Negli ultimi tempi, soprattutto a dicembre, mi sono immersa nelle serie TV, un modo per distrarmi e, in certo senso, anestetizzarmi. Ho trovato perfetta per descrivere questa sensazione una vignetta di Lucrezia che vi ripropongo.
![]() |
Vignetta di Silvia Ziche |
Ogni tanto abbiamo bisogno di mettere in pausa i pensieri, e guardare un film o una serie avvincente può offrici quel momento di tregua. In un mondo dove accadono troppe cose negative, ritagliersi uno spazio per non pensare diventa quasi una forma di autodifesa.
Vi parlo quindi delle serie TV che ho guardato di recente e che più mi hanno colpito.
Citadel Diana: Italia anno 2030, il duomo di Milano è in rovina e ai vertici dell’Europa c’è un organizzazione chiamata Manticore che, sostenendo di rendere il mondo più sicuro, lo ha trasformato in una prigione, cittadini devono sottostare a continui controlli e ogni piazza e pattugliata. Tutto è iniziato otto anni prima con la distruzione di “Citadel” un’agenzia anarchica di spionaggio che, da allora, ha cercato di riformarsi e nell’ombra addestra spie da infiltrare in Manticore per distruggerla dall’interno. Una di queste è Diana, vittima collaterale di una missione di Manticore che ha causato un disastro aereo in cui sono morti i suoi genitori. Diana, accecata dall’odio e dalla sete di vendetta, diventa una spia priva di emozioni e una perfetta macchina da guerra, svolgendo missioni per Manticore come la più fedele dei suoi membri. Ovviamente accade qualcosa che rischia di far saltare la sua copertura. E noi spettatori tifiamo inevitabilmente per lei sperando che riesca a smantellare l’organizzazione criminale dalla facciata legalizzata.
Never too late: É l’anno 2046 e il pianeta soffre per la mancanza di ossigeno.le milizie verdi al potere vietano i contatti con la natura ma un gruppo di ragazzi, i cui genitori sono misteriosamente scomparsi, entrano in una delle ultime foreste, in Sardegna. Non hanno mai toccato un albero, né il mare. Vogliono scoprire la verità e cambiare le cose. È inizio di una serie in 10 episodi di Lorenzo Vignolo e Salvatore de Chirico su RaiPlay. Non è mai troppo tardi per una svolta ecologica.
The day of The Jackal: un sicario professionista, denominato “sciacallo” uccide un politico Manfred Fest sparando da una notevole distanza (oltre tre chilometri) A causa della singolarità dell’omicidio, Bianca Pulmann, un agente dei servizi segreti britannici, esperta di balistica, viene coinvolta nelle indagini e scopre che il killer usa un’arma particolare fabbricata da un terrorista irlandese. Durante le indagini scopre che solo un cecchino eccezionale può usare l’arma che ha ucciso Manfred Fest, infatti a una tale distanza il proiettile impiega alcuni secondi a colpire il bersaglio e l’unico in grado di usarla con successo è un ex cecchino dell’esercito britannico, Alexander Duggan, dato per morto in Afghanistan. Bianca Pulmann inizia quindi a dargli la caccia Gli episodi partono dall’omicidio di questo politico e poi proseguono con un nuovo delitto commissionato allo sciacallo per colpire un uomo di affari molto importante che sta per lanciare su scala mondiale un progetto rivoluzionario che potrebbe cambiare le sorti del mercato mondiale. Qui però la situazione è più complessa perché l’uomo vive su un’isola di sua proprietà circondato da personale attento alla sua sicurezza. Questa serie televisiva britannica, appena trasmessa su NOW, è un adattamento del romanzo Il giorno dello sciacallo di Frederic Forsyth, che non ho letto e quindi non si quanto si avvicini al romanzo, con protagonista Eddie Redmayne, un attore che apprezzo molto (altri film in cui è protagonista sono La teoria del tutto con cui ha vinto l’oscar per la sua interpretazione del fisico Stephen Hawking , The Danish Girl e Animali fantastici e dove trovarli).
