domenica 17 febbraio 2019

L'importanza della costanza


Qualche giorno fa ho visto un'intervista video che dava consigli su come scrivere un romanzo. Non dirò chi è l'autore, perché non è l'argomento di questo post, è solo uno spunto.
Nell'intervista si affermava l'importanza di scrivere sempre, tutti i giorni, anche solo una pagina, anche solo tre righe, ma tutti i giorni, dedicando un tempo fisso alla scrittura in un momento costante.
Mi sono chiesta, ma qualcuno di questi guru ha mai lavorato per vivere? Questo è il primo pensiero che mi è venuto in mente. Poi però ascoltando l'intervista mi sono ricreduta. Mi sono ricordata che quando ho scritto La libertà ha un prezzo altissimo mi alzavo tutti i giorni un'ora prima e scrivevo per quaranta minuti, poi nel week end sviluppavo meglio le idee buttate giù nel corso di quella settimana. 
Certo è che questo ritmo non puoi mantenerlo costante per tutta la vita, quando ho finito di scrivere il romanzo ho passato un periodo di scrittura zero. C'è anche da dire che all'epoca non c'erano ancora i social e quando mi mettevo al computer scrivevo e basta, non avevo nessun tipo di distrazione.
Oggi siamo subissati da notifiche di ogni genere, diventa molto più difficile concentrarsi, anche se talvolta alcuni argomenti diventano uno spunto nuovo per scrivere.
In ogni caso riconosco l'importanza della costanza, se scrivi con regolarità, pagina dopo pagina raggiungi il risultato, forse.
Negli ultimi tempi mi sono resa conto che può essere proprio il lavoro a darmi i tempi della scrittura, ogni giorno mi sveglio presto e spesso la mattina, mentre bevo il caffé, prendo appunti su quello che voglio scrivere. Lo so non è molto, dedico circa mezz'ora di tempo in cui, leggo la posta sul tablet, commento un blog e prendo appunti. Quei trenta minuti mattutini mi servono molto, non sempre alla scrittura di un romanzo, ma a darmi un respiro fuori dal lavoro. A volte i minuti diventano quaranta, quando sono folgorata da un'idea e cerco di fissarla sulla carta prima che svanisca nel caos del giorno lavorativo. Poi nel week end faccio il resto, solo che se un sabato decido di dedicare la giornata allo svago o sono impegnata fuori casa per qualsiasi ragione, allora le mie tempistiche scrittorie slittano di una settimana. Insomma se vivo non scrivo.

In questi giorni mi è capitato sotto gli occhi un articolo che parla del metodo "Bullet journal" che aiuta a riconoscere i propri obiettivi e a raggiungerli. Questo metodo si basa su un'attività molto semplice che io pratico già: le liste giornaliere, ne avevo già parlato in un mio post App e liste
L'autore ha scritto il libro per parlare di questo metodo che lui ha iniziato a seguire per superare i problemi causati dal suo essere iperattivo. Diagnosticatogli un deficit di attenzione e iperattività, negli anni, ha provato inutilmente molti sistemi, ma nessuno era stato risolutivo, infine ha individuato questo metodo con il quale riesce a organizzare il tempo preparando una lista di cose da fare.



Fare una lista delle cose da fare può essere risolutivo perché salva dalle distrazioni e aiuta a fare il punto su quello che si vuole realizzare, per esempio quando scrivo una storia inserisco in lista dei particolari da cui voglio partire per illustrare una scena, nella mia lista scrivo i punti di cui voglio parlare per esempio: parlare della psicologia di questo personaggio, oppure raccontare l'episodio che porta a quella scena o una certa conclusione ecc 
Gianrico Carofiglio, in un'intervista che ho seguito su Youtube, ha detto che "scrivere vuol dire cercare le parole giuste per descrivere quello che si ha da dire", e ha aggiunto "il rapporto con il talento è un po' come quello che si ha con l'amore, nell'amore ci si ritrae perché si ha paura, la stessa cosa avviene con il talento, ci si ritrae per paura, senza neanche provarci", questo era il sentimento che lui aveva prima di provare seriamente a scrivere, desiderio che lui aveva coltivato fin da bambino.
Questa considerazione di Carofiglio mi trova molto d'accordo.
A volte è fondamentale mettersi alla prova e provare. Questo vale nella scrittura ma anche in tante altre attivitá. L'importante è mettersi alla prova, senza arrendersi subito alla prima difficoltà, ma provando e riprovando con criterio e costanza e, ovviamente, con passione, non ci può essere un motore diverso: ci mettiamo alla prova se in noi c'è la passione insopprimibile per quello che desideriamo realizzare.

