sabato 24 giugno 2023

Libri che rovinano la vita o forse la migliorano


I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo. George Orwell 


Esistono degli autori che amiamo a prescindere da quello che fanno o dicono, io ne ho alcuni che prediligo e quando li leggo capisco perché. Daria Bignardi la amavo dai tempi remoti della tv, ricordo che conduceva un programma chiamato Tempi moderni, un talk show sui fenomeni di costume che trovavo molto interessante,  successivamente c’è stato il primo grande fratello, una novità ai tempi, i soli che ho seguito anni prima che il programma diventasse davvero troppo trash. 

Daria aveva però, da sempre, un sogno nel cassetto che era quello di scrivere e l’occasione arrivò  in un momento critico della sua vita quando morì sua madre, fu allora che scrisse Non vi lascerò orfani un libro che era un memoir, bellissimo, da me letto in un momento altrettanto critico. Io ho amato subito la Daria romanziera, infatti ho letto subito i suoi romanzi Un karma pesante e L’acustica perfetta, quando leggevo ancora i libri di carta, poi ho letto anche il resto.

Tornando all’argomento di questo post l’ultimo romanzo di Daria Bignardi - che ormai risale all’anno scorso - si intitola Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici (Einaudi) si tratta di un titolo ironico, spiega l’autrice nella sua intervista, un libro può rovinare o salvare ma comunque la vita la cambia perché può far capire meglio chi siamo e quello che davvero vogliamo. E così l’autrice, che è sempre stata una lettrice bulimica fin da bambina, racconta i libri che hanno accompagnato la sua esistenza e che, in qualche modo, l’hanno condizionata. Certi libri letti durante l’adolescenza possono tracciare un percorso e in qualche modo influenzarci. È un periodo che sono in crisi anche con la lettura, faccio sempre più fatica, quando accade ritorno agli autori che ho amato, così siccome non avevo ancora letto questo libro ho comprato l’ebook e non sono rimasta delusa. Ecco la mia recensione su Goodreads 

Una biografia letteraria che mi ha conquistata, un percorso di vita attraverso i libri letti nel corso di una vita che, in qualche modo hanno condizionato il modo di essere dell’autrice. Mi sono ritrovata in molte mie situazioni adolescenziali, perché la fascinazione del male, l’attrazione per le storie e i personaggi oscuri può essere tipico nell’adolescenza, periodo in cui Daria si innamora di alcuni libri “dannati”. Si racconta tuttavia anche di tanti altri libri importanti tra cui un libro che ho tanto amato anch’io Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia. Per me Daria Bignardi è una certezza che non delude mai.

Del resto ogni lettore cerca in una storia un po’ di sé, è il motivo per cui leggiamo, uno dei motivi almeno, quando leggo un romanzo mi immedesimo nel protagonista oppure in qualche altro personaggio e cerco di capire le sensazioni che prova e molte volte mi ci ritrovo. Quante volte, assillata da un problema, ho cercato nei libri la soluzione, leggere un romanzo e trovarci una situazione analoga mi ha sempre dato sollievo.



nella sinossi del libro presa da Amazon si legge:

Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente».
Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto l'irresistibile forza di attrazione dell'abisso. Daria Bignardi sa metterla a nudo con sincerità e luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della sua e della nostra esistenza, in cui tutto può salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un libro letto per caso.
Partendo dalle passioni letterarie che l'hanno formata, con la sua scrittura intelligente e profonda, lieve, Daria Bignardi si confessa in modo intimo - dalle bugie adolescenziali agli amori fatali, fino alle ricorrenti malinconie - narrando l'avventura temeraria e infaticabile di conoscere sé stessi attraverso le proprie zone d'ombra. E scrive un inno all'incontro, perché è questo che cerchiamo febbrilmente tra le pagine dei libri: la scoperta che gli altri sono come noi. Memoir di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto di fede verso il potere delle parole, questo libro è un percorso sorprendente e imprevedibile fatto di domande, illuminazioni, segreti, che pungola e lenisce, fa sorridere e commuove. Un viaggio nel quale la vita si manifesta «furiosamente grande».
 

