martedì 31 dicembre 2024

Le mie letture 2024

 

Immagine creata da Goodreads in base alle mie letture 2024

Siamo giunti alla fine del 2024, un anno che cerco di ripercorrere anche attraverso le mie letture. Ho letto molto, principalmente eBook presi in prestito dalla biblioteca digitale, poiché non volevo spendere oltre dieci euro per un eBook. Ho fatto alcune eccezioni, acquistando libri in offerta o che desideravo possedere, come “L’orizzonte della notte” di Gianrico Carofiglio, o opere di blogger che seguo. Tuttavia, la mia scelta principale è stata il prestito.


Questo è stato un anno speciale, poiché ho raggiunto il traguardo dei sessant’anni. Pur non amando festeggiare i compleanni, mi sono trovata coinvolta da un gruppo di amici coetanei a celebrare questa ricorrenza. Per non fare la guastafeste, mi sono lasciata trascinare dall’entusiasmo del gruppo, partecipando alla festa organizzata sabato 5 ottobre.


È stato un anno impegnativo, ricco di difficoltà lavorative e sfide crescenti. É stato soprattutto un anno in cui ho perso un po’ il senso delle cose; questo continuo correre mi è sembrato sempre più privo di significato, al punto che spesso mi sono allontanata da molte attività, come scrivere, leggere e condividere.

Il mese di dicembre è stato pesante, segnato da una fastidiosa influenza che ha mandato all’aria i pochi programmi che mi ero prefissa. 

Le migliori letture hanno riguardato la serie di Filippo Venturi sull’oste bolognese, letture che mescolano giallo, umorismo e riflessioni sulla realtà. Altri romanzi che ho apprezzato sono: “L’orizzonte della notte” di Gianrico Carofiglio, ultimo della serie sull’avvocato Guido Guerrieri, “Sono esaurita” di Sophie Kinsella che, in chiave umoristica ma non troppo, affronta il tema del burnout lavorativo, vortice in cui siamo tutti un po’ invischiati nostro malgrado, ne ho parlato Qui, “Cuore Nero” di Silvia Avallone una storia forte sul tema della rinascita dopo aver conosciuto il male, subito o compiuto, nella sua forma più estesa e violenta. Ottimo esordio il romanzo di Roberta Recchia “Tutta la vita che resta”, anche questo un romanzo molto intenso su una grande tragedia familiare. A dicembre ho letto meno perché mi sono concessa una pausa dalla lettura, tanto che, a parte un romanzo di Donato Carrisi che stavo finendo, l’unico libro che ho deciso di leggere per “alleggerirmi” l’anima è stato il fumetto di Inagheshi che apprezzo molto già seguendo il blog.

E così, mentre questo 2024 sta per chiudere, vi lascio con la lista dei libri letti in ordine cronologico, non mi resta che salutarvi e augurarvi il meglio per il nuovo anno che verrà. 



LETTURE 2024
Gennaio
1. Il pozzo della discordia di Cristina Rava (Apple 1,99)
2. È l’umido che ammazza di Filippo Venturi (Emilia digital Library)
3. La ragazza dagli occhi di carta di Ilaria Tuti (Apple racconto gratuito)
4. La confraternita delle ossa di Paolo Roversi (Emilia digital Library)
Febbraio
5. Buio di Dacia Maraini (Emilia digital Library)
6. Sento i tuoi passi di Maria Teresa Steri (Amazon 1,50)
Marzo
7. L’orizzonte della notte di Gianrico Carofiglio (Apple 10,99)
8. L’educazione delle farfalle di Donato Carrisi (Emilia Digital Library)
9. Blue Tango  di Paolo Roversi (Apple 3,99)
10. Mattino e sera di Jon Fosse (Emilia digital library)
11. Chi si ferma è perduto di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone (prime Amazon)
Aprile
12. Sono esaurita di Sophie Kinsella (Emilia digital Library)
13. Mistral di Riccardo Bruni (Amazon 1,50)
14. Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti (Emilia digital library)
Maggio
15. Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini (Emilia digital library)
16. Graffiti di Giorgio Faletti (Emilia Digital Library)
17. La luna e i falò di Cesare Pavese (Emilia digital Library)
Giugno
18. Dieci motivi per uccidere di Raffaele Malavasi (Apple 1,99)
19. La briscola in cinque di Marco Malvaldi (Prime gratuito)
Luglio 
20. Cuore nero di Silvia Avallone (Emilia digital Library)
21. L’ipotesi del male di Donato Carrisi (Apple 2,99)
22. Acqua morta. Un’indagine del commissario Albani di Michele Catozzi (Emilia digital Library)
Agosto
23. Il delitto della finestrella di Filippo Venturi (Emilia digital Library)
24. La rivolta delle Cariatidi di Petros Markaris (Emilia digital Library)
25. Le mogli hanno sempre ragione di Luca Bianchini (Emilia digital Library)
26. Di morte e d’amore di Stefania Crepaldi (Apple 1,99)
27. Quello che ti nascondevo di Marina Di Guardo (Emilia digital Library)
28. Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale (Emilia digital Library)
Settembre 
29. Il club dei filosofi dilettanti di Alexander McCall Smith (Emilia digital Library)
30. Chiusi fuori di M. Malvaldi e S. Bruzzone (Prime gratuito)
31. La ragazza di neve di Javier Castillo (Emilia digital Library)
Ottobre
32. Lacrime di coccodrillo di Valeria Corciolani (Prime gratuito)
33. Sorelle sbagliate di Alafair Burke (Emilia digital Library)
34. Ritorno nella valle degli angeli di Francesco Carofiglio (Emilia digital Library)
35. C’è un cadavere al bioparco di Walter Veltroni (Emilia digital Library) 
Novembre 
36. Il gioco dell’anima di  Javier Castillo (Emilia digital Library)
37. Tutta la vita che resta di Roberta Recchia (Emilia digital Library) 
38. Fervore di Tony Lloyd (Emilia digital Library)
39. Un uomo mi ha chiamata tesoro di Morena Fanti (Amazon 0,99)
40. Tutto è qui per te di Fabio Volo (Emilia digital Library)
Dicembre 
41. Dorogomi Dante di Inagheshi (Amazon 2,99)
42. La casa dei silenzi di Donato Carrisi (Emilia digital Library)

sabato 7 dicembre 2024

Tutto scorre

 

Non sono più quella di ieri, non so come sarò domani, ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri.
Alda Merini 


È un periodo un po’ calante in cui la mia priorità non è scrivere sul blog, ogni tanto provo a buttare giù una bozza poi mi mancano le parole, le idee e anche il senso. Sono successe alcune cose che mi hanno portato lontano. Lo scorso mese è morta Bianca, una mia collega di 55 anni, ha avuto un malore a settembre per una malattia grave e fulminante, di cui non era a conoscenza, e non si è più ripresa. Pensiamo di essere eterni, invece siamo appesi a un filo sottile che può spezzarsi all’improvviso.

In fondo, lo sappiamo: non siamo eterni. Eppure non ci pensiamo. Viviamo immersi in mille battaglie, progetti e ansie. Ed è giusto così: se pensassimo costantemente alla morte, saremmo paralizzati dalla paura, incapaci di agire.