Siete d'accordo?



27 commenti:

Nadia Banaudi ha detto...

Senza alcun dubbio, cara Giulia, senza costanza non si va da nessuna parte, scrittura compresa. Perché esistono i ritardi, i contrattempi, le cadute di energia e mille e più impicci tra noi e l'obbiettivo, qualunque esso sia. Solo costanza e determinazione portano alla tanto desiderata destinazione.
Quando dici se scrivo non vivo, hai riassunto il nocciolo. Spesso il tempo della scrittura per chi lavora molto, o ha tantissime cose di cui occuparsi è rosicato all'inverosimile, ma se può in qualche maniera rassicurarti, spesso chi ha molto tempo al suo attivo lo spreca, o per lo meno non lo utilizza al meglio come chi lo deve centellinare. Quindi alla fine una sorta di giustizia esiste.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Capisco cosa vuoi dire, anche chi ha più tempo rischia di sprecarlo se non si organizza bene. Capita anche a me quando ho una giornata libera di ferie e rischio di non concludere nulla se non mi impongo dei tempi ben organizzati. Certo è che è molto faticoso imporsi continuamente delle tempistiche da rispettare, tanto che ogni tanto mi lascio del tempo, poco, libero da tutto...

Marina ha detto...

Non ho dubbi che la costanza sia l'alleato numero uno per chiunque voglia scrivere, è questo che ha mandato spesso in tilt la mia buona volontà: il mio desiderio di scrivere non era supportato da una tenacia altrettanto valida. Che poi si debba provare, dove c'è un reale e concreto interesse, non c'è dubbio: meglio capire e sperimentare dove si vuole andare e cosa si vuole essere, che averne il dubbio sempre.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mantenere la costanza costa una notevole fatica e può essere supportata solo se sostenuta da una grande passione. È anche il motivo per il quale sono andata un po' in crisi, a un certo punto ho desiderato godermi il tempo libero fuori dalla scrittura. La mia costanza vacilla se non riesco a concedermi ogni tanto un momento di svago (che non deve essere troppo lungo, c'è sempre il rischio che mi distragga troppo).

Tenar ha detto...

Sul mettersi alla prova sono molto d'accordo, sull'obbligarsi a trovare il tempo per scrivere tutti i giorni non so... La scrittura doverebbe essere qualcosa che si ama fare, si desidera fare, si sente la necessità di fare. Non l'obbligo. Un conto è organizzarsi per trovare il tempo per scrivere ciò che si sente di dover scrivere, un altro è obbligarsi a scrivere se non si sente la spinta a farlo.

Luz ha detto...

Il consiglio di programmare, fare planning quotidiani o periodici, pur affascinandomi, con me non funziona, ahimè. Non riesco a impormi costanza o un piano preciso di azione. Seguo l'ispirazione si può dire in tutto quello che faccio e risento moltissimo degli orari e della routine imposta dal lavoro. Sarà pigrizia, che a volte mi coglie in modo cronico, sarà un certo spirito creativo, non potrei seguire ricette per fare qualcosa. Sbaglierò, sicuramente.
Riguardo a Carofiglio, penso anch'io che molti non si sentano di assumersi la responsabilità di un rischio, probabilmente perché poco fiduciosi in se stessi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch'io trovo impossibile scrivere tutti i giorni, anche se questo è uno dei consigli che da sempre Stephen King, ma chi può farlo davvero? Anche se non si lavora ci sarà sempre il giorno in cui non si potrà scrivere per un motivo o per l'altro. Organizzarsi è una necessità se si vuole dedicare del tempo a ciò che si ama fare, non deve essere un obbligo però, sono d'accordo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anche se dici di non essere costante però scrivi regolarmente sul blog, quindi anche tu riesci ad essere metodica in un certo senso. Questa costanza si può applicare anche nella scrittura di un romanzo, ma deve esserci l'ispirazione e la passione che spinga a farlo. Anch'io sono molto pigra, se seguissi il mio solo istinto non scriverei mai, a volte vorrei solo stare in relax sul divano...

