domenica 8 aprile 2018

Scrivere una storia


In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e uno nell'abisso. Paulo Coelho
In questi giorni mi sono dedicata quasi a tempo pieno, tempo pieno "libero", per intenderci, alla revisione di una storia che ho scritto, dopo aver recepito le osservazioni dei beta reader. 
Ho approfittato di un giorno di ferie e di un fine settimana. Rileggere la storia, dopo averla lasciata decantare per un mese, mi ha regalato tante piccole emozioni. Ho riletto tutto, quasi presa dall'ansia di conoscere come sarebbe andata a finire, come se non l'avessi scritta io. Un effetto davvero strano.
Ma facciamo un passo indietro, cosa ho fatto in questo mese di "decantazione"? 
Ho letto diversi libri pubblicati da grandi CE su argomenti analoghi, perché per imparare a scrivere bisogna leggere, io leggo tutto ma cerco di concentrarmi sulle case editrici più grandi, semplicemente perchè molti degli autori che amo sono pubblicati da loro. Sellerio, Einaudi, Mondadori, Feltrinelli. E poi perché se una storia scritta in un certo modo mi colpisce, nel caso serva, posso citarla ad esempio "nel libro edito da ecc" gli esempi di autori noti e di grandi case editrici hanno un peso diverso. Amo "studiare" la scrittura di questi libri, mi rendo conto che, da quando scrivo anch'io, la lettura di un romanzo non è più solo evasione ma "studio", "osservazione" di come viene trattato un argomento, come viene sviluppata una storia, come vengono usate le parole. 
Quando resto incantata da un incipit o da un passo del romanzo, so di non aver sprecato il mio tempo o i miei soldi, un eBook di una grande casa editrice costa tra i sette e i dieci euro, quindi sì, parliamo anche di soldi.
Poi mi soffermo sul titolo e sulla copertina, non sono determinanti per la mia scelta, però osservo. Per esempio le cover della serie dedicata all'Avvocato Guerrieri di Gianrico Carofiglio editi Sellerio hanno un fattore comune: sono copertine che si assomigliano, la cover del primo della serie è sicuramente un quadro di Edward Hopper, Office at Night, le altre  hanno lo stesso stile, non ho la certezza che siano dei dipinti di Hopper ma lo ricordano molto, dando quella sensazione di inquietudine e solitudine esistenziale tipica delle sue opere.
Anche le cover della serie I bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni hanno tra di loro un'impronta simile, sono disegni dell'illustratore Gianluigi Toccafondo, belli e suggestivi.
Le mie osservazioni hanno lo scopo di aiutarmi a individuare un'idea per la copertina delle mie storie tinte di giallo. Se una storia fa parte di una serie deve presentare un tratto comune con la precedente, cosa che la cover svolge più di ogni altra cosa. 
E poi ci sono i titoli, io ritengo che siano molto importanti, a volte ho comprato un libro soltanto perché mi piaceva moltissimo il titolo e, solitamente, non sono rimasta delusa. Il titolo deve evocare la storia, ma, nel contempo, avere un suo significato, anche se non immediato, ma che viene sviscerato nel corso della storia.
Ma di quale storia sto parlando? Eh, giusto non l'ho ancora detto, si tratta della seconda avventura del mio commissario Saverio Sorace che ho terminato di scrivere, con grande fatica, che quasi non ci credo. 
Vi racconterò i dettagli nei prossimi post, anche perchè, al momento, ho ancora in corso le ultime revisioni e, anche se non sto più nella pelle dalla voglia di condividere con voi questa emozione, sto cercando di resistere. 
Però una cosa posso dirla, ho il titolo giusto e anche la giusta copertina. Il titolo è nato mentre terminavo di scrivere gli ultimi capitoli, ho scritto tutto il romanzo con un titolo provvisorio, poi all'improvviso è apparso nella mia mente come una visione ed ho pensato "eccolo, è lui". 
Invece per la copertina ho faticato un po' di più, perché non avevo un'idea precisa, volevo che desse il senso del romanzo, ma non sapevo bene in che modo, finché anche lì non mi è apparsa un'immagine che mi ha illuminato. 
Non vedo l'ora di mostravi tutto, nel frattempo vi chiedo, vi ho incuriosito?
Cosa vi fa scegliere di leggere un romanzo? Tralasciando il nome dell'autore, scegliete in base a  titolo, trama o copertina? 


