Volevo scrivere questo post già da qualche tempo, ci pensavo ogni volta che ascoltavo una di queste canzoni ma non mi decidevo mai, ma ora che l'estate volge al termine e i tormentoni ci abbandonano non rimando più.
Queste canzoni che entrano con prepotenza nella nostra estate e nelle nostre orecchie con i loro ritornelli allegri e martellanti sembrano canzonette senza nessuna profondità, invece non è proprio così. Lo so forse ho scoperto l'acqua calda e qualcuno lo aveva già detto, però esaminiamone alcune.
Partiamo da una canzone lontana nel tempo che amo molto ancora adesso soprattutto per la splendida voce della cantante e per il ricordo della mia adolescenza
Un’estate al mare di Giuni Russo 1982
Riporto il testo tralasciando il ritornello
Per le strade mercenarie del sesso
Che procurano fantastiche illusioni
Senti la mia pelle com'è vellutata
Ti farà cadere in tentazioni
Per regalo voglio un harmonizer
Con quel trucco che mi sdoppia la voce
Quest'estate ce ne andremo al mare per le vacanze
Che procurano fantastiche illusioni
Senti la mia pelle com'è vellutata
Ti farà cadere in tentazioni
Per regalo voglio un harmonizer
Con quel trucco che mi sdoppia la voce
Quest'estate ce ne andremo al mare per le vacanze
Sopra i ponti delle autostrade
C'è qualcuno fermo che ci saluta
Senti questa pelle com'è profumata
Mi ricorda l'olio di Tahiti
Nelle sere quando c'era freddo
Si bruciavano le gomme di automobili
Quest'estate voglio divertirmi per le vacanze
C'è qualcuno fermo che ci saluta
Senti questa pelle com'è profumata
Mi ricorda l'olio di Tahiti
Nelle sere quando c'era freddo
Si bruciavano le gomme di automobili
Quest'estate voglio divertirmi per le vacanze
Un'estate al mare
Voglia di remare
Voglia di remare
Con un ritornello orecchiabile si nasconde il tema della canzone che non è poi così leggero, parla di una prostituta che sogna una vacanza dalla strada.
Vamos a la playa dei Righeira 1983
Tralasciando il ritornello vi riporto le parti salienti della versione italiana
Vamos a la playa
la bomba è esplosa
bagliori nucleari
ci abbronzano di più
Vamos a la playa
tra statue di robot
legioni di mutanti
combattono sui surf
Vamos a la playa
la nuova onda è là
con pizze radioattive
ci si alimenterà
Il tema della canzone sembra frivolo e leggero, ma immagina uno scenario apocalittico, era il 1983 ed era l'epoca della fobia nucleare, nella canzone si immagina che la bomba sia esplosa realmente e l'umanità sia ormai spacciata tra radiazioni nucleari che ci abbronzano di più e legioni di mutanti.
Purtroppo il pericolo nucleare è ancora dietro l'angolo ed è tornato di nuovo terribilmente attuale, visto che ci sono sempre dei pazzi al potere che con i loro test nucleari vogliono mostrare al mondo un nuovo sole (per citare un articolo di giornale).
Ma veniamo ai tormentoni più recenti di questa ultima estate
Tra le granite e le granate di Francesco Gabbani
Ecco il testo
Oggi il Paradiso costa la metà
Lo dice il venditore di felicità
In fuga dall'Inferno, finalmente in viaggio
La tua vacanza in un pacchetto omaggio
Foto di gruppo sotto il monumento
Turisti al campo di concentramento
E sulle spiagge arroventate
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate
E state
Lì dove siete, com'è che state? Ci state bene?
E state
Macellerie sudate in coda nei musei
Hotel di lusso nei villaggi dei pigmei
Mente sana e corpo fatiscente
Antologia della vacanza intelligente
La tua vita al largo da una vita intera
Fischia il vento ed urla la bufera
Fra le granite e le granate
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate
E state
Lì dove siete, com'è che state? Ci state bene?
E state
Lì dove siete, com'è che state? Ci state bene?
E state
Eppure non partiamo mai, ci allontaniamo solo un po'
Diamo alla vita un'ora perché al ritorno sembri nuova
Davvero, non andiamo mai oltre le nostre suole
Muovi il passo, tieni il tempo, gira come gira il vento
Lì dove siete, com'è che state? Ci state bene?
