domenica 21 ottobre 2018

Le domande esistenziali di un'autrice

Chi siamo?

Dove andiamo?

Perchè scriviamo?

Scrivo quindi sono
Parafrasando Joe Bastianich, che con la parola “cuciniamo” al posto di “scriviamo” ha proposto le domande a Master Chef è nato un meme da un'idea di Sandra Faè del blog I libri di Sandra
e subito seguito da Nadia del blog Svolazzi e scritture
Che dire, mi è subito piaciuto e ho pensato di seguirlo per poter fare alcune riflessioni.

Chi sono?

Sono una donna che ha trovato nella scrittura una forma di espressione e di felicità. Tutto è cominciato (o ricominciato) nel 2014, agli albori del mio cinquantesimo compleanno. In realtà ho ripreso a scrivere con assiduità nel 2007 quando ho frequentato un corso di scrittura creativa. Tuttavia quando è cominciato l'anno 2014 mi sono resa conto che a novembre avrei compiuto 50 anni e che ero arrivata a un traguardo molto simbolico, la metà della vita (se si vivesse cento anni). Quindi mi sono detta: sto per compiere 50 anni e non sono ancora riuscita a pubblicare il mio romanzo, che nel frattempo avevo scritto. Così ho inviato il mio romanzo a una casa editrice (che avrebbe dato il suo assenso o il suo diniego in due mesi) decidendo che, in caso di mancata risposta decorsi i due mesi, lo avrei comunque pubblicato in self.  Da allora ho pubblicato sei romanzi e un racconto, uno dei miei romanzi, L'amore che ci manca, è stato pubblicato da una giovane casa editrice scalando per breve tempo la classifica Amazon. A giugno 2017 ho esordito anche nel genere giallo scoprendo in me la passione per il mistero che già avevo come semplice lettrice. Credo di aver imparato moltissimo in questi anni come autrice, ma anche come donna, infatti la pubblicazione del mio primo romanzo La libertà ha un prezzo altissimo mi ha aperto un mondo e mi ha portato a scrivere tante nuove storie, storie che sentivo di dover scrivere perché erano dentro di me da tanto tempo. 
Come donna metto al primo posto gli affetti, la famiglia e le passioni. Credo nel motto "Cogli l'attimo" e "qui e ora" perché la vita è breve e non sai cosa ti aspetta dietro l'angolo. Questi concetti finiscono spesso nei miei romanzi in un modo o nell'altro e, di solito, lo faccio esprimere ai miei personaggi.

Dove vado?

In questo momento sto scrivendo il terzo episodio del mio commissario Sorace, un personaggio nato per caso nella mia mente e al quale sono molto legata. Contestualmente, proprio in questi giorni, mi è venuta l'ispirazione per una nuova trama e ho già buttato giù un paio di capitoli. Credo che la mia mente concepisca sempre nuove storie perché è un modo per scaricare paure, ansie e frustrazioni. 
E poi scrivo per il blog che è il mio piccolo spazio di condivisione.

Perché scrivo?

Scrivo per essere libera.
È una domanda che mi faccio spesso, scrivo perché mi piace creare delle storie, analizzare e reinventare la realtà, ma uno dei motivi principali è che scrivo per poter dire liberamente quello che penso.
Può sembrare strano in un'epoca in cui la libertà sembra sempre a portata di mano. Non tutti si rendono conto di quanto questa libertà sia limitata da paletti. Ovviamente apprezzo molto quello che la nostra società ha raggiunto, ma spesso dire quello che si pensa senza veli e peli sulla lingua non è sempre possibile. Per esempio non posso dire in faccia a qualcuno che è vertici della mia azienda che penso abbia fatto carriera per appoggi politici visto che, sotto certi aspetti, non capisce nulla. Non posso dire ad alcune mie amiche che sono logorroiche e che mi fanno venire il mal di testa, anche se le amo e le apprezzo sotto altri aspetti. 
Insomma mi sento un po' come la protagonista di Sai tenere un segreto di Sophie Kinsella che salva le relazioni dicendo tante piccole bugie. In realtà io non dico bugie, semplicemente ometto di parlare. I miei personaggi invece non si risparmiano mai, dicono sempre quello che pensano, molto più di me. Quindi scrivo perché posso tirare fuori quella parte di me più fantasiosa e sfrontata, quella che dice la verità a tutti i costi anche se scomoda. 