Quando vedo queste fiction il mio pensiero corre vorticosamente e mi spinge a chiedermi quanto ci sia di vero in queste storie, sono tutte fantasie o c’è un fondo di verità? In fondo Orwell quando ha scritto 1984, l’idea del Grande Fratello che tutto vede e sa era molto lontana dalla realtà del 1948, eppure oggi siamo totalmente immersi in una realtà virtuale e soggetti alla dittatura dei social network spesso usati ad arte da chi detiene il potere. Il mondo di Citadel è davvero così lontano dalla nostra realtà? Quanti eventi senza spiegazione avvengono nel mondo che ci fanno pensare a dei complotti sapientemente orchestrati per stravolgere le nostre democrazie? Never too late parla del cambiamento climatico e di come il mondo potrebbe diventare, ma racconta anche qui di una cospirazione del potere, le “milizie verdi” che proteggono la natura per salvare il mondo e trovare una cura per la mancanza di ossigeno in realtà non stanno facendo davvero quello che dovrebbero fare.
The day of Jackal non parla di un mondo distopico, ma il killer che viene assoldato da personaggi oscuri e influenti porta a pensare a quello che accade nel nostro mondo, dominato da pochi uomini al potere che decidono le sorti del pianeta, in preda alle guerre e alle dinamiche economiche del capitalismo.
Il mondo sembra andare alla deriva e sembra corrispondere sempre più a quei mondi distopici anticipati da libri e film di molti anni fa. Non solo c’è il dilagare della violenza in ogni campo, ma c’è la sua accettazione come un fatto normale. C’è un abbassamento morale ed etico generalizzato.
Per esempio se vi soffermate a leggere qualche commento in rete, su qualsiasi argomento, c’è una cattiveria dilagante e dei commenti feroci che fanno accapponare la pelle. Quando c’è stata l’alluvione in Emilia Romagna lo scorso ottobre, ho letto un commento (dopo le elezioni regionali in cui ha vinto il candidato di sinistra) in cui un tipo sotto il video dell’alluvione gioiva perché “così imparate a votare sinistra”. Questo è solo un esempio, oltre alla politica ci sono tantissime altre assurde diatribe sui temi più disparati, sono tutti esperti assoluti di qualsiasi materia su cui non è possibile dissentire, perché “o la pensi come me, oppure sei contro di me”, ma il mondo non é una visione a senso unico, ci sono tanti modi di pensare e il bello (o il brutto) della democrazia è proprio la coesistenza di diverse voci e di trovare un punto di raccordo, possibilmente discutendone nel rispetto delle opinioni di tutti.
Mi chiedo anche come sia possibile che la gente abbia o sprechi tutto questo tempo per scrivere sul web di qualunque argomento su cui litigare. I social network, oltre a essere utilizzati ad arte da chi vuole manovrare le opinioni, dominano le nostre vite in modo sempre più negativo. Ci distraggono dalla realtà e ci privano del valore del tempo presente, forse stanno minando le nostre democrazie. Insomma il “grande fratello” é qui da tempo, ma in maniera più subdola. Forse è il momento di recuperare un equilibrio, di scegliere la qualità delle nostre relazioni reali rispetto alla quantità di interazioni virtuali.
Ormai da tempo cerco di stare lontana dai social, al massimo osservo silenziosamente e, per farmi un’opinione personale, verifico le notizie che circolano su altri canali che considero attendibili.
E voi cosa ne pensate? Avete visto qualche serie TV che vi ha colpito e che volete suggerire?
20 commenti:
L'idea dell'uso dei social network per minare le democrazia non è così fantasiosa. É stato ampiamente dimostrato che i social network dei paesi occidentali, più facilmente penetrabili proprio perché concepiti in un contesto democratico, sono strapieni di utenti-fantasma generati da AI che hanno lo scopo di rendere virali certi threads o addirittura certe fake news. Contando sul fatto che un thread diventa virale in base ai numeri (più utenti lo ripostano e commentano, più aumenta la sua visibilità sul social) questi account-fantasma - dietro i quali non ci sono persone fisiche ma un'AI o un gruppo cyber - postano migliaia di volte messaggi con contenuti fuorvianti che incitano all'odio, diffondono notizie fasulle, rendono virali interpretazioni distorte di notizie reali. E dietro questo sistema ci sono spesso i regimi come la Russia e la Cina, ma anche le lobbies che sostengono certi partiti politici locali. Insomma, il problema esiste davvero.
Io di recente sto guardando solo fiction "leggere", non me la sento ancora di vedere cose più impegnative.