E state
Eppure non partiamo mai, ci allontaniamo solo un po'
Diamo alla vita un'ora perché al ritorno sembri nuova
Davvero, non andiamo mai oltre le nostre suole
Muovi il passo, tieni il tempo, gira come gira il vento
Dietro le spalle, un morso di felicità
Davanti il tuo ritorno alla normalità
Lavoro e feste comandate
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate
Lì dove siete, com'è che state? Ci state bene?
E state
Lì dove siete, com'è che state? Ci state bene?
E state
Insomma Gabbani dopo aver ironizzato sui tuttologi del web, oppio dei poveri, perchè l'intelligenza è demodè con il suo Occidentali's Karma, ci regala ancora il suo acume pungente trattando il tema della vacanza come breve fuga dalla grigia quotidianità, dalla quale però ci allontaniamo solo un po' perchè in realtà non partiamo mai per il viaggio vero dentro di noi.
Pamplona di Fabri Fibra Ft. Thegiornalisti
Ecco il testo
Stavo col libanese
Quando sotto casa gli hanno sparato
Ma quanta violenza che passa in tele
Però meglio in tele che dentro casa
Frate, lavoravo in un ufficio
Giuro stavo diventando pazzo
Ci pagavo a malapena l'affitto
In Italia non funziona un cazzo
Sognavo nella tasca i contanti
Ho vomitato le rime più crude
Che brutta vita fanno i cantanti
A 15 anni, oggi tutti youtuber
E questo è il ricambio generazionale
Se segui ricambio, rapper nazionale
Corro sulla fascia, la moda divide
La gente si lascia al passo con i Kardashian
Dove sei? L'estate comincia adesso
Ma tu vuoi correre, c'è l'Apocalisse in centro
Segui le luci della città, pace agli uffici e alle università
Beviamoci su che qualcosa qui non funziona
Siamo come i tori a Pamplona, Pa-Pamplona
Oggi le modelle fanno le DJ
La bella gente, la pista, le luci
E le ventenni vanno a letto con i vecchi
Per pagarsi una borsa di Gucci
A Milano piove spumante
Perché lo Champagne è francese
Un matto gira in centro in mutande
E uccide i passanti con un machete
La politica ci vuole divisi
In TV sento parlare di Isis
Su nel cielo, guarda, volano missili
Fuori fighe da sfilate Intimissimi
Droga gira in questi party, unisciti
Ogni tanto, vedi, c'è chi collassa
Gli adulti che si fanno selfie in crisi
Non trovano parole neanche per gli hashtag
Dove sei? L'estate comincia adesso
Ma tu vuoi correre, c'è l'Apocalisse in centro
Segui le luci della città, pace agli uffici e alle università
Beviamoci su che qualcosa qui non funziona
Siamo come i tori a Pamplona, Pa-Pamplona
Fuggiamo insieme e sorvoliamo l'oceano
È da una vita che vuoi sapere il nostro posto qual è
Il nostro posto qual è, iI nostro posto qual è
Beh direi che il testo si commenta da solo, non sono solo canzonette, sono testi che tormentano ma in profondità, come dice il proverbio "canta che ti passa!"
Avrei altre canzoni da citare, ma il post diventerebbe troppo lungo.
A voi viene in mente qualche canzone, tormentone estivo o invernale non ha importanza, che tratti temi forti a suon di ritornelli allegri?
28 commenti:
Non c'è estate senza tormentone, no? In fondo ne fanno parte in pieno. Splendida Giuni Russo indimenticabile.
Ciao Sandra, verissimo, Giuni Russo grandissima voce soprano prestata alla musica leggera e grande ironia.
In realtà io penso che a creare il "tormentone" sia più il ritmo della canzone. Questo si nota ancora più con le canzoni inglesi che molti canticchiano senza conoscere il senso delle parole.
Per dire, "I love it" degli Icona Pop: per tutta un'estate è stata un tormentone che tutti ascoltavano e canticchiavano con l'aria di chi sta intonando una simpatica canzone estiva che parla di spiagge, mare, vacanze... In realtà il testo fa riferimento a una ragazza che sta rompendo una relazione e dice al suo ex cose tipo "Ho ficcato la tua m...a in un borsone e l'ho buttata per le scale" o "Tu sei degli anni '70, ma io sono una putt...lla degli anni '90"...
