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I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo. George Orwell |
Esistono degli autori che amiamo a prescindere da quello che fanno o dicono, io ne ho alcuni che prediligo e quando li leggo capisco perché. Daria Bignardi la amavo dai tempi remoti della tv, ricordo che conduceva un programma chiamato Tempi moderni, un talk show sui fenomeni di costume che trovavo molto interessante, successivamente c’è stato il primo grande fratello, una novità ai tempi, i soli che ho seguito anni prima che il programma diventasse davvero troppo trash.
Daria aveva però, da sempre, un sogno nel cassetto che era quello di scrivere e l’occasione arrivò in un momento critico della sua vita quando morì sua madre, fu allora che scrisse Non vi lascerò orfani un libro che era un memoir, bellissimo, da me letto in un momento altrettanto critico. Io ho amato subito la Daria romanziera, infatti ho letto subito i suoi romanzi Un karma pesante e L’acustica perfetta, quando leggevo ancora i libri di carta, poi ho letto anche il resto.
Tornando all’argomento di questo post l’ultimo romanzo di Daria Bignardi - che ormai risale all’anno scorso - si intitola Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici (Einaudi) si tratta di un titolo ironico, spiega l’autrice nella sua intervista, un libro può rovinare o salvare ma comunque la vita la cambia perché può far capire meglio chi siamo e quello che davvero vogliamo. E così l’autrice, che è sempre stata una lettrice bulimica fin da bambina, racconta i libri che hanno accompagnato la sua esistenza e che, in qualche modo, l’hanno condizionata. Certi libri letti durante l’adolescenza possono tracciare un percorso e in qualche modo influenzarci. È un periodo che sono in crisi anche con la lettura, faccio sempre più fatica, quando accade ritorno agli autori che ho amato, così siccome non avevo ancora letto questo libro ho comprato l’ebook e non sono rimasta delusa. Ecco la mia recensione su Goodreads
Una biografia letteraria che mi ha conquistata, un percorso di vita attraverso i libri letti nel corso di una vita che, in qualche modo hanno condizionato il modo di essere dell’autrice. Mi sono ritrovata in molte mie situazioni adolescenziali, perché la fascinazione del male, l’attrazione per le storie e i personaggi oscuri può essere tipico nell’adolescenza, periodo in cui Daria si innamora di alcuni libri “dannati”. Si racconta tuttavia anche di tanti altri libri importanti tra cui un libro che ho tanto amato anch’io Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia. Per me Daria Bignardi è una certezza che non delude mai.
Del resto ogni lettore cerca in una storia un po’ di sé, è il motivo per cui leggiamo, uno dei motivi almeno, quando leggo un romanzo mi immedesimo nel protagonista oppure in qualche altro personaggio e cerco di capire le sensazioni che prova e molte volte mi ci ritrovo. Quante volte, assillata da un problema, ho cercato nei libri la soluzione, leggere un romanzo e trovarci una situazione analoga mi ha sempre dato sollievo.
nella sinossi del libro presa da Amazon si legge:
Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente».
Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto l'irresistibile forza di attrazione dell'abisso. Daria Bignardi sa metterla a nudo con sincerità e luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della sua e della nostra esistenza, in cui tutto può salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un libro letto per caso.
Partendo dalle passioni letterarie che l'hanno formata, con la sua scrittura intelligente e profonda, lieve, Daria Bignardi si confessa in modo intimo - dalle bugie adolescenziali agli amori fatali, fino alle ricorrenti malinconie - narrando l'avventura temeraria e infaticabile di conoscere sé stessi attraverso le proprie zone d'ombra. E scrive un inno all'incontro, perché è questo che cerchiamo febbrilmente tra le pagine dei libri: la scoperta che gli altri sono come noi. Memoir di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto di fede verso il potere delle parole, questo libro è un percorso sorprendente e imprevedibile fatto di domande, illuminazioni, segreti, che pungola e lenisce, fa sorridere e commuove. Un viaggio nel quale la vita si manifesta «furiosamente grande».
Man mano che leggevo questo libro ho ripensato ai libri che ho letto cercando di individuare quali potessero essere quelli per me un po’ maledetti, ho pensato a La nausea di Jean Paul Sartre, letto più volte a sedici anni quando ero follemente innamorata di un ragazzo bello e dannato, oppure Il mestiere di vivere di Cesare Pavese, uno scrittore che ho adorato e di cui ho letto tutto, ma forse il motivo era anche il fatto che avessi per lui un’attrazione oscura perché si era suicidato a 50 anni e la sua tristezza si avvicinava alla mia che soffrivo per amore, una sofferenza in cui forse mi crogiolavo un po’ come spesso succede durante l’adolescenza, quando non si ha ancora una personalità ben definita e fortificata. Che poi a pensarci bene, anche con i fumetti mi ritrovavo molto in Paperino, il che non è proprio un buon segno, anche se simpatizzavo tantissimo per il suo alter ego Paperinik che è intelligente, scaltro, difensore dei deboli, insomma il perfetto eroe della rivincita degli sfortunati come Paperino. Quindi, posso affermare che ho avuto anch’io le mie attrazioni oscure, le emozioni forti date da struggimento e malinconia, qualcosa che si può definire una seduzione delle ombre, è da questo concetto, un po’ rivisitato e adattato alla storia, che è nato il titolo del mio ultimo romanzo della serie Saverio Sorace, ne ho parlato nel mio precedente post Qui
Attraverso la sofferenza si arriva comunque a conoscere meglio se stessi, si attraversano le strade buie per arrivare a trovare la luce, afferma Daria Bignardi che ora predilige il sorriso e la leggerezza. Un percorso in cui mi sono ritrovata anch’io che dall’attrazione per le ombre sono passata all’amore per luce, per fortuna, perché certe derive adolescenziali possono essere piuttosto pericolose e portare sull’orlo dell’abisso. Invece crescendo si fa pace con la parte ombrosa della nostra adolescenza, almeno per me è successo così: le grandi tragedie dei miei sedici anni sono diventate delle tempeste superate, certo non senza dolore. Nel tempo ho accantonato la mia passione per i belli e dannati, scoprendo che alla fine sono anche piuttosto noiosi, “che palle ogni cosa un problema esistenziale, ma fattela una risata” scoprendo che sono molto più seducenti i ragazzi meno belli, meno dannati, ma simpatici, quelli che quando accade un imprevisto non si perdono d’animo e risolvono la situazione con un sorriso. Da un certo momento in poi nella mia vita ho cambiato la prospettiva, scegliendo quello che poteva alleggerire la vita già di suo così pesante. Purtroppo non sempre le mie scelte sentimentali sono state coerenti con la luce che cercavo, ma a parte le cantonate prese, avevo ormai capito chiaramente quello che volevo perseguire.
E voi, avete mai letto dei libri che hanno influenzato la vostra vita nel bene e nel male?
Fonti testi: articolo di Isabella Fava sul settimanale DM n. 10 del 24/2/22
Fonti immagini: copertina dallo store di Amazon e Pixabay