Di Bianca mi resta impresso soprattutto il suono della sua risata. Nei momenti più difficili del lavoro, quando eravamo sommersi da urgenze e scadenze impossibili, lei arrivava con una battuta e scoppiava a ridere. Anch’io finivo per sorridere, e in un attimo la tensione si dissolveva, rendendo la giornata un po’ più leggera.

I ricordi sono strani. Scelgono cosa conservare: frammenti di immagini, suoni, sensazioni. Alcuni prevalgono, mentre tutto il resto svanisce.

Ci sono poi le solite corse di fine anno, ma non voglio sembrare un disco rotto: ormai sul lavoro è la norma. Ultimamente, però, mi ritrovo a correre anche con le letture. La biblioteca digitale concede solo quindici giorni per il prestito degli ebook, e alcuni libri che avevo prenotato sono arrivati quasi contemporaneamente. Così ho dovuto affrettarmi a finirli in tempo, al punto da provare una leggera nausea da lettura.

Finora ho già letto 40 libri, e penso che a dicembre mi prenderò una pausa o acquisterò qualche libro da leggere con più calma. Non sono sicura che leggere in modo compulsivo sia davvero utile: a volte i libri vanno centellinati e assaporati con lentezza.

Per esempio questa settimana volevo scrivere un post, ma sono stata rallentata dalla lettura di un eBook il cui prestito scade domani. Alla fine ho scritto solo poche righe e pochi pensieri sparsi su questo momento, forse va bene lo stesso. 

Il nostro tempo scorre in un perpetuo mutamento, un flusso incessante a cui non possiamo opporci. Di fronte a questa realtà sempre più complessa, forse l’unica via saggia è accettare il cambiamento come una costante universale, riconoscendo l’inutilità di resistervi. Possiamo solo cercare di cogliere il fluire del tempo e dei momenti fugaci, afferrando l’attimo prima che svanisca, vivendo con consapevolezza e, quando possibile, con gioia.


Fonti immagini: Pixabay

sabato 16 novembre 2024

Libri della nostra vita

 

L’esistenza è una serie di note a piè di pagina in un ampio, oscuro capolavoro incompiuto. Vladimir Nabokov 


Ci sono libri letti molti anni fa che sono rimasti scolpiti nella mia memoria. È curioso, perché a volte dimentico libri letti molto più di recente. Ogni tanto riaffiora nella mente qualche titolo, e mi viene quasi voglia di rileggerlo. Tuttavia, esito, temendo che una rilettura possa incrinare il ricordo a cui quei libri sono legati: sono simboli di un periodo della mia vita, momenti di crescita o di cambiamento. Forse è giusto lasciarli in quel limbo chiamato memoria. In effetti, sono perlopiù libri dell’infanzia e dell’adolescenza, un tempo in cui la lettura era una via di fuga dalla realtà, ma anche un modo per capirla e approfondirla attraverso gli occhi di altri.

Così ho provato a fare un elenco dei libri che più spesso mi tornano in mente 

La serie de I tre investigatori, qui non ricordo i singoli titoli ma ne ho letti davvero molti dagli 11 anni in poi, era una serie di romanzi gialli per ragazzi, pubblicati dalla Mondadori tra gli anni settanta e ottanta, io li prendevo in prestito presso la biblioteca comunale e mi appassionavano davvero tanto. Le storie spesso mescolavano la storia gialla con elementi soprannaturali che quasi sempre alla fine si rivelavano come delle messe in scena poste in essere dai colpevoli che, ovviamente, i protagonisti con le loro indagini svelavano. I tre investigatori erano tre amici adolescenti molto intelligenti e scaltri che indagavano e scoprivano il colpevole. Insomma già allora avevo la passione per il giallo, prima che il romanticismo femminile avesse la prevalenza e mi portasse a preferire le storie d’amore.

Quando i sogni non hanno soldi di Renee Reggiani 

“Quando i sogni non hanno soldi” di Renée Reggiani è un romanzo pubblicato nel 1973 che racconta la storia di un gruppo di ragazzi siciliani che, insieme al loro cane, decidono di lasciare la loro terra per cercare fortuna nel Nord Italia. La trama si sviluppa sul tema del viaggio come strumento di crescita e confronto, con i protagonisti che vivono esperienze di riscatto e maturazione. La storia esplora anche le difficoltà legate al trasferimento e all’adattamento in un contesto diverso da quello di origine, offrendo uno sguardo sulla realtà sociale italiana dell’epoca e sul fenomeno dell’emigrazione interna.

Questo romanzo per ragazzi è stato spesso per me come un faro, una guida. Il suo titolo è come un mantra e insegna a credere nei propri sogni nonostante tutto.

Cara famiglia di Guglielmo Zucconi, pubblicato nel 1974, racconta la storia d’amore nascente tra due adolescenti con le rispettive famiglie piene di personaggi memorabili che fanno da sfondo, un romanzo profondo e divertente allo stesso tempo. 

Poi sono arrivate le storie d’amore, tra i quattordici e i sedici anni quando ho letto tantissimi romanzi d’amore di Liala e Luciana Peverelli, le mie autrici preferite

Il primo romanzo di Liala che ho letto si intitolava La meravigliosa infedele, pubblicato nel 1953, racconta la storia di una giovane e bellissima donna che si fidanza con un ragazzo di buona famiglia, un ragazzo bello, ricco, ma senza carattere, immerso nella bambagia di una famiglia iperprotettiva perché figlio unico nato da genitori già maturi (questo è il ricordo che ho della trama di un romanzo letto a sedici anni). Accade così che lei si innamora di un altro del tutto opposto al fidanzato quasi perfetto, ma arriva anche la tragedia legata al suo tradimento. È una storia emblematica perché è l’eterno dilemma tra fare la cosa “socialmente” giusta e ciò che suggerisce il cuore. 

La trilogia di Lalla Acquaviva, Dormire e non sognare, Lalla che torna e Il velo sulla fronte: è complicato raccontarvi la trama dei tre romanzi (pubblicati tra il 1943 e il 1946 per darvi un’idea del periodo e del contesto) ma la storia la trovavo sofferta e avvincente ed è ancora molto chiara nei miei ricordi. 

Verrà il mio principe di Luciana Peverelli è un romanzo sentimentale che esplora il tema dell’attesa e dell’amore ideale. Una donna incontra un uomo importante, il principe di un piccolo Stato, che si innamora di lei e vuole sposarla, ma al contrario della classica favola, lei ama un ragazzo normale, povero e pieno di problemi. Lei insegue il suo grande amore e il principe invece insegue lei, salvandola spesso da situazioni problematiche. Non ricordo bene come sia finito il romanzo, non mi pare ci fosse il lieto fine, quello che mi è rimasto impresso era il dilemma della protagonista nella scelta tra la passione e la stabilità. Insomma un tema quanto mai attuale. 

Poi ci furono altre autrici come Alba De Cespedes di cui lessi Nessuno torna indietro e Dalla parte di lei, davvero belli. 

In questo periodo scoprii anche Cesare Pavese, di cui ho letto tutto, Jean Paul Sartre e altri autori meno sentimentali. Sono riuscita anche a leggere dei saggi filosofici e politici, dei quali però non ricordo granché. Cercavo di leggere davvero di tutto nonostante fossi adolescente, ma quello che resta nella memoria è quello che poi davvero costituisce il proprio bagaglio di cultura generale.

E voi avete dei libri impressi nella memoria che considerate i libri della vostra vita?