Ariano Geta ha detto...

"ci mettiamo alla prova se in noi c'è la passione insopprimibile per quello che desideriamo realizzare": condivido al 100%.
In realtà sono tante le cose che uno "vorrebbe fare", però parecchie restano nel vago, del tipo "vabbé, un giorno lo farò". Se tra le tante decide di farne proprio una piuttosto che un'altra, si vede che ci tiene tanto. Se per altre cose gli argomenti contrari tipo "non ho abbastanza tempo" sono convincenti, su quella specifica cosa si scopre che "beh, insomma, il tempo lo posso trovare, vorrà dire che smetterò di guardare la tv la sera per un po' e mi applicherò su questa cosa dalle 20.30 alle 22.30". Il talento poi, beh, quello purtroppo è un altro paio di maniche, come pure l'esito. Però la base è che ci sia la passione, la voglia di provarci. Io avevo la passione per i fumetti da ragazzo, ma non ho mai imparato a disegnare. Mi piaceva anche scrivere (sempre raccontare storie insomma) e così nel corso degli anni mi ero buttato su quest'ultima. Ora che ho potuto "aggirare" l'incapacità a disegnare grazie alla tecnologia moderna è riemersa prepotente la passione per creare fumetti e, devi credermi: malgrado gli esiti pessimi in termini di interesse suscitato, non ho alcuna intenzione di smettere. Perché ci sto lavorando con grandissimo piacere.

Barbara Businaro ha detto...

La perseveranza è il motore di tutto, ma non credo che debba essere necessariamente quotidiana. Non può esserlo per chi è costretto a lavorare per vivere. Io riservo la scrittura alla sera, e non tutte le sere riesco, alcune sono troppo stanca, fisicamente o mentalmente. Quindi vado al weekend, ma come te, se devo fare acquisti o vedere un'amica, il tempo per la scrittura si limita. La scrittura per noi è anche fatta di rinunce.
Sulle liste, guai se non le usassi. Ho un blocco che sta sulla mia scrivania dove c'è la lista delle cose da fare e spunto, andando per priorità. Per il lavoro, ogni progetto ha la sua lista. Per gli appuntamenti c'è l'agenda, che poi è un'altra lista cronologica. Solo così sono riuscita a concentrare tante cose in poco tempo, senza disperderlo.

Marco Freccero ha detto...

Io scrivo perché non faccio più l'operaio da anni. Anche nel fine settimana, con circa 500 chilometri percorsi e le ore di lavoro, non potevo seriamente mettermi alla scrivania e scrivere qualcosa di complicato come una storia. Sì, ci vuole un lavoro che ti lasci "respirare" un poco, ma per nessuna ragione al mondo direi: "Segui il tuo sogno, molla il lavoro e provaci". Semmai, consiglio di trovare una "via d'uscita" (un altro lavoro), e provare a scribacchiare. A me piaceva scrivere, ma prima di tutto ho dovuto inventarmi un altro lavoro per ritrovare il tempo per farlo. Quindi: niente liste, e pochissime letture, in quegli anni.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Traspare dalle tue tavole la passione che hai per i fumetti e sono convinta che, al di là del successo o meno di vendite, disegnare delle storie a fumetti sia per te una grande gioia e un piacere che ti ripaga già così. Se decidiamo di fare qualcosa, ritagliandoci del tempo nonostante gli impegni lavorativi e familiari, vuol dire che c'è una reale passione e la passione trova già in sè il suo compenso, insomma è vita.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È vero Barbara, per noi la scrittura è anche rinuncia, scegliere se passare il sabato mattina a scrivere oppure vedere un'amica per fare shopping o una passeggiata in centro. Negli ultimi tempi mi ero accorta che ero diventata bianca come un vampiro perché non uscivo più sotto la luce del sole, sono andata a farmi un paio di lampade per togliere il grigio dalla faccia. Mi fa piacere sapere che usi le liste anche tu. Io mi rendo conto che spesso sono risolutive, servono a ricordarmi l'obiettivo, perché la mente si disperde su tanti altri impegni non scrittori e rischio di perdermi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Capisco cosa vuoi dire, anch'io non potrei lasciare il mio lavoro per vivere di scrittura, anche perché farei la fame. Come te ho trovato un compromesso nel week end, per ora è questa la mia via d'uscita. C'è anche chi non ha tempo neanche nel week end...

