domenica 4 marzo 2018

Scrivere erotico

Da "Cinquanta sfumature"
C'è un momento nella vita di una donna che ogni decisione è gestita dagli ormoni, un momento che si verifica indipendentemente dall'età, può accadere a quindici anni, a trent'anni, a cinquanta o a sessanta. 
È il momento in cui si scopre il sesso. Le donne, si sa, sono dolcemente complicate, come canta la Mannoia in una famosa canzone, per questo scoprono il sesso in età diverse, a seconda del percorso della propria vita. Di solito è legato all'amore, ma non è sempre così. Nell'adolescenza c'è la fase della scoperta, delle insicurezze, della ricerca di conferme, spesso il sesso è solo un modo per emanciparsi: tutte le mie amiche lo hanno già fatto e io a sedici anni sono ancora vergine! Come è possibile? 
Mi è capitato di ascoltare certi discorsi tra ragazze, nel passato e nel presente. Molte volte si fa sesso per il gusto della scoperta, magari con l'uomo che ci piace un po', ma non del tutto. E non è l'amore della vita, anche se non è detto. 
Poi però arriva il momento in cui la passione arriva davvero e ci travolge. E questo non sempre accade nei tempi giusti, può arrivare a vent'anni, quando non si ha ancora tutto il bagaglio di esperienza che serve per riconoscere il vero amore e, magari, si fanno errori, non si da la dovuta importanza alla storia, salvo poi rimpiangerla tutta la vita. Oppure può arrivare a quarant'anni quando si ha già una famiglia e allora è una tragedia perché bisogna fare delle scelte molto difficili, salvo rinunciare e decidere di vivere senza passione. 
Tutta questa premessa dove vuole arrivare? Sto cercando di spiegarmi il grande successo del genere erotico. Mi è capitato di leggere qualche romanzo e mi sono resa conto che dopo un po' mi annoio, mentre una volta questi romanzi mi piacevano molto. Parlavano a quella parte di me che non c'era ancora, quella parte di me che anelava una grande passione, un travolgimento dei sensi totale e il romanzo mi dava la possibilità di appagare quel desiderio che non trovavo nella vita reale. 
Poi nella mia vita è arrivata la passione vera e ho smesso di leggerla per poterla vivere. 
Ma torniamo alla scrittura erotica, ovviamente in questi romanzi lui è bello, ricco, pieno di fascino, e la donna, anche lei bellissima anche se parecchio sprovveduta, si lascia felicemente sedurre, bistrattare e picchiare. 
E ovviamente, alla fine di una serie di incontri erotici ad alto tasso di equilibrismo, finiscono per amarsi alla follia, si sposano e vivono per sempre felici e contenti, come nelle migliori favole.
In fondo va bene così, i romanzi sono fatti per sognare e, tutto sommato, sarebbe difficile sognare se lui fosse un rospo e povero in canna. Oppure no, lui può anche essere povero in canna ma deve essere almeno bellissimo, altrimenti che sogno è? Vabbè c'è anche il sogno in cui il rospo con un bacio  diventa un bellissimo principe, è sempre una variante del romanzo.
Da "Cinquanta sfumature"
Avevo iniziato a scrivere questo post diverso tempo fa, seguendo l'onda dei miei pensieri, indecisa se pubblicarlo o meno, poi mi sono imbattuta in un articolo sull'importanza delle fantasie sessuali sul numero sette di Donna Moderna e ho pensato: "Guarda un po', ne parlano anche qui".
Secondo l'articolo ci sono fior di studi di uno psicologo americano Michael Bader, psicologo e psicoanalista di San Francisco da oltre 30 anni che spiega in un libro, intitolato "Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali", come l'eccitazione sia strettamente connessa al senso di sicurezza, più ci sentiamo al sicuro più ci liberiamo e liberiamo le nostre fantasie. Queste fantasie agiscono come delle terapie ed è importante trovare qualcuno che possa immaginare degli scenari complementari ai nostri, in tal modo si realizza una "chimica" speciale, una irresistibile attrazione perché le fantasie dell'altro corrispondono magicamente alle nostre. Possiamo chiamarla "corrispondenza di amorosi sensi" oppure magia, alchimia dell'inconscio, quello che più ci aggrada. 
Così ci lasciamo conquistare da storie come le cinquanta sfumature, di grigio, di nero e di rosso, perché quella chimica sessuale è presente in quelle pagine e ci fa sognare, ma a distanza di sicurezza. In fondo chi rischia è la nostra eroina del romanzo che incontra un giovane, bellissimo, ricchissimo milionario con esigenze erotiche molto particolari (insomma, qualche difetto deve pure averlo) e si lascia trascinare nel vortice della passione. 
Ma tutto questo discorso dove va a finire? A niente, io non so scrivere erotico, le mie scene sono al limite appassionate e ho molta ammirazione per chi riesce a scrivere bene un romanzo erotico, anche se potrei leggerne uno ogni tanto, ma non una serie continua. 
In fondo è piacevole lasciarsi trasportare dalle fantasie e se un romanzo ci aiuta scoprire meglio una parte di noi o semplicemente ci lascia viaggiare in territori inesplorati che male c'è?