Non amo il distopico, il mondo al momento mi sembra già abbastanza catastrofico di suo, come serie alla fine ho visto solo quelle super famose, talvolta pure in ritardo, coma Braking Bad. Mio marito ha adorato Squid Games che ho intravisto mentre leggevo e l'ho trovata orrenda con tutta quella violenza. Mi soffermo su un altro punto del tuo post - bello ritrovarti - i commenti con una violenza verbale assurda non solo sotto post politici, non che lì sia giustificato ma perlomeno c'è una motivazione divisiva, ma su tutto, tuttissimo, anche argomenti banali come la cura della casa, le canzoni. Perché la gente ha tutta questa rabbia da rovesciare su la qualunque? Purtroppo nei social, e mi riferisco a instagram dove sto cercando di ridurre il tempo di permanenza e sto riuscendo, per una cosa bella che si trova te ne devi sciroppare mille tremende, ma senza quelle mille perderesti quell'unica che, a me è capitato, ha generato cose interessanti (tipo i contatti con le librerie) quindi ci si barcamena.
Caro Ariano, in effetti anch’io sono convinta che i social network siano manovrati ad arte per minare la democrazia o, nel migliore dei casi, indirizzare verso una certa direzione a favore di certe lobbies o certe correnti politiche. Forse l’unica arma è non ripostare mai nulla e verificare le notizie fuori da certi ambiti, insomma non sarà molto ma almeno non mi usano per diffondere fake news. Il problema é che ci sono molti che invece cascano nella rete. Comunque sulle serie cerco di guardare anch’io cose leggere, ma certi argomenti mi attirano come il miele, poi Jackal è proprio una bella serie.
Cara Sandra, a parte i primi due che lo sono (anche se in anni parecchio vicini ai nostri 2030 e 2043) The day of Jackal non è ambientato in una società distopica, ma ai giorni nostri. Braking Bad ne ho sentito parlare ma non l’ho mai visto, invece Squid Games non potrei guardarlo, mi crea ansia solo lo spot pubblicitario, quindi concordo con te.
Sì sui social ci sono commenti rabbiosi anche sulle baggianate, non mi è chiaro se si tratta di haters che muovono i fili dell’odio oppure se é gente frustrata che non ha una vita, forse entrambi i casi. Anch’io mi barcameno, se leggo frasi violente passo oltre e cerco di concentrarmi sulle cose belle che comunque ci sono.
Io ho cominciato a seguire le serie in tv durante la pandemia: l'abbonamento a Netflix è stato in qualche modo di aiuto e all'epoca ho visto serie bellissime, che hanno riempito pomeriggi e intere serate. Adesso, ultimamente, io e mio marito abbiamo beccato cosette, produzioni scarsine, almeno non ai livelli di prodotti molto meglio riusciti. Abbiamo visto "The night agent" e "Black Doves", storie di spionaggio, di recente e "La Palma" sulla minaccia di un mega tsunami su un'isola delle Canarie. Adesso siamo in trattativa se seguire la seconda stagione di Squid Game: io vorrei, mio marito assolutamente no :D
Eh Marina, quel periodo ha aperto la strada a molte piattaforme, io però non ho l’abbonamento a Netflix quindi le serie che citi non le ho viste. Ho l’abbonamento ad Amazon Prime (molto comodo anche per i libri e per la musica) e a NOW, direi che possono bastare questi due, ma ogni tanto qualcosa arriva anche alla Rai e recupero su Rai play. Quindi Squid Game ti piace? A me mette ansia.
Riguardo alla qualità in effetti ci sono delle serie di buona qualità e altre più scarse, il bello di queste piattaforme è che puoi iniziare a guardarle e abbandonarle senza rimorsi…
Non ho visto nessuna delle serie tv che hai citato ma ho visto i titoli scorrermi davanti sulle piattaforme streaming e magari potrei darci un'occhio visto che io ultimamente non riesco a guardare niente! Avevo cominciato a vedere Chuck, la popolare serie degli anni '10, ma non sono riuscita a finirla perchè ad un certo punto mi ha annoiato.
Ho appena iniziato The Walking Dead ma non mi sta prendendo.
Al momento l'unica cosa che seguo è Masterchef 14 che mi sta un minimo appassionando :')
Anch'io noto un certo virare verso il distopico, così come verso un racconto in cui imperversano killer e casi difficili. Io e mio marito guardiamo alcune serie assieme e altre ciascuno per conto proprio. Al momento assieme stiamo guardando qualche miniserie fra Netflix e Disney+ (Samurai Blue Eye, che abbiamo adorato, Shogun, Cent'anni di solitudine, Monsters, ma non siamo riusciti a finirla, troppo cruda e sfiancante, il bellissimo Disclaimer su Apple TV e poi Ozark che ci è piaciuta molto, Black Doves, ieri sera abbiamo iniziato American Primeval), e poi siamo affezionati a serie come The old man mi pare su Amazon Prime, alcune serie di "dottorini" come li chiamo io (New Amsterdam e The resident te li consiglio). Da sola mi sono gustata il bellissimo Mad Men (ho preparato un post per febbraio), ovviamente Gilmore Girls, ho tentato Gossip Girl ma è troppo per ragazzini; ti consiglio vivamente You, bellissima serie su un serial killer ma davvero raffinata. Vorrei tentare After life.