Maria Teresa Steri ha detto...

Riconosco il potere della costanza e anche la necessità, ma poi finisco per soccombere spesso alla mancanza di tempo e soprattutto di "testa". Diciamo che mi sforzo di dedicarmi tutti i giorni alla scrittura ma poi non sempre va come dovrebbe, soprattutto quando ho pensieri e preoccupazioni di altro genere. A volte invece c'è solo l'apatia a impedirmi la concentrazione. Quindi sì alla costanza, ma si fa quel che si può. Invece uso molto le liste, anche perché negli ultimi tempi sono molto distratta e senza questi elenchi mi perdo!
(Non c'entra niente e non voglio fare la grammanazi, ma te lo dico perché ti può far comodo: nel titolo manca la "i" di importanza...).

Giulia Lu Mancini ha detto...

Corretto, hai fatto bene a segnalarmelo! Si vede che l'ultima volta che ho dovuto correggere il titolo perché su blogger dopo l'apostrofo erano apparsi strani ghirigori mi sono mangiata la i (capita anche a te che nel titolo appaiano cose strane tipo $¥ ecc?). Sì ti capisco anch'io mi impongo la costanza poi mi lascio andare tra stanchezza, apatia e altri pensieri, siamo umane. Diciamo che cerco di mettermi davanti al pc con costanza poi non sempre scrivo. Le liste stanno aiutando anche me, soprattutto negli ultimi tempi, perché tendo a disperdermi. Invece con la lista metto a fuoco quello che devo fare.

Calogero ha detto...

La scrittura è determinazione oltre che passione. Scrivere tutti i giorni sempre cercando le parole giuste è un allenamento che si può fare anche scrivendo un post oppure un semplice commento; non ritengo necessario prendere il consiglio, che rimane basilare, alla lettera, scrivendo solo storie e romanzi.
Però quando si scrive 'sul serio' bisogna disconnettersi: scrivere e basta! Niente notifiche, niente social, niente distrazioni; solo l'autore/autrice e la sua storia.

Giulia Lu Mancini ha detto...

La determinazione è fondamentale, la passione per quello che facciamo può aiutarci a mantenerla. Hai ragione Calogero l'esercizio della scrittura si mantiene anche scrivendo un post o un commento, ma scrivere una storia è diverso, richiede una concentrazione senza notifiche e distrazioni, bisogna riuscire a isolarsi dal mondo.

Sandra ha detto...

Scusa, commento solo ora questo interessante post letto domenica. Sono stata una grande fan della costanza ma alla fine mi ha stremata. Credo che molto dipenda dalla spinta emotiva contingente, non dubito che se la nostra storia ci sta prendendo anche con una pausa forzata riprenderla in mano non sarà un problema.

Grazia Gironella ha detto...

