domenica 11 settembre 2016

La fertilità ai tempi della precarietà

Ancora mi illudo che chi ci governa abbia un po’ di sale in zucca e di sensibilità, ma scopro che non è mai così e allora voglio dire la mia sul Fertility day e sulla assurda campagna che si sono inventati i soliti noti. Non mi piace parlare di me, preferisco farlo attraverso i miei romanzi, ma non riesco a stare zitta su questa questione. 



Illustrissimi geni che ci governate, 
sappiate che se non ci dicevate che più passano gli anni più la fertilità decresce e che diventa difficile fare un figlio io non lo avrei mai capito e meno male che ci siete voi a ricordarcelo!
Ebbene, governanti geniali, sappiate che ho tentato di avere un figlio per diversi anni, piangendo lacrime amare e scappando in bagno tutte le volte che scoprivo che una mia amica era incinta (e mentre mi complimentavo con lei con un sorriso, pensavo che avrei voluto mettermi una corda al collo e impiccarmi).
Dopo numerosi tentativi, lacrime ed esaurimenti nervosi ho accettato il fatto che si può vivere anche senza figli, visto che se continuavo di quel passo finivo al creatore (forse non tutti lo sanno, ma la fecondazione artificiale con il suo bombardamento di ormoni oltre a costare un botto fa anche male alla salute).
Ci ho messo anni a trovare un equilibrio sereno, non dico felice, ma sereno e poi arrivate voi con questa campagna e mi date una bella botta all'autostima.
Ma a parte la mia storia personale che già mi tocca farci i conti quando c'è il solito stolto che pur conoscendo la tua personale situazione gli scappa detto: 
Eh, chi non ha figli non può capire 
Eh, una donna senza figli è incompleta 
Sì, perché la nostra cultura comune insiste ancora a considerare la donna (perché poi è ancora la donna che si fa carico più di tutti dell'impegno dei figli) realizzata solo se fa dei figli,  e così già intorno ai vent'anni comincia ad essere ossessionata dall'orologio biologico che fa:
"tic tac il tempo passa e passerà e nessun ovulo ritornerà"  

E comunque una donna nel 2016 sarà poi libera di scegliere se fare dei figli o meno?
E a parte questo, con quale faccia di bronzo mi proponete una campagna sulla fertilità?

In Italia anche i più ‘fortunati’ che concepiscono senza problemi si imbarcano in un avventura coraggiosa in cui lo stato non ti dà nessun supporto: asili nido costosissimi, assegni familiari ridicoli rispetto agi altri paesi europei (ovviamente se hai un lavoro),
mondo del lavoro che ghettizza le donne con i figli perché fanno troppe assenze o perché non sono al top e pienamente efficienti dopo una notte insonne passata a cullare il neonato, sembrano dirti ‘hai fatto un figlio, sono fatti tuoi!’
per non parlare della mancanza di lavoro con quarantenni che sono ancora precari con il continuo rischio di trovarsi in mezzo a una strada! Perché cari geni del governo, forse non lo sapete, ma un figlio costa anche in termini di soldi (sì i soldi, quella cosa sporca che voi sperperate sulle nostre spalle).

Un figlio devi nutrirlo e farlo crescere e dedicargli tutto il tempo che un bambino merita, mentre al lavoro (quando c'è il lavoro) ti chiedono di essere sempre più presente, efficiente, sveglia e solerte e fare straordinari non retribuiti!
Ma i figli si fanno da giovani  
Certo verissimo, i figli li puoi fare da giovane solo se hai una famiglia che ti supporta e magari ti aiuta economicamente perché intanto il lavoro non ce l'hai o se ti va bene hai un lavoro precario e probabilmente resterai  precario a vita, se non ti licenziano a cinquant'anni e allora sono cavoli amari perché sei fuori mercato e nessuno ti assume più. Arrivare alla pensione sarà dura, ma ancora di più dar da mangiare al pupo!


16 commenti:

Tenar ha detto...

Concordo su ogni singola parola. Un abbraccio forte.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Antonella, ti abbraccio anch'io e buona domenica.

Anonimo ha detto...

Ci siamo già parlate, tremendo. Ieri la Lorenzin si è sposata, due figli li aveva già fatti (e poi parliamo anche di family day: figli fuori dal matrimonio orrore), dicevo sposata a CAPRI, no, non ha problemi a far quadrare i conti e a temere per il futuro. Un abbraccione

Giulia Lu Mancini ha detto...

