Non rinnegare mai a te stesso ciò per cui hai combattuto. La sconfitta non rende ingiusta una causa. A. Moravia |
Una notte di luglio mentre ero addormentata sul divano, sono stata sorpresa da una trasmissione che parlava di Cesare Pavese, ora voi ditemi perché le trasmissioni interessanti le fanno sempre alle due o tre di notte oppure cominciano alle 23.30 quando sei già con l'occhio spento dal sonno, soprattutto quando il giorno dopo devi alzarti alle 6 per andare a lavorare. Comunque, tornando a noi, quel giorno durante la pausa pranzo avevo iniziato a leggere l'estratto di un eBook intitolato Gli indifferenti autore Alberto Moravia, questo perché mi ero messa in testa di rileggere qualche libro dei tempi passati. La cosa davvero interessante era che l'estratto partiva non con il primo capitolo del famoso romanzo, ma con la biografia di Alberto Moravia che, mi tocca ammettere, è avvincente quanto un romanzo.
Ripercorrere la vita di Moravia mi ha permesso di capire meglio e rivedere con l'immaginazione tutti i romanzi che avevo letto di questo autore inserendoli in un preciso periodo delle sua vita. Conosci un autore attraverso i suoi romanzi, ma quando leggi la sua biografia puoi capire molto di più.
Cosa c'entra Pavese allora? Quel giorno, in pausa pranzo, mentre leggevo la biografia di Moravia mi sono ritrovata a fare le stesse considerazioni fatte a suo tempo leggendo la biografia di Pavese su Wikipedia, la sua tristezza, la sua poesia, il suo suicidio appaiono in completa chiarezza ripercorrendo la sua vita.
alle tre di quella notte di luglio risvegliandomi dal torpore del divano ho ascoltato con grande attenzione la trasmissione sulle migliori opere di Cesare Pavese e mi è anche tornata la voglia di rileggere qualche suo romanzo, ho adorato La casa in collina e La luna e i falò, ma anche le poesie sono bellissime.
Mi sono stupita a pensare che quella trasmissione me la sono ritrovata sotto il naso (svegliandomi proprio in quel momento) in un giorno che avevo ripensato a Pavese.
Ma la notizia sensazionale è che anche Alberto Moravia si può considerare uno scrittore self, voi lo sapevate?
Quello che colpisce della vita di Moravia è che lui non si è mai laureato, ha preso il diploma ginnasiale con molti anni di ritardo perché a soli 9 anni si è ammalato di tubercolosi ossea e ha passato molti anni della sua vita adolescenziale chiuso tra casa e ospedale. I libri sono stati la sua compagnia e probabilmente la sua salvezza. Leggeva in media un libro ogni due giorni e componeva versi in italiano e francese, studiava il tedesco e parlava inglese correntemente.
Quando guarì a sedici anni passò due anni a Bressanone in convalescenza e a diciotto anni cominciò la stesura del romanzo Gli indifferenti, lo terminò dopo tre anni. Moravia aveva conosciuto Bontempelli fondatore della rivista "900" sulla quale pubblica alcune novelle. Nel frattempo si era impegnato a scrivere un romanzo da pubblicare proprio su questa rivista, ma l'editore di "900" dopo aver letto il romanzo lo rifiuta affermando che "era una nebbia di parole". Moravia allora parte per Milano e porta il romanzo a Cesare Giardini, allora direttore della casa editrice Alpes e soggiorna un mese a Stresa in attesa di una risposta che non arriva. Moravia torna a Roma e dopo sei mesi riceve una lettera entusiasta da Giardini per il suo romanzo, ma gli chiede anche di pagare le spese di edizione perché "non è possibile presentare in consiglio di amministrazione un autore completamente ignoto". Moravia si fa prestare da suo padre 5000 lire e fa uscire il romanzo nel luglio del 1929.
Il libro ebbe un grandissimo successo, la prima edizione di 1300 copie viene esaurita in poche settimane e fu seguita da altre quattro edizioni tra il 1929 e il 1933. Il libro venne poi ripreso dalla casa editrice Corbaccio che ne pubblicò 5000 copie.
