sabato 16 novembre 2024

Libri della nostra vita

 

L’esistenza è una serie di note a piè di pagina in un ampio, oscuro capolavoro incompiuto. Vladimir Nabokov 


Ci sono libri letti molti anni fa che sono rimasti scolpiti nella mia memoria. È curioso, perché a volte dimentico libri letti molto più di recente. Ogni tanto riaffiora nella mente qualche titolo, e mi viene quasi voglia di rileggerlo. Tuttavia, esito, temendo che una rilettura possa incrinare il ricordo a cui quei libri sono legati: sono simboli di un periodo della mia vita, momenti di crescita o di cambiamento. Forse è giusto lasciarli in quel limbo chiamato memoria. In effetti, sono perlopiù libri dell’infanzia e dell’adolescenza, un tempo in cui la lettura era una via di fuga dalla realtà, ma anche un modo per capirla e approfondirla attraverso gli occhi di altri.

Così ho provato a fare un elenco dei libri che più spesso mi tornano in mente 

La serie de I tre investigatori, qui non ricordo i singoli titoli ma ne ho letti davvero molti dagli 11 anni in poi, era una serie di romanzi gialli per ragazzi, pubblicati dalla Mondadori tra gli anni settanta e ottanta, io li prendevo in prestito presso la biblioteca comunale e mi appassionavano davvero tanto. Le storie spesso mescolavano la storia gialla con elementi soprannaturali che quasi sempre alla fine si rivelavano come delle messe in scena poste in essere dai colpevoli che, ovviamente, i protagonisti con le loro indagini svelavano. I tre investigatori erano tre amici adolescenti molto intelligenti e scaltri che indagavano e scoprivano il colpevole. Insomma già allora avevo la passione per il giallo, prima che il romanticismo femminile avesse la prevalenza e mi portasse a preferire le storie d’amore.

Quando i sogni non hanno soldi di Renee Reggiani 

“Quando i sogni non hanno soldi” di Renée Reggiani è un romanzo pubblicato nel 1973 che racconta la storia di un gruppo di ragazzi siciliani che, insieme al loro cane, decidono di lasciare la loro terra per cercare fortuna nel Nord Italia. La trama si sviluppa sul tema del viaggio come strumento di crescita e confronto, con i protagonisti che vivono esperienze di riscatto e maturazione. La storia esplora anche le difficoltà legate al trasferimento e all’adattamento in un contesto diverso da quello di origine, offrendo uno sguardo sulla realtà sociale italiana dell’epoca e sul fenomeno dell’emigrazione interna.

Questo romanzo per ragazzi è stato spesso per me come un faro, una guida. Il suo titolo è come un mantra e insegna a credere nei propri sogni nonostante tutto.

Cara famiglia di Guglielmo Zucconi, pubblicato nel 1974, racconta la storia d’amore nascente tra due adolescenti con le rispettive famiglie piene di personaggi memorabili che fanno da sfondo, un romanzo profondo e divertente allo stesso tempo. 

Poi sono arrivate le storie d’amore, tra i quattordici e i sedici anni quando ho letto tantissimi romanzi d’amore di Liala e Luciana Peverelli, le mie autrici preferite

Il primo romanzo di Liala che ho letto si intitolava La meravigliosa infedele, pubblicato nel 1953, racconta la storia di una giovane e bellissima donna che si fidanza con un ragazzo di buona famiglia, un ragazzo bello, ricco, ma senza carattere, immerso nella bambagia di una famiglia iperprotettiva perché figlio unico nato da genitori già maturi (questo è il ricordo che ho della trama di un romanzo letto a sedici anni). Accade così che lei si innamora di un altro del tutto opposto al fidanzato quasi perfetto, ma arriva anche la tragedia legata al suo tradimento. È una storia emblematica perché è l’eterno dilemma tra fare la cosa “socialmente” giusta e ciò che suggerisce il cuore. 

La trilogia di Lalla Acquaviva, Dormire e non sognare, Lalla che torna e Il velo sulla fronte: è complicato raccontarvi la trama dei tre romanzi (pubblicati tra il 1943 e il 1946 per darvi un’idea del periodo e del contesto) ma la storia la trovavo sofferta e avvincente ed è ancora molto chiara nei miei ricordi. 

Verrà il mio principe di Luciana Peverelli è un romanzo sentimentale che esplora il tema dell’attesa e dell’amore ideale. Una donna incontra un uomo importante, il principe di un piccolo Stato, che si innamora di lei e vuole sposarla, ma al contrario della classica favola, lei ama un ragazzo normale, povero e pieno di problemi. Lei insegue il suo grande amore e il principe invece insegue lei, salvandola spesso da situazioni problematiche. Non ricordo bene come sia finito il romanzo, non mi pare ci fosse il lieto fine, quello che mi è rimasto impresso era il dilemma della protagonista nella scelta tra la passione e la stabilità. Insomma un tema quanto mai attuale. 

Poi ci furono altre autrici come Alba De Cespedes di cui lessi Nessuno torna indietro e Dalla parte di lei, davvero belli. 