Il potere della scrittura è anche questo, cosa ne pensate? 

26 commenti:

Luz ha detto...

Dalla mia esperienza di lettrice, posso dirti che prediligo decisamente una narrazione in cui subentra il noto "vedo non vedo". Non mi piacciono le descrizioni troppo esplicite, subentra una morbosità e una curiosità che non hanno nulla a che vedere con la qualità di un testo. Tanto più che il difficile per uno scrittore sta proprio nel raccontare senza mostrare troppo, senza lasciarsi tentare dalle descrizioni rutilanti con corpi che si rotolano e lingue che vagano qua e là. :)
C'è stata altresì un'epoca in cui questo tipo di narrazione, con descrizioni generose, mi appassionava. Quando ad esempio lessi "L'amante di Lady Chatterley", che è un classico di genere, attorno ai 16/18 anni. Erano ormoni, e questo libro veniva passato di mano in mano fra noi adolescenti, assecondando una pruderie che ci faceva ridere e ci metteva una certa febbre addosso. Poi, col tempo, personalmente ho preferito sempre meno questo modo di raccontare un atto sessuale. Anzi, quando scrissi il romanzo cercai di restare a una certa equidistanza dalle parole troppo esplicite.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Luz, anch'io non amo le descrizioni troppo esplicite, il "vedo non vedo" è molto più efficace, secondo me. L'amante di lady Chatterley ormai è roba da educande rispetto a quello che si legge oggi, dove abbondano perfette descrizioni anatomiche. Pensa che con il mio romanzo L'amore che ci manca ho dovuto fare uno sforzo per integrare le scene d'amore, su invito della casa editrice, la difficoltà è stata proprio descrivere senza usare un linguaggio esplicito, una fatica enorme. Ammetto però di avere una certa ammirazione per chi riesce a scrivere erotico senza problemi. Però alla fine se ci sono troppe descrizioni mi annoio, preferisco che l'autore indugi sui sentimenti e sulle emozioni anche connesse al sesso, perchè è importante lasciare una zona franca: la fantasia del lettore.

Anonimo ha detto...

Per rimanere sul classico ho amato molto l'Amante di Lady Chatterly letto in età adulta, e detestato Lolita sempre letto da grande che ci era stato proposto come libro di valore su come si trattano le scene scabrose a un corso di scrittura creativa. Credo che il grande successo de Le sfumature sia proprio cavalcare l'onda di ciò che le donne non vivono, in modo da dar loro la possibilità di vivere la passione sfrenata almeno sulla carta. Perché del sesso se ne fa un gran parlare ma ci sono tante donne poco appagate.
Poi si sa se un un libro funziona arriva tutto il filone dietro, dai vampiri all'erotico appunto, ma non tutti sanno scriverlo altrettanto bene e in giro ci sono un sacco di prodotti scadenti.

Ivano Landi ha detto...

Il mio romanzo in fase di revisione abbonda di situazioni erotiche e per le descrizioni mi sembra di aver scelto una via di mezzo tra "vedo non vedo" ed esplicito. Mentre se penso a un maestro delle descrizioni, mi viene in mente soprattutto De Sade, che riesce a essere sommamente esplicito anche quando usa un linguaggio formato quasi completamente di metafore.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Un titolo ad hoc per un nuovo romanzo erotico potrebbe essere "quello che le donne non vivono", perdonami la facile battuta, ma credo anch'io che il grande successo delle "sfumature e dintorni" sia legato a questo. È più facile vivere la passione dentro le pagine di un libro, viverla nella realtà è molto più complicato. Poi ovvio la bravura di uno scrittore sta proprio nel rendere bene le scene senza scendere troppo di livello. Ho amato molto L'amante di lady Chatterley, invece non ho letto Lolita, mi hai incuriosito, magari più avanti lo leggerò per farmi un'idea personale.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che la via di mezzo sia sempre un buon metodo, non ho letto nulla di De Sade, magari lo metto in lista nelle mie prossime letture, in attesa di leggere il tuo romanzo.