Non è sorprendente sapere che anche un autore come Moravia sia stato costretto, in un certo senso, ad autopubblicarsi?
Se vado a leggere su Wikipedia "è considerato uno dei più importanti romanzieri del XX secolo, ha esplorato nelle sue opere i temi della sessualità moderna, dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo".
Sicuramente la vita di Moravia romanziere offre spunti di riflessione interessanti. Ho letto diversi libri di Moravia, quelli che ho amato di più sono Gli indifferenti, Agostino e La disubbidienza, sono anche quelli che ricordo meglio; l'ultimo libro che ho letto di Moravia è La vita interiore, un romanzo in cui abbondavano crude descrizioni sessuali e che mi ha portato alla disaffezione per la lettura dei suoi romanzi. Mentre di Pavese ho letto tutte le opere (e resta in assoluto lo scrittore più amato della mia adolescenza) per altri autori mi sono accontentata di leggerne solo alcune.
Non so se è la nostalgia del periodo adolescenziale, che sembra tanto poetico nel ricordo, oppure perché molte grandi case editrici stanno riproponendo in eBook la pubblicazione di romanzi famosi del passato ma mi ritrovo a desiderare, ogni tanto, di rileggere alcuni libri.
Rileggere un libro porta a una riscoperta dell'autore, ma anche un approfondimento e una maggiore consapevolezza di ciò che il romanzo ha rappresentato nel momento in cui il suo autore lo ha scritto, nel senso che mentre rileggo Gli indifferenti, uscito nel 1929, non posso non pensare al contesto storico di quegli anni. Si rilegge con occhi nuovi o con una maggior saggezza.
Voi avete qualche autore che vi piacerebbe rileggere o riscoprire rileggendo qualcuno dei suoi romanzi?
Vi è già capitato di farlo?
16 commenti:
Io sono un ri-lettore seriale, nel senso che è difficile che legga un nuovo libro senza poi rileggerne uno già letto in passato.
"Gli indifferenti" è stato uno dei primi libri "alti" che ho letto nella mia vita e ovviamente ne ricordo poco e nulla visto che sono passati quaranta anni da allora. "La vita interiore" è qui negli scaffali della mia libreria che mi fa continui cenni di invito e credo che presto cederò.
Ri-lettore seriale è una bella definizione, io credo che alcuni libri riletti a distanza di tempo possano insegnare molto, se non altro mostrare una nuova prospettiva di noi stessi, attraverso le emozioni che il libro riesce a trasmettere o no rispetto al passato.
Amo rileggere ciò che mi è piaciuto e ho notato che a distanza di tempo il libro acquista sempre più incanto. A seconda del momento riprendo libri adatti all'emozione che cerco. Anche se questo vuol dire interrompere con i nuovi. Credo sia la necessità di andare sul sicuro
Rileggere i libri che abbiamo amato è sempre confortante, anche se, in questo caso, rileggere un libro dopo tanti anni equivale a ricercare un po' quello che si era in quel momento.
L'ho letto "Gli indifferenti", sicuramente un romanzo che merita il posto che occupa nella storia della letteratura italiana.
Riguardo il desiderio di rilettura, a dire il vero non mi viene quasi mai perché ho una discreta memoria e rileggere un libro già letto non mi da le stesse emozioni.
Desiderio di riscoperta di un autore già apprezzato invece ce l'ho più spesso. Anche se sempre con la "paura" che il nuovo romanzo non sia all'altezza di quelli precedentemente apprezzati, e mi è successo diverse volte (con Kazantzakis, Arlt e in parte con Houellebecq).
Rileggendo Gli indifferenti mi rendo conto che anch'io ho una discreta memoria, ricordo abbastanza il romanzo nonostante l'abbia letto oltre 30 anni fa, è interessante però la nuova visione che ne ricavo, l'ho letto da adolescente e oggi "leggo" con un punto di vista diverso. È un'esperienza anche questa. Non conosco nulla degli autori da te citati...mi sento molto ignorante, aimè, vado a curiosare su google!