Man mano che leggevo questo libro ho ripensato ai libri che ho letto cercando di individuare quali potessero essere quelli per me un po’ maledetti, ho pensato a La nausea di Jean Paul Sartre, letto più volte a sedici anni quando ero follemente innamorata di un ragazzo bello e dannato, oppure Il mestiere di vivere di Cesare Pavese, uno scrittore che ho adorato e di cui ho letto tutto, ma forse il motivo era anche il fatto che avessi per lui un’attrazione oscura perché si era suicidato a 50 anni e la sua tristezza si avvicinava alla mia che soffrivo per amore, una sofferenza in cui forse mi crogiolavo un po’ come spesso succede durante l’adolescenza, quando non si ha ancora una personalità ben definita e fortificata. Che poi a pensarci bene, anche con i fumetti mi ritrovavo molto in Paperino, il che non è proprio un buon segno, anche se simpatizzavo tantissimo per il suo alter ego Paperinik che è intelligente, scaltro, difensore dei deboli, insomma il perfetto eroe della rivincita degli sfortunati come Paperino. Quindi, posso affermare che ho avuto anch’io le mie attrazioni oscure, le emozioni forti date da struggimento e malinconia, qualcosa che si può definire una seduzione delle ombre, è da questo concetto, un po’ rivisitato e adattato alla storia, che è nato il titolo del mio ultimo romanzo della serie Saverio Sorace, ne ho parlato nel mio precedente post Qui

Attraverso la sofferenza si arriva comunque a conoscere meglio se stessi, si attraversano le strade buie per arrivare a trovare la luce, afferma Daria Bignardi che ora predilige il sorriso e la leggerezza. Un percorso in cui mi sono ritrovata anch’io che dall’attrazione per le ombre sono passata all’amore per luce, per fortuna, perché certe derive adolescenziali possono essere piuttosto pericolose e portare sull’orlo dell’abisso. Invece crescendo si fa pace con la parte ombrosa della nostra adolescenza, almeno per me è successo così: le grandi tragedie dei miei sedici anni sono diventate delle tempeste superate, certo non senza dolore. Nel tempo ho accantonato la mia passione per i belli e dannati, scoprendo che alla fine sono anche piuttosto noiosi, “che palle ogni cosa un problema esistenziale, ma fattela una risata” scoprendo che sono molto più seducenti i ragazzi meno belli, meno dannati, ma simpatici, quelli che quando accade un imprevisto non si perdono d’animo e risolvono la situazione con un sorriso. Da un certo momento in poi nella mia vita ho cambiato la prospettiva, scegliendo quello che poteva alleggerire la vita già di suo così pesante. Purtroppo non sempre le mie scelte sentimentali sono state coerenti con la luce che cercavo, ma a parte le cantonate prese, avevo ormai capito chiaramente quello che volevo perseguire.


E voi, avete mai letto dei libri che hanno influenzato la vostra vita nel bene e nel male? 


Fonti testi: articolo di Isabella Fava sul settimanale DM n. 10 del 24/2/22

Fonti immagini: copertina dallo store di Amazon e Pixabay

29 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Certamente sì, visto che la lettura ha questo oscuro "potere" su chi si affida a lei per riempire il tempo e la mente.
Due libri che mi hanno fatto "soffrire" ma anche aiutato a capire meglio me stesso sono stati "Confessioni di una maschera" di Yukio Mishima e "La vita è altrove" di Milan Kundera, letti entrambi quando ero poco più che ventenne.
Sempre di Yukio Mishima però avevo letto anche una saggio in cui il controverso scrittore giapponese invitava i giovani a "diffidare" dalla letteratura poiché può avere effetti nefasti sulla mente di un adolescente, in particolare può fargli credere di essere arrivato "sull'orlo del precipizio" in cui conduce la letteratura più alta (quella priva di finale consolatorio) "con le proprie forze", come se ci fosse arrivato con la propria vita, mentre invece ha solo letto un libro... Invitava anche (prendendo se stesso come esempio da NON seguire) a vivere prima di scrivere (cosa che lui non aveva fatto, secondo quanto sostiene in quel saggio).
E' una regola che ho inconsciamente seguito, arrivando in varie occasioni a "fare" delle cose anche in modo avventato solo perché non volevo più restare nel limbo del "non fare" in attesa di decidere cosa fosse meglio senza però capirlo... Considerato che sono fondamentalmente una persona prudente, un attendista, questo tipo di approccio alla fine è risultato utile poiché, se avessi continuato a indugiare seguendo la mia natura, probabilmente non avrei fatto assolutamente nulla nella vita, neppure le poche cose in cui mi sono "buttato" con un discreto grado di incoscienza (almeno in alcune occasioni).