20 commenti:

Nadia Banaudi ha detto...

Che bella sorpresa. Sapendo il poco tempo per scrivere, credo tu abbia fatto gli avvitamenti in aria per completare la seconda avventura del tuo commissario. Brava Giulia. E poi sei già a buon punto, titolo, copertina... insomma complimenti davvero.
Per rispondere alla tua domanda, io i libri li scelgo per istinto. Il titolo spesso non mi ha indirizzato giusto, e nemmeno la copertina, qualche volta è andata meglio con le recensioni, ma direi che non esiste un modus operandi che davvero funziona. Se conosco l'autore poco importa il contorno, scelgo per una sorta di affetto, se è un primo incontro con un nuovo autore allora leggo la quarta e mi faccio trascinare dall'istinto.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Nadia! Sì, ho sacrificato moltissimo i week end per riuscire a scrivere questa secondo episodio del commissario Sorace. Ammetto però che durante l'inverno stare in casa a scrivere mi piace (anche se la fatica rimane), con il bel tempo è assai più arduo. Anch'io scelgo i libri a istinto, salvo quelli degli autori che già conosco, per i quali vado più o meno sul sicuro. Di solito però mi lascio guidare dalla quarta di copertina.

Ariano Geta ha detto...

Intanto complimenti per il lavoro che procede bene :-)
Riguardo la tua domanda, in effetti ormai non vado quasi più in libreria, scelgo più in base alle tematiche. Se ho voglia di una lettura "leggera" comincio a scorrere sul web una serie di titoli (e relative sinossi) attinenti la mia necessità attuale. Quando sento scattare la scintilla mi dico: "Beh, quasi quasi ordino questo".

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Ariano, spero di ultimare tutto nei tempi che mi sono prefissa. Ho sempre paura di intoppi e imprevisti, quindi incrocio le dita.
Anch'io vado poco in libreria, compro di più sul web, leggo le sinossi e, nel caso, compro. A volte anche due libri per volta, se scatta la scintilla.

Grazia Gironella ha detto...

Tralasciando il nome dell'autore, il titolo, la trama o la copertina... resta poco! Le recensioni, ecco, per me che acquisto sempre online; ma devono essere interpretate, non soltanto lette. A volte a farmi comprare è solo una forte ispirazione che non so a cosa sia dovuta. Complimenti per il nuovo lavoro! :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie carissima, speriamo bene, vengono sempre tante ansie alla fine di un lavoro. E tanti dubbi, vedremo. L'ispirazione è spesso quella che mi fa comprare un libro, a volte però mi lascio guidare dal titolo, se un titolo mi piace, posso comprare a scatola chiusa, soprattutto se la trama mi convince. Di recente ho comprato Il passato è una terra straniera di Carofiglio, è un autore che conosco, però mi mancano ancora molti suoi lavori, il titolo mi piaceva molto, l'ho letto in una notte (era un week end per fortuna), mi è piaciuto moltissimo. Il titolo era proprio perfetto per la storia.

Anonimo ha detto...

Quoto Grazia, resta poco, ma io guardo anche l'editore e so che lo fanno in pochi! Per il resto talvolta scatta un qualcosa con un mix di sensazioni però legate soprattutto alla trama. Per il resto sì le recensioni, non quelle su Amazon ma nei blog di libri che seguo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Forse la mia domanda, così formulata, trae in inganno, tralasciando il nome dell'autore, scegliete in base al titolo, alla copertina o alla trama? formulo meglio la domanda nel post. Anche l'editore ha la sua importanza cara Sandra, di solito un bravo editore pubblica sempre delle buone storie.

azzurrocielo ha detto...

il titolo. Per me è determinante.
A proposito, hai qualche suggerimento da darmi sui titoli?
grazie e un bacione

Tenar ha detto...

