sabato 25 maggio 2019

Le scelte della vita


In questi ultimi tempi non scrivo, è diventato un problema ritagliarsi del tempo anche nel week end.
È colpa anche di una certa indolenza che mi ha invaso o, forse, da cui mi sono lasciata invadere. Nel frattempo, però, ho ritrovato il piacere della lettura, leggo parecchio, di notte soprattutto, nei momenti di insonnia. Certi libri sono stati anche consolatori, per esempio La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone, un autore interessante, di lui avevo letto La tentazione di essere felici. 
Questo romanzo contiene tante piccole verità in cui mi riconosco profondamente. Una in particolare mi ha colpito.

"Fai il possibile perchè ciò che ti piace non diventi un passatempo da coltivare solo nel fine settimana. È la via più diretta per trasformarsi in un infelice."

Mi sono chiesta: ma forse avrei dovuto combattere di più per raggiungere quello che volevo realizzare nella vita? 
Quando ho dovuto scegliere il mio percorso universitario mi sarebbe piaciuto fare Lettere ma - a detta di tutti - sembrava l'anticamera della sicura disoccupazione, così scelsi Economia, un corso di studi che tutto sommato ho amato, eppure mi sono chiesta se avessi dovuto seguire il suggerimento del cuore invece che quello della ragione. Io ho lavorato subito dopo la laurea, a parte qualche mese di stallo, per cui la mia scelta era stata premiata, ma chissà come sarebbe andata cambiando facoltà.
Non lo saprò mai e forse non sarebbe cambiato molto, nel senso che non mi avrebbe garantito uno sbocco nella scrittura come lavoro della vita.
Credevo di aver preso in mano la mia vita e di dirigerla senza problemi, invece spesso non si è realizzato quello che avevo progettato e per cui avevo combattuto. 
Insomma più che registi della nostra vita siamo foglie in balia del vento, ogni tanto qualcosa va nella direzione giusta, e allora ci piace pensare che sia soprattutto merito nostro e del nostro impegno, magari è un po' anche così. 
Poi leggi un libro e ti riconosci nei pensieri del protagonista:

"Le vite degli altri sfilano via veloci, la mia invece è ancorata da tempo immemore. Chissà perché, alcune esistenze sembrano pedine del Monopoli che corrono fino al Via, altre avanzano a tentoni, cercando invano di scansare la casella Imprevisti."

Beh, è così che ogni tanto mi sento, ma forse questa sensazione prima o poi viene a tutti per un qualche motivo di insoddisfazione, anche a coloro che ci sembrano in pace col mondo e perfettamente felici. E così continuerò a coltivare la mia passione per la scrittura nei ritagli di tempo del fine settimana perché non posso fare altrimenti e amen. 
E poi come disse un grande uomo è importante avere una visione e impegnarsi per realizzarla, altrimenti si resta nella dimensione del sogno e basta. Magari non ci riuscirò ma almeno ci avrò provato.

Una visione senza azione resta un sogno. Nelson Mandela 

Un altro libro che sto apprezzando molto è Nella Notte di Concita De Gregorio, è un romanzo che affronta un tema molto interessante che ci riguarda da vicino perché parla della politica italiana e delle congiure di palazzo. Il tutto sotto forma di romanzo: Nora, una brillante studentessa, appassionata allo studio della politica, nella sua tesi di dottorato svolge un'indagine sulle ore durante le quali l'elezione a presidente della repubblica di Onofrio Pegolani, data per certa dagli analisti e dalla maggioranza dei parlamentari, è sfumata senza un apparente perché. È proprio grazie alla qualità della sua tesi che Nora viene convocata dal suo relatore che le offro un impiego di prestigio in un centro studi di Roma.
Qui Nora ritrova una sua cara amica di infanzia ed è uno dei motivi per cui accetta il lavoro. Ma nello stesso tempo comincia il giallo sull'attività del centro studi e sugli eventi di quella mancata elezione. 
Il romanzo, scritto da una giornalista che conosce bene la politica e gli intrighi di palazzo, svela un mondo reale sia pure in forma romanzata e dietro i nomi inventati intuiamo i nomi reali. 
E ci facciamo qualche domanda sulla nostra realtà italiana, ma non solo. 
Siamo davvero sicuri di scegliere consapevolmente oppure subiamo le influenze fortissime di un sistema che ci manovra? 
Vi riporto alcuni estratti che rendono bene il senso di quanto detto prima.

"La verità non esiste: chi si ostina a cercarla merita il castigo di trovare la peggiore possibile. Di trovarne una che punisca la sua presunzione. Le verità sono fatte di trame verosimili, ma prima di ogni altra cosa devono essere credibili e dunque credute."