Sandra ha detto...

Il mio elenco è davvero nutrito perché da sempre i libri sono consolatori per me. Chiaramente poi esiste anche l'aspetto puramente di intrattenimento che è altrettanto importante, ma qui parliamo - bel post Giulia, grazie - di quel sentire comune che collega l'anima sofferente alle parole di un libro che pare scritto apposta per noi.
Cito quindi:
"Le ragazze della villa accanto" e il seguito "Ero io quella" di Brunella Gasperini dei miei 12/14 anni, una carezza alla mia solutidine adolescenziale, romanzi verso cui provo profonda gratitudine.
"Le correzioni" di Franzen letto dopo la morte di mio padre, ci ho pianto su tantissimo, ma ho buttato fuori, il che aiuta.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Ariano: il libro di Kundera La vita è altrove mi attira moltissimo, forse l’ho già scritto in un altro commento di risposta al tuo, prima o poi lo leggerò. Il consiglio di Mishima di vivere prima di scrivere mi sembra un ottimo consiglio, lo stesso pensiero mi viene spesso quando rinuncio a qualcosa che vorrei fare perché voglio scrivere. Tu hai fatto bene a “buttarti” nella vita, ma sappi che ti capisco perché anch’io sono molto prudente e talvolta mi sono forzata a fare delle cose e dopo sono stata contenta.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Sandra: sono contenta che il post ti sia piaciuto, l’ho scritto in vari step e pensavo avesse un risultato un po’ frammentato...
Ricordo di aver letto anch’io dei libri di Brunella Gasperini ma non ricordo i titoli, era il tempo in cui leggevo tutta l’estate prendendo i libri in prestito alla biblioteca comunale, rimpiango un po’ quei pomeriggi caldi estivi passati a leggere nella penombra della camera per ripararmi dal caldo. Andrò a controllare su google.
I libri possono essere salvifici nei momenti di grande dolore.

Barbara Businaro ha detto...

Ancora nel 2016 ho scritto un post (era un meme che girava in quel periodo) sui 100 libri della mia vita, e rileggendo ora i titoli, direi che non è cambiato molto, non saprei se c'è davvero qualche altro titolo da aggiungere.
Non ci sono libri "classici" che mi hanno cambiato o accompagnato, perché appartengono ad altre epoche e, a parte l'evasione della lettura, non contenevano risposte o riflessioni sul momento. Non ci sono nemmeno libri altisonanti che mi abbiamo segnato, quasi sempre si tratta di romanzi insospettabili, magari anche poco conosciuti. Paula di Isabel Allende, autobiografico sulla morte di sua figlia, mi ha lasciato devastata, ma consapevole. Undici minuti di Paulo Coelho dà un senso al vero valore dell'amore e del sesso, un romanzo poetico e, lui dice, basato su storia vera. Il Diario di Bridget Jones di Helen Fielding è stata una bella sferzata di entusiasmo e speranza, per le cicciottelle imbranate come me (eh, ho passato un periodo con le stesse misure di Bridget Jones, in seguito a problemi di salute). I vampiri di Stephenie Meyer, in Twilight, ecco quelli portano proprio fuori la mia oscurità, quando mi metto a rileggere la serie posso sentire persino la sete... La via del guerriero di pace di Dan Millman (che è anche un bellissimo film, La forza del campione, con Nick Nolte nella parte di Socrate, magnifico) mi ha aiutato nel mentre di un brutto percorso, e ogni tanto mi ripeto mentalmente "butta la spazzatura Dan!" Outlander di Diana Gabaldon, eh beh, oramai l'ho scritto ovunque, mi ha tirato fuori da un bruttissimo momento e, per un'incredibile catena di eventi, mi ha portato su una strada straordinaria.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Barbara: ricordo quel meme, l’ho scritto anch’io però credo che oggi potrei aggiornarlo con nuovi libri che ho letto successivamente, ma in fondo ce ne saranno sempre di nuovi ogni tanto. Undici minuti di Paulo Coehlo aveva colpito molto anche me. Mi incuriosisce La via del guerriero di pace, dopo vado a documentarmi anche sul film con Nick Nolte. La tua pietra miliare è senza dubbio Outlander della Gabaldon 😀

Franco Battaglia ha detto...

