In questi giorni di arresti domiciliari da coronavirus un pensiero mi ha fatto molta compagnia: Saverio Sorace, la voglia di raccontare una sua nuova avventura.
Certi personaggi sono come dei vecchi amici, puoi lasciarli andare per un po' ma poi ritornano nella tua vita con lo stesso entusiasmo di sempre.
Ho in testa una storia legata a Saverio, ma è ancora indefinita e nebulosa, so solo che c'è e spinge per uscire, ma c'è sempre un periodo di incubazione di una trama (con questi termini mi sembra di parlare del virus, vabbè) e sto aspettando che maturi al punto giusto.
Nel frattempo, un giorno, ho provato a mettermi di fronte al computer con un file word nuovo, intitolato "quarta indagine di Sorace" perché non avevo nessuna idea del titolo e guardando la pagina bianca ho cominciato a buttare giù delle idee.
Mi sono fermata dopo due righe e ho guardato la pagina vuota per dieci minuti, poi mentre mi accingevo a spegnere il computer per raggiungere il mio amico divano, ho avuto una breve visione, una scena che mi era passata per la mente già in passato e, così, ho provato a descriverla.
Non mi dilungo oltre, ma partendo da quella scena iniziale ho iniziato a scrivere il primo capitolo di Saverio Sorace, ho perfino individuato un titolo - provvisorio per ora - ma potrebbe anche essere quello definitivo, lo scopriremo solo vivendo e, soprattutto, scrivendo.
Certo la strada è ancora lunga e forse non terminerò questa storia, sapete perché?
Il mio timore è che - se ci dovessero concedere la libera uscita - io non riesca più a passare un solo minuto davanti al pc a scrivere, quindi dovrei affrettarmi a scrivere a più non posso, ma purtroppo il periodo di incubazione della storia è ancora in corso.
Del resto scrivere un romanzo è sempre una scommessa con se stessi, con il tempo, con gli imprevisti della vita e nessuno meglio di noi, che viviamo questo momento, può capire bene il significato di "imprevisto", perché siamo foglie in balia del vento e non conosciamo il futuro, possiamo solo immaginarlo.
Vedremo quindi come andrà, per ora sono contenta di sapere che Saverio Sorace è tornato, almeno nella mia vita scrittoria.
Vi lascio con estratto del famoso romanzo di Luis Sepulveda che non ha vinto la sua battaglia contro il virus lasciandoci più soli e inquieti.
- Bene, gatto. Ci siamo riusciti, disse sospirando
- Sì, sull'orlo del baratro ha capito la cosa più importante, miagolò Zorba
- Ah sì? E cosa ha capito?, chiese l'umano
- Che vola solo chi osa farlo, miagolò Zorba.
- Bene, gatto. Ci siamo riusciti, disse sospirando
- Sì, sull'orlo del baratro ha capito la cosa più importante, miagolò Zorba
- Ah sì? E cosa ha capito?, chiese l'umano
- Che vola solo chi osa farlo, miagolò Zorba.
16 commenti:
La scrittura può fare la differenza in questo periodo a casa, per me l'ha fatta e mi ha regalato momenti in cui ho potuto mettere almeno la testa fuori. Spero che sarà così anche x te con Sorace, fossi in te non penserei al dopo "oddio no potrò più scrivere" questa terribile pandemia forse ci ha dato l'opzione di ripensare ai nostri ritmi sbagliati.
È difficile non pensare al 'dopo' ma ci provo, solo che non ho ancora ben delineato questa nuova storia e scrivo ben poco, ma tendo a finire ciò che comincio quindi ho buone speranze. Sui ritmi sbagliati posso solo dire che erano sbagliati soprattutto quelli imposti dalla società, per esempio nel mio lavoro c'era una corsa assillante per ogni attività, era tutto urgente e indispensabile, ora alcune cose si sono ridimensionate (solo alcune eh), io avevo sempre dato il giusto valore alle cose ma nessuno mi ascoltava, la pazza ero io...