Ciao Nicole, ben ritrovata! Chuck non l’ho mai vista, invece di The walking dead ho visto qualche episodio, ma poi ho smesso, purtroppo il tempo è sempre meno e così cerco di vederne alcune a discapito di altre. Succede lo stesso per Masterchef.
Ciao Luz, prendo nota dei tuoi suggerimenti delle serie su prime, poi ti dirò.
Il distopico ha preso piede negli ultimi tempi, però trovo anche che quello che una volta era una distopia si sta sempre più avvicinando alla nostra realtà, purtroppo.
Al mio compagno è piaciuto molto The Jackal (anzi sta sperando nel seguito) le altre le ho guardate per conto mio.
Ho visto il primo Citadel, quello originale con Priyanka Chopra, Richard Madden e Stanley Tucci. Citadel Diana è invece uno spin off di produzione italiana e non mi ha convinto già dal trailer. Al momento sto vedendo, in originale inglese, Show horses con Gary Oldman, un agente segreto dell'MI5 britannico decaduto (per sua volontà in realtà) e messo alla guida di altri decaduti, detti i brocchi (slow horses appunto). Ho letto il romanzo e ora passo alla serie. Anche qui si indagano i complotti dell'MI5, messi in piedi per aumentare la visibilità e le risorse economiche. Ma i brocchi sono pur sempre agenti segreti in gamba.
Non sono proprio per niente convinta che ci sia un abbassamento morale ed etico generalizzato. Come lo facciamo il confronto con le epoche passate? Se consideriamo la Prima, ma soprattutto la Seconda Guerra Mondiale, per le testimonianze dirette (poche oramai) e quelle scritte, sono decisamente migliori questi tempi odierni. Certamente non possiamo confrontare il sentimento popolare sui social media, che non esistevano vent'anni fa. Ma soprattutto è sbagliato considerare i commenti sui social media come se fossero espressione di tutta la nazione, proprio per come funzionano i social media. Forse all'inizio i social media godevano della bontà e dell'ingenuità di una nuova scoperta, oggi sono manipolati e pilotati.
Oggi tocca proprio dare ragione a Umberto Eco: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli." Tanto che gli altri utenti semplicemente escono dal bar e li lasciano da soli.
Non solo ci sono persone che avendo una scarsa vita reale sfogano i propri istinti nella vita digitale, i cosiddetti "leoni da tastiera" che quando vengono rintracciati dalla Polizia Postale con tanto di denuncia e prove inconfutabili, piangono come coccodrilli farneticando "ma non sapevo, ma non volevo, avete capito male". Purtroppo, e soprattutto sotto alcune testate giornalistiche, fioccano gli account fasulli pagati proprio per generare discussioni = maggiore visibilità = maggiori accessi = maggiori introiti pubblicitari. Non sprecano il loro tempo, sono proprio pagati per questo.
Dunque qualsiasi opinione estrema sotto le notizie vale meno di niente, proprio come quella dell'ubriacone al bar.
Sinceramente, e nonostante io utilizzi i social media parecchio (gestisco diverse pagine e gruppi, su almeno 4 piattaforme differenti, multilingua - il che significa che ricevo notifiche anche di notte, dai diversi fusi orari), non sento che i social media stiano "dominando" la mia vita in senso negativo. Possiamo scegliere chi leggere e con chi relazionarci anche online, esattamente come nella vita reale. Se una pagina/utente/gruppo non è equilibrato, si smette di seguire e basta. C'è talmente tanto da leggere e talmente tante altre connessioni meritevoli, che sta a noi sceglierle e selezionarle accuratamente. Per la mia esperienza, i social media mi hanno persino aiutato a variegare le mie opinioni, a sentire le notizie direttamente da chi vive sul posto, con diversi punti di vista, oltre che linguaggi, tradizioni, cultura. Prima non era proprio possibile.