Che bello aver finito una storia. Ancora più bello avere anche il titolo giusto. A me non capita quasi mai.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Azzurrocielo! Ho letto di recente "Il passato è una terra straniera" di Gianrico Carofiglio, mi è piaciuto molto. Altrimenti la prossima settimana ospito il blog tour di Maria Teresa Steri che ha scritto Come un dio immortale, un giallo esoterico molto bello.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Diciamo che è il titolo giusto per me, chissà se lo è anche per i lettori...speriamo bene

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Ma che bello questo post, si percepisce tutta la gioia e l'entusiasmo per la nuova storia! Certo che sì, mi hai molto incuriosita.
Per quanto riguarda la scelta dei libri da leggere, a dirti la verità ultimamente vado un po' a casaccio. Sicuramente l'autore ha un suo peso, ma a volte sono rimasta molto delusa... mi è capitato proprio di recente con un autore italiano da milioni di copie. Ma ho letto che lo si ama o lo si odia, proprio per il suo stile. Il titolo è attirante, ma soprattutto vengo incuriosita dalla trama.

Barbara Businaro ha detto...

Direi trama (ovvero il testo in quarta di copertina o nel risvolto) e copertina. Se sono indecisa, guardo le recensioni, parto dalle negative per capire se sono recensioni di ritorsione o recensioni effettive. Poi alle recensioni al top, per capire se sono amici o veri lettori. Altri libri finiscono in lista su segnalazione di blogger, editor, scrittori.
Non sono legata a case editrici in particolare, quello no.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sono felice di averti incuriosita cara Cristina! È sempre molto emozionante arrivare in fondo a una nuova storia per me, salvo essere assalita dall'ansia. La trama in un libro è molto importante, anch'io scelgo spesso in base ad essa, anche se poi a volte capita che il libro abbia dei risvolti che dalla trama non ti aspetti. Però adesso sono curiosa di sapere qual è l'autore italiano da milioni di copie che ti ha deluso, se ti va di scrivermelo in privato...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Io leggo poco le recensioni, però quando c'è una recensione troppo negativa mi insospettisco e talvolta addirittura compro il libro (o almeno scarico l'estratto per farmi un'idea personale). Una bella copertina mi attira, però la trama è ciò che mi convince di più, di solito.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Te lo scrivo addirittura qui, senza problemi: Andrea Vitali con "Una finestra vistalago" che è considerato uno dei suoi migliori romanzi, se non il suo capolavoro. La trama non è affatto male, con le storie e gli intrighi degli abitanti di Bellano tra il dopoguerra e i nostri giorni. Lo stile invece non mi è piaciuto per nulla. È l'opposto della mia idea di letteratura.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Non ho letto nulla di questo autore...Lo stile comunque è importante, concordo.

Luz ha detto...

Una scrittrice che studia, che scandaglia la scrittura altrui, degli autori quelli bravi e arrivati, ha tutta la mia stima. Sì, non v'è dubbio che per imparare a scrivere bene occorra fare decine e decine, anzi centinaia di esperienze di lettura.
Certamente sarò fra i tuoi lettori, ti metto in coda a due libri di blogger amiche che mi sono prefissa di leggere, intervallando la cosa con romanzi della letteratura mondiale d'ogni epoca (anzi, degli ultimi due secoli, visto che il romanzo è un genere abbastanza recente).
Di solito scelgo un autore in base a recensioni, a quanto se ne parla in giro, evitando accuratamente la cattiva editoria (per intenderci Moccia, Volo & Co. proprio non suscitano in me alcun interesse) e dandomi agli scrittori veri. Trovo che la Fazi per esempio pubblichi ottimi romanzi.
Mi piace molto Einaudi in tutte le sue declinazioni.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Luz! Se mi leggerai ne sarò felice sperando di non deluderti. Anch'io leggo i libri dei blogger che seguo, amo spaziare tra gli autori. Anche a me piace molto Einaudi, anche se in realtà più che seguire la casa editrice seguo l'autore. Non ricordo invece se ho letto libri della Fazi, magari controllo tra i miei libri. Negli ultimi tempi leggo soprattutto autori italiani, però adesso sto leggendo Tenera è la notte di Scott Fitzgerald.