Assolutamente d'accordo. Sai quante cose ci precluderemmo, se non osassimo tentare? E dopo il tentativo iniziale, la costanza è quella che ci fa evolvere, ma come dici tu possiamo averla solo per ciò che amiamo molto.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In effetti anch'io sono stremata dalla costanza, infatti ho avuto una piccola crisi a inizio anno, credo sia normale. Sul riprendere in mano una storia concordo con te, proprio di recente mi è tornata la voglia di scrivere un romanzo che avevo appena abbozzato un anno fa, la trama è già tutta nella mia testa. Chissà forse vedrà la luce.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Nella vita bisogna osare ogni tanto, lasciare indietro i dubbi e buttarsi, soprattutto per quello che amiamo fare.

Luz ha detto...

È solo un periodo particolarmente favorevole per essere costante. Magari riuscire a esserlo sempre col blog. :)

Irene Z. ha detto...

Fermo restando che, oggigiorno, solo di social toccherebbe spendere ad essere buoni non meno di un paio d'ore del proprio tempo, se poi parliamo di commentare, ad esempio, dei blog, il tempo da dedicare si moltiplica: perché se commenti un post, un articolo, una recensione, primo significa che ti interessa e leggi con attenzione, secondo, ti concedi il tempo di lasciare il tuo pensiero per un confronto che ci si augura costruttivo. Se in tutto ciò lavori, hai una famiglia e una casa da mandare avanti, uno o due interessi che possono essere la lettura o qualsiasi altro svago, ecco, dove si recupera il tempo per mettere in pratica anche le proprie intenzionalità scrittoriali o in genere di talento? Da qui il domandone che anche io mi sono sempre posta rispetto agli scrittori in genere: ma questi nella vita che fanno?
Di certo, Carofiglio dice bene e forse il segreto sta nel non coltivare aspettative: come nell'amore all'inizio, lasciarsi andare al talento con trasporto e naturalezza, per vedere dove ci porta, per scardinare quel senso di passione che magari una volta sciolto prevarica persino sul tempo striminzito a disposizione.

Ciao, molto bello questo tuo spazio, mi è piaciuto quello che dici di te, mi ci rispecchio ^_^

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Irene per l'apprezzamento e benvenuta nel mio blog! Hai ragione il tempo tra social e blog può essere davvero tanto e forse bisogna fare qualche rinuncia anche in questo per ritagliarsi ulteriori fette di tempo per scrivere. Lasciarsi andare e seguire solo la passione può servire, concordo, se non altro a non far diventare la nostra passione una fonte di stress *-*

Cristina M. Cavaliere ha detto...

La costanza è basilare, direi: puoi avere tutto il tempo del mondo, ma se non hai una certa forma di disciplina mentale, e anche il supporto e la comprensione di chi ti sta intorno, non è sufficiente.
Secondo me il lavoro dà anche determinati ritmi alla giornata, in cui ti puoi ricavare degli spazi per scrivere o leggere. Come ti scrivevo qualche tempo fa, ormai sono diventata "la scrittrice del sabato sera": ho poi anche lo studio per l'università che mi ha assorbito gran parte del tempo libero. Fare le formichine, nel senso di procedere con costanza e scrivere, anche poco, secondo me paga perché ti trovi con un piccolo patrimonio di pagine e di storie da sfruttare e sviluppare, e non sai nemmeno bene tu come sia nato.
I social sono dei grandissimi distrattori, ma in generale tutti i mezzi di comunicazione lo sono (inclusi gli smartphone). Silenzio lo smartphone quando studio o scrivo, e la sera lo spengo proprio. Non sopporto proprio, invece, i gruppi whatsup e Facebook, in cui ti devi sentire obbligato a interagire: è più forte di me.
Per quanto riguarda gli elenchi, li uso molto per lavoro e in effetti servono.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sto scoprendo anch'io l'importanza degli elenchi, negli ultimi tempi sono molto distratta quindi mi disperdo facilmente, invece la lista aiuta a mantenere il punto. Un po' come quando fai la spesa, se hai la lista non rischi di dimenticare le cose da comprare, altrimenti finisci per comprare solo le cose più golose e inutili. Spegnere il telefono può essere una buona idea, dovrei avere il coraggio di farlo ogni tanto, almeno zittire le notifiche...