara Businaro ha detto...

Un attore che diventa uno scrittore? Eh, ma non è mica giusto così!!! :D
Chissà se provenendo dal cinema/televisione, quando scrive già immagina attori e inquadrature!

Giulia Lu Mancini ha detto...

In realtà Manzini ha fatto alcune interpretazioni in fiction di successo, ma non mi sembra di ricordare parti principali, in ogni caso lui viene dal teatro e negli ultimi anni il suo lavoro è stato in prevalenza sceneggiatore e regista. Sicuramente la sua scrittura è cinematografica, essendo esperto dell'ambiente è facile che immagini le inquadrature...;-)