domenica 11 marzo 2018

I 5 libri che hanno influenzato la mia scrittura

La scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. Isabel Allende
Questo post nasce da un'idea di Maria Teresa Steri che nel suo blog Anima di carta
parla dei cinque romanzi che hanno influenzato la sua scrittura, l'idea mi è piaciuta moltissimo tanto che ho pensato di seguirla e scrivere anch'io un articolo analogo sui libri che hanno influenzato la mia scrittura. Così ho provato a pensare a quei libri che mi hanno segnato in qualche modo e che, inevitabilmente, hanno influito sul mio modo di scrivere.
Partiamo dal primo 
La valle delle bambole

La valle delle bambole di Jacqueline Susann.
La copertina che riporto è quella che ho anch'io del mio libro cartaceo, un'edizione pubblicata nell'ottobre del 1974 da Garzanti, ma la prima edizione è del 1966. Io l'ho letto intorno ai dodici, tredici anni credo, non lo ricordo con esattezza, so solo che era un libro di mia sorella, più grande di me di alcuni anni, e lei lo aveva praticamente divorato, così le chiesi se potevo leggerlo, lei me lo prestò, ma dopo praticamente me ne appropriai perché da allora il libro mi ha seguito in ogni casa che ho abitato. È piuttosto ridotto male, ma lo conservo come un oggetto prezioso e, ogni tanto, rileggo ancora alcune parti. Di cosa parla questo libro? 
Una bellissima epopea di donne ambientato nel secondo dopoguerra, negli Stati Uniti, tra New York e Los Angeles.
Il romanzo parte nel 1945 e termina con il capodanno 1964, l'anno in cui sono nata. Nonostante sembrino anni lontani è un romanzo incredibilmente attuale, secondo me universale, la storia di tre donne, i loro sogni, le loro aspirazioni, la loro emancipazione, la loro ricerca d'amore. Dai vent'anni all'età più matura.
Vi riporto uno stralcio dalla quarta di copertina:
Le protagoniste sono tre donne del mondo dello spettacolo, un mondo simboleggiato dalle bambole e dalle pillole, le bambole che il pubblico vuole, le pillole alle quali si chiede l'ultima speranza, quando non si osa più chiederla ne a se stessi, nè al prossimo, nè a Dio.
Sembra che l'autrice, sposata a un agente pubblicitario e lei stessa cronista, si sia ispirata a tre donne vere dello spettacolo. 
Ho letto questo libro una decina di volte e, ogni volta, è stata una riscoperta. La loro storia è universale perché ci trovi i sogni di gioventù, l'amicizia tra donne, la scoperta dell'amore, la realizzazione nel lavoro, in un mondo che spesso assomiglia a una giungla. Le storie sono intense e bellissime, ogni donna può immedesimarsi nelle tre protagoniste, per un motivo o per l'altro. Mi ci sono ritrovata io stessa in molte occasioni. 
Dal libro hanno tratto una versione cinematografica che non rende assolutamente giustizia al libro e quindi non ne consiglio la visione. 
La mia scrittura si focalizza spesso sulle figure  femminili, la loro forza, il loro desiderio di affermarsi e di essere indipendenti, senza però rinunciare all'amore, spesso cercato, sognato, mai del tutto realizzato.

La nausea
La nausea di Jean Paul Sartre
Letto durante l'adolescenza più di una volta, purtroppo non trovo più il libro, altrimenti lo avrei sicuramente riletto di recente, probabilmente lo comprerò in versione ebook.
Il romanzo parla della vita di Antonio Roquentin, studioso di storia, in una cittadina francese immaginaria, Bouville. Il protagonista, dopo aver viaggiato a lungo si stabilisce a Bouville per scrivere una tesi di approfondimento su un personaggio storico. La sua vita in solitudine, scorre senza nessuna emozione e lui scivola lentamente in una sorta di insensatezza, una metamorfosi insinuante orribile di ogni sensazione: la nausea che lo colpisce a tradimento e gli fa perdere il senso delle cose. L'esistenza, la sua e quella degli altri, gli provoca nausea, un totale senso di estraniamento e di dolore.
Solo verso la fine del romanzo il protagonista sembra trovare una lieve possibilità di accettarsi e di accettare la vita.
Questo romanzo ha avuto un peso notevole nella mia formazione, ho provato spesso il senso di estraniamento di Roquentin e vederlo scritto in un libro mi ha illuminato. Forse più che la scrittura ha influenzato il modo di vedere la vita nella mia ricerca di un senso al di là di ogni cosa. 