Non so se rendo l'idea...
Infatti è così, il ritmo musicale ripetitivo e allegro crea il tormentone, ma il testo non è allegro. Le canzoni in inglese poi traggono in inganno ancor di più perché proprio non capiamo il testo, come il caso da te citato, anch'io canticchiavo I love it senza capire il senso, ma credo ce ne siano molte altre.
Dico solo: la grande Giuni Russo. Una voce indimenticabile, una sensibilità e un talento meravigliosi.
Ho seguito Giuni Russo lungo l'arco di tutta la sua carriera e anche i Righeira li ricordo bene. Non ascolto però la radio da moltissimo tempo e alla televisione seguo solo l'informazione politica, quindi i tormentoni recenti non mi capita di ascoltarli. L'unica eccezione è stata un paio di anni fa "Roma-Bangkok", ma credo che il testo in quel caso rispecchi puramente l'andamento della musica.
Credo anch’io nel caso Roma- Bangkok, a volte il tormentone è solo una canzone piacevole che ci martella in testa senza un testo impegnato. E servono anche quelle, fanno parte della leggerezza dell’estate.
la risposta è nel commento sotto, ogni tanto sbaglio :-)
Concordo, una grande voce. Mi piaceva molto e ci ha lasciato troppo presto.
Nonostante questa estate appena finita mi abbia sfinito di Gabbani, colpa dei bambini, io adoro Giuni Russo. Forse mi radica bene nel periodo estivo più bello, quando ero io la piccola di casa e l'estate era riposo assoluto. Comunque no, concordo, non sono solo canzonette!
Giuni Russo piaceva a molti, io credevo di essere una delle poche, pensa un po'. Comunque è vero, il ricordo delle estati tutto riposo di quei tempi aggiunge fascino...
Io mi ricordo "Fuori dal tunnel" di Caparezza, estate 2004, nata per criticare il divertimento facile delle discoteche e poi diventata un cult proprio negli ambienti che il cantante criticava. Ricordo che Caparezza si indignò, disse che il testo non era stato compreso e finì in psicanalisi.
Un tema simile è affrontato anche da "Andiamo a comandare", altro tormentone estivo, anno 2016. Anche Rovazzi dovrebbe andare in psicanalisi, ma per altri motivi. ;)
Dopo aver pubblicato il mio precedente commento mi sono ricordata di quando andai a Vieste, nel 2012, in un villaggio turistico. Quell'anno Caparezza aveva scritto "Vieni a ballare in Puglia", un pezzo che denuncia le condizioni della sua regione, una canzone, con ritornello ballabile che la fece diventare un tormentone. Ma andatevi a leggere il testo.
Pensando agli anni '90 mi viene in mente "Blue" degli Eiffel 65, un brano dance che parlava di depressione. E, pensandoci bene, anche "Hanno ucciso l'uomo ragno" aveva un senso. Anni dopo fu definita "canzone sociale", poiché sottolineava il cambiamento culturale causato dall'avvento della tv commerciale gestita dalle lobby e dai messaggi fuorvianti dei media ("forse quelli della mala, forse la pubblicità"). Prima i ragazzini leggevano i fumetti con i supereroi sognando di diventare come loro. Poi crescono, e si trasformano in "ragionieri in doppio petto pieni di stress", dimentichi degli ideali della propria infanzia.
Dal web:
L'Uomo Ragno simboleggia la parte buona ed eroica dell'uomo e i valori positivi della società (i sogni, la giustizia, l'altruismo, la fantasia), uccisi dal mito del consumismo, dalle industrie, dai poteri economici e dalla pubblicità. Non è un caso dunque che la pubblicità, emblema per eccellenza del consumismo, venga connotata negativamente da Pezzali, tramite un accostamento con la malavita ("forse quelli della mala, forse la pubblicità"). Negativa, ovviamente, è anche la visione dello sviluppo industriale, al punto tale che l'autore annovera tra i possibili mandanti dell'omicidio persino le innocue industrie per la lavorazione del caffè ("avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè").