Tengo come reliquia il libro che più ha influenzato il mio modo di scrivere, ma più che altro di intepretare pensieri e trasporli su carta: Centuria di Giorgio Manganelli. un omaggio alla fantasia e a ogni possibile mondo parallelo in vantaggio di decenni su qualsiasi metaverso possibile.
Poi tanti gli autori che amo e che leggo e rileggo, ma chi ti rivolta la scrittura, rimane lui.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Franco: non conosco il libro ma mi hai incuriosito, ci sono libri che hanno il potere di tracciare un solco nella nostra anima e influenzare tutto il resto, grazie del passaggio Franco, approfitto per dirti che sono passata dal tuo blog “Postodibloggo” ma non riesco a commentare con il mio account Google (succede da qualche mese con tutti i blog ma negli altri mi registro con il link del mio blog, sul tuo non c’è la possibilità, è un problema che ho solo con l’iPad ma è quello che uso per girovagare sui blog amici…)

Luz ha detto...

Io credo che sia accaduto nel loro insieme. Tutto quello di significativo che mi è capitato di leggere ha lasciato una forte traccia nel mio percorso esistenziale. In particolare è successo dall'anno del lockdown, quando ho cominciato a leggere più assiduamente ma soprattutto a recuperare autori mai letti come Steinbeck, Roth, McCarthy. I loro sono romanzi che mi donano una visione diversa e più completa del mondo. Hanno un potere enorme sulla mia formazione non solo culturale ma anche proprio identitaria, esistenziale.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Luz: il lockdown ha permesso a volte di recuperare certe letture, è accaduto anche a me, smettendo di correre in ogni direzione abbiamo avuto l’occasione di riprenderci un po’ il nostro tempo, non è stato tutto un male quindi. Certi romanzi hanno davvero il potere di allargare la mente e il proprio modo di essere

Marco L. ha detto...

Ho provato a pensarci, ma non mi vengono in mente dei libri che mi abbiano tanto influenzato. A meno di pensare all'attività letteraria, lì un po' tutti i libri per me sono stati formativi, aiutandomi a carpire stili, idee e soluzioni, e ce ne sono stati alcuni che lo sono stati più di altri.

Collegandomi a questo, potrei rispondere metaletterariarmente. In "Quattro Vite e un libro" (uno dei racconti del mio ultimo libro, La Piccola Magia del Quotidiano) si parla del bookcrossing. Una volta mi raccontarono di una signora che un giorno si sentiva triste, e col bookcrossing aveva trovato proprio il libro che l'aveva tirata su di morale. Così mi ero chiesto: “E se circolasse un libro speciale, in cui le persone trovano ciò di cui hanno bisogno in quel momento, che cambia in meglio le loro vite, e che poi lasciano in giro perché anche altri lo possano utilizzare?” Questo è quanto capita ai protagonisti della storia, in cui il libro influenza positivamente le loro vite, viene passato da uno all'altro, legandoli uno all'altro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marco: molto carina la storia del bookcrossing, a volte i libri sono speciali perché riescono a darci lo stimolo giusto per agire o illuminarci su qualche questione che ci sta a cuore e magari ci fanno vedere le cose sotto un altro punto di vista. La storia che racconti nel tuo libro è perfetta per quello che intendevo esprimere nel post. Poi c’è l’influenza letteraria che credo riguardi un po’ tutti coloro che vogliono scrivere, un libro può essere grande fonte di ispirazione per stile e storia, molte volte leggendo un libro ho pensato: “come vorrei scrivere altrettanto bene” oppure “come vorrei scrivere una storia con questa potenza” insomma per chi ama scrivere il libro giusto può diventare un faro da raggiungere…

Andrea Cabassi ha detto...

Che senso avrebbe leggere, altrimenti? :-)

Brunilde ha detto...

Sono tanti i libri che mi hanno "formato", ma in particolare ne ricordo un paio, letti quando ero ragazzina: "Le parole per dirlo " e il successivo " In altri termini" di Marie Cardinal, una scrittrice francese molto nota negli anni settanta ma poi completamente dimenticata. Esplorava i grandi temi femminili, il corpo, i sentimenti, le paure e le fragilità delle donne. Un importante spunto di riflessione per la giovanissima me di allora.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@AndreaCabassi: è vero Andrea è questo il senso della lettura.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Brunilde: sai che Marie Cardinal e questi titoli mi sono noti, soprattutto “Le parole per dirlo” ma non ricordo di più. Le scrittrici che affrontavano i temi femminili sono state fondamentali anche per me quando ero ragazza, era un modo per esplorare certi temi e affrontarli meglio.