Fonti immagini: immagine creata da Chat GPT


mercoledì 30 ottobre 2024

Ottobre tra ansie e alluvioni

 

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Giuseppe Ungaretti 



Il mese di ottobre è, per me, sempre un mese impegnativo perché ho due bilanci da impostare e da far approvare a inizio novembre, per questo ogni anno mi ritrovo a lavorare anche di domenica per poter completare la parte contabile e la predisposizione delle due relazioni al bilancio. Voi direte: ma perché non lo fai nell’orario ordinario di lavoro? In realtà sarebbe possibile se non ci fossero mille altre scadenze da rispettare e mille riunioni, trattandosi di due lavori complessi che richiedono tempo e attenzione non resta che farlo nel week end. Ora non voglio annoiarvi con il mio lavoro, ma serve solo per spiegare perché è diventato faticoso anche scrivere un post. Visto però che dopo tre domeniche, di cui una mentre imperversava l’alluvione su Bologna ma per fortuna il mio quartiere - per ora - è stato risparmiato, ho finalmente finito il lavoro sopradetto mi sono accinta a scrivere il secondo post di questo ottobre travagliato.

Pensare che ottobre potrebbe essere un mese ricco di momenti belli, un vero ponte tra il calore dell’estate e il freddo dell’inverno, con tutte le sue tradizioni. Qui a Bologna inizia subito con la festa di San Petronio, patrono della città, che il 4 ottobre coincide con la celebrazione di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, regalandoci anche un ponte festivo. Per me, è stato l’ultimo fine settimana libero: libero, sì, ma accompagnato dalla pioggia.

Ottobre segna l’arrivo pieno dell’autunno. Le foglie degli alberi cambiano colore, passando dal verde ai toni caldi del rosso, arancione e giallo, creando paesaggi suggestivi. È il mese della raccolta delle castagne, delle zucche e della vendemmia, elementi tipici di questa stagione. Che bello che sarebbe poterlo vivere appieno. 

E in questo mese la sensazione di fragilità di foglie appese agli alberi pronte a cadere della nota poesia di Ungaretti non mi ha abbandonato mai, mai come quest’anno mi sono sentita precaria, tra le notizie di guerra che tutto intorno ci opprimono e le alluvioni che ci hanno travolto. Per quanto mi riguarda, oltre alle assillanti scadenze, si sono aggiunte una serie di eventi imprevisti di cui avrei fatto volentieri a meno, in particolare mi si è rotta l’auto e riparare il danno mi costerà un sacco di soldi, del resto non sono pronta a cambiarla e a comprarne una nuova per motivi vari con cui non vi sto ad annoiare.

Ciò che, invece, ha allietato le mie giornate in questo mese è stata la serie sugli 883 su NOW, mi sono molto divertita a seguire la storia di come è nato il successo di questo duo, due ragazzi normali di Pavia (città in cui non sono mai stata ma che ora sarei curiosa di visitare) che sono diventati famosi inseguendo il loro sogno. È stato una bella immersione negli anni novanta e in quelle atmosfere che ho vissuto anch’io, quindi un tuffo nei ricordi e nella nostalgia.



Che poi, la canzone di Max Pezzali Gli anni è stata un po’ la colonna sonora di questo mese, perché mi è rimasta in testa da quando sabato 5 ottobre - con un gruppo di amici - abbiamo improvvisato una festa con un karaoke nostalgico dei nostri “anni”.

Ed eccoci arrivati alla fine del mese e a una nuova festa, quella di Halloween il 31 ottobre, una ricorrenza di origini celtiche, legate alla celebrazione di Samhain, il capodanno celtico e momento di passaggio tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti (notizie reperite googolando in rete). 

Non é che io sia molto legata a questa festa, provo maggior affetto per la festa del Giorni dei Morti del sud delle mie origini, quando le anime buone dei defunti passavano a portare una calza piena di doni ai bambini, cosa che avveniva la notte di Ognissanti, 1° novembre, e il giorno della Commemorazione dei Defunti, 2 novembre. In Puglia oltre alla calza di doni c’è l’ usanza di preparare dei dolci tipici “dei morti” che si chiamano Pupurati, fatti con il delizioso vino o mosto cotto pugliese (prodotto in occasione della raccolta dell’uva), sono dei buonissimi biscotti scuri grazie a questo impasto con il mosto cotto, con l’aggiunta di mandorle e nocciole. Comunque è una celebrazione parte della cultura italiana da secoli e si concentra sulla memoria dei santi e delle persone care defunte. Ho scoperto in rete che in Sicilia si usa preparare e donare ai bambini dolci tipici come i “Pupi di zucchero” e i “Frutti di Martorana”. In Veneto invece, si prepara il pane dei morti, un dolce tipico che viene offerto in memoria dei defunti. 

Con Halloween abbiamo elementi più vicini all’horror anche se in modo giocoso con il suo “dolcetto o scherzetto”. Tutto sommato non mi dispiace passare la serata con il mio compagno a guardare qualche film a tema Halloween, di film sul genere ce ne sono diversi, ma il mio preferito è Frankstein Junior, film che quest’anno compie 50 anni, ed è notizia di ieri della morte di Teri Garr, l’indimenticabile Inga del film di Mel Brooks. Per lasciarci ancora qualche motivo per sorridere festeggerò guardando il film e quindi vi saluto con una frase: Lupo ululá, castello ululì.

E voi come avete passato ottobre? E come passerete la notte di Halloween 🎃?

Fonte immagine: creazione Immagine di Chat Gbt 

venerdì 18 ottobre 2024

Il romanzo vien scrivendo

 

Il talento senza allenamento è inutile.Mark Twain


Nel mese di agosto, approfittando di qualche momento libero, ho provato a riprendere a scrivere. Tuttavia, mi sono resa conto di non avere così tanto tempo a disposizione. Ci sono stati solo un paio di giorni in cui, senza particolari impegni, mi sono seduta al computer per tentare di scrivere. All’inizio, per un paio d’ore non sono riuscita a produrre nulla: ho semplicemente riletto vecchi appunti su idee da sviluppare. Poi, finalmente, sono riuscita a mettere insieme alcune righe e, con fatica, ho completato due capitoli del mio (forse) nuovo romanzo. Ho capito che, come l’appetito vien mangiando, anche la scrittura vien scrivendo. Bisogna passare del tempo davanti alla pagina bianca per riflettere, e pian piano le idee iniziano a prendere forma. Naturalmente, è essenziale avere una chiara progettazione della storia; non si può procedere a tentoni, guidati solo dalla fantasia, ma occorre avere ben chiara la trama, nella mente o su carta. 

 Il talento senza allenamento è inutile. Mark Twain

Mi ritrovo molto nella citazione che ho riportato sopra di Mark Twain, la scrittura ha bisogno di costante allenamento, che io interpreto come costanza e metodicità. 

Ma come fare a trovare il tempo quando il mondo intorno a te manovra per succhiarti via il tempo e, soprattutto, tutte le energie? Con l’inverno che si avvicina potrei dedicare qualche sera alla scrittura, se non crollo miseramente addormentata sul divano, mi sono ripromessa di provarci ma finora sono riuscita a mettermi davanti al pc solo un paio di volte e con una produzione limitata di righe. Non riesco più a trovare neanche il tempo per scrivere un post figuriamoci per scrivere un romanzo. Tuttavia non voglio arrendermi, infatti ho deciso di scrivere almeno un post sul blog e proprio su questo argomento, proprio perché ormai sto trascurando anche il blog, anche in questo caso se non decido di mettermi davanti al pc per scrivere non arrivo a niente. 

