Era come un fratello maggiore, una presenza costante da oltre quarant'anni, visto che aveva sposato mia sorella ed era il padre dei miei nipoti. Sempre accanto nei momenti difficili. Ora è andato via per sempre, all'improvviso, senza che nessuno fosse preparato. Perché a sessant'anni non te lo aspetti, a sessant'anni hai ancora tante cose da fare, hai ancora tanta energia e forza. Almeno questo è quello che credi.
Ci affanniamo in corse e progetti cercando di fare tutto quello che vorremmo, magari dannandoci nell'ansia perché non facciamo abbastanza.
Ma forse esiste il destino, esiste l'imponderabile, ciò che non possiamo controllare e tutto finisce in un soffio. Allora tutti i nostri affanni perdono improvvisamente di importanza.
Tutto diventa inutile, tutto diventa vuoto, tutto diventa senza senso.
Tutto diventa inutile, tutto diventa vuoto, tutto diventa senza senso.
Ma se davvero esiste un destino perché allora c'è un destino benevolo e generoso per qualcuno e triste e doloroso per qualcun altro?
C'è chi crede in Dio e trova in questo un senso, c'è vita dopo la morte e ci ritroveremo tutti in un paradiso immaginario e incorporeo. Io credo che sia solo un modo per sopportare l'idea della morte, perché altrimenti sarebbe insostenibile poter andare avanti.
Perché c'è chi vive certo anni e chi solo pochi anni? Perché c'è chi invecchia con a fianco i propri genitori e chi deve lasciarli andare troppo presto?
Non c'è risposta nè mai ci sarà, e fra un po' io stessa smetterò di farmi domande e riprenderò la mia vita, faticosamente, con qualche livido sul cuore, ma riprenderò le solite attività.
Solo ogni tanto mi fermerò attonita, colpita dal pensiero di quella mancanza ormai palpabile che c'è nella mia vita e che mi fa cercare delle vecchie foto, mi fa osservare il suo numero di cellulare quasi con l'impulso di chiamarlo per chiedergli un consiglio.
Che in questi giorni vorrei soltanto dormire e dimenticarmi della vita...e sarebbe anche giusto farlo per un po', ma il mondo tutto intorno continua a girare e ti richiama all'ordine.
Si sa, la vita continua, anche se forse continua male, perché il dolore dell'assenza non si supera.
Ci sono i ricordi che scorrono davanti agli occhi come in un film, in stazione quando arrivavano in treno, sotto le due torri quando abbiamo preso l'apertivo tutti insieme in una sera di inizio estate, il suo sguardo avvilito quando non stava bene.
Dobbiamo accettare il dolore di ciò che non può essere consolato. È questa la morte.
E mi chiedo, ma io quanti giorni ho davvero davanti a me?
Esiste il destino o esiste solo il caso? Forse esiste solo il caos.
20 commenti:
Condoglianze Giulia, purtroppo questi sono i momenti peggiori. Sono abbastanza in là con gli anni da aver visto morire persone care la cui presenza sarebbe ancora utile ma... beh, il destino ha deciso diversamente. Sì, forse esiste solo il caos, però fino a quando ci sono persone care accanto a noi abbiamo il dovere di vivere - fin quando ci sarà concesso - proprio per rendere più significativi i loro anni, e insieme anche i nostri. Ricordando sempre quelli che ci hanno lasciato prima e facendo le cose anche per loro, perché a loro non farebbe piacere vederci spenti e rassegnati.
Mi spiace immensamente Giulia. È da fine 2018 che sento di tantissimi decessi sotto i 60, di recente un amico portoghese e una collega entrambi 59enni. Non ci sono risposte soli le domande che giustamente ti poni tu. Ti mando il mio caldo abbraccione
Grazie Ariano, purtroppo questa è stata una doccia gelata da cui è dura riprendersi, perché la morte è qualcosa di definitivo e senza speranza. Poi ci sono le persone care per le quali vale sempre la pena andare avanti anche per coloro che non ci sono più.
Grazie per l'abbraccio Sandra, restiamo senza risposte purtroppo, ma credo che l'unica risposta sia l'amore e dimostrarlo sempre quando siamo in vita.
Mi spiace tantissimo, Giulia, ti abbraccio più forte che posso anche via internet. Non si è mai preparati, né quando sono piccoli e un incidente casuale, per cinque minuti in più, ce li porta via davvero in un soffio (penso ad un giovanissimo motociclista morto la scorsa primavera, di ritorno dal lavoro, ed un'auto che l'ha travolto non rispettando lo stop), né quando sono grandi ed arrivano a sfiorare i cent'anni, ma sei talmente abituato alla loro forza e presenza da crederli eterni. E nemmeno quando li vedi consumarsi lenti in una terribile malattia, quando preghi perché la morte gli tolga la sofferenza. Niente, non si è mai pronti. L'unico modo che ho trovato di sopportare la cosa è onorarne la memoria ricordandone gli insegnamenti, il sorriso, le battute, le fragilità che ce li rendevano cari.