In questo periodo scoprii anche Cesare Pavese, di cui ho letto tutto, Jean Paul Sartre e altri autori meno sentimentali. Sono riuscita anche a leggere dei saggi filosofici e politici, dei quali però non ricordo granché. Cercavo di leggere davvero di tutto nonostante fossi adolescente, ma quello che resta nella memoria è quello che poi davvero costituisce il proprio bagaglio di cultura generale.

E voi avete dei libri impressi nella memoria che considerate i libri della vostra vita?

Fonti immagini: immagine creata da Chat GPT


mercoledì 30 ottobre 2024

Ottobre tra ansie e alluvioni

 

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Giuseppe Ungaretti 



Il mese di ottobre è, per me, sempre un mese impegnativo perché ho due bilanci da impostare e da far approvare a inizio novembre, per questo ogni anno mi ritrovo a lavorare anche di domenica per poter completare la parte contabile e la predisposizione delle due relazioni al bilancio. Voi direte: ma perché non lo fai nell’orario ordinario di lavoro? In realtà sarebbe possibile se non ci fossero mille altre scadenze da rispettare e mille riunioni, trattandosi di due lavori complessi che richiedono tempo e attenzione non resta che farlo nel week end. Ora non voglio annoiarvi con il mio lavoro, ma serve solo per spiegare perché è diventato faticoso anche scrivere un post. Visto però che dopo tre domeniche, di cui una mentre imperversava l’alluvione su Bologna ma per fortuna il mio quartiere - per ora - è stato risparmiato, ho finalmente finito il lavoro sopradetto mi sono accinta a scrivere il secondo post di questo ottobre travagliato.

Pensare che ottobre potrebbe essere un mese ricco di momenti belli, un vero ponte tra il calore dell’estate e il freddo dell’inverno, con tutte le sue tradizioni. Qui a Bologna inizia subito con la festa di San Petronio, patrono della città, che il 4 ottobre coincide con la celebrazione di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, regalandoci anche un ponte festivo. Per me, è stato l’ultimo fine settimana libero: libero, sì, ma accompagnato dalla pioggia.

Ottobre segna l’arrivo pieno dell’autunno. Le foglie degli alberi cambiano colore, passando dal verde ai toni caldi del rosso, arancione e giallo, creando paesaggi suggestivi. È il mese della raccolta delle castagne, delle zucche e della vendemmia, elementi tipici di questa stagione. Che bello che sarebbe poterlo vivere appieno. 

E in questo mese la sensazione di fragilità di foglie appese agli alberi pronte a cadere della nota poesia di Ungaretti non mi ha abbandonato mai, mai come quest’anno mi sono sentita precaria, tra le notizie di guerra che tutto intorno ci opprimono e le alluvioni che ci hanno travolto. Per quanto mi riguarda, oltre alle assillanti scadenze, si sono aggiunte una serie di eventi imprevisti di cui avrei fatto volentieri a meno, in particolare mi si è rotta l’auto e riparare il danno mi costerà un sacco di soldi, del resto non sono pronta a cambiarla e a comprarne una nuova per motivi vari con cui non vi sto ad annoiare.

Ciò che, invece, ha allietato le mie giornate in questo mese è stata la serie sugli 883 su NOW, mi sono molto divertita a seguire la storia di come è nato il successo di questo duo, due ragazzi normali di Pavia (città in cui non sono mai stata ma che ora sarei curiosa di visitare) che sono diventati famosi inseguendo il loro sogno. È stato una bella immersione negli anni novanta e in quelle atmosfere che ho vissuto anch’io, quindi un tuffo nei ricordi e nella nostalgia.



Che poi, la canzone di Max Pezzali Gli anni è stata un po’ la colonna sonora di questo mese, perché mi è rimasta in testa da quando sabato 5 ottobre - con un gruppo di amici - abbiamo improvvisato una festa con un karaoke nostalgico dei nostri “anni”.

Ed eccoci arrivati alla fine del mese e a una nuova festa, quella di Halloween il 31 ottobre, una ricorrenza di origini celtiche, legate alla celebrazione di Samhain, il capodanno celtico e momento di passaggio tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti (notizie reperite googolando in rete). 

Non é che io sia molto legata a questa festa, provo maggior affetto per la festa del Giorni dei Morti del sud delle mie origini, quando le anime buone dei defunti passavano a portare una calza piena di doni ai bambini, cosa che avveniva la notte di Ognissanti, 1° novembre, e il giorno della Commemorazione dei Defunti, 2 novembre. In Puglia oltre alla calza di doni c’è l’ usanza di preparare dei dolci tipici “dei morti” che si chiamano Pupurati, fatti con il delizioso vino o mosto cotto pugliese (prodotto in occasione della raccolta dell’uva), sono dei buonissimi biscotti scuri grazie a questo impasto con il mosto cotto, con l’aggiunta di mandorle e nocciole. Comunque è una celebrazione parte della cultura italiana da secoli e si