In questo momento per me la creazione di storie (ormai totalmente rivolta ai fumetti, anche se non escludo di tornare a scrivere narrativa) è una vera salvezza. Non è tanto perché occupa tempo e cervello - qualsiasi altro hobby ci riesce - ma perché mi fa viaggiare con la mente, viaggiare fuori da casa, fuori dalla realtà attuale (e in quanto "affetta" dalla stessa mia passione penso che capisci sin troppo bene ciò che intendo).
Tu per ora scrivi, te lo chiede il tuo personaggio. Quando finalmente finirà tutto questo e potrai ricominciare a uscire di casa, vedrai che ritaglierai pure un po' di tempo per proseguire nella stesura del tuo potenziale nuovo romanzo ;-)
Scrivere aiuta molto e il mio personaggio mi aiuta davvero a distrarmi, un po' come le tue ragazze Yumi e Nana che io trovo fantastiche, leggerle mi piace moltissimo.
grazie 😀
È il bello della scrittura, quando senti che c'è quel qualcosa che preme per uscire, non si può fermare. Secondo me è inutile pensare alla tempistica di questa reclusione. Bisogna seguire l'istinto. :)
Seguirò l'istinto senza preoccuparmi della tempistica, sono già felice di sentire una nuova storia che si muove nei miei pensieri :)
Brava, fai bene a non rimandare: se hai l’idea ed è quella giusta, approfitta adesso per metterla giù. Se hai cominciato, vai avanti: quando finisci finisci, intanto scrivi, che è sempre bello. 😉
Conosco quel "inizio facendo finta di niente"! La storia verrà fuori sicuramente, con i suoi tempi naturali e obbligati. Ogni tanto penso anch'io a una nuova storia con Goran... chissà. Intanto bentornato a Sorace. :)
Grazie, mi fa molto piacere :-)
Grazie Marina, mi sono accorta che come l'appetito viene mangiando (ma questo è un disastro perché sono ingrassata di oltre un chilo...) anche la storia viene un po' scrivendo, segui un'idea e intanto mentre la scrivi se ne affaccia un'altra collegata, riga dopo riga si va avanti. 😊
Credo che Goran meriti un seguito, in effetti, si presta a molti sviluppi successivi della storia...
Per Sorace mi sembra che sia un amico che devo accompagnare nella vita (o forse è lui che accompagna me)
Il tempo dell'incubazione (di una storia!) è quello che è, non si può forzare o accelerare. L'importante è che tu sia partita, che ci siano delle idee, poi il resto verrà al momento giusto. Queste sono cose che dico anche a me stessa in questo periodo. A volte penso che la situazione mi darebbe molto più tempo per scrivere, peccato che la storia che vorrei scrivere ancora non è definita, quindi non riesco a sfruttarlo questo tempo in più. Proprio come te.
Sì, l'importante è partire, ieri pomeriggio mi sono messa davanti al pc (anche per non stare sempre a guardare la TV e a mangiare...) e ho buttato giù altre idee. È strano come da un'idea ne nasca un'altra collegata, insomma per un paio di ore mi sono entusiasmata anche se non ho scritto granché (e mi sono distratta dal virus 😊).
Concordo con chi dice di scrivere quel che puoi e senti, senza preoccuparti del dopo. Anche perché dovremo comunque ripartire con il distanziamento sociale in ufficio (e quanti uffici riescono a permetterselo? quante scrivanie sono troppo vicine e come sono messe le aree comuni?), per non parlare del trasporto pubblico. Sarà comunque privilegiato lo smart working. Le aziende qui in Veneto si preparano ai turni di 6 ore anche negli uffici, per chi proprio non può lavorare da casa, o in presenze settimanali alternate. Non tornare "tutto come prima" a breve.
Eh già cara Barbara, credo che prima che "tutto torni come prima" è probabile che io faccia in tempo a finire il romanzo. Credo anch'io che sarà privilegiato lo smart working, nelle condizioni in cui siamo è giusto così, del resto cominciamo ad assestarci con questa modalità di lavoro e sicuramente indietro non si torna...
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