venerdì 18 ottobre 2024

Il romanzo vien scrivendo

 

Il talento senza allenamento è inutile.Mark Twain


Nel mese di agosto, approfittando di qualche momento libero, ho provato a riprendere a scrivere. Tuttavia, mi sono resa conto di non avere così tanto tempo a disposizione. Ci sono stati solo un paio di giorni in cui, senza particolari impegni, mi sono seduta al computer per tentare di scrivere. All’inizio, per un paio d’ore non sono riuscita a produrre nulla: ho semplicemente riletto vecchi appunti su idee da sviluppare. Poi, finalmente, sono riuscita a mettere insieme alcune righe e, con fatica, ho completato due capitoli del mio (forse) nuovo romanzo. Ho capito che, come l’appetito vien mangiando, anche la scrittura vien scrivendo. Bisogna passare del tempo davanti alla pagina bianca per riflettere, e pian piano le idee iniziano a prendere forma. Naturalmente, è essenziale avere una chiara progettazione della storia; non si può procedere a tentoni, guidati solo dalla fantasia, ma occorre avere ben chiara la trama, nella mente o su carta. 

 Il talento senza allenamento è inutile. Mark Twain

Mi ritrovo molto nella citazione che ho riportato sopra di Mark Twain, la scrittura ha bisogno di costante allenamento, che io interpreto come costanza e metodicità. 

Ma come fare a trovare il tempo quando il mondo intorno a te manovra per succhiarti via il tempo e, soprattutto, tutte le energie? Con l’inverno che si avvicina potrei dedicare qualche sera alla scrittura, se non crollo miseramente addormentata sul divano, mi sono ripromessa di provarci ma finora sono riuscita a mettermi davanti al pc solo un paio di volte e con una produzione limitata di righe. Non riesco più a trovare neanche il tempo per scrivere un post figuriamoci per scrivere un romanzo. Tuttavia non voglio arrendermi, infatti ho deciso di scrivere almeno un post sul blog e proprio su questo argomento, proprio perché ormai sto trascurando anche il blog, anche in questo caso se non decido di mettermi davanti al pc per scrivere non arrivo a niente. 

Parlando però di “progettazione”, c’è un problema che mi perseguita da un po’, per il mio giallo ho in mente una storia, ma non so se voglio davvero raccontarla, è tratta dalla realtà, purtroppo è una storia molto cruda ed è anche uno dei motivi per cui tentenno e non riesco a trovare la giusta direzione. Forse dovrei trovare un’idea differente ma altrettanto forte e stimolante. Nel frattempo leggo libri, non sulla scrittura, semplici romanzi, perché leggere aiuta sempre. 

La progettazione narrativa è quel processo di strutturazione e pianificazione di una storia, considerando i personaggi, l’ambientazione, la trama, i temi e i conflitti. In pratica si tratta di creare una “mappa” della storia prima di scriverla, per darle una direzione chiara e una struttura solida. Per molti miei romanzi spesso il progetto era ben chiaro nella mia mente e sapevo esattamente dove volevo arrivare. Oggi invece, forse a causa del dilemma di cui ho parlato sopra, sono parecchio in alto mare. 

Al momento ho solo due punti fermi

Ambientazione: città di Bologna e dintorni 

Personaggi principali: Saverio Sorace vicequestore e Sara Castelli criminologa, che sono sempre gli stessi della serie con i loro tormenti interiori da risolvere. 

Manca la trama, il tema e il conflitto, mica poco!

Nel primo episodio della serie buona parte della trama è nata dagli stessi personaggi, perché ovviamente avevo ancora tutto da raccontare della loro vita. Negli episodi successivi, oltre alla storia dei personaggi che aveva un suo sviluppo, c'erano dei temi che sentivo fortemente di voler trattare e da lì scattava anche la trama. Ora invece sono in stallo.

Non so se riuscirò a trovare la mia “mappa” per non perdere la rotta nel processo di scrittura. Per il momento ho condiviso con voi questi pensieri. A volte arrovellarsi per cercare una soluzione, anche con la scrittura di questo post, può servire a trovarla, chissà.

Voi cosa ne pensate?


Fonte immagine: creazione di Chat Gbt 

1 commento:

Marco Freccero ha detto...

Mark Twain aveva ragione. Occorre essere costanti ma è tutt'altro che semplice. Finché ero operaio non riuscivo a combinare molto. Troppo pesante il lavoro.
Per trovare la giusta direzione credo che la lettura sia un buon sistema. Alla lunga "qualcosa" emerge. Ma bisogna pensarci su, come diceva il Manzoni.