"Lo scandalo pubblico è già la condanna. Quando poi arriva, se arriva, l'archiviazione o l'assoluzione, il tempo è passato, la storia è andata avanti, c'è senz'altro un altro scandalo più fresco e la vittima - quella  vittima ormai dimenticata o ricordata solo per il reato che non ha commesso - è rimasta a terra. Ferma in quel posto, indietro."

Ci sono libri che più di altri ti fanno riflettere e ti mettono davanti agli occhi pensieri che magari conoscevi già, ma che, scritti da un'altra persona, hanno il potere di renderti più consapevole.
Forse è per questo che le parole possono cambiare il mondo, io non ho perso la speranza, e voi lo credete possibile?




16 commenti:

Marco Freccero ha detto...

Spesso mi chiedo ancora che cosa sarebbe successo se avessi scelto di fare l'infermiere, anziché il magazziniere (come poi ho fatto). Anni di lavori che non mi piacevano, e che dovevo fare. Be', ormai è passato tanto di quel tempo... Ma quando feci la scelta non potevo fare altro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

A volte si fanno certe scelte perché non si ha altra scelta...
Però ci sono anche coloro che osano sfidare l'incertezza per inseguire i propri sogni, un mio amico per esempio voleva fare il pilota e per anni ha seguito dei corsi di volo per mantenere il brevetto (un numero di ore di volo annuale minimo senza le quali il brevetto è revocato), accettava dei lavori precari per sbarcare il lunario e pagarsi le ore di volo. Noi amici lo consideravamo un pazzo, però alla fine è stato assunto da una compagnia aerea e ha realizzato il suo sogno. Ho ammirato la sua perseveranza...

Ariano Geta ha detto...

Credo che qualche scelta fatta più con la concretezza che con il sogno ce l'abbiamo tutti. E a tutti ci rimane il dubbio: ma se avessi fatto l'altra scelta legata al sogno?
Chissà come sarebbe andata, chi può dirlo. Resta il fatto che ho conosciuto persone che il loro sogno lo hanno inseguito e lo stanno inseguendo pervicacemente, ma sono rimaste ai margini. Forse loro si stanno chiedendo "Non sarebbe stato meglio scegliere la concretezza?"
Riguardo la politica italiana, non c'è dubbio che ormai è un'oligarchia che cerca di manovrare a proprio piacimento l'opinione pubblica. Anche se eventi come l'affermazione dei 5 Stelle (che per inciso a me non piacciono granché) dimostrano comunque che per fortuna i cittadini possono ancora scardinare i comitati d'affari (partiti politici ;-) inchiodati alle poltrone del palazzo. Magari è assai meno semplice scardinare tutto l'apparato dei burocrati legati all'oligarchia, quelli non sono eletti, sono dipendenti pubblici però spesso sono stati assunti solo per vicinanza politica. Sono il deep state, quelli che rendono necessarie le rivoluzioni con spargimento di sangue per cambiare davvero tutto. Non me la sento di augurarmi un evento simile...

Nadia Banaudi ha detto...

Sono tra coloro che sospingeranno sempre a lottare per trasformare i sogni in realtà, ma e qui il ma è bello grosso, che si rendono conto di quanto sia indispensabile anche "pagare le bollette" accettando soluzioni diverse dal sogno. Quando si raggiunge l'età della ragione, come nel tuo caso, e si desidera tanto qualcosa al di fuori da quel che si ha, l'unica soluzione è provarci. Mi viene da consigliarti un part time, un periodo di aspettativa... Insomma di far bene luce dentro di te e di ascoltarti, perché se quello che vuoi è cambiare forse è il momento di provarci.

Eleonora Ippolito ha detto...