Si è sposata a Capri? Una cerimonia semplice semplice, immagino...
Un abbraccio a te Sandra.

Shadow ha detto...

In un pianeta di sette miliardi di persone mettere al mondo un figlio non è un'idea poi così geniale. Ma il mio giudizio conta poco visto che sono a favore della "decrescita felice", che potremmo anche chiamare "estinzione di massa". L'umanità è un virus particolarmente virulento. È peggio della lebbra e della peste messe assieme. È brutto sentirselo dire, ma è così. Prima ci auto-eliminiamo, prima il pianeta tornerà a essere sano. Hai presente quei film di fantascienza che mettono sullo schermo la razza aliena che invade il pianeta per depredarlo dei suoi beni (acqua, metalli, ecc.)? Quegli alieni siamo noi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Benvenuto nel mio blog Salvatore (se non mi sbaglio è la prima volta che commenti qui). Gli alieni siamo noi, in effetti di fronte a certi uomini non mi sento di scuderie del tutto questa teoria. Non credo però che ci estingueremo perché mentre gli italiani non fanno figli o ne fanno sempre meno, nel resto del mondo i bambini continuano a nascere anche se spesso muoiono di fame. Forse hai ragione l'umanità è un virus terribile, soprattutto quando non ha niente di umano.

Lisa Agosti ha detto...

Cara Giulia,
ti sento forte e chiaro, vorrei abbracciarti in questo momento.
Quel che hai passato è una delle sfide più infami della vita e di certo non hai bisogno di questi slogan offensivi a farti ricordare quei momenti.
Io mi chiedo se durante la preparazione della campagna pubblicitaria non ci sia stato uno, dico uno, tra gli addetti ai lavori, che abbia sollevato le questioni da te citate. Voglio dire, non ho sentito una sola reazione positiva al fertility day, su nessun social media. Possibile che nessuno abbia avuto il sentore che stavano per pestare una m...a? Io ho il dubbio che l'abbian fatto apposta per provocare l'onda di commenti, vedi come tutti, volenti o nolenti, siamo usciti dalla tana per ribellarci?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Lisa, mi prendo tutto il tuo abbraccio. Anch'io mi sono chiesta perchè nessun espertone di comunicazione del loro entourage non li abbia consigliati meglio. È un offesa alle donne (ma anche ai loro uomini) che hanno desiderato un figlio e non l'hanno potuto avere; è un offesa alle coppie che vorrebbero un figlio e faticano ad arrivare alla fine del mese, che magari il figlio lo fanno a prezzo di grandi sacrifici ed è un offesa alle donne che consapevolmente non desiderano un figlio ed è un loro sacrosanto diritto di scelta senza sentirsi inferiori a nessuno. E poi non dimentichiamo che fino a qualche tempo fa l'Italia era l'unico paese dove la legge sulla fecondazione aveva tanti di quei limiti che due portatori sani di malattia (per esempio l'anemia mediterranea) erano costretti ad andare all'estero (spendendo un sacco di soldi) se volevano tentare di avere un figlio non malato. Insomma la lista di problemi creati dalle leggi italiane a scapito dei "figli" è piuttosto lunga.


Massimiliano Riccardi ha detto...

Io sono semplicemente disgustato da tutto ciò che è attuato e proposto negli ultimi anni dal nostro governo. Non voglio dilungarmi perché sarebbe un inutile sfogo. In merito alla tua vicenda posso solo che mandarti un grosso abbraccio. Come al solito le donne passano da oggetti per le campagne pubblicitarie a giumente. Uno schifo unico. Io ho tre figli, ti garantisco che lo stato non fa una mazza per aiutare quelli che già ci sono, figurati se si può permettere di fare la morale a chi di figli non ne vuole o li vorrebbe ma non ne ha la possibilità.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Infatti quello che fa rabbia è proprio il fatto che manca del tutto il sostegno alle famiglie che hanno dei figli, in altri paesi europei esistono servizi consistenti di supporto e assegni familiari adeguati, magari aziende con asili nido all'interno per supportare le donne al loro rientro al lavoro. È questo che aiuterebbe davvero, altro che una campagna sulla fertilità. Un abbraccio caro Max.

Marco L. ha detto...

