sabato 30 maggio 2020

Anticipare la storia


In questo periodo sto lavorando ancora di più del solito, sul mio settore si riversano le esigenze di altri settori dell'azienda e io curo la predisposizione e la gestione dei contratti di forniture di beni e servizi.
dopo un periodo di apparente calma in cui tutto sembrava sospeso per la pandemia e, anche, per l'adattamento al lavoro agile da casa di molti colleghi dal 4 maggio si sono tutti scatenati e ritornati in piena attività riversandomi addosso tutto ciò che era rimasto fermo in un cassetto. Nel giro di un mese ho attivato dieci grossi contratti curandone l'aspetto giuridico ed economico al ritmo di dodici ore al giorno di lavoro, in pratica ho dovuto fare in un mese quello che diluivo in tre. Tutto con maggiori difficoltà perché ogni volta che qualcosa non andava, contattare i referenti interessati era molto più difficoltoso visto che non lavoriamo in presenza, le mail si sono centuplicate e pure le riunioni in video conferenza, un vero incubo. 
Non volevo, però, parlarvi del mio lavoro, è solo un'introduzione per dirvi che ho sempre meno tempo per il blog, non si tratta tanto di tempo vero e proprio, perché magari posso trovarlo, ma proprio di "mente", sono talmente stanca che la mia mente è priva di idee.
Nel frattempo però leggo molto, perché la notte mi sveglio con i pensieri delle scadenze e così leggo.
Certe notti ho letto anche per due o tre ore finché non mi addormentavo all'alba.


Un libro che ho appena comprato in eBook perché ha catturato la mia attenzione e il mio entusiasmo si intitola Spillover, L'evoluzione delle pandemie, di David Quammen, l'ho scoperto per caso leggendo un articolo sull'argomento (ormai non si parla d'altro) e l'ho preso subito dopo aver scaricato e letto l'estratto.
È un saggio approfondito sui virus, pubblicato in tempi non sospetti, nel 2012 negli Stati Uniti e, in Italia, da Adelphi, nel 2014. 
È questo il motivo per cui l'ho comprato, espone un punto di vista "antecedente" a quanto accade oggi, un libro profetico, ma forse anche no.
Conviviamo con i virus dalla notte dei tempi e quando il virus fa il salto di specie si parla di zoonosi, spillover è il termine inglese che indica il passaggio di un agente patogeno da una specie a un'altra, uomo compreso. 
Lo studio di tutte le malattie da virus che si sono succedute negli anni (il covid 19 è solo l'ultimo) non fa che confermare la teoria darwiniana che anche noi siamo una specie animale, certo ci crediamo superiori, ma siamo animali e forse della peggiore specie, direbbe qualcuno.
L'autore, studioso e divulgatore scientifico, parte raccontando un episodio avvenuto in Australia, nel 1994, in un allevamento di cavalli, la località si chiama Hendra e così fu chiamato anche il virus che sterminò l'intero allevamento tra atroci agonie. Il veterinario che seguiva l'allevamento non riusciva a capire a cosa fosse dovuta la morte dei cavalli ed eseguì l'autopsia su uno di essi trovando numerose emorragie interne. Si ammalarono anche il proprietario dell'allevamento e lo stalliere, all'inizio sembrava solo un'influenza più aggressiva, ma poi il proprietario si aggravò e morì nel giro di una settimana dopo il ricovero in ospedale, lo stalliere invece dopo una settimana di febbre alta guarì, anche se dopo alcuni anni intervistato da David Quammen affermò che la sua salute non era stata più la stessa. Il governo australiano creò una task force per indagare su quella strana epidemia che colpiva i cavalli e che, nel frattempo, si era estesa ad altre scuderie. I componenti della task force fecero le autopsie a un gran numero di cavalli e isolarono un virus, una specie nuova, composto da una doppia "corona" di spicole, il virus Hendra fu battezzato come un morbillo equino, lo stesso virus fu trovato nel corpo del defunto proprietario del primo allevamento. 
Come arrivò il virus nei cavalli? 
Sembra che avessero l'abitudine di ripararsi all'ombra di un albero, un grande Ficus Macrophylla dove avevano fatto nido dei pipistrelli. 
Scoprirono poi, con test successivi, che la popolazione locale dei pipistrelli presentava positività agli anticorpi del virus Hendra. L'ipotesi più accreditata era che questa specie di pipistrelli, le volpi volanti nere, fossero animali "serbatoio" del virus.
Non mi dilungo oltre sul caso Hendra tranne che ci furono altre vittime "umane" tra i veterinari degli allevamenti, morti sporadiche che quindi non suscitarono particolari allarmi, è comunque una certezza che il virus avesse fatto il salto di specie.