Scrivo per poter sognare.
Scrivo perché voglio sognare e tra i miei sogni c'è anche quello di essere pubblicata da un grande editore. Magari non accadrà mai, ma intanto posso sognare. E poi scrivere mi permette di cambiare la realtà, di regalare un lieto fine ai miei personaggi e anche a me stessa.
La scrittura ha, per me, una grande funzione terapeutica perché non c'è niente di meglio che scegliere da soli il proprio finale, cosa che nella vita non possiamo fare.

Scrivo per essere felice.
Sono felice quando scrivo e quando le mie storie trasmettono un'emozione a qualche lettore. Sono felice quando dal niente, grazie alla mia tenacia, fatica e perseveranza, pagina dopo pagina, nasce un romanzo. 

Spero di continuare e di migliorarmi sempre.






18 commenti:

Nadia Banaudi ha detto...

Tu menti. Hai vent'anni e nemmeno uno di più. Su questo non ho dubbi.
Cogli l'attimo, omettere per non ferire, scrivere per essere libera... altro che favole. Tu hai vent'anni. Sei romanzi non sono esattamente un passatempo considerato che lavori a pieno ritmo e vivi una vita piena di impegni quindi mi auguro trovi il tempo per batterti le mani da sola. Secondo me questo meme, molto intelligente, serve proprio a fare il punto della situazione e a rendersi conto di quanto percorso si sia fatto. Oltretutto mi pare che tu sia già al quarto episodio, almeno come traccia, e questo la dice lunga sulla direzione che stai prendendo.
Io applaudo, tu che fai?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ah,ah, cara Nadia in realtà dentro di me ho anche meno di vent'anni, sono in piena fase adolescenziale! È la scrittura a mantenermi giovane, credo o forse no, forse sono in quella fase della vita che, avendo superato molti ostacoli e dolori, assume una consapevolezza tale che riesce a rendermi quasi incosciente e spensierata. In effetti questo meme è stato utile per fare il punto della situazione, in questi anni sono stata prolifica perché avevo tanto da dire, volevo recuperare il tempo perduto nell'attesa di un'occasione editoriale, un concorso, un riconoscimento. Anche se il tempo non è mai perduto, perché in realtà ho fatto esperienza e ho acquisito consapevolezza. Nel frattempo si vive e si cresce. Però sì ogni tanto mi batto le mani da sola, soprattutto per la perseveranza e per la continua voglia di imparare e di migliorare. Grazie per il sostegno che mi hai sempre dimostrato, sei una persona speciale. Il bello di questo percorso è anche aver incontrato persone come te (e altri blogger speciali che conosciamo)!

Tenar ha detto...

Forse queste domande dono un po' troppo esistenziali per me. Non so.
Scrivo perché devo, perché mi serve, per elaborare pensieri, situazioni. Per vivere altre vite e entrare in contatto con esperienze che magari (grazie al cielo) nella mia vita non farò mai. Scrivo perché i personaggi mi obbligano a farlo e mi tormentano fino a che non sono soddisfatti del risultato.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Troppo esistenziali non direi, anch'io scrivo per vivere altre vite attraverso i miei personaggi. Nel campo del genere giallo nessuno vuole vivere le esperienze delle vittime, però quando la cronaca ci mette di fronte certe storie mi pongo alcune domande e scriverne è un po' come esorcizzare la paura che quelle storie non tocchino mai la nostra realtà. Poi è molto bello essere "tormentati" dai propri personaggi perché ci portano a terminare e/o perfezionare le trame dei nostri romanzi.

Luz ha detto...

No, aspetta... come cinquant'anni??
Ecco, esattamente come avvenne con Glo, resto basita, perché mi ero fatta di te l'idea di una quarantenne al massimo, quindi ben più piccola di me. Misteri del virtuale. :)
Mi piacciono queste idee molto chiare sulla tua identità di scrittrice.
Rifare il percorso a ritroso è un bene, aiuta a mettere a punto. Mi piace questa idea di libertà che avverti nella scrittura, la condivido in pieno.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Per superare lo choc dei cinquanta ho pensato che sono nata nello stesso anno della Bellucci, ancora oggi considerata un sex simbol, mi consolo così...Scherzi a parte mi sento di un'età indefinita, forse anche grazie a quello che scrivo. Posso oscillare tra storie di adolescenti, trentenni e quarantenni.Sono lieta che condividi con me l'idea di libertà che regala la scrittura, credo sia uno dei punti fermi che mi fa perseverare.