Pavese e Moravia fanno parte degli autori imposti delle medie e superiori che non riesco a leggere (più per blocco psicologico che per vera antipatia). Non rileggo libri interi, a volte mi prende la nostalgia e rileggo passi, paragrafi, capitoli, per riscoprire (o tentare di) le stesse emozioni della prima lettura. Come nei film, mi accorgo ogni volta di notare una sfumatura diversa.
Davvero Pavese e Moravia li consigliavano a scuola? Nella mia scuola no, ma non ricordo quali autori suggerivano, forse leggevo volentieri anche quelli consigliati dai prof ed è forse per questo che non me ne ricordo. Mi piace rileggere passi dei libri che ho amato, è vero riscopro anch'io sfumature nuove, oppure siamo noi che cambiamo. Anche certi film adoro rivederli e riscoprirli.
È davvero interessante scoprire che gli editori a pagamento esistono da sempre!
Verissimo! Che poi 5000 lire dell'epoca erano un sacco di soldi, se Moravia non avesse avuto un padre ricco, oltre che generoso a credere in lui, sarebbe rimasto sconosciuto. Questo vuol dire che il primo che deve credere nei propri scritti è l'autore stesso...
Ciao Giulia, Moravia è stato lo scrittore preferito della mia adolescenza insieme a Oriana Fallaci. Mi hai fatto venire voglia di riscoprirlo, andrò a rileggere Gli Indifferenti. Concordo sul fatto degli orari impossibile di certe trasmissioni di cultura. Mi chiedo se non starebbero meglio al posto di quella roba piena di grida che ci propinano nel pomeriggio;)
Cara Rosalia, sono felice di trovare degli scrittori preferiti in comune tra noi. Certe trasmissioni pomeridiane sono inguardabili, mentre vi sono dei documentari o programmi di storia o di letteratura meravigliosi, ma sembra che le trasmissioni urlate vadano per la maggiore, è un mistero anche per me. Però quando Alberto Angela fa il picco di ascolti mi conforto un po' ;-)
Non sapevo tutte queste cose di Moravia, forse perché non sono mai stata una sua fan. Va detto, però, che ciò che leggevo da adolescente non sempre mi piace, adesso, e viceversa.
Io adoro rileggere libri! Le storie che conosco sono un porto sicuro, si adattano al periodo, si presentano con le emozioni che voglio provare in quel momento. Sono perfetti! :)
Pensa che io le ho scoperte per caso scaricando l'estratto de Gli indifferenti che poi ho finito per comprare. Da adolescente lo leggevo perché parlava di sesso senza troppe censure (per l'epoca era piuttosto Hot...). Crescendo comunque si cambia e non sempre quello che piaceva una volta può piacere ancora, oppure può piacere per motivi diversi. È bello rileggere ciò che abbiamo amato e magari riscoprire le stesse emozioni!
Questi dettagli della biografia di Moravia non mi erano noti, me ne ricorderò quando se ne parlerà durante l'anno scolastico.
Non ho mai amato particolarmente né Moravia né Pavese, trovando molto più interessanti le loro biografie, perfettamente inserite in un contesto storico molto difficile. Di Pavese lessi La bella estate in adolescenza, ma non mi piacque.
Di Moravia lessi La ciociara, con una terza con la quale feci molta fatica, decisamente romanzo inadatto a una terza media.
Vorrei riscoprire Hemingway, che lessi da giovanissima.
La bella estate non è tra i romanzi di Pavese che mi son piaciuti di più, li ho letti tutti e secondo me altro sono più belli per esempio La casa in collina e La luna e i falò. La ciociara di Moravia invece non l'ho letto, di Moravia me ne mancano tanti. Di Hemingway ho letto soltanto Fiesta che però ricordo pochissimo, anche lui ha una biografia molto interessante, l'ho scoperto quando ho visitato Cuba diversi anni fa, mi piacerebbe recuperarlo come autore da leggere.
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