Ariano Geta ha detto...

Sicuramente scrivere (o leggere) erotico può essere una necessità anche psicologica, almeno in certi momenti della vita. Fantasticare l'eros può aiutare anche a comprendersi meglio da ogni punto di vista.
Poi va da se che la lettura deve piacere. Certi romanzi rosa-erotici mi fanno solo sbadigliare e alla decima pagina li rimetto sullo scaffale della libreria. Mi piace l'erotismo abbinato a contenuti più profondi, come, per dire, un classico come "L'amante di Lady Chatterley" o certi romanzi di Michel Houellebecq.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo ci sia una fase in cui certe letture ci piacciono più di altre, rispondono a un'esigenza interiore o a una ricerca di risposte a domande che non osiamo porre. Non conosco Michel Houellebecq, andrò a curiosare su google. Io penso che un romanzo, anche se punta sull'erotismo, debba raccontare una storia con un contenuto, altrimenti finisce inevitabilmente per annoiare.

Tenar ha detto...

Una mia cara amica scrive erotico (sotto pseudonimo). Lo fa molto bene e alcuni suoi racconti, pur decisamente spinti, mi sono piaciuti molto, perché raccontavano sempre qualcosa di interessante che andava oltre il sesso fine a se stesso e non c'era solo melassa intorno. La parte erotica è comunque funzionale a un intento comunicativo. Se non è così, e si tratta solo di un harmony più spinto, con tutto il rispetto per il prodotto in questione, non mi interessa.
Io non sono brava come la mia amica. Solo in un caso la storia mi portava verso una scena davvero forte. Ho dato a quel romanzo un paio di occasioni di pubblicazione ma non ho spinto davvero in quel senso, credo di sentirmi sollevata dal fatto che sia rimasto inedito. Non che lo disconosca, ma, oltre tutto, da prof delle medie, potrebbe darmi un sacco di problemi. Considerato anche che non mi piace pubblicare sotto pseudonimo e il lavoro che faccio, sfumo poco oltre il bacio o i primi vestiti che volano via.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mi dici lo pseudonimo della tua amica, non mi dispiacerebbe leggere un romanzo o racconto erotico scritto bene che vada oltre il sesso. Capisco cosa vuoi dire in merito alla questione di scrivere scene forti se si riveste un ruolo pubblico, nel tuo caso può essere importante mantenere una sorta di aura neutrale, anche se forse una scena forte se inserita in una storia con un contenuto può essere spiegato ai ragazzi. Ti confesso che anch'io, se posso, tendo a sfumare la scena subito dopo i primi baci...

Grazia Gironella ha detto...

Certo non c'è niente di male, anche se per fortuna non è obbligatorio apprezzare il genere erotico. In quel caso sarei clamorosamente fuori regola! Credo che la fantasia di ognuno sia sensibile a certi temi e non ad altri, salvo cambiare nel tempo. Però posso dirti con assoluta certezza che non ne posso più di vedere toraci muscolosi sulle copertine dei romance! Dal collo all'ombelico, con la tartaruga in bella vista, oppure di spalle, con le mani della lei di turno (con le unghie sempre laccate, mi raccomando!) che gli artigliano la schiena... che originalità! Ne sto vedendo a decine mentre mi occupo della promozione di Cercando Goran sul mercato di lingua inglese, e sono giunta alla conclusione che un bel paio di chiappe sarebbe un piacevole diversivo. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Negli ultimi tempi mi sembra di vedere solo delle copertine con toraci scolpiti, ormai mi sembrano tutte uguali, in effetti mettere un sedere ben sodo potrebbe essere una valida variante ;-) Quindi anche sul mercato inglese abbondano? Secondo me anche un buon romanzo erotico potrebbe avere avere una copertina più sobria o forse meno esplicita...

Nadia Banaudi ha detto...