Ti capisco perfettamente e condivido ogni parola qui scritta e condivisa. Personalmente ho passato l'adolescenza a fare cose che non mi piacevano: una scuola che detestavo ma che, in teoria, poteva assicurarsi un futuro lavorativo dopo il diploma; frequentazioni che non mi hanno mai convinta e troppo diverse da me, ma che comunque erano quelle che comunemente vengono definite "buone compagnie"; nascondere costantemente quello che sono per uniformarmi, anche se alla fine non è che, nonostante l'impegno, io ci sia riuscita. Dopo il diploma, invece, mi sono stancata di accontentare gli altri e di essere infelice e ho fatto quello che desideravo: Lettere! Il fatto che scrivevo e leggevo come una matta non è più stato un segreto, e io ho cercato di utilizzare questo per trovare un lavoro decente dopo la laurea. Ci sono riuscita? Non del tutto, ma fino adesso ho sempre lavorato nonostante la laurea "malfamata". Continuo a inseguire i miei sogni, a fare del mio meglio, a cercare di migliorarmi e migliorare il mio mondo. Ma mai più farò qualcosa solo perché è quello che ci si aspetta da me. Insomma, tutto questo papiro per dirti che le scelte non vanno fatte solo con la testa ma anche con il cuore, cercando un compromesso tra i nostri sogni e quella che è la società becera in cui siamo costretti a vivere.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Quando si intraprende una strada prima o poi ci si chiederà come sarebbe andata se si fosse presa l'altra, è quasi inevitabile essere assaliti dal dubbio, che assale quasi sempre quando non si è pienamente soddisfatti.
Riguardo alla politica ho sempre grandi dubbi su chi sta al potere (anche quando l'ho votato, ma purtroppo voto sempre il male minore...) però molti dipendenti pubblici fanno i salti mortali per lavorare bene benché stritolati dalla burocrazia, ne conosco parecchi personalmente. Ti assicuro che ce ne sono molti, ma per i politici è più comodo mostrare all'opinione pubblica le pecore nere della categoria. Poi ci sono purtroppo anche i burocrati, raccomandati e nullafacenti, che sono al loro posto per clientelismo politico. È sempre meglio evitare spargimenti di sangue però, finirebbero per colpire quelli che non c'entrano perché i più furbi sarebbero già scappati...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Purtroppo è necessario pagare le bollette, per questo è importante avere un lavoro che lo permetta. Al part time ho pensato spesso, ma anche se me lo concedessero, non me lo posso permettere in questo momento perché ho delle spese che non posso evitare per esempio il mutuo della casa...anche potersi concedere il part time può essere un lusso...ogni tanto però compro un gratta e vinci, non si sa mai.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Hai fatto bene a seguire il cuore, credo sia la scelta che non da rimpianti, al di là dei risultati finali. È importante inseguire i propri sogni che si possono realizzare solo provandoci (il classico regalo che cade dal cielo non lo credo possibile). Ma come affermi è ancora più importante "non fare ciò che gli altri si aspettano e -talvolta - pretendono" soprattutto per ricoprire il "ruolo sociale" che ci affibbiano a tutti i costi.

Grazia Gironella ha detto...

Le parole possono cambiare il mondo, ma non da sole. Serve un sacco di lavoro per arrivarci dalla parte giusta, e tante scelte per trasformarle in azioni. A volte anch'io mi dico: e se avessi seguito un percorso di scienze naturali, visto che volevo diventare etologa? Chissà che animali starei studiando adesso... In famiglia, però, mi dissero che non avrei trovato lavoro, e a quell'età non avevo... attributi sufficienti per fare di testa mia. Però sto bene e la mia vita mi piace, perciò il mio rimane solo un punto interrogativo ozioso, alla fine.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Servono tante scelte e tanto lavoro è vero, ma il risultato non sempre è garantito, però provarci è importante. Alla fine pensare a "come sarebbe andata se..." è un punto interrogativo ozioso in effetti, perché indietro non si torna e cambiare il passato non è possibile. Se poi sei soddisfatta della tua vita vuol dire che comunque sia è stata la scelta giusta. La mia vita in questo momento non mi soddisfa molto invece, ma forse è solo una fase...

Maria Teresa Steri ha detto...