La questione mi ha fatto sorgere le seguenti riflessioni:
1) si poteva fare questa campagna (che alla fin fine è di prevenzione della salute) in maniera più delicata
2) è evidente che ogni cosa in Italia dev'essere per forza polemica e/o noi contro loro
3) esiste chi non ha desiderio di avere figli, è una scelta consapevole, perché fare figli non dev'essere un obbligo verso la patria, e questa scelta va rispettata
4) conosco persone che NON dovrebbero fare figli per non trasmettere il patrimonio genetico e la mentalità che si ritrovano
5) non sono d'accordo che essere donna ti renda automaticamente consapevole di quello che è il periodo fertile (orologio/clessidra biologico è antipatico), piuttosto bisognerebbe avere il parere medico di un esperto, cosa che era nell'intento della campagna ministeriale, peccato che sia passata in secondo piano grazie ai geni di pubblicitari utilizzati
6) è inutile l'intero pacchetto se non si migliora l'impianto sociale (contratti, stabilità, garanzie...) e la mentalità (di aziende, ma anche più in generale).

Giulia Lu Mancini ha detto...

Un'analisi molto accurata, però credimi una certa consapevolezza le donne ce l'hanno, una donna di solito fa la prima visita ginecologica intorno ai 16-17 anni, se non prima, continua di solito con cadenza più o meno annuale, per controllo e prevenzione, almeno da quando esistono i consultori. Gli uomini invece vanno dallo specialista solo in caso di problemi. La campagna ministeriale è impostata molto male e comunque concordo pienamente con il tuo punto 6, tutto inutile se l'impianto sociale non migliora...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

La campagna è stata rozza e offensiva, come avevo già avuto modo di commentare sui blog di Tenar e Sandra, e se c'è stato un intento positivo, questo è stato completamente annullato da tutto il resto. Ho avuto un solo figlio e ho fatto i salti mortali con avvitamento per poter tenermi anche il lavoro in casa editrice, che mi piaceva molto. Nessuno ci ha mai aiutato né in termini economici (uno sgravio di BEN 30 euro al mese, wow) né in termini pratici. I nonni non erano a disposizione, e mi sono imbattuta in baby-sitter da denuncia. Il tutto con lo stressa da cartellino e da ritardo quando accompagnavo o andavo a prendere il bambino alla scuola materna o a scuola; e pianti perché il bambino manifestava problemi di tutti i tipi (era ipercinetico, ad esempio) per i quali mi sentivo lacerata e in colpa.

Con tutto ciò, mi sarebbe piaciuto averne un altro, ma avrei dovuto lasciare il lavoro, e che se lo poteva permettere? Anche questo è un altro bel tema su cui mi piacerebbe disquisire. Non ho vissuto il dramma di chi non può avere figli, ma è sicuro che lo stato e la società in Italia ti abbandonano puramente e semplicemente a te stesso. Altro che "Family Day".

Un abbraccio fortissimo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Carissima,
tu hai centrato benissimo il punto, le famiglie con i figli non hanno nessun supporto dallo stato né come servizi né come aiuto economico (e i tuoi 30 euro lo dimostrano. Insomma o ci sono i nonni disponibili oppure la famiglia e la donna in particolare sono completamente soli. Poi se una donna vuol lavorare deve fare i salti mortali per conciliare lavoro e figli (e ti fanno sentire in colpa al lavoro perché non sei abbastanza efficiente e in famiglia perché trascuri il figlio) E avere il secondo figlio diventa effettivamente un lusso. Tra l'altro, particolare non trascurabile, con i pensionamenti sempre più in là negli anni anche la "risorsa nonni" ce la stiamo giocando sempre più. Credo che la campagna abbia irritato proprio tutti (donne e famiglie con figli e senza) proprio per questo motivo. Un forte abbraccio.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Carissima,

aggiungo un altro pensiero: una volta le famiglie povere erano quelle che avevano tanti figli, come quelle contadine, in cui i figli erano forza-lavoro.

Ora è esattamente l'inverso: le famiglie ricche sono quelle che si possono permettere di avere tanti figli. L'ho constatato con i miei occhi quando il mio andava alla scuola elementare e media. Naturalmente non è una regola ferrea, ma ho notato che in generale è così se si vuole mantenere un certo standard di vita e non fare disparità di trattamento sui figli.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È verissimo, se vuoi garantire a ogni figlio un pari trattamento devi avere una buona disponibilità economica di partenza. La storiella dei due cuori e una capanna funziona poco, se poi ci aggiungi due bambini funziona anche meno...