Sfumature a parte ho letto alcuni libri erotici che mi hanno lasciato interdetta. Decisamente non mi resta poi molto impresso della narrazione se non che sono distanti dalla realtà milioni di anni. Certo è, come ha scritto Sandra, che è molto legato al mondo sognato da chi desidera e non ha. Quindi spesso per chi un rapporto soddisfacente ce l'ha tolta la curiosità tutto finisce lì. Temo sarei un impiastro se mi cimentassi in un tentativo e lo ammetto prediligo una bella trama intrigante a certe descrizioni bollenti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mattiniera anche tu vedo! Io ho letto alcuni romanzi self, scaricati gratuitamente, ho trovato un paio di romanzi scritti bene dove l'erotismo era un pretesto per una storia vera, altri invece erano proprio un eccesso di particolari anatomici che non giovavano affatto. Secondo me la descrizione bollente fatta bene in una storia ben congegnata può donare quel quid in più, forse è una questione di equilibrio.

Maria Teresa Steri ha detto...

Anche a me annoiano tantissimo questi tipi di romanzi/racconti. Di fatto non c'è quasi mai una vera storia dietro. Sarà come dici tu, chi legge il genere erotico lo fa sotto la spinta degli ormoni. Personalmente preferisco descrizioni non troppo esplicite che lascino un po' di spazio alla fantasia.
Penso che la buona scrittura si veda anche in questo genere e che ci sia una gran differenza tra scrivere narrativa erotica e narrativa porno. Sono due cose ben diverse. Chi ha scelto di scrivere storie erotiche per assecondare la moda, molto spesso confonde le due cose e finisce per cadere nella seconda tipologia. Per è tutta noia comunque. Se invece c'è una vera storia dietro, il discorso cambia, a quel punto magari ti appassioni anche ai personaggi e una scena più spinta non ti dà fastidio, anzi ti coinvolge.

Marina ha detto...

La scrittura erotica non è facile: non è che metti insieme un paio di azioni con avviluppamenti e descrizioni varie di pose, gesti e quant’altro e servi il piatto in tavola.
Ci vuole eleganza, raffinatezza, se no susciti ilarità oppure, peggio, risulti solo volgare.
Non parliamo delle sfumature che non ho letto, ma una sera mi sono avventurata a vederne il film. Ho riso tutto il tempo: tristissimo. Ma quali fantasie erotiche, a me basterebbe uno sguardo potente piazzato al momento giusto per sciogliermi a dovere, altroché performance audaci!
Infatti scriverne è impensabile: ci ho provato, ma mi sentivo a un passo dal porno, che a me francamente fa schifo.

Unknown ha detto...

A me infastidisce il sesso sbattuto in faccia allo spettatore (nel caso di film) o al lettore al tipo di narrativa che rincorre i numeri più che la qualità. Tutt'altro discorso è la letteratura erotica stile L'amante di Lady Chatterley o alcune pagine del Roth di Pastorale americana (che talvolta esagera). Io però non sono capace di scrivere scene di sesso, sono un po' inibita in questo senso e non penso sia una cosa positiva ^_^

Giulia Lu Mancini ha detto...

La storia è molto importante e se nella storia c'è un forte risvolto erotico va bene, purché non si scada nel volgare o nel ridicolo. Certo scrivere mantenendo un alto livello di scrittura non è da tutti. Per questo ammiro molto chi ci riesce. Al di là di questo mi sembra che oggi si cavalchi molto l'onda del romanzo erotico per poter attrarre pubblico e non sempre i risultati sono apprezzabili.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Hai ragione Marina uno sguardo può essere erotico più di tante azioni esplicite. Io ti confesso che il primo romanzo delle 50 sfumature l'ho letto, mi aveva mandato il pdf una collega e incuriosita mi sono messa a leggerlo. Ho saltato parecchie pagine per arrivare alla fine perché a tratti mi annoiava. Per quel che ricordo il romanzo non era scritto male, forse avrei gradito qualche introspezione psicologica per farmi piacere il romanzo, visto che il protagonista aveva certe perversioni, ma probabilmente c'era già la prospettiva di scrivere gli altri due libri...tuttavia dopo aver letto a fatica il primo ero già satura!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch'io sono piuttosto inibita, le scene d'amore le ho scritte nei miei romanzi, ma sempre cercando di descrivere più le emozioni e i sentimenti che l'atto vero e proprio. È molto faticoso mantenere il giusto equilibrio nella scrittura. Non ho letto Pastorale americana, mi hai incuriosito. L'amante di Lady Chatterley mi era piaciuto molto, soprattutto perché mi sembrava molto dalla parte di lei, di solito queste eroine finivano per fare sempre una brutta fine, invece Lady Chatterley finisce per vivere la sua storia d'amore contro tutto e tutti, una storia modernissima. Non ricordo le scene erotiche, dovrei rileggerlo, è passato un po' di tempo.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Ho letto soltanto due romanzi erotici nella mia vita: "L'amante di Lady Chatterley" e "Il delta di Venere" di Anaïs Nin che in realtà è una raccolta di racconti che furono commissionati all'autrice e che a tratti sono pure divertenti. Per quanto entrambi com'è ovvio siano assai ben scritti, il genere erotico esplicito non ha un particolare appeal su di me, anzi mi annoia un po'. Infatti non è un caso se dopo questi non ho letto niente altro. Comunque non sono contraria per principio alla letteratura erotica, ma preferisco quella passionale alla "Cime tempestose" per intendersi.