@Barbara: avevo pensato di recuperare il primo Citadel per farmi un’idea (essendo anche questo su Prime e avevo visto la pubblicità) ma finora mi é mancato il tempo. La serie Show horses non la conosco (Gary Oldman è un attore che mi piace molto) mi sa che è su una piattaforma a cui non sono abbonata…
Sono molto d’accordo con il pensiero di Umberto Eco e penso anch’io che quello che prima poteva essere solo un’opinione da bar ora con i social abbia una risonanza amplificata, ma il problema è proprio costituito da chi pilota abilmente queste persone che, o per stupidità o perché pagati, muovono l’onda delle opinioni in rete, ciò causa un male concreto alle persone come successo più volte attraverso le shitstorm, il cyber bullismo, il body shaming e altre forme di violenza che imperversa grazie ai social. Ora è chiaro che non tutti i social sono il male assoluto, ci sono anche aspetti positivi indiscutibili oltre al fatto che possiamo scegliere chi seguire e chi no, e meno male.
Sul declino che si sta avendo mi baso su quello che ho visto negli ultimi decenni, non prendendo di risalire alle guerre mondiali, anche perché se pensiamo agli orrori del fascismo, al nazismo e all’olocausto mi pare che i tempi odierni siano decisamente migliori, almeno in Occidente perché in altre parti del mondo esistono molti inferni (basta pensare all’Iran e all’Afganistan solo per fare un esempio).
@Giulia la serie Slow Horses dovrebbe essere su Apple TV (quindi Sky penso) in Italia. Ma ultimamente le piattaforme si "scambiano" i diritti, quindi magari approderà anche su Amazon Prime (dove per dire è arrivato Outlander prima stagione ma non si capisce perché a pagamento extra).
@Giulia fortunatamente le opinioni in rete non sono le opinioni nella vita reale, anche se vogliono farci credere questo. Shitstorm, cyberbullismo e bodyshaming ci sono sempre stati nella società, gli abbiamo solo cambiato nome e modalità di propagazione. Prima non viaggiavano in rete perché la rete non esisteva e/o erano poche le persone che accedevano e/o non eravamo nemmeno sensibili al problema, mentre sicuramente adesso se ne parla di più (alcuni tv e quotidiani in modo anche eccessivamente violento, non rivolto alla soluzione ma solo a spaventare e terrorizzare). Tutto è aumentato durante la pandemia, quando molte persone, soprattutto i ragazzi delle scuole, sono stati proiettati online senza avere gli strumenti di difesa giusti (e ahimè, manco i loro genitori spesso, catapultati da sera a mattina nello smart working) Però il bullismo nelle scuole c'era anche prima (ti assicuro che ne so qualcosa), solo che il pomeriggio si tornava a casa ed era silenzio. I ragazzi, adesso anche i bambini delle elementari, non avevano un cellulare con whatsapp dove continuano le cattiverie del mattino. Avevi modo di ridimensionare l'accaduto o, se necessario, coinvolgere preside e istituzioni. Per quel che mi riguarda, proibirei proprio l'uso dei cellulari in classe (in altri paesi è già stato fatto: Francia, Finlandia, Svezia, Olanda, Regno Unito e Australia) e soprattutto delle chat nel rapporto ragazzi-genitori-scuola.
Sì, anch’io sono assolutamente d’accordo, è corretto proibire l’uso dei cellulari in classe e anche le chat dei genitori (queste - spesso - ancora più malefiche)
La prima serie è stata originale, la seconda non so; secondo me le stagioni dopo la prima in pochi casi funzionano; infatti voglio vederla solo per curiosità: replicare l'ansia prodotta da una storia ben riuscita non sempre riesce. E per rispondere alla tua domanda: sì, mi è piaciuta proprio perché mi generava questa ansia tremenda :)
"Non solo c’è il dilagare della violenza in ogni campo, ma c’è la sua accettazione come un fatto normale. C’è un abbassamento morale ed etico generalizzato."
Se non ci fosse bisognerebbe inventarti. Ogni volta dai voce a pensieri che farei fatica ad esprimere a parole in modo così chiaro pur avendo bene in mente il concetto. Ho notato anche io questa degenerazione soprattutto nell'ultimo anno. Il 2024 è stato un anno estremamente violento a mio parere e la cosa mi ha parecchio destabilizzato. Per quanto riguarda i social ci sono persone che non hanno ancora capito che internet non è il cestino della spazzatura delle loro frustrazioni.
Di questo passo mi chiedo davvero dove finiremo.
Hai ragione cara Enrica, molti usano Internet come il cestino della spazzatura e scaricano tutto il loro odio per consolarsi delle loro frustrazioni, non potevi dirlo meglio. Forse c’è anche qualcuno che li manovra ad arte, purtroppo per scatenare violenza e dissenso. Grazie per il tuo apprezzamento del post!
Posta un commento