Cara Giulia, capisco bene le tue riflessioni. Ci sono momenti in cui ci si guarda indietro e non si può fare a meno di chiedersi se le scelte fatte siano state le migliori. Sull'università, io sono stata una di quelle che hanno scelto con il cuore e non con la testa, e in un certo senso ne ho pagato il prezzo. Perché sì, Lettere è davvero l'anticamera della disoccupazione e dei lavori mal pagati. E' vero invece che nella vita occorre fare dei compromessi perché è impossibile avere al 100% ciò che si vuole. Ma io sono anche molto fatalista, ovvero credo che le strade prese forse erano più un destino che una scelta e che a un certo punto si riveleranno quelle giuste. Quindi mai smettere di sperare e sognare. E men che mai di scrivere ;) Vedrai che la voglia ti tornerà quando meno te lo aspetti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che essere un po' fatalisti aiuti, forse gli eventi non dipendono dalle nostre scelte ma da un destino che decide per noi, magari gli diamo una mano ma poi sono le stelle che realizzano i nostri sogni. Nonostante questo periodo ho ancora voglia di scrivere (almeno in teoria) più avanti vedrò di farlo anche in pratica. Ho ancora tante storie in testa, anche se nebulose...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Penso di non dover ringraziare abbastanza i miei genitori, mio padre in particolare, per avermi obbligato a frequentare il liceo linguistico anziché il classico, che mi avrebbe portato inevitabilmente alla Facoltà di Lettere, e quindi a insegnare. Che poi non è detto, ma insegnare non mi sarebbe per niente piaciuto, perché non ho pazienza con i grandi numeri. E poi con quello che si legge sui giornali, ora bisogna andare a scuola con l'elmetto... ! La vita è poi strana, e ora faccio un lavoro che mi piace moltissimo.
Frequentare l'università ora, con una facoltà che davvero amo, mi sta dando soddisfazioni impagabili, ma mi chiedo quale approdo mai avranno i miei giovani compagni nel mondo del lavoro. Mio figlio ha fatto una scelta come la tua: il suo grande amore sarebbe stato Storia, come me, invece ha scelto Economia che comunque non gli dispiaceva. La vita a volte sembra fatta di "what if" o di "sliding doors" se preferisci, secondo me è come una grande corrente che ci porta inevitabilmente in una certa direzione. Per quanto riguarda la scrittura, vorrei dirti che poco è meglio di nulla, anch'io, come ti dicevo, sono diventata la scrittrice del sabato sera, ma quel poco mi ha permesso di revisionare e inviare il mio romanzo al concorso, e ora sono in dirittura d'arrivo con "Le regine di Gerusalemme". La mia strategia è quella della formichine, quindi non ti abbattere se hai poco tempo. :)
A proposito dell'argomento politica, il libro di De Gregorio mi sembra interessante. Io vorrei leggere l'opera di Michela Murgia "Istruzioni per diventare fascisti" che è ovviamente un'ironica apologia del fascismo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sai che anche a me è piaciuto molto studiare economia, è un corso di studi variegato che tocca molte materie che impattano sul mondo reale. Probabilmente neanche a me sarebbe piaciuto insegnare (anche se ho la predispozione naturale da maestrina, quando spiego agli altri dicono che sono molto chiara). Credo che i pensieri da "Slinding doors" nascano in me a causa della sensazione di soffocamento che il lavoro sta dando. Non parlo solo di me, è proprio la realtà odierna che è cambiata, pensa a quei poveretti del commercio spesso costretti a lavorare anche la domenica perchè i negozi sono sempre aperti.
Comunque il mio atteggiamento da "formichina" (in questo sono come te!) mi aiuta anche a scrivere. Non conoscevo il libro di Michela Murgia, quello della De Gregorio è molto interessante, ormai l'ho finito, un bel libro!

Barbara Businaro ha detto...

Vorrei dirti che davvero in certi momenti della vita non abbiamo altre scelte ed è inutile crucciarsi, la cosa solleverebbe anche me, ma temo non sia del tutto così. Se quelle decisioni ci tormentano anche dopo tanti anni, vuol dire che il dubbio c'è e che, per quanto difficile fosse, un'altra scelta era possibile. Ancora di più, credo che questi dubbi si facciano strada proprio in un periodo simile, cioè quando soffriamo di una situazione che non sembra avere altra scelta.
Questo post, che leggo solo ora, sembra andare a braccetto con quello mio su Portia Nelson e la sua autobiografia in cinque brevi capitoli. Ci sono le buche, ma possiamo aggirarle e possiamo anche decidere di cambiare strada.
Nel concreto, c'è un lavoro che soffoca e che non ci fa dormire per parecchie notti, lasciando poi solo l'angolino del weekend per una valvola di sfogo (la scrittura o qualsiasi altra passione importante). Certo c'è da pagare il mutuo, le bollette, le tasse e quant'altro, ma se il lavoro intacca la salute (e l'insoddisfazione è il primo toc toc alla porta) occorre iniziare a pensarci. Diminuire le ore, non necessariamente il part-time, ma niente straordinari, anche se sono pagati. Niente lavoro a casa, solo in ufficio e solo in quell'orario. E poi non è l'unico lavoro del mondo, noi donne abbiamo il brutto vizio di non guardarci intorno e cercare altro. Che, seppure in momento di crisi, c'è. A volte anche un demansionamento (meno responsabilità, diverso settore, diminuzione di stipendio lieve, ma non come il part-time) può essere terapeutico. Diminuire le ore di spostamento, cambiando lavoro o casa (dicono questo sia il periodo migliore, io mi sto guardando intorno, ammetto che qualche volta considero pure di cambiare nazione...)
Comunque, un bel giro di integratori di vitamine e sali minerali è sempre consigliato in primavera (sperando che arrivi, sta primavera...) :D

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vero Barbara quando ho letto il tuo post su Portia Nelson ho trovato delle similitudini e ho pensato "si vede che è un periodo di riflessioni di questo genere".
Confermo che i dubbi vengono proprio perchè c'è un'insoddisfazione latente che non ci fa dormire. E allora capita di fare un bilancio e di chiederti se non hai sbagliato tutte le scelte facendo emergere qualche rimpianto di troppo...
Io non mi porto il lavoro a casa, salvo rare eccezioni, e cerco di non fare straordinari, anche perchè non me li pagano (li posso solo reuperare)però non sempre ci si riesce. Dico "cerco" perchè lo scorso anno di straordinari ne ho fatti parecchi perchè era tutta una scadenza, putroppo. Comunque adesso faccio degli orari più umani, è lo spirito che è un po' giù, magari è anche colpa della primavera che non arriva... :-D