Un altro paio di maniche è la storia d'amore inserita nel romanzo dove ci sia la scena erotica necessaria, che però deve essere descritta con gusto e raffinatezza; altrimenti basta poco per scivolare nel ridicolo.

Barbara Businaro ha detto...

Ancora con le sfumature...
Non mi dispiace l'erotico, né leggerlo né scriverlo, sia esplicito, che velato. Ho letto la trilogia delle sfumature, ho letto Grey (me l'ha prestato mio padre, siamo una famiglia strana...). L'ho trovato ben scritto nel secondo e terzo libro, mentre il primo sembra editato da un'altra persona, non ha la stessa qualità. E magari è per quello che tutti si fermano al primo volume. Alcune scene le ho lette ridendo, altre ho iniziato a fare il conto di gambe e braccia, che nemmeno si capiva com'erano messi. Per la cronaca: Anastacia viene "picchiata" una sola volta, su sua esplicita richiesta, alla fine del primo libro. Dopo quell'episodio, come in qualsiasi relazione dove ci sia davvero amore, i due trovano i loro compromessi. Alla fine, soprattutto a leggere Grey, ci si rende conto che lei è la dominatrice e lui lo zerbino (Grey è una lettura ancora più comica da questo punto di vista). Non mi piace infatti la polemica sul fatto che sia una donna sprovveduta a cui piace essere malmenata, sottomessa, prevaricata.
Sui film... beh, è stato tagliato parecchio, come per tante altre trasposizioni cinematografiche. Di bello resta Jamie Dornan e l'Audi. :D
Perché l'erotico vende? Perché il sesso è ancora un tabù, se ne parla/scrive poco e pure male. E forse lo si esercita pure male. In contemporanea con ogni uscita di libro e di film, l'impennata di vendite dei sex toys è esorbitante, con tanto di gadget brandizzati "50 shades" (e già è un mercato che non conosce crisi dal suo exploit di Sex and the city, serie tv che già fu una rivoluzione).
Se devo scegliere però preferisco le scene erotiche di Diana Gabaldon, col suo metodo dei tre sensi, a volte anche rudemente esplicita, ma comunque sempre molto poetica.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mi fa piacere sentire il parere di qualcuno che ha letto tutta la trilogia, io mi sono fermata al primo, ma chissà potrei leggere gli altri due prossimamente., anche se mi incuriosisci sempre più con la Gabaldon. L'erotico vende perché il sesso incuriosisce sempre, perché è ancora un tabù e c'è in giro molto puritanesimo. Io adoravo Sex and the city, fantastico, finalmente un telefilm che parlava senza censure e dal punto di vista delle donne, una volta tanto!


Giulia Lu Mancini ha detto...

Ho letto anch'io Anais Nin credo fosse proprio Il Delta di Venere anche se, mi tocca ammetterlo, non ricordo molto, è passato parecchio tempo. All'epoca ho letto anche Tropico del cancro di Henry Miller, mi ricordo che era piuttosto forte, simpaticissimo Paura di volare di Erica Jong. A pensarci adesso ho letto molti libri erotici, però credo che non ci sia niente di più erotico di una grande passione ben descritta.

Tenar ha detto...

Non ne ho il permesso. Anche lei insegna e in due link si potrebbe arrivare a lei... Noi prof per scrivere certe cose dobbiamo essere come i super eroi mascherati...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vero ;-) nessun problema!