I peccati di Peyton Place

I peccati di Peyton Place di Grace Metalius
Il romanzo ruota attorno alle vicende segrete della piccola e bigotta cittadina di Peyton Place.
Questo romanzo l'ho letto da adolescente e mi ha appassionata moltissimo, anche perché vivevo in un piccolo centro di provincia e la situazione che leggevo nel romanzo corrispondeva molto a quella che in certo senso vivevo anch'io,  a ciò si aggiungeva il fatto che una delle protagoniste, la giovane figlia adolescente di Connie, amava scrivere, come non immedesimarmi?
Anche questo libro l'ho letto più di una volta e per certi aspetti ha ispirato il mio romanzo scritto a sedici anni che poi, nella sua versione completamente riscritta, è diventato il mio romanzo ambientato negli anni ottanta Fine dell'estate.
I sogni dell'adolescenza, le convenzioni sociali, l'importanza delle apparenze contro la polvere sotto il tappeto che si preferisce nascondere per non vedere, sono temi che mi hanno sempre appassionato e che, in qualche modo, ho sempre trattato.

Chi ha subito un danno è pericoloso, sa di poter sopravvivere.
                                                     
Il danno di Josephine Hart
"Non sono morto nel mio cinquantesimo anno. E ora poche persone, tra quelle che mi conoscono, ritengono che questa non sia stata una tragedia".
Il libro racconta di una grande passione incontrata da un uomo cinquantenne, dopo un'intera vita passata a rispettare le regole imposte dalla famiglia e dalla società. Quella passione sbagliata e distruttiva porta l'uomo verso il baratro. Anche se, fin dal principio, ci aspettiamo la tragedia e sappiamo che accadrà inevitabilmente, ci lasciamo travolgere da quelle pagine chiedendoci come andrà a finire facendo il tifo per un lieto fine che sappiamo già non ci sarà. 
Riuscire a descrivere i sentimenti e le passioni è sempre stato uno degli obiettivi della mia scrittura, un compito non facile senza diventare banali.

Ora finalmente torna il tempo delle mie fantasie e del mio canto di sirena senza coda.
                                                   
Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia 

Vi riporto la trama 
Solitario come un'autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicatissimo romanzo intreccia le storie di una comunità e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna, Chiara, che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante della memoria. Riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre Anita, il padre Francesco, la zia Peppina, il cugino Saverio... Sullo sfondo di un Sud ruvido e avvolgente, e insieme dolce e vitale, Chiara ci guida, dal turbinio di fantasmi che agitano una vecchiaia vissuta fuori dal tempo, lungo gli aspri sentieri della sua esistenza. Ed è proprio nel dominio sofferto della lingua, grazie alla trasparenza di una scrittura sospinta innanzi da una sua arcana necessità interna, che questo indimenticabile personaggio femminile affonda il suo senso d'esistere: nel momento di arrendersi alla fatica di vivere, trova la forza e l'orgoglio di raccontare la vita.

Ho amato questo romanzo per la storia e anche per come è stato scritto. Un viaggio nella memoria e nel ricordo della propria vita alla ricerca di un senso che sembra non esserci, eppure proprio ripercorrendo l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza della protagonista, i rapporti familiari sofferti, i suoi dolori e l'immenso amore di alcune figure indimenticabili del romanzo, che si afferra il senso della vita.
Quando ho letto questo romanzo, dopo un lungo periodo in cui avevo accantonato l'idea della scrittura, mi è tornata la voglia di scrivere e raccontare una storia, densa non solo di avvenimenti ma di introspezioni psicologiche dei personaggi, perchè quello che amo raccontare non è soltanto il succedersi degli eventi, ma il percorso psicologico che accompagna i protagonisti. In tal modo il processo di scrittura diventa anche un percorso interiore e di nuova comprensione della vita.

