Ho letto tempo fa una interessante newsletter di Stefania Crepaldi che sottolinea l'importanza del mondo narrativo di un romanzo citando i noir di Loriano Machiavelli che ambienta le sue storie a Bologna. E pensare che non avevo mai letto nulla di questo autore, pur conoscendolo di fama, anche perché ha scritto spesso a quattro mani con Guccini di cui sono una appassionata fan (o meglio lo ero, perché adesso lo ascolto molto meno, pur apprezzandolo ancora).
Bologna ben si presta come mondo narrativo per molti motivi, i suoi portici, i suoi vicoli, i suoi misteri (di misteri e di storie noir nella realtà Bologna ne ha avute tantissime).
Comunque sto tentando di recuperare la lettura dei romanzi di Loriano Macchiavelli per curiosità e perché ho scoperto che il suo personaggio, Antonio Sarti, è quel poliziotto fantastico piuttosto "scartolato" - quasi un precursore di Coliandro - interpretato da Gianni Cavina nella serie - andata in onda tra il 1991 e il 1993 - intitolata L'Ispettore Sarti - un poliziotto, una città (se non conoscete Gianni Cavina vuol dire che siete parecchio giovani, comunque è un attore molto amato da Pupi Avati e qualche anno fa ha interpretato la figura del padre nella serie TV Una grande famiglia).
Comunque la serie dell'ispettore Sarti era ambientata negli anni novanta a Bologna e mi piaceva molto proprio per la sua ambientazione e la simpatia del poliziotto che, nonostante tutto, riesce sempre a risolvere i suoi casi...
Anche il video vintage della sigla della serie televisiva scritta e cantata dallo stesso Cavina rende l'atmosfera della storia e dei suoi personaggi.
Come affermava Stefania Crepaldi molti autori ambientano i loro romanzi in luoghi esotici, magari all'estero, forse senza esserci mai stati, ma questa può non essere un'idea felice perché raccontare di un luogo che si conosce può essere più vantaggioso e rendere il romanzo più suggestivo. Raccontare un luogo attraverso le sue atmosfere e le sue sfumature può davvero donare molto a una storia.
Inoltre l'Italia, soprattutto negli ultimi tempi, è stata un po' riscoperta dalla letteratura, dopo le abbuffate di film americani, le ambientazioni italiane vengono sempre più apprezzate. Già nelle fiction TV, per esigenze contingenti, la provincia italiana è stata spesso usata come ambientazione. Posso citarvi diversi casi.
Per esempio, mentre ero in ferie, ho riguardato le puntate in replica del Maresciallo Rocca ambientate a Viterbo (da quando sono stata nella Tuscia mi sono innamorata di quei luoghi), la serie si fa apprezzare per l'interpretazione di un bravissimo Gigi Proietti, ma anche per il contesto narrativo, Viterbo e i suoi dintorni.
L'Italia è così variegata, così intensa, che ogni luogo può essere il perfetto mondo narrativo di un romanzo.
Possiamo citare la Napoli di Maurizio De Giovanni e di Elena Ferrante, l'isola d'Elba dei delitti del Bar Lume dei romanzi di Marco Malvaldi. La Sicilia di Montalbano, il Friuli di Ilaria Tuti.
C'è solo l'imbarazzo della scelta per scegliere il mondo narrativo italiano che può essere davvero il proprio mondo...quello in cui si vive o comunque quel mondo che si conosce bene, perché ciò che è importante in un romanzo non è la fredda descrizione dei luoghi ma trasmetterne le atmosfere.
Per esempio nel mio romanzo (non per essere megalomane, ma solo perché mi hanno detto che questa atmosfera è resa molto bene...) Fine dell'estate, ambientato a Fiorita, nome di fantasia di una piccola cittadina del sud d'Italia, così descrivo la "controra":
“Si chiamava “controra” la fascia oraria compresa tra le due e le cinque del pomeriggio, nei pomeriggi di estate, nei pomeriggi caldi del sud. Durante la controra non era educato telefonare, o fare visite, o bussare alla porta, si evitava anche di guardare la tv o di accendere la radio, o, se lo si faceva, si teneva il volume bassissimo.