Rajani Rehana ha detto...

Great blog

Rajani Rehana ha detto...

Please read my post

Andrea Cabassi ha detto...

I guess not, Rajani! XD

Marina ha detto...

Io ho cambiato molto le mie preferenze di lettura: in gioventù ho amato, per esempio, Mishima, che mi riempiva di malinconia e con lui tutta la letteratura giapponese (Murakami in testa), poi, non so, nel tempo, ho cominciato a prediligere un altro genere di storie, forse più lente e meditative oppure forti e prorompenti. A me ha cambiato la vita Dostoievskji e di recente Proust (come ormai ripeto spesso). Pavese, ti dicevo, è una recente scoperta e rimpiango di non averlo letto prima. Non ho mai letto Daria Bignardi: pur riconoscendole una grande professionalità, mi ha sempre fatto una cordiale antipatia :)

Elena ha detto...

Non ho mai considerato l'idea di leggere Daria Bignardi ma questo post i ha fatto cambiare opinione. Di sicuro è vero che nella sofferenza si impara molto di sé e che i libri aiutano a vivere. Né meglio né peggio, semplicemente ad attraversare la vita in buona compagnia

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marina: crescendo si cambia e cambiano anche i gusti letterari, io da ragazza leggevo Sartre, Pavese, Erica Young e Liala, pensa un po’ che mix, poi c’è stato il periodo di Moravia, Anäis Nin ed Henri Miller, di gialli neanche l’ombra. E poi amavo molto le scrittrici americane, leggevo molti best sellers solo che ora non ricordo neanche un nome.
Oggi sto cercando di riscoprire alcuni classici ma con molta lentezza, per ora tra i classici che ho amato di più c’è Milan Kundera, ma chissà magari in futuro ne scoprirò altri.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Elena: oggi molti scrittori fanno anche altro, oppure arrivano alla scrittura facendo giri strani, io sono sempre contenta di scoprire un suo nuovo libro, mi piace come scrive, anche se non tutti i suoi romanzi sono da 5 stelle, ma sanno sempre regalarmi delle emozioni.

Caterina ha detto...

Libri che hanno influito sulla mia esistenza ce ne sono. Nel male, Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks! Letto in un periodo in cui stavo davvero male, seppur meraviglioso, mi ha intristito ancora di più, forse senza vedere una speranza. Uno letto durante l’adolescenza e che mi ha aiutato tanto dovendomi tanta energia, invece, è Il barone rampante di Italo Calvino, la ribellione del conte ha influito sul mio carattere, o meglio mi ritrovavo in lui. Nel mio periodo adolescenziale è caduto a fagiolo questo libro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Caterina: ci sono sempre dei libri che piuttosto che sollevarci ci aiutano a cadere nel baratro della tristezza, soprattutto se c’è una storia d’amore che non va bene, forse però crogiolarsi per un po’ nella tristezza può aiutare, dopo, a risalire e a non ricadere nella trappola in futuro. I libri che invece danno energia ci accompagnano tutta la vita.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Cristina: in effetti i tuoi post su Virginia Woolf mi avevano fatto sospettare che fosse importante per te 😉
Anche Emilio Salgari é stato un grande scrittore con le sue avventure esotiche, io sono rimasta folgorata dal Sandokan televisivo pensa un po’

Enrica Masino ha detto...

Un post molto interessante, io ho letto poco durante l'adolescenza quindi alcuni dei libri che più mi hanno segnata sono letture recenti. Tra questi ci sono sicuramente quelli di Walter Moers, di William Shatner e naturalmente durante l'adolescenza quelli di Asimov. Devo dire però che sono tutti libri che mi hanno fatto più bene che male, mi hanno aperto un mondo anche emotivo e mi hanno segnata profondamente. Altri libri indispensabili per me sono stati Il Diario Segreto Di Maria Antonietta e La Piccola Principessa ❤️❤️

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Enrica: Asimov è uno scrittore di grande impatto, sicuramente apre la mente.
Non conosco invece gli altri autori da te citati, ma quello che conta è che siano stati importanti per te. Un abbraccio

Andrea Cabassi ha detto...

@Enrica: wow, hai letto i romanzi del Capitano Kirk? Come sono? :-o