Scrivere non è niente più di un sogno che porta consiglio. (Jorge Luis Borges) |
Nel 2019 avevo iniziato a scrivere un romanzo, l'idea era nata da una mia vicenda personale: avevo quasi trovata la casa ideale da comprare (in sostituzione di quella di proprietà in cui vivo) ma quando ho deciso di andarla a vedere era già stata venduta.
Questa occasione persa mi aveva buttato parecchio giù, così ho cominciato a immaginare la mia vita nella nuova casa e invece che pensare alla felicità che quella casa nuova avrebbe potuto portarmi ho immaginato solo tanti problemi inquietanti.
Ed è così che nasce la trama di questo thriller, una persona cambia casa, dovrebbe cominciare una nuova vita e invece comincia un incubo.
Questa era l'idea iniziale, avevo scritto alcuni capitoli, in una fase in cui avevo finito di scrivere il terzo episodio di Sorace e stavo aspettando il responso dei beta reader, ma poi mi ero fermata.
Nel 2019 molte vicende della mia vita non andavano proprio per il verso giusto e poi, in aprile, avevo toccato il fondo del dolore a causa di un lutto in famiglia. Insomma era andato tutto storto e meditavo di abbandonare la scrittura.
Un giorno però rileggendo quei pochi capitoli che avevo scritto, sono stata assalita dalla insopprimibile esigenza di dare un seguito alla storia e di finire di scrivere quel romanzo lasciato in sospeso.
E poi non amo lasciare le cose a metà, quindi ritrovando il fuoco sacro dell'ispirazione, settimana dopo settimana, il romanzo è cresciuto sempre più.
Ho lavorato per un oltre un anno per arrivare alla fatidica parola "Fine" avendo però in testa un paio di prospettive:
-la prima era poter partecipare al concorso DeA planeta del 2020, obiettivo a cui ho rinunciato perché a fine gennaio 2020 avevo finito di scrivere il romanzo ma non avevo il tempo sufficiente per fare una adeguata revisione, nè i miei beta reader erano in grado di leggere il romanzo in tempi stretti e visto che la scadenza del concorso era a fine febbraio ho lasciato perdere, meglio rimandare che fare un lavoro frettoloso. Inoltre mi illudevo di poter partecipare per l'edizione dell'anno 2020/21 il concorso di solito veniva bandito a ottobre con scadenza febbraio dell'anno successivo. Ovviamente con la pandemia è saltato tutto, compresi i miei progetti;
-la seconda era quella di inviare il romanzo a una grande casa editrice per provare a ottenere un riconoscimento come autrice, perché, per quanto io stia bene nel self publishing, pubblicare con una casa editrice riconosciuta a livello nazionale potrebbe significare una piccola svolta, non dico vivere di scrittura, che tanto è una chimera o sogno concesso a pochi autori, ma avere una certa gratificazione personale.
L'anno 2020 ha scombinato tutti gli equilibri, il concorso DeA planeta non è stato bandito e chissà se mai tornerà, le case editrici hanno rimandato molte pubblicazioni e io ho visto sfumare i miei vaghi progetti.
Certo nel frattempo, mentre il suddetto romanzo decantava, vivevo quello strano tempo sospeso a cui ci ha costretto il virus, ho scritto la quarta indagine della serie sul mio commissario e ho partecipato ad Amazon Storyteller senza vincere, cosa che mi aspettavo, ma il concorso è stato utilissimo a spronarmi a scrivere e a terminare il romanzo.
Tornando al mio giallo fuori dalla serie ho deciso di inviarlo a una casa editrice, l'idea mi è venuta ascoltando un'intervista su Youtube fatta proprio all'editore. Si tratta di una casa editrice giovane ma non troppo, è nata vent'anni fa e pubblica soprattutto gialli italiani ed è considerata di fascia medio alta (letto su wikipedia).
Così durante le vacanze di Natale, dopo aver riascoltato più volte l'intervista per capire le corrette modalità di proporre il mio romanzo, ho inviato la mail e ho incrociato le dita.
Non so come andrà, però ho voluto dare una opportunità diversa a questo romanzo, quindi spero che mi arrivi una risposta di accoglimento o diniego in tempi congrui, anche perchè questo romanzo non voglio lasciarlo nel cassetto ancora a lungo.