Parlando però di “progettazione”, c’è un problema che mi perseguita da un po’, per il mio giallo ho in mente una storia, ma non so se voglio davvero raccontarla, è tratta dalla realtà, purtroppo è una storia molto cruda ed è anche uno dei motivi per cui tentenno e non riesco a trovare la giusta direzione. Forse dovrei trovare un’idea differente ma altrettanto forte e stimolante. Nel frattempo leggo libri, non sulla scrittura, semplici romanzi, perché leggere aiuta sempre. 

La progettazione narrativa è quel processo di strutturazione e pianificazione di una storia, considerando i personaggi, l’ambientazione, la trama, i temi e i conflitti. In pratica si tratta di creare una “mappa” della storia prima di scriverla, per darle una direzione chiara e una struttura solida. Per molti miei romanzi spesso il progetto era ben chiaro nella mia mente e sapevo esattamente dove volevo arrivare. Oggi invece, forse a causa del dilemma di cui ho parlato sopra, sono parecchio in alto mare. 

Al momento ho solo due punti fermi

Ambientazione: città di Bologna e dintorni 

Personaggi principali: Saverio Sorace vicequestore e Sara Castelli criminologa, che sono sempre gli stessi della serie con i loro tormenti interiori da risolvere. 

Manca la trama, il tema e il conflitto, mica poco!

Nel primo episodio della serie buona parte della trama è nata dagli stessi personaggi, perché ovviamente avevo ancora tutto da raccontare della loro vita. Negli episodi successivi, oltre alla storia dei personaggi che aveva un suo sviluppo, c'erano dei temi che sentivo fortemente di voler trattare e da lì scattava anche la trama. Ora invece sono in stallo.

Non so se riuscirò a trovare la mia “mappa” per non perdere la rotta nel processo di scrittura. Per il momento ho condiviso con voi questi pensieri. A volte arrovellarsi per cercare una soluzione, anche con la scrittura di questo post, può servire a trovarla, chissà.

Voi cosa ne pensate?


Fonte immagine: creazione di Chat Gbt 

domenica 29 settembre 2024

Come mi rilasso e svuoto la mente

 

Rilassati, raccogliti, allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’ indistinto. (Italo Calvino)


Ho pensato di scrivere questo post come un inno alla leggerezza, riflettendo su alcune situazioni un po’ assurde che ultimamente mi aiutano a rilassarmi e che desidero condividere in questo spazio. La cosa più strana che mi calma? Le televendite di moda. Non compro mai nulla, ma quando in TV non c’è niente di interessante, o quando si parla di guerre e politica, mi rifugio su un canale di televendite. C’è un canale che vende un po’ di tutto, ma io mi fermo solo quando trasmettono sfilate di abbigliamento. Mi piace vedere le modelle di tutte le taglie, comprese quelle curvy, mentre illustrano i capi di vari brand. Sul divano, mi lascio andare a un flusso di pensieri che mi fa sentire incredibilmente rilassata.

Poi mi piacciono anche i canali di cucina e anche qui ho le mie preferenze, il mio programma preferito è Fatto in casa per voi di Benedetta Rossi che, quando prepara le sue ricette, fa sembrare tutto facile, anche in questo caso io non cucino mai, ma talvolta qualche ricetta l’ho provata anch’io. Quello che mi piace del programma è che tutti i passaggi sono spiegati con molta cura ma poi alla fine vengono riassunti in forma schematica. Inoltre Benedetta Rossi ha un modo di fare e un sorriso tranquillizzanti, il quadro della gentilezza. 

Tra i programmi di cucina, al di fuori della tv, mi piace anche seguire su YouTube le ricette di Rapanello, una specie di Benedetta Rossi al maschile, il vero nome è Gabriele ed è di una simpatia unica. La regia é della moglie Beatrice che ogni tanto appare anche lei. 



Ho scoperto poi di recente dei programmi che trovo rilassanti, perché, in un certo senso, raccontano delle storie 

Cash or trash, chi offre di più sul Nove 

L’ho iniziato a guardare per il presentatore, Paolo Conticini, attore bello e simpatico (quello della serie Provaci ancora prof serie liberamente ispirata ai romanzi di Margherita Oggero) poi mi sono appassionata perché per anni ho accompagnato un’amica esperta di antiquariato presso vari mercatini della provincia di Bologna e lentamente ho acquisito un certo occhio per gli oggetti “vintage” o addirittura antichi, ovviamente senza mai comprare nulla tranne qualche soprammobile che mi colpiva (a prezzo di occasione). Comunque, in questo programma i partecipanti portano i loro oggetti per avere una valutazione dall’esperto che è Alessandro Rosa - ex banditore di una casa d’aste - e poi ci sono cinque o sei “mercanti” (che non conoscono la valutazione di Rosa) che fanno la loro offerta  all’asta. Quello che mi piace del programma è ascoltare la storia degli oggetti, alcuni sono davvero di pregio e antichi, altri lo sono un po’ meno ma tutti raccontano le emozioni che portano con loro. 

Poi su NOW ho cominciato a seguire e cercare di recuperare tutte le puntate (scadute il 29 settembre) del programma  La seconda casa non si scorda mai 

Ci sono due protagonisti, l’architetto romano Nicola Saraceno e l’agente immobiliare milanese Giulia Garbi che si sfidano nella ricerca di una seconda casa per le famiglie che chiedono il loro aiuto. I due esperti dopo avere raccolto le informazioni su come dovrebbe essere la nuova casa, iniziano il loro viaggio per tutta l’Italia, secondo il luogo designato per l’acquisto, per trovare la casa ideale e soddisfare coì il sogno delle famiglie. Questo programma mi ha appassionato tutta l’estate, ma non ho recuperato tutte le puntate, erano cinque stagioni da 15 puntate, credo di averne visto circa la metà.

Queste famiglie hanno dei budget sostanziosi a disposizione (nelle prima serie il budget andava dai 300.000 ai 500.000 euro) nell’ultima si andava oltre il milione di euro e anche più per cui mi sono chiesta se le famiglie fossero vere oppure inventate, magari nella prima serie lo erano, ma con i budget più alti non credo. Comunque veritiere o no il programma era piacevole perché permetteva di scoprire i luoghi in Italia anche meno noti con il contesto delle realtà immobiliari e le storie delle famiglie che desideravano acquistare la seconda casa. 

Ho cercato di guardare per prima le puntate dei luoghi che conoscevo come l’isola d’Elba, la Puglia, la Romagna e le Marche poi man mano le altre puntate che ho avuto tempo di guardare. 

E voi avete dei programmi che vi rilassano? Conoscete quelli che ho citato in questo post?


Fonti immagini: Pixabay 

domenica 1 settembre 2024

La lunga estate calda e qualche libro

 

L’estate é quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno. Mark Twain.