Unknown ha detto...

Cara Giulia, anch'io non ti avrei dato più di trent'anni. La tua scrittura è fresca, i tuoi personaggi pure. Sei giovane dentro, non c'è altra spiegazione e penso che lo sarei sempre! Complimenti per il cammino che hai fatto, sei romanzi sono un bellissimo traguardo!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Rosalia, grazie di cuore per i trent'anni. Mi fa piacere che la mia scrittura dimostri questa freschezza. Sei romanzi sono un bel risultato che non avrei mai creduto di realizzare, ma alcuni personaggi volevano vivere e non mi hanno dato tregua finché non l'ho fatto. È anche questo il bello di poter scrivere!

Sandra ha detto...

Grazie x aver continuato il meme e averci donato le tue esperienze e i tuoi pensieri in merito un bacione

Ariano Geta ha detto...

"mi piace creare delle storie, analizzare e reinventare la realtà", questa è validissima e, direi, essenziale solo per rispondere alla domanda di chi talvolta chiede "Ma chi te lo fa fare a spendere tanto tempo libero per scrivere?".
Scrivere per essere felice è ugualmente una motivazione che condivido. Per chi ama scrivere il solo fatto di creare una storia è una forma di felicità.

Barbara Businaro ha detto...

Mi accodo all'applauso di Nadia.
Già te l'avevo detto da Sandra, non li dimostri proprio!! :D
E se invece di dire che la scrittura rende giovani dicessimo che la lettura rende giovani? Donne, compratevi un romanzo, non l'antirughe oro a 24k che costa come un intero lingotto! ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie a te Sandra, è stato un piacere, pensa che leggendo il tuo post ci avevo pensato poi leggendo anche il post di Nadia dopo due secondi ho cominciato a scrivere, mi piaceva molto l'idea e, tra l'altro, non avevo ancora scritto un post per questa settimana, così siete state come il classico cacio sui maccheroni!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Reinventare la realtà è bellissimo, può essere una grande forma di terapia. Più volte la scrittura mi ha aiutato a stare bene quando tutto andava storto. Sono contenta di sapere che condividi, sicuramente è una sensazione che conosci bene anche tu, Ariano.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Concordo con te sul potere 'ringiovanente' della lettura, un bel romanzo ci rilassa e distende le rughe, elimina lo stress e i brutti pensieri, direi che fa più di una costosissima crema ;-)

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Bellissimo contributo, Giulia. Le tue parole mi hanno toccato profondamente, specialmente quelle relative al tempo che passa... quasi riprendono quelle che ho già preparato per il mio articolo del sabato. Ed è incredibile pensare a quanto tu abbia scritto e pubblicato in poco tempo, ma penso che fosse già tutto "pronto" dentro di te e non vedesse l'ora di vedere la luce. Hai fatto anche una riflessione importante sulla scrittura come libertà, cui non avevo mai pensato. Grande Giulia.

Maria Teresa Steri ha detto...

E’ una visione della scrittura molto serena ed equilibrata, la tua. Mi è piaciuto moltissimo quello che hai detto sul fatto che scrivere ti rende felice, vale lo stesso anche per me, pure con alti e bassi. Penso che a un certo punto della vita sia naturale chiedersi cosa ci fa stare bene. Penso che tu ti sia data una bella risposta!
Tra parentesi, sulla questione dell'età sono d'accordo con Nadia!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Cristina! Sono felice che le mie parole ti abbiano colpito, il tempo passa ed è importante spenderlo bene. Hai ragione, quello che ho scritto era dentro di me da tanto tempo e aspettava solo di uscire allo scoperto e in libertà. A questo punto sono curiosa di leggere il tuo post di sabato!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ti confesso che la scrittura mi alleggerito la vita in molte occasioni, nei periodi bui scrivere mi ha dato una bella spinta positiva, sono felice che sia lo stesso per te. Gli alti e bassi ci sono sempre, anche perché la scrittura è felicità ma anche fatica!