I virus come Hendra sono molto più diffusi di quanto si creda. 
L'ebola, la febbre gialla, la peste bubbonica, l'AIDS, l'influenza spagnola del 1918/19, il vaiolo delle scimmie, la tuvercolosi bovina, la malattia di Lyme, la febbre emorragica del Nilo, l'antrace, la rabbia, l'aviaria  sono tutte zoonosi.
Secondo l'autore del libro (in base ai suoi studi e ai suoi viaggi durati sei anni prima della pubblicazione di Spillover) alcuni virus possono essere debellati perché non sono zoonosi, per esempio il vaiolo e la poliomielite colpiscono solo l'uomo, sono stati debellati perché questi virus scacciati dagli esseri umani non sanno dove nascondersi, non sono zoonosi.

I patogeni delle zoonosi invece possono nascondersi in animali serbatoio e tornare fuori dopo anni di latitanza, di fronte a condizioni favorevoli per il virus.

In realtà il mondo è pieno di virus sconosciuti, ma negli ultimi cinquant'anni o poco più molti virus sconosciuti sono emersi a danno dell'uomo. Machupo (1959) Marburg (1967), Lassa (1969), Ebola (1976) HIV-1 (1981 e isolato nel 1983), HIV-2 (1986), Hendra (1994), influenza aviaria (1997), Nipah (1998), febbre del Nilo occidentale (1999), SARS (2003), influenza suina (2009). 
Perché queste malattie saltano fuori così frequentemente?

Non è un incidente, ma conseguenze delle azioni dell'uomo. L'autore sottolinea tre elementi che vi riporto in breve:

1. Le attività umane stanno disgregando vari ecosistemi. La deforestazione, la costruzione di strade e infrastrutture, la caccia alla fauna selvatica, l'inquinamento, lo sversamento di sostanze organiche nei mari, il cambiamenti climatico. Cose che l'umanità ha fatto da sempre, ma adesso siamo sette miliardi di persone e usiamo le moderne tecnologie, questo rende l'impatto davvero insostenibile per l'ambiente.

2. Negli ecosistemi vivono milioni di specie ignote tra cui virus, batteri, funghi e altri organismi tra cui molti parassiti. Questi vivono tranquilli e innocui in qualche ospite serbatoio e non fanno troppi danni, finché non vengono scoperti dall'uomo.

3. La distruzione di un ecosistema porta questi agenti patogeni a cercare vita altrove. Se si abbatte una foresta e si uccide la fauna locale, i germi del posto volano via a cercare nuove sistemazioni. Un parassita disturbato e sfrattato dal suo ospite può trovare una nuova casa nell'uomo. I virus, il cui genoma consiste di RNA e non DNA, è soggetto a mutazioni e quindi si adatta molto facilmente.

Nel libro l'autore ipotizzava anche l'arrivo del Next Big One, il prossimo grande evento che avrebbe sconvolto il mondo. I sismologi americani lo associavano al grande terremoto che farà sprofondare Los Angeles, ma in questo contesto potrebbe essere una epidemia letale di grandi dimensioni.

"Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale?"
Riporto le esatte parole del libro, scritto nel 2012. 

A quanto pare, per i motivi espressi nella prima parte del post, non è possibile trovare un vaccino realmente efficace per questa tipologia di virus, ma la mia speranza è che il coronavirus vada in latitanza per anni come è successo con la spagnola.
Sono anni che vengono studiati questi virus e questo vuol dire che quello che è successo si poteva prevedere, anzi era stato previsto, ma nessuno ha ascoltato oppure non è stata data la giusta attenzione al messaggio allarmistico dell'OMS.
Sorgono, quindi, in me alcune riflessioni, se il virus si trasmette attraverso il contatto con i liquidi e il sangue di certi animali forse dovremmo smetterla di mangiare carne, oltre che di depredare il pianeta e inquinarlo.
È importante cambiare il passo perché altrimenti facciamo la fine degli alieni nella guerra dei mondi. 