La controra mi dava la sensazione di essere sospesa nel tempo, qualunque cosa volessimo fare nella nostra giornata era rimandata almeno a dopo le cinque del pomeriggio. Era come se fosse notte fonda, anche se fuori c’erano la luce e il calore fortissimo del sole estivo, il momento più caldo della giornata.
Con gli scuri abbassati che riparavano dalla luce troppo intensa, restavo nel mio angolo a leggere o a pensare a quello che avrei fatto nel corso della serata, agli appuntamenti con le amiche, ai vestiti da indossare, ai punti di ritrovo, nell’aria finalmente più fresca della sera.
A volte mi manca quella sensazione di pace e di silenzio nella calura estiva, la sensazione di attesa,
il tempo che avevo da dedicare ai miei pensieri o alla lettura di un libro, mi manca la sensazione del tempo che rallenta che invece ora, nella mia nuova vita, è diventato frenetico e convulso.”
Matera, cortile |
Di recente ho scoperto diversi romanzi ambientati in Italia, per esempio l'ultimo è un romanzo noir di Piera Carlomagno Una favolosa estate di morte ambientato in Lucania e più precisamente tra Matera e Potenza una regione riscoperta che si presta molto bene come ambientazione di un mistero.
Ma tornando indietro nel tempo vi ricordate lo sceneggiato Rai Ritratto di donna velata ambientato a Volterra? Insomma il mondo narrativo italiano può essere un perfetto contesto in cui ambientare la propria storia.
Siete d'accordo con me?
Avete letto qualche libro con ambientazioni interessanti italiane?
Fonti
Video: YouTube
Immagine: le foto di Viterbo e di Matera sono mie, ricordi di viaggio
17 commenti:
Sono perfettamente d'accordo. Anche se non è un autore recente, io amo i racconti di Pirandello ambientati a Roma, così simile a quella di oggi, con quei suoi personaggi eterni: l'accattone, l'anziano erudito, la popolana feroce... e alle loro spalle luoghi immutati nel tempo.
Be', sfondi una porta aperta ;)
Vorrei leggere Scerbanenco che ambientava le sue storie a Milano (o almeno buona parte di esse, credo). E Guareschi, che invece utilizzava la bassa. Adesso ho sospeso la lettura del Signore degli Anelli (ho terminato la prima parte), e credo che dopo l'ebook del marketing mi butterò su uno dei due...
Roma è sempre attuale, una città bellissima e senza tempo. Io l'ho infilata in ben tre romanzi, con delle scene brevi, ma ci sono stata molte volte sia per vacanza che per lavoro e ogni volta è stata una riscoperta. Pirandello con i suoi racconti romani mi manca, prendo nota...
Scerbanenco vorrei leggerlo anch'io, mi ispira molto. Guareschi ci penso, magari dopo Scerbanenco. È bello scoprire il punto di vista sui luoghi da parte di altri autori, ho letto il primo libro di Macchiavelli e mi è piaciuto molto.
Certo, uno scrittore italiano deve raccontare persone e luoghi italiani, almeno io li apprezzo due volte di più.
Hai letto “Leoni di Sicilia”? Una “hit” del momento: io non ancora, ma so che c’è una bella Sicilia e una Palermo che esercita tutto il suo fascino.
Anch'io apprezzo molto di più le storie scritte da autori italiani ambientate in Italia.
I Leoni di Sicilia non l'ho letto, l'ho notato perchè è alto in classifica, magari più avanti lo leggerò...ho appena letto uno dei romanzi di Loriano Macchiavelli Delitti senza castigo con belle descrizioni di atmosfere e storie bolognesi; ora sto leggendo Dodici rose a settembre di Maurizio de Giovanni e sono quasi alla fine, qui atmosfere partenopee. È un po' come viaggiare restando a casa.