Negli ultimi anni invece ci sono alcuni autori che amo e che mi hanno conquistato con i loro romanzi, ne cito due in particolare, Elena Ferrante con la sua scrittura meravigliosa e i suoi personaggi femminili indimenticabili e Gianrico Carofiglio che mi ha fatto nascere la voglia di cimentarmi con la scrittura del giallo.

E voi, avete dei libri cardine che hanno influenzato la vostra scrittura o il vostro modo di vedere la vita?


16 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Per quanto riguarda la scrittura ho sicuramente dei riferimenti ma non sono minimamente riuscito a sfiorarli, così mi sono rassegnato a scrivere seguendo una prosa convenzionale (quantunque non sciatta, almeno nelle mie intenzioni).
Di libri che hanno cambiato il mio modo di vedere la vita cito sicuramente "Confessioni di una maschera" di Yukio Mishima, "La vita è altrove" di Milan Kundera, "Camera con vista" di E.M. Forster, "Le particelle elementari" di Michel Houellebecq e "Zorba" di Nikos Kazantzakis.

Giulia Lu Mancini ha detto...

I tuoi titoli mi sembrano tutti interessanti, mi piacerebbe leggere Milan Kundera partendo dal suo romanzo più famoso L'insostenibile leggerezza dell'essere, però anche da La vita è altrove, mi sembra un bellissimo titolo.

Maria Teresa Steri ha detto...

Grazie per aver ripreso il post, Giulia! Sai che Il danno è piaciuto moltissimo anche a me, l'ho letto poco tempo fa. Avevo visto il film quando è uscito parecchi anni fa, ma non mi aveva colpito particolarmente, invece il romanzo è notevole per l'approfondimento psicologico.
I peccati di Peyton Place anche lo ricordo ben, letto forse intorno ai vent'anni. Mentre La nausea l'ho studiato a scuola e forse per questo non mi aveva detto molto (si prendono le cose in antipatia a scuola...). Gli altri non li conosco, ma dovrò rimediare! Buona domenica ^_^

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il tuo post mi ha proprio ispirato Maria Teresa, è stato un piacere ripercorrere i libri che hanno accompagnato la mia passione scrittoria. Mi sono resa conto proprio scrivendo il post che alcuni libri hanno avuto un potere immenso su di me, tutte le volte che lì riprendo in mano rischio di rileggerli un'ennesima volta.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Dei libri che menzioni ho letto "La nausea" di Sartre e "Il danno" di Josephine Hart. Il primo purtroppo mi era stato imposto da un mio professore di lettere al liceo come lettura estiva, così non lo avevo apprezzato per nulla. Mi attira moltissimo il primo del tuo elenco, invece.
Mi sembra di cogliere un filo conduttore molto forte in queste tue cinque letture, cioè la condizione femminile e anche un'esistenza vissuta secondo delle regole sociali che a volte si seguono, ma altre volte si trasgrediscono per arrivare alla propria liberazione. Tra l'altro è un tema molto presente nei tuoi due romanzi che ho letto.
Mi piace questo meme, quindi non scrivo qui le mie letture ma mi riservo di dedicarvi un post come hai fatto tu.

Nadia Banaudi ha detto...

Nemmeno uno ne conosco, uffa. Come è successo nel post di Maria Teresa scopro quanto sia immenso il buco di letture da colmare. Forse è impossibile arrivare a dire di aver letto abbastanza, specie se si leggono autori contemporanei invece di ritornare a qualche classico.
Come ha notato sopra Cristina probabilmente i cinque libri che citi ti hanno molto influenzato perché hanno evidenziato l'interesse per la condizione femminile, secondo me ognuno di noi è alla ricerca di qualcosa quando legge e se ricorda con piacere un libro è perché ha fatto colpo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