Vi ricordate La guerra dei mondi? Il libro fu pubblicato nel 1897, da esso fu tratto il primo film nel 1935 e poi nel 2005 quello hollywoodiano.
La storia è nota, la terra viene invasa dagli alieni brutti e cattivi (noi umani siamo sempre buoni) l'Umanità combatteva strenuamente senza risultati, ma gli alieni, alla fine, quando tutto sembrava irrimediabilmente perduto, venivano sconfitti dai virus presenti sul pianeta terra e contro i quali non avevano anticorpi a differenza degli uomini. I virus in quella fantastica storia ci facevano un grande favore. 

E se oggi fossimo noi gli alieni per la terra?

Fonti testi
Spillover di David Quammen

Fonti immagini
Pixabay e Google 


16 commenti:

Grazia Gironella ha detto...

In tutto il casino che ci ha colpiti negli ultimi mesi, infatti, è da notare come non fosse affatto imprevisto, ma annunciato e in un certo senso atteso da tempo. E' necessario uscire dall'idea dello straordinario per entrare in quella della possibilità reale, se vogliamo imparare a prevenire, ancora prima che affrontare, disastri del genere, che non sono affatto eccezionali.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Infatti sembra che ci sia stata una relazione dell'OMS nel settembre 2019 che avvertiva dei rischi di una imminente pandemia, insomma probabilmente si sapeva che esisteva questo rischio. Purtroppo il mondo era troppo impegnato a correre nella sua folle corsa per credere ai gridi di allarme dell'OMS.

Ariano Geta ha detto...

Purtroppo il problema esiste, ed è grave. Già solo per quanti siamo di numero, inevitabilmente influenziamo il pianeta a livello di insediamenti e quindi di inquinamento prodotto fisiologicamente. Ma non ci basta: produciamo sostanze chimiche, gas, fumi, polveri sottili, acidi e le disperdiamo nell'ambiente. Diciamo che, con un po' di ironia macabra, si potrebbe ipotizzare che il pianeta Terra ci sta scatenando contro i virus nella speranza che ci riduciamo drasticamente di numero, così da liberare spazi e farli riconquistare ad altre specie animali e vegetali.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È brutto dirlo ma siamo davvero in troppi e, con il nostro modo di vivere, deprediamo la terra sempre più. Potrebbe davvero sembrare una vendetta del nostro pianeta contro l'umanità, tanto che nel periodo del blocco la natura in certi casi si è impadronita degli spazi (certi pesci e perfino le meduse sono tornate nella laguna di Venezia per esempio).

Luz ha detto...

Da quando ho ascoltato l'intervista a una scienziata italiana climatologa, anch'io sono pienamente convinta che questa pandemia sia un chiaro segnale di ipersfruttamento del pianeta. Non c'è dubbio che la nostra specie sia predatrice, in ogni senso possibile, e avere depauperato l'ambiente e sovvertito gli equilibri comincia a comportare tutta una serie di conseguenze difficili da affrontare.
Il progresso estremizzato sta presentandoci un conto salatissimo.
Non so davvero chi potrebbe negare una realtà come questa.

Sandra ha detto...

Sono sincera: sono già abbastanza angosciata quindi evito certe letture.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sandra ti capisco, anch'io tendo a evitare libri sull'argomento usciti in questo periodo sull'onda della pandemia, questo però era uscito prima e l'ho preso seguendo l'istinto, vorrei capire meglio questa situazione, perché se ne sentono troppe, vorrei documentarmi per farmi una mia opinione.

Giulia Lu Mancini ha detto...

L'uomo sta sfruttando il nostro pianeta senza scrupoli e forse la terra sta presentando il conto. Comincio a pensarla anch'io così, purtroppo anche difenderci dalla pandemia sta portando nuovo inquinamento, tutte le mascherine e i guanti monouso dove finiranno?

Maria Teresa Steri ha detto...