Escludendo tutti i nostri blogger-scrittori comuni, di cui sto leggendo molto quest'anno, l'ultimo libro letto ambientato in Italia è "Assassinio all’Ikea" di Giovanna Zucca, ambientato proprio a Padova nel 2009. Mi colpi la copertina, proprio in stile pubblicità dell'Ikea, con un coltello su sfondo bianco (bellissima trovata). E poi il fatto che il cadavere viene trovato dentro il cassettone di un letto esposto all'Ikea, che frequento abitualmente, quindi è stato un attimo appurare che - accidenti - sarebbe proprio possibile. C'è anche la Padova vecchia, che io non conosco bene perché in fondo mi sono trasferita qui vicino solo dodici anni fa, e non vado spesso in centro.
Poi non ho letto i libri di Malvaldi, ma seguita la serie tv e trovarsi il Bar Lume di fronte è stato incredibile. Non sapevo fosse all'isola d'Elba, sulla guida non c'era, nessuno me l'aveva detto... arrivo in una piazzetta fronte mare, penso di aver passato il solito chioschetto, mi giro e... oh caspita! :D
Ah l'isola d'Elba che meraviglia! I delitti del Bar Lume, una serie che mi piaceva moltissimo, la simpatia dei personaggi e la bellezza dell'isola erano un'accoppiata vincente. Anch'io non ho letto i romanzi di Malvaldi, ho scaricato un estratto ma devo ancora cominciarlo. Interessante Assassinio all'ikea, magari lo letto in lista di lettura :D
Di sicuro l'Italia è piena di angoli meravigliosi, che però apprezzo di più da turista che nella scelta delle ambientazioni per le mie storie. Bologna però nel mio ultimo romanzo c'è... come Veronica! ;)
Nei miei c'è tanta Milano. Ma quanto ho amato scrivere del Trasimeno.
Cito volentieri la Versilia di Fabio genovesi.
Bologna è sempre un'ambientazione piacevole. Anch'io forse apprezzo l'Italia più da turista, però mi rendo conto che leggere un romanzo ambientato in un luogo che conosco me lo fa apprezzare di più o guardare con occhi diversi.
Milano è una città che offre tantissimi spunti di scrittura e hai fatto bene a usarli, anche il Trasimeno, un modo per farci conoscere un luogo meno noto...
Genovesi lo devo ancora scoprire invece.
Direi che dipende dal genere. In tutta franchezza non ce la vedo un'invasione aliena ambientata a Brescello piuttosto che a Calascibetta.
Perché mai gli alieni dovrebbero attraversare mezza galassia a velocita superluminali per invadere Perugia? Forse perché gli è venuta voglia di cioccolato... ;)
Infatti sarebbe fantascienza avere gli alieni a Brescello ;)
Direi che per questioni di spazio l'invasione aliena viene meglio in mezzo al deserto australiano o americano. È innegabile che il genere influenzi molto l'ambientazione.
Sì, infatti. Poi chi li sente Don Camillo e Peppone :D :D :D
Come ha già scritto Marco prima di me, senz'altro i gialli di Scerbanenco sono assai ben scritti, anche se personalmente ne ho letto soltanto uno: "I milanesi ammazzano il sabato". Aggiungerei anche i gialli di Dario Crapanzano che hanno come protagonista il commissario Arrigoni. Anche questi sono ambientati nella Milano del dopoguerra.
E poi i delitti del BarLume di Malvaldi con gli irresistibili vecchietti detective che fanno ribaltare dalle risate. :) La serie tv invece non mi è piaciuta, virava molto sul grottesco.
Ciao Cristina, scusa il ritardo con cui rispondo! Sai che di Scerbanenco vorrei leggere proprio quel libro I milanesi ammazzano al sabato, invece Dario Crapanzano non lo conosco, mi incuriosisce, andrò a leggere le trame dei suoi libri.
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