Grazie dell'abbraccio Barbara, è vero non siamo mai preparati, purtroppo io non ho mai davvero pensato che mio cognato potesse morire, aveva dei problemi di salute ma non era una malattia tale da pensare che potesse lasciarci. Faceva le cure e conduceva una vita quasi normale, poi di colpo la situazione è precipitata. Non possiamo farci nulla, però ogni tanto il pensiero che non ci sia più non mi sembra reale. Resta il ricordo e l'affetto profondo che avevo per lui.
Nel cuore, il regno immortale pet eccellenza, lui sarà sempre con te, con voi e sarà sorridente, forte e rassicurante. La vita è un grande mistero, le domande che ti poni sono quelle di tutti, le risposte invece. Ti auguro di superare il dolore e trasformarlo in forza, in rispetto della sua memoria a monito di una vita che va gustata perché troppo breve. Ti abbraccio Giulia, 😘
Mi dispiace molto, Giulia. Non si è mai preparati di fronte a eventi del genere, anche quando i casi sono irreparabili. Il destino? Sì, credo che esista per ognuno di noi un tempo per vivere e uno in cui quel tempo cessa. Io sono credente e mi consola sempre pensare che l'aldilà sia più bello dell'aldiqua: fortunato chi saprà guadagnarselo. Condoglianze a te e a tutta la tua famiglia. <3
È un pensiero costante per me, cara Nadia. Il dolore va superato, però è molto difficile, ma non potrò fare diversamente. Grazie dell'abbraccio, so che mi sei vicina.
Grazie, Marina. Se esiste un paradiso mio cognato è là di sicuro perché era una persona profondamente buona e generosa.
Un abbraccio, Giulia.
Mi dispiace davvero per tuo cognato, Giulia.
Vorrei dirti che capisco il senso di tutto questo ma non è così. Camminiamo sul filo del rasoio e uno dietro l'altro perdiamo più o meno inaspettatamente l'equilibrio.
Tieni duro per fare forza a tua sorella e ai tuoi nipoti. C'è sempre un buon motivo per proseguire nel cammino.
Ti abbraccio.
Grazie Marco.
Un senso è difficile trovarlo, anzi di fronte alla morte prematura di qualcuno perdiamo ancor più il senso delle cose. Si va avanti lo stesso, per forza.
Il tuo post mi ha fatto salire le lacrime agli occhi, mi dispiace tantissimo, Giulia, si comprende molto bene quanto gli volevi bene. Mia cognata ci ha lasciato l'anno scorso a 68 anni, pochi se ci pensi, oggi che puoi vivere serenamente ben oltre gli ottanta.
Hai ragione, alle volte ci si affanna e ci si impaurisce per nulla e quando accadono queste cose ci si chiede il senso di tanto progettare.
Io sono credente e dunque penso che ci sia un senso a ogni cosa, anche a quello che viene interrotto, altrimenti non troverei l'energia nemmeno per alzarmi al mattino. E per combinazione, prima ancora di leggere il tuo post, ho preparato il post di sabato con uno stralcio tratto da un romanzo che parla di una persona venuta a mancare. Penso che ora per tua sorella e i tuoi nipoti tu possa essere un riferimento importante. Il vuoto resta, ma dobbiamo andare avanti per sostenere i nostri cari. Un abbraccio forte.
In momenti come questo qualunque cosa si dica è fuori posto, perché la sofferenza passa sopra tutto il resto. Fa parte della condizione umana, ma dirlo non fa sentire meglio; e se ti dicessi che ho trovato delle risposte alle tue domande, non avrebbe valore, perché ognuno deve trovarle a suo modo. Le persone che finiscono il loro percorso non vengono dimenticate, e restano una presenza per noi. Un abbraccio.
Cara Cristina ricordavo della morte di tua cognata l'anno scorso e infatti ho pensato al tuo dolore, ho il cuore sanguinante per la perdita di un quasi fratello, ma cerco di farmi forza anche per i miei nipoti e per mia sorella che si appoggiava a lui per ogni cosa. Eh sì, a volte perdiamo il senso di tanto progettare però forse un senso c'è ed è la vita stessa. Grazie per il tuo abbraccio.
È vero Grazia, il senso ognuno deve trovarlo a suo modo. Io per ora l'ho perso un po', sarà la vita a farmelo ritrovare. Per ora assorbo la mia sofferenza, non sento il bisogno di lasciarla andare ma di sentirla bene dentro me, c'è tempo perché resti il ricordo e l'amore. Grazie dell'abbraccio.
Carissima Giulia, leggo solo ora questo tuo post e mi dispiace moltissimo per la tua perdita... Penso non esistano parole per farti stare meglio, è un dolore intenso quello che stai vivendo e purtroppo non ci sono risposte di fronte a una morte prematura, è qualcosa di crudele per chi resta. So cosa stai passando, la sofferenza si allevia ma resta l'amarezza per chi non è più vicino a noi. Ti mando un grandissimo abbraccio
Cara Maria Teresa, grazie di cuore. Ci sentiamo sempre impotenti di fronte a una morte prematura, a poco serve sapere che la morte fa parte della vita e che prima o poi è un evento con il quale bisogna fare i conti. Servirà del tempo...
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