Sembra un libro interessante, soprattutto perché inteso ad aprire gli occhi su come di fatto siamo proprio noi esseri umani la causa da cercare in tutto quello che ci sta accadendo. E' doveroso capire e andare a fondo in modo serio come hai fatto tu, soprattutto perché siamo bombardati da informazioni farlocche che non fanno che confonderci (e io non ne posso più di trovarmele sotto gli occhi).
Per il resto, spero che tu possa trovare un po' di tregua allo stress lavorativo...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sì è davvero interessante, è un saggio quindi lo leggo un po' alla volta, per ora ho letto il primo capitolo (peraltro lunghissimo) sul virus Hendra. È scritto molto bene ed è avvincente come un romanzo, certo non è un libro leggero soprattutto per l'impatto emotivo visto il momento che stiamo vivendo, ma almeno posso documentarmi meglio, anch'io non ne posso più di sentire tante campane diverse di sedicenti esperti che confondono solo le idee. Sul lavoro con lo smart working (smart per l'azienda secondo me) molte cose sono peggiorate, fai più fatica perché manca il confronto diretto con i colleghi, in videoconferenza non sempre è possibile avere un vero dialogo (soprattutto quando la linea è disturbata)...

Marina ha detto...

Molto interessante e anche molto angosciante a dirla tutta. Anch’io sono convinta che il coronavirus sia esploso per colpa di un ecosistema alterato dall’intervento dell’uomo. Ci stiamo autodistruggendo e non lo ammetteremo mai: cercheremo sempre colpevoli al di fuori delle responsabilità che non sappiamo prenderci. Non lo so né oso chiedermelo se il peggio deve ancora colpirci!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo sia una reazione a catena di tante concause, sì è angosciante ma forse questa pandemia potrebbe insegnare qualcosa e far cambiare molti atteggiamenti dei grandi della terra (che comandano) e farli scegliere meglio...

Barbara Businaro ha detto...

Uhm, pur essendo un libro interessante, non mi pare adeguato per combattere lo stress, almeno in questo periodo.
Sulla prevedibilità della pandemia, beh, Bill Gates ne aveva parlato nel 2015, ma era stato fin troppo ottimista sui calcoli. Partiva in realtà da un altro assunto: l'aumento della popolazione mondiale, con i rischi di non poter avere risorse per tutti e, preoccupazione laterale, un sistema sanitario globale che non avrebbe potuto combattere un altro Ebola su tutto il pianeta. Da qui aveva fatto delle proiezioni. Recentemente ha dichiarato di sentirsi avvilito per non aver scosso di più l'attenzione dei governanti prima dell'arrivo del Covid.
Quando ci dicono che "dovremo convivere con questo virus" non è una frase buttata là a caso. Ma potrebbe essere una buona cosa per il pianeta e, di ritorno, per l'umanità stessa.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Non ci crederai, ma non è il virus uno dei motivi di maggiore stress, in realtà non sono angosciata dalla paura del virus, forse più dai suoi effetti tipo non poter andare in moto con il mio compagno perché non siamo conviventi, pensa un po' l'assurdità, questo annulla qualsiasi velleità vacanziera, anche un giretto di un giorno. Tornando alla pandemia, ricordo l'allarme di Bill Gates, l'aumento della popolazione mondiale è uno dei motivi per cui viviamo questa situazione, comunque le Cassandre non hanno mai avuto credito nella storia si sa, nessuno si aspettava un disastro simile, ma è stato più volte dimostrato che la realtà supera la fantasia. Spero che l'umanità cambi davvero, grazie a quello che è successo.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Sto recuperando man mano la lettura dei post degli amici blogger. :) In questo ultimo periodo ho visto molti servizi sul problema climatico, ed è desolante constatare come spesso l'uomo altera un equilibrio delicatissimo in natura che è perfetto. Basta pensare alla questione delle api, che andavano scomparendo per via dell'eccesso di pesticidi (ora sembra che abbiano ripreso...), o dell'inquinamento dei mari con plastica e altri rifiuti, o dello sfruttamento della fauna marina con l'eccessiva pesca.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il problema climatico esiste e questo virus può farlo peggiorare perchè le mascherine e i guanti aggiungono motivi di inquinamento, certi equilibri naturali una volta incrinati forse non si aggiustano più...ma speriamo non sia davvero così.