Se andrà male c'è sempre il self publishing, settore in cui ormai sono "quasi" un'esperta, il quasi lo metto perchè non si finisce mai di imparare, un po' come la storia degli esami che non finiscono mai.
Cosa ne pensate?
Fonte Immagini
Pexel
26 commenti:
Il detto recita "chi non risica non risica", quindi se hai deciso di "rischiare" fai bene, perché certamente essere pubblicati è altra cosa rispetto ad autopubblicarsi. Io ti auguro con tutto il cuore di ottenere un esito positivo :-)
Ci provo, senza troppe aspettative, ma almeno avrò tentato, cerco di darmi qualche possibilità con una casa editrice di un certo livello, mi lascio un po' di tempo ancora per la scrittura e finché è qualcosa che mi fa piacere, poi credo che "appenderò la penna al chiodo"...
Il DeA Planete c'è stato ed è stato vinto da Federica De Paolis, già autrice FAZI e MONDADORI. Solita storia.
Sarei sinceramente curiosa di conoscere l'editore a cui hai mandato il testo (mi sono fatta una mia idea) e secondo me hai fatto molto bene a provare. Potrebbe anche andare bene, perché no?
In bocca al lupo. Io ormai non ho più voglia, né la pazienza di aspettare le risposte. Quando ho qualcosa di pronto auto-pubblico, e via. Se guardo a cosa ho pubblicato, mi dico che molto probabilmente nessun editore avrebbe mai investito qualcosa su di me. Quindi: viva l'autopubblicazione.
Certo Sandra, Federica De Paolini è la vincitrice del concorso 2020 bando pubblicato a ottobre 2019, ma nell'ottobre 2020 non è uscito il nuovo bando quello che avrebbe dovuto concludersi a febbraio 2021.
Riguardo all'editore non dico nulla per scaramanzia, speriamo vada bene, chissà tutto è possibile...
Ah, ok grazie. C'è stato un piccolo malinteso sull'anno del concorso.
Grazie Marco, viva il lupo. In realtà sono stata perplessa per un po' prima di decidermi a inviare la mail, proprio perché non mi andava di aspettare una risposta, però poi ho deciso di provare.
Nel frattempo non mi fermo perché sto scrivendo il seguito di Sorace, un personaggio che amo molto e che continuerà ad esistere grazie all'autopubblicazione, quindi anch'io dico: viva l'autopubblicazione.
Ogni tanto mi sbaglio, la risposta è sotto.
Ho scritto De Paolini invece che De Paolis, il correttore automatico ha colpito ancora.
Ma figurati non me ne sono manco accorta
Hai fatto bene a spedire, bisogna tenersi in movimento, adattarsi e trovare nuove strade. Se l'intervista ti ha colpito è perché eri pronta a farti "colpire", quello conta più della grandezza della casa editrice (wikipedia non è sempre attendibile perché chiunque può aggiungere informazioni quindi è probabile che la casa editrice stessa si sia definita di fascia medio alta).
Tengo le dita incrociate per te!
Lo sai, con me sfondi una porta aperta: hai fatto benissimo a inviare il manoscritto. È un bel banco di prova e, se anche molto difficile, comunque è un tentativo che va sempre fatto. Vada come vada, intanto in bocca al lupo! 😉
Cia Giulia, ho partecipato all'ultima edizione del DeaPlaneta ma mi sono fatta un'opinione non edificante sul come si selezionino e chi vinca, ne ho parlato sul blog. ma non sono pentita, partecipare a un concorso ti esorta a dare il meglio di te, a scommettere su te stessa, a fidarti e a credere di essere davvero una che scrive. Dunque hai fatto bene a provarci, con una ma io direi anche con altre case editrici. I tempi di risposta lo sai sono lunghi, possono essere addirittura infiniti, nel senso che alcune non rispondono mai. Ma ci hai provato. E poi, come giustamente dici, c'è sempre il self e . non dimentichiamolo, il tuo zoccolo duro di lettori che ti legge sempre. Davvero un super in bocca al lupo!