La valle delle bambole è un bellissimo libro, ho provato a cercarlo in eBook ma c'è solo la versione in inglese, credo comunque che in libreria si possa ordinare, è stato un best seller negli Stati Uniti per molto tempo (letto su google). In effetti questi libri trattano temi che sono spesso il filo conduttore delle mie storie, forse ho amato questi libri proprio perchè erano temi che sentivo molto. Sarà interessante leggere un tuo post analogo, io l'ho trovato molto piacevole da scrivere perché è stato un percorso di memoria e dentro me stessa.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo sia proprio cosi cara Nadia, i libri toccano certe corde interiori e probabilmente li amiamo per questo motivo. Sono libri che hanno accompagnato momenti della nostra vita ma è molto bello ritrovarli ancora attuali. Ci sono sempre troppe letture da fare, anch'io ho immensi buchi da colmare.

Unknown ha detto...

Ciao Giulia, dei tuoi libri conosco solo la Noia, per il resto credo che dovrei rimediare. Le ore sono sempre le stesse e i libri aumentano ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Rosalia, ti capisco è impossibile conoscere tutti i libri, sapessi quante lacune ho io. Bisognerebbe allungare il tempo come un elastico per riuscire a leggere tutti i libri del mondo :)

Ivano Landi ha detto...

Ho letto solo "La nausea" di questi tuoi cinque, ai tempi del liceo. Mentre "Il danno" è ormai da anni nel mio scaffale di libri in attesa di lettura, quindi non è detto che prima o poi non arrivi anche il suo turno.
Io i miei cinque libri li ho già citati da Maria Teresa e li confermo qui: "Alla ricerca del tempo perduto" di Proust, "La crocifissione in rosa" di Henry Miller, "La storia dell'occhio" di Georges Bataille, I racconti di H.P.Lovecraft, "L'angelo della finestra d'occidente" di Gustav Meyrink.

Luz ha detto...

Appena ho letto il titolo "La valle delle bambole" ho avvertito la sensazione di un tuffo nel passato. Deve esserci stata una serie tv negli anni Ottanta, solo che non ricordo i dettagli, mi piacque moltissimo. Ho visto che ne fu tratto un film del '67 (nel cast la Sharon Tate moglie di Roman Polanski massacrata nella sua villa di Bel Air).
Anche "Il danno" è diventato un ottimo film.
Davvero bei libri.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È davvero un tuffo nel passato quel libro, non credo di aver visto la serie TV, invece il film l'ho visto e la trama è stata molto ridotta perciò non rende quanto il libro che invece ha una trama piuttosto complessa. Il danno invece, secondo me, rende abbastanza il senso del libro. Sono contenta che anche tu abbia apprezzato questi libri.

Giulia Lu Mancini ha detto...

I tuoi cinque libri non li ho letti, a parte Proust e Lovercraft che conosco di fama gli altri titoli, che non conoscevo, mi incuriosiscono. "Il danno" allora è in attesa di lettura, magari prima o poi lo leggerai.

Barbara Businaro ha detto...

Non ne ho letto nessuno, e conosco solo Il danno per il film, che comunque non ho ancora visto. Dei cinque mi ispira il primo, intanto me lo segno, magari lo trovo anche usato in prima edizione.
Libri che hanno ispirato la mia scrittura? Non saprei... ci sono libri brutti che mi hanno portato a pensare che potrei fare di meglio, ci sono libri che mi hanno incantato a tal punto da sperare di poterne scrivere uno da incantare allo stesso modo i lettori, e poi ci sono libri "in target" con quello che vorrei scrivere, ma difficile isolarne solo cinque! :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sai che anch'io ho un libro brutto che mi ha dato la spinta ad autopubblicarmi? forse potrei scriverci un post...vedrò. Riguardo al fatto che siano solo cinque, é difficile isolarne solo cinque in effetti, però bisogna fare una scelta e pensare a quei libri che sono stati presenti più a lungo nella propria vita, il primo per esempio l'ho letto più volte in momenti diversi della mia vita. Sicuramente a pensarci me ne verrebbero in mente molti altri :)