Ciao Chiara, è vero Caparezza scrive sempre dei testi di denucia, molto acuti e graffianti, ricordo bene entrambi i pezzi. È un cantautore che apprezzo molto. Il bello è che poi certe canzoni hanno successo proprio negli ambienti su cui si ironizza, Rovazzi è uno di questi casi…
Non ho presente in questo momento la canzone degli Eiffel 65, andrò ad ascoltarla. Anche “Hanno ucciso l’uomo ragno” mi aveva colpito per il testo chiaramente allusivo al sistema pubblicitario.
A me viene in mente anche il testo della canzone dei Gemelli diversi “Mary” che parlava di un incesto a tempo di rock. Ogni volta che l’ascoltava mi si accapponava la pelle all’idea di un padre che violava la figlia.
Bellissimo, grazie dell'approfondimento.
Anche Pezzali non mi dispiace affatto.
Mary era un rap, mi piace molto. :)
Anche se non si parla di tormentoni, anche "pazzo di lei" di Antonacci e "destinazione paradiso" di Grignani sono state fraintese. Sembrano canzonette d'amore, ma una parla di eroina e l'altra di suicidio. :)
p.s. Blue è stato il tormentone dell'estate 1998 o 1999. Forse lo conoscono solo quelli della mia età. :)
Tutte quelle di Elio e le storie tese (che sembrano cantare cavolate, e invece no), dalla Terra dei Cachi a Parco Sempione. Molte di Caparezza, mi viene in mente Io vengo dalla luna:
Io non sono nero
Io non sono bianco
Io non sono attivo
Io non sono stanco
Io non provengo da nazione alcuna
Io, si, io vengo dalla luna
Io non sono sano
Io non sono pazzo
Io non sono vero
Io non sono falso
Io non ti porto jella ne fortuna
Io, si, ti porto sulla luna
Altro che canzonette...
Mitici sia Caparezza sia Elio e le storie tese, i loro messaggi suonano forte e chiaro, è bello sapere che concordiamo :)
L'ho cercato su YouTube, adesso ricordo bene quel pezzo, lo canticchiavo anch'io :)
Alcune sono davvero indimenticabili ed è inevitabile associarvi poi dei ricordi specifici, soprattutto quando si tratta di canzoni così storiche come quelle che hai citato. Però, sarò diventata vecchia, ma i tormentoni degli ultimi anni li detesto e basta. Mi sa che col tempo i gusti restano quelli della giovinezza...
I tormentoni non mi... tormentano più da quando ho smesso di guardare la tivù, anche se mi capita ugualmente di sentirli. Il termine, però, mi ricorda direttamente "Wuthering Heights" di Kate Bush e "Ti amo" di Tozzi, perché in quel periodo dormivo sul juke-box (ma farei meglio a non dirlo...). ;)
Uh, per ricordare i miei tormentoni devo risalire alla notte dei tempi. Di rado infatti ascolto la radio, solitamente quando lavoro metto qualche sottofondo di musica classica strumentale. Nel genere che menzioni (quindi canzone apparentemente frivola con un testo serio o triste), metterei "Splendido splendente" di Donatella Rettore che prendeva in giro la chirurgia estetica. Anche "Centro di gravità permanente" di Battiato, che adoro, la si sentiva ovunque negli anni '80.
Che strano, pensavo di averti già risposto ma non vedo più il mio commento...forse sono io che perdo dei colpi! I gusti della giovinezza prevalgono sempre, infatti a me basta ascoltare Giuni Russo e mi sembra di tornare adolescente, forse non è la canzone, ma il ricordo piacevole che ci porta...
In realtà non basta eliminare la TV, a me capita di ascoltarli nei negozi o in giro in vacanza (basta un week end al mare e la cattura del motivetto orecchiabile è garantita, anche se non vuoi). Io amavo moltissimo la canzone di Kate Bush ehm...anche Ti amo di Tozzi, ancora adesso mi capita di canticchiarla 😉
Splendido splendente secondo me era fantastica! Ma sai che anch'io amo Battiato Cristina! Anche se adesso lo seguo meno, ai tempi di Centro di gravità permanente lo ascoltavo tantissimo.
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