Grazie Lisa per le dita incrociate, vedremo cosa succederà. Diciamo che dopo vari anni di scrittura e di romanzi ho bisogno di capire che strada prendere, un po' come quei lunghi fidanzamenti in cui si arriva al punto in cui o ci si sposa o ci si lascia...
Viva il lupo Marina, ogni tanto bisogna buttarsi o, almeno, provarci.
Grazie Elena, ho letto sul tuo blog della partecipazione al concorso DeA Planeta, credo anch'io che ci siano meccanismi particolari, però è vero che partecipare spinge a tirare fuori il meglio. È importante fare un tentativo ogni tanto, sarebbe carino avere una risposta anche di diniego, così uno si regola...
Alcune case editrici mettono un termine entro il quale, se interessati, risponderanno, ciò viene indicato chiaramente sul loro sito, lo trovo molto corretto. Non è il caso della casa editrice a cui ho inviato la mail, questo mi dispiace un po' ma vediamo cosa succede nei prossimi quattro mesi.
Bisogna seguire l'istinto a volte, quindi hai fatto senz'altro bene. Incrocio le dita per te!
Io da tempo ho abbandonato l'idea delle CE, il contratto dovrebbe essere davvero super per farmi cambiare idea.
L'idea alla base del tuo romanzo mi stuzzica molto, quindi spero che la pubblicazione vada in porto presto ^_^
Grazie Maria Teresa, sono contenta che ti piaccia l'idea di base del mio romanzo, è una storia a cui tengo molto, che mi ha impegnato moltissimo anche a livello interiore. Per la CE ho deciso di fare una prova,ogni tanto bisogna forzare il destino...poi se non dovesse andare in porto voglio comunque che il romanzo esca in un modo o nell'altro *-*
Hai fatto proprio bene, sai? Cambiare e tentare strade nuove è sempre una buona idea, uno stimolo e un mettersi alla prova. Nel frattempo: in bocca al lupo! <3
Grazie Monica, viva il lupo, eh sì ogni tanto bisogna buttarsi!
Hai fatto benissimo! Concordo con Lisa: se quell'intervista ti ha colpito, magari era uno di quelli che chiamo "sassolini da dio", una pista da seguire, un'idea da sviluppare, un'occasione da non lasciarsi scappare. Vada come vada, meglio tentare che stare lì a chiedersi "E se quella volta avessi inviato il manoscritto?" :)
Speriamo che sia un sassolino da Dio e non un macigno staccatosi da una frana e diretto sulla mia testa, in ogni caso concordo che bisogna provare: non puoi lamentarti di non vincere la lotteria se non compri almeno un biglietto! 😉
Penso che tu ti muova bene, dopo i tanti romanzi che hai al tuo attivo. Quella di attrarre il "buon editore" è un'idea legittima, che non si lascia scalzare facilmente. Perché non tentare? Al massimo si rischia di aspettare un po' ad autopubblicare, cosa che quasi mai è un problema. In bocca al lupo! :)
Viva il lupo Grazia, provare a pubblicare con un editore di un certo livello mi piacerebbe, è anche un modo per mettermi alla prova in un nuovo contesto, vedremo...
Arrivo soltanto ora a leggere il tuo post con la mia lentezza biblica. :) Provare non costa niente, quindi hai fatto benissimo a proporlo all'editore. La pandemia ci ha costretto a una riorganizzazione su molti fronti, anch'io come sai ho partecipato al concorso amazonstoryteller senza troppe aspettative, ma più che altro per fissare alcuni paletti. A DeaPlaneta invece non avevo partecipato: non mi attirava molto e, come te, non avevo niente di pronto.
Eh già Amazon storyteller è stato l'unico farò nel deserto del 2020, perché Amazon ha una marcia in più, mentre tutte le case editrici tiravano i remi in barca per la pandemia Amazon sceglieva di puntare ancora di più sul selfpublishing, in fondo ognuno poteva pubblicare con i suoi mezzi, chi era indeciso era spinto a darsi una mossa. Io stessa ho ricevuto uno stimolo nuovo per il quarto epidodio di Sorace. Un concorso serve a sentirsi spronati a dare il meglio, anche se non si hanno aspettative. Con la casa editrice non so come andrà, però almeno ci avrò provato...
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