Viviamo immersi nell’aria condizionata e questo non ci fa percepire del tutto quello che accade intorno a livello climatico, almeno credo. Quest’anno ho sofferto moltissimo il caldo, ok non è una grossa novità, ma quest’anno c’è stata una situazione diversa che mi ha fatto riflettere. Ogni anno vado in Puglia per la settimana di ferragosto per passare dei momenti in famiglia, nella mia casa pugliese non ho l’aria condizionata, per cui mi difendo dal caldo con i ventilatori ma soprattutto con un grande bancone dove la sera (e talvolta la notte) mi rinfresco seduta su una sdraio. Nel mio paesello pugliese, durante l’estate, di giorno fa caldo ma la sera rinfresca tantissimo, se si sta fuori all’aperto si respira, cosa che a Bologna non avviene quasi mai. A Bologna mi è capitato di andare in piazza maggiore per vedere il cinema all’aperto e di soffrire il caldo neanche fossi immersa in un forno, tanto che, negli ultimi anni, ho smesso quasi del tutto di vivere le iniziative di Bologna estate perché non riesco a godermele per il caldo, insomma spesso resto in casa con l’aria condizionata. Tornando alla Puglia, lo scorso anno - nella settimana di ferragosto - sul mio balcone faceva così fresco che, dopo un po’, dovevo rientrare in casa e di notte con la finestra aperta si dormiva benissimo. Quest’anno no, sul mio balcone si stava bene, ma la frescura arrivava a notte inoltrata e ho passato diverse notti seduta sulla sdraio in balcone perché in camera, nonostante ventilatore e finestra aperta, non si dormiva. Tornata a Bologna, avendo ancora qualche giorno di ferie ho passato qualche giorno al mare nelle Marche, ma faceva caldo perfino di sera sul lungomare, una sera al ristorante abbiamo preferito mangiare dentro con l’aria condizionata piuttosto che restare fuori a sudare copiosamente. 

Per fortuna sono arrivati i temporali, con qualche disastro (da noi il mare si è portato via un pezzo di spiaggia aprendo una piccola voragine, ma da altre parti sono affondate delle barche, volati via degli ombrelloni e allagati dei paesi). Secondo alcuni è il cambiamento climatico, secondo altri ogni estate il caldo imperversa e il clima non c’entra. Io non lo so, ma quest’anno ho sofferto molto di più il caldo, anche fuori dalla pianura padana, e perfino nella mia gitarella in collina a ottocento metri di altezza. È una congiunzione astrale? Chi lo sa. Vedremo in futuro cosa accadrà.

Intanto però, nel corso delle mie vacanze, ho letto un po’ di libri, prevalentemente presi in prestito alla libreria digitale che, da quando sono iscritta, ho usato senza lesinare, primo perché ormai i prezzi degli eBook sono lievitati tantissimo e poi perché con la biblioteca digitale posso leggere anche libri che non mi convincono del tutto, se dovessi comprarli, invece un prestito può farmi scoprire perfino un nuovo autore.

Comunque, a partire da maggio, ho letto i seguenti libri (parto da maggio perché è il periodo in cui sono proiettata verso l’estate e le vacanze, la numerazione che vedete è il numero di libri letti):


Maggio
15. Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini (Emilia digital library)
16. Graffiti di Giorgio Faletti (Emilia Digital Library)
17. La luna e i falò di Cesare Pavese (Emilia digital Library)
Giugno
18. Dieci motivi per uccidere di Raffaele Malavasi (Apple 1,99)
19. La briscola in cinque di Marco Malvaldi (Prime gratuito)
Luglio 
20. Cuore nero di Silvia Avallone (Emilia digital Library)
21. L’ipotesi del male di Donato Carrisi (Apple 2,99)
22. Acqua morta. Un’indagine del commissario Albani  di Michele Catozzi (Emilia digital Library)
Agosto
23. Il delitto della finestrella di Filippo Venturi (Emilia digital Library)
24. La rivolta delle Cariatidi di Petros Markaris (Emilia digital Library)
25. Le mogli hanno sempre ragione di Luca Bianchini (Emilia digital Library)
26. Di morte e d’amore di Stefania Crepaldi (Apple 1,99)
27. Quello che ti nascondevo di Marina Di Guardo (Emilia digital Library)
28. Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale (Emilia digital Library)


Come potete notare tra le mie letture prevalgono i libri presi in prestito alla biblioteca digitale, i libri comprati sono ormai una minima parte e solo quelli a un prezzo moderato. Il migliore di Luglio é stato Cuore nero di Silvia Avallone, letto nel corso di un week end al mare, per il resto del mese ho letto poco perché ho lavorato sempre, invece il mio mese di agosto è stato allietato da alcune letture piacevolissime Il delitto della finestrella di Filippo Venturi e Le mogli hanno sempre ragione di Luca Bianchini, non è stato male l’ultimo thriller di Marina Di Guardo che delude sempre un po’ sul finale, questo romanzo invece è stato più soddisfacente. Ora sto ultimando Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale, un eBook di cui ho suggerito l’acquisto alla biblioteca digitale (ho letto quasi tutto della Gamberale ma questo romanzo non era disponibile, così ho mandato una mail automatica in cui suggerivo l’acquisto e dopo un paio di settimane mi è arrivato l’avviso che era stato acquistato, così l’ho subito scaricato per leggerlo. Lo considero letto in agosto, anche se oggi è il 1 settembre, ma sono al 99 per cento di percentuale di lettura, praticamente finito. 

La cosa bella della biblioteca digitale è che mi motiva a leggere, proprio come accadeva quando, da ragazza, prendevo libri in prestito alla biblioteca comunale. All’epoca sceglievo tre o quattro libri, consapevole di doverli restituire entro un mese; spesso li leggevo in meno tempo, tornando presto a restituirli e a prenderne altri, sotto lo sguardo scintillante del bibliotecario. Ricordo le estati, lunghe e libere dopo la scuola, durante le quali leggevo almeno una ventina di libri, se non di più, senza mai tenerne il conto. Il bibliotecario, un uomo gentile con gli occhiali e un sorriso luminoso, mi accoglieva sempre con entusiasmo. Diceva che vedere una giovane così appassionata alla lettura lo riempiva di gioia. Allora non me ne rendevo conto, ma probabilmente spezzavo la monotonia delle sue giornate, dando un senso al suo lavoro, sebbene non fossi l’unica; spesso incontravo altre giovani lettrici altrettanto voraci.

Tornando alla biblioteca digitale, con il prestito degli ebook limitato a quindici giorni, mi immergo subito nella lettura per rispettare la scadenza, e alla fine mi ritrovo a leggere di più. Peraltro ogni tanto mi piace sfogliare il catalogo per cercare nuove letture oppure, quando mi arrivano delle mail pubblicitarie di eBook da comprare, controllo se c’è un romanzo che mi interessa, così dopo li vado a cercare e, se non sono disponibili, li prenoto. 

E voi come avete passato questo torrido periodo tra vacanze (spero) e letture?



sabato 20 luglio 2024

Desiderare o determinare?

 


Avere dei desideri significa prima di tutto incanalare le emozioni e le energie verso un obiettivo che si vuole raggiungere (redazione DiLei)


Sono stata parecchio assente in questo ultimo periodo, ma luglio è un mese davvero faticoso, spero sempre di riuscire a fare qualche giorno di ferie nel corso del mese, ma a parte un week end lungo all'inizio poi non sono più riuscita a muovermi, sembra che tutti aspettino questo mese rovente per riaprire i cassetti e riesumare pratiche rimaste ferme tutto l'inverno, così mi sono ritrovata a gestire delle scadenze cascate sulla mia testa tra capo e collo, poi il caldo torrido non ha aiutato. 

E poi con il caldo mi si bruciano le idee e non riesco a trovare argomenti per scrivere un post, talvolta mi viene un pensiero che poi si scioglie alle alte temperature di luglio. Nel frattempo continuavo a leggere i blog amici e così ho preso spunto da un post di Elena Ferro Chiedi e ti sarà dato in cui si parla della legge dell’attrazione e di come i desideri possano essere realizzati manifestandoli, esplicitare un desiderio e “chiedere” all’universo di ottenere una certa cosa “visualizzandola” con la fede di ottenerla porta alla realizzazione di quel desiderio. Ho semplificato molto ma il senso è quello, potete approfondire leggendo il post di Elena che ha parlato di un libro famoso (che io però non conoscevo) di Rhonda Byrne The secret. Sono andata a cercarlo su Amazon e vi riporto uno stralcio della quarta di copertina: 

Il Segreto racchiude la saggezza dei maestri del mondo moderno, uomini e donne che l'hanno usato per ottenere ricchezza, salute e felicità. Mettendo in pratica la conoscenza del Segreto essi portano alla luce storie avvincenti che raccontano di malattie sconfitte, ingenti guadagni, del superamento di ostacoli e del conseguimento di obiettivi da molti ritenuti irraggiungibili.

Serve un manuale motivazionale di auto aiuto per raggiungere degli obiettivi e realizzare i propri desideri? 

In un certo senso può servire, perché focalizzare quello che si vuole realizzare serve molto, ma - ovviamente - é importante focalizzare per “agire”. Non tutti si rendono conto che dietro un successo, un obiettivo, un traguardo importante c’è tanto impegno e fatica. Non esiste il risultato facile, il paniere con il regalo che scende dal cielo. 

Leggendo il post di Elena mi è tornato alla mente un periodo della mia vita in cui ho frequentato un gruppo dedito al buddismo. Era un momento in cui la mia vita era in una fase di grande cambiamento e di crisi, mi ero separata e mi sentivo abbastanza sconfortata.

Quello che avevo tentato di realizzare con il matrimonio, ossia una famiglia con dei figli e il sogno del Mulino Bianco, era miseramente fallito. Vivevo in una casa più piccola, da sola, e mi interrogavo sul senso della vita. Per fortuna avevo ancora il mio lavoro, anche se non avevo raggiunto gli obiettivi che mi sarei meritata. La mia carriera si era fermata a un passo dalla meta, il che era fonte di ulteriore insoddisfazione.

Una vecchia amica, riemersa dalle ombre del passato, mi parlò del buddhismo del Sutra del Loto e mi portò in un gruppo di Bologna. Ogni giovedì sera ci si ritrovava a casa di qualcuno per un meeting durante il quale si trattava un argomento; ognuno poteva esprimere le proprie idee, condividere problemi, pensieri o altro.

Il meeting terminava con la recitazione del mantra tutti insieme. Ero scettica sull’utilità di quegli incontri, ma poiché mi riconoscevo nei valori espressi, continuavo a partecipare. Inoltre, erano nate alcune amicizie, come quella con una ragazza che lavorava per una rivista del Resto del Carlino, una ex giornalista a Milano in crisi per il rientro a Bologna, un professore universitario, una ragazza calabrese trasferitasi a Bologna per lavorare alle poste, e altre persone di età ed esperienze diverse, ma tutte unite da questa pratica.

Frequentare questi gruppi era definito "pratica" e c'era anche la possibilità per chi lo desiderasse di fare volontariato presso il Kaikan, una delle sedi nazionali degli istituti buddisti italiani della Soka Gakkai, situata a Bologna. Io ci sono stata un paio di volte per accompagnare la mia amica giornalista, che aveva abbracciato la causa con totale convinzione e dedizione. Le sedi del Kaikan si trovano anche a Firenze, Milano e in altre città italiane.

Vi riporto il concetto principale di questa branca del buddismo dal sito

Il Buddhismo della Soka Gakkai si basa sugli insegnamenti del Budda Nichiren Daishonin (1222-1282) i cui valori chiave, racchiusi nell’insegnamento del Sutra del Loto di Shakyamuni, sono il rispetto per la dignità di ogni forma di vita e l’interconnessione fra tutte le forme di vita. La pratica religiosa consiste nella recitazione quotidiana di “Nam-myoho-renge-kyo” (la Legge Mistica) e nella lettura dei capitoli Hoben e Juryo del Sutra del Loto

Rispetto alle altre forme di buddismo il Buddhismo della Soka Gakkai è più recente e si tratta di un'associazione laica, mentre le scuole appartenenti all'UBI sono quelle della tradizione antica. 

Il buddismo è una delle religioni più antiche del mondo, nata in India intorno al VI secolo a.C. con gli insegnamenti di Siddhartha Gautama, conosciuto come il Buddha. Nel corso dei secoli, il buddismo ha dato origine a diverse scuole e tradizioni. Le principali forme di buddismo sono Theravada, Mahayana e Vajrayana. 

1. Theravada

  • Origine: È la forma più antica di buddismo e significa "La Dottrina degli Anziani".
  • Distribuzione geografica: Prevalente nel Sud-Est asiatico, tra cui Sri Lanka, Thailandia, Birmania (Myanmar), Laos e Cambogia.
  • Caratteristiche principali:
    • Scritture: Utilizza il Canone Pali, una raccolta di testi attribuiti al Buddha.
    • Filosofia: Si concentra sull'insegnamento originale del Buddha e sulla pratica della meditazione per raggiungere il Nirvana.
    • Monachesimo: Grande enfasi sulla vita monastica e sulla disciplina personale.

2. Mahayana

  • Origine: È emerso circa quattro secoli dopo il Theravada, come una nuova interpretazione e ampliamento degli insegnamenti del Buddha.
  • Distribuzione geografica: Prevalente in Cina, Corea, Giappone, Vietnam e Tibet.
  • Caratteristiche principali:
    • Scritture: Include una vasta gamma di testi, tra cui i Sutra Mahayana.
    • Filosofia: Enfatizza la compassione e il concetto di Bodhisattva, esseri che rinunciano al proprio Nirvana per aiutare gli altri a raggiungerlo.
    • Pratiche: Include una varietà di pratiche religiose, rituali e meditazioni.

3. Vajrayana

  • Origine: Si sviluppa dal Mahayana e significa "Veicolo del Diamante" o "Veicolo del Tuono".
  • Distribuzione geografica: Principalmente praticato in Tibet, ma anche in Bhutan, Mongolia e alcune regioni della Cina e del Giappone.
  • Caratteristiche principali:
    • Scritture: Utilizza sia testi Mahayana che propri testi tantrici.
    • Filosofia: Combina insegnamenti Mahayana con pratiche esoteriche e rituali tantrici.
    • Pratiche: Include pratiche avanzate di meditazione, visualizzazioni, mantra, mudra e mandala. È noto anche come buddismo tantrico o tibetano.
    • Lama: I maestri spirituali (lama) giocano un ruolo cruciale, con il Dalai Lama come figura di spicco.
Il Buddhismo della Soka Gakkai deriva dalla forma Mahayana, non so molto di più. Senza dilungarmi troppo sulla pratica, vi parlo di ciò che ho ottenuto da essa. Prima di tutto, recitare il mantra ogni mattina mi aiutava a gestire l'ansia, il che è stato particolarmente utile durante i cambiamenti che ho dovuto affrontare mio malgrado. Inoltre, mi ha aiutato a focalizzare i miei obiettivi quotidiani. Ogni volta che avevo bisogno di mettere a fuoco un obiettivo, la recitazione del mantra mi aiutava, specialmente quando dovevo prendere decisioni importanti e mi sentivo dilaniata dall'incertezza.
Tuttavia, con il passare del tempo, i meeting del giovedì hanno cominciato a soffocarmi. La stanchezza accumulata alla fine della giornata di lavoro contribuiva a rendere il tutto pesante, e inoltre alcuni membri del gruppo erano eccessivamente convinti che la recitazione del mantra fosse la soluzione a ogni problema. Se qualcosa andava storto, la colpa veniva sempre attribuita al fatto che "non avevi recitato abbastanza". Alla fine ho deciso di smettere di frequentare i meeting, riappropriandomi del mio tempo. Tuttavia, ho continuato a usare il mantra per i suoi effetti positivi. 

Non si tratta, però, di una formula magica, ma di un metodo che ho trovato per autosostenermi. Qualsiasi cosa vogliate realizzare richiede forza di volontà, determinazione, impegno e tempo da dedicare. Nulla viene regalato.

Insomma prima di salutarvi da questo unico post di luglio vi lascio con le mie domande.

Riuscite a essere determinati e a realizzare i vostri desideri? E come ve la cavate con il caldo? 


Fonti Immagini: pexels


sabato 29 giugno 2024

Palazzina LAF e l’Ilva

 

È indegno dell’uomo perdere la propria individualità e diventare una mera rotella nell’ingranaggio. (Mahatma Ghandi)

Qualche anno fa andai in vacanza nel Salento, eravamo di base a Otranto, ma nel viaggio di ritorno volevamo fermarci qualche giorno a Matera. Nel percorso stradale per arrivare a Matera si passa dalla strada statale che unisce Brindisi a Taranto per poi collegarsi alla strada statale ionica così, ci trovammo a passare vicino all’ex ILVA di Taranto, lungo quella strada che costeggiava la fabbrica c’era un cattivo odore insopportabile, eravamo in moto e non potemmo commentare, sinceramente io, trattenendo il respiro, non vedevo l’ora di superare quel tratto di strada. La fabbrica, sotto il sole di quel caldo pomeriggio di giugno, appariva come un’enorme massa scura maleodorante e sembrava non finisse mai. Documentandomi ho scoperto che il complesso industriale si estende per un intero quartiere, il quartiere Tamburi, e comprende un’area di circa 16 km quadrati, compresa tra la strada statale 7 Brindisi Taranto nota come via Appia e la superstrada Porto Grottaglie, la strada provinciale 49 e 47. 

Al primo distributore di benzina  ci fermammo e il mio compagno togliendosi il casco esclamò:

- Hai sentito che roba? un puzzo insopportabile. 

-Sì, risposi, pensa che noi ci siamo stati per circa 10 minuti, il tempo di passare vicino, ma pensa coloro che ci abitano e quelli che ci lavorano.

Mi sono spesso chiesta come sia possibile lavorare in un luogo che dà la netta sensazione di essere immersi in una nuvola di veleno. La risposta me la sono data guardando Palazzina LAF, un bellissimo film di denuncia sociale,  ma soprattutto disturbante, nel senso che provoca una reazione emotiva intensa, che spinge a riflettere su tematiche difficili o controverse. Ed è proprio questo che porta la visione di questo film. 

Riporto di seguito trama e informazioni ripresi da Wikipedia 

Taranto 1997. L'operaio Caterino Lamanna vive in una masseria caduta in disgrazia a causa della vicinanza al polo siderurgico e sta per sposarsi con Anna con cui condivide il sogno di andare a vivere in città. Quando i dirigenti aziendali decidono di fare di lui una spia per individuare gli operai di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi con lo scopo di denunciarli.

Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF (acronimo di laminatoio a freddo) il reparto-lager dell'Ilva riservato agli operai "scomodi". Sarà lì che Caterino scoprirà che ciò che credeva un paradiso in realtà è un inferno.


Palazzina Laf è uscito nel 2023, diretto e interpretato da Michele Riondino, al suo debutto alla regia.

È tratto dal libro Fumo sulla città dello scrittore Alessandro Leogrande, scomparso prematuramente, che avrebbe dovuto partecipare anche alla realizzazione della sceneggiatura e a cui il film è dedicato.

Ai David di Donatello 2024, il film ha ricevuto cinque candidature, aggiudicandosi infine tre premi, rispettivamente, per il Miglior attore protagonista (a Michele Riondino), al Miglior attore non protagonista (a Elio Germano) e alla Migliore canzone originale (La mia terra, scritta e interpretata da Diodato).


È una denuncia di un eclatante caso di mobbing, qui venivano relegati operai scomodi, ma soprattutto personale qualificato, come ingegneri e impiegati, che veniva confinato nella palazzina LAF a passare otto ore senza lavorare, l’alternativa avrebbe potuto essere il demansionamento accettando di fare gli operai, ma questo senza nessuna preparazione (con pieno spregio della sicurezza sul lavoro). Vi riporto un estratto di un’intervista a Michele Riondino in cui questi concetti sono spiegati con estrema chiarezza.


C’è una scena che mi è rimasta impressa e che mi ha fatto profonda impressione, é una scena in cui Caterino osserva rassegnato una pecora della sua fattoria che, dopo aver perso il suo manto di lana, barcolla e cade morente. È una scena analoga osservata nel film Gomorra nell’episodio su la terra dei fuochi, dove i rifiuti tossici causavano grande moria di animali. 

E poi c’è la scena in cui (non dirò in che punto del film per non fare spoiler) ma c’è sempre il protagonista che tossisce e si capisce che la malattia ha colpito anche lui. 



Ho cercato di documentarmi sui danni provocati dall’ILVA, ha causato significativi danni ambientali, sanitari ed economici nel corso degli anni. Ecco un riepilogo dei principali impatti:

Danni ambientali

1. Inquinamento dell’aria: Emissioni di diossine, polveri sottili, benzene e altri inquinanti atmosferici hanno gravemente contaminato l’aria di Taranto e delle aree circostanti.

2. Inquinamento del suolo: I terreni nei dintorni dello stabilimento sono stati contaminati da metalli pesanti e altre sostanze tossiche, rendendo molte aree inadatte all’agricoltura.

3. Inquinamento delle acque: Gli scarichi industriali hanno inquinato le acque marine e sotterranee, con impatti devastanti sulla fauna acquatica e sull’ecosistema marino.

Danni sanitari

1. Malattie respiratorie: L’incidenza di malattie respiratorie, come l’asma e la bronchite cronica, è significativamente più alta tra i residenti di Taranto rispetto alla media nazionale.

2. Malattie oncologiche: Un aumento dei tassi di cancro, in particolare dei tumori polmonari, è stato rilevato tra la popolazione locale, attribuibile all’esposizione a inquinanti industriali.

3. Altri problemi di salute: Studi epidemiologici hanno evidenziato un incremento di altre patologie come malattie cardiovascolari e disturbi dello sviluppo nei bambini.

Danni economici

1. Costi sanitari: Le spese mediche e i costi legati al trattamento delle malattie causate dall’inquinamento hanno gravato sul sistema sanitario locale e nazionale.

2. Danni all’agricoltura e alla pesca: L’inquinamento ha compromesso attività agricole e ittiche, causando perdite economiche per gli agricoltori e i pescatori locali.

3. Deprezzamento immobiliare: La qualità dell’ambiente compromessa ha portato a un deprezzamento del valore degli immobili nella zona, penalizzando i residenti.

Interventi e risanamento

Nel corso degli anni, sono stati avviati diversi interventi per mitigare i danni e risanare l’area, inclusi piani di bonifica del suolo, miglioramento delle tecnologie di abbattimento delle emissioni e investimenti per la riqualificazione ambientale. Tuttavia, il processo è complesso e richiede ingenti risorse e tempo per vedere risultati tangibili.

Nel 2012 il referendum per la chiusura dell’Ilva di Taranto non ha raggiunto il quorum. Ora mi chiedo, quanto può essere ingiusto dover scegliere tra la salute e il lavoro, è mai possibile produrre senza inquinare? Si può, ma ovviamente costa, servono investimenti e lungimiranza. Quello che investiamo bene oggi ritornerà centuplicato in termini di crescita, salute e ambiente. 

Vi lascio con la splendida canzone di Diodato, la mia terra.




Fonti immagini: la prima foto è di Pexels

sabato 15 giugno 2024

Viaggiare leggeri


Il mio luogo di vacanza 

Recentemente sono tornata da una breve vacanza che mi ha ispirato a scrivere su un tema che ritengo fondamentale: viaggiare leggeri. Nella mia esperienza, ho imparato che portare con sé poche cose non solo alleggerisce lo zaino, ma anche lo spirito, un bagaglio leggero può trasformare completamente il modo in cui viviamo e apprezziamo i nostri viaggi.

Devo confessare, non è affatto semplice; ogni volta è un’impresa titanica decidere cosa portare e cosa lasciare a casa. Sempre c’è qualcosa che sembra indispensabile, solo per rendersi conto, una volta arrivati, che tutto sommato avremmo potuto farne a meno.

Del resto, viaggiando in moto, la leggerezza del bagaglio é un’esigenza oggettiva, io devo ridurre tutto ai minimi termini e ho imparato nel corso degli anni a ottimizzare il mio bagaglio. I viaggi in moto, di solito, li facciamo in estate e questo ci aiuta, anche se siamo stati anche in luoghi freddi, ma per ora tralasciamo questo punto. Parliamo della nostra ultima meta che era un luogo di mare.

Quello che serve al mare è davvero minimo, un costume (di solito ne porto due ma il secondo non l’ho mai usato, lo lavo la sera e al mattino è asciutto o quasi, così questa volta ne ho portato uno solo), una tenuta da mare, ossia un pantalone comodo e alcune magliette, io uso un pantalone di lino fantasia e delle magliette e canotte in cotone con i colori giusti da abbinare. Aggiungo un giacchino in cotone + una felpa nel caso in cui cambiasse il tempo e abbia bisogno di coprirmi di più. Quasi sempre la felpa resta nel bauletto della moto e il giacchino me lo lego in vita insieme al marsupio. Ai piedi scarpe da ginnastica. 



Pantolone in lino con elastico e canotte/magliette da mare


Per la spiaggia uso sempre un telo in microfibra che è leggero da trasportare e occupa poco spazio, un pareo che serve sempre, può diventare anche un foulard per coprire la gola in caso di vento e cambio repentino del tempo, come borsa mare uso una borsa di stoffa in cotone “gadget ricordo” di una vacanza di tanti anni fa. Tuttavia di borse di stoffa in commercio ce ne sono diverse che costano meno di 5 euro, sono ecologiche, lavabili e riutilizzabili. 

Telo mare, pareo e borsa di stoffa 


Borse in tela di cotone viste in un negozio di Bologna

Poi ci sono i vestiti da usare la sera o durante il giorno se non si va in spiaggia. Anche qui con il tempo ho ridotto sempre più le mie esigenze, porto un pantalone di lino e alcune magliette più carine (o pseudo “eleganti” in senso molto ma molto lato) con colori abbinabili tra loro, in realtà sono piuttosto monocromatica, anche perché per la sera abbino anche una felpa con giubbino di jeans “leggero” per non avere freddo (di sera anche in piena estate servono sempre) in pratica il bianco e l’azzurro sono predominanti, ma ognuno può scegliere i colori che preferisce. Infine aggiungo il pigiama e un paio di cambi di biancheria e la borsa è fatta.


Pantaloni di lino, maglia bianca e azzurra, felpa e giubbino 

Organiser di varie dimensioni 


Uso un paio di organiser in cui metto tutto, compresi un paio di sandali e le infradito che uso sia come ciabatte da camera sia per il mare, il resto lo porto addosso nel viaggio dove indosso un giubbino di jeans più pesante e un kway antipioggia e anti vento. Abbiamo dietro anche un completo “serio” anti acqua da moto - giacca e pantalone - che speriamo di non usare e di lasciare piegato sul fondo del baule. L’ultima volta é andata bene, ma non succede spesso, qualche acquazzone lo becchiamo sempre. Se piove poco il k-way è sufficiente.

K-way preso da un sito internet molto simile al mio

Da quando ho scoperto gli organiser riesco a ottimizzare il bagaglio. Metto quello che mi serve avere a portata di mano in quello più piccolo (pigiama, biancheria ma anche un cambio veloce) e il resto in quello più grande. Li ho comprati per caso, un paio di anni fa, in un negozio di Bologna che si chiama D-mail che vende un po’ di tutto comprese queste soluzioni per i viaggi, ma si trovano anche on line, soprattutto adesso che si sono diffusi. Sono comodi anche perché quando arrivi in albergo non è necessario disfare tutto il bagaglio, io appendo solo i pantaloni e quello che avevo già fuori. Sembra incredibile ma alla fine uso sempre meno di quello che porto, perché in vacanza la mente si libera totalmente e anche l’ossessione modaiola viene relegata in un angolo. Ovviamente in estate, con il sole e il caldo, è tutto più facile perché serve davvero poco per vestirsi. 

Oltre alla moto ci sono altri mezzi di trasporto che impongono di viaggiare leggeri, il treno per esempio impone dei bagagli piccoli e maneggevoli altrimenti non trovano posto nei nuovi treni moderni più veloci ed efficienti, ma senza più il vecchio “scompartimento”, ne ho parlato in un mio vecchio post  I miei viaggi in treno per non parlare poi dell’aereo dove portare un bagaglio in più é diventato un lusso pagato a peso d’oro (e non è un eufemismo). Ormai viaggiare leggeri é una necessità, del corpo e dello spirito. 

La veduta dal terrazzo del nostro bed and breakfast 


Magari vi state chiedendo, ma dove sono andata? Siamo tornati all’isola d’Elba e precisamente a Marciana Marina dove abbiamo goduto anche dell’anteprima di alcune riprese de I delitti del Barlume e incrociato diversi attori del set. Abbiamo trovato posto in una villa sopra la collina da cui si godeva una veduta meravigliosa e la mattina prendere il caffè in terrazza con quella visuale era davvero speciale.

E anche questa vacanza è terminata e questo viaggio “in leggerezza” é già diventato una nuova pagina dell’album dei miei ricordi preziosi da custodire. 

E voi, a prescindere dal mezzo di trasporto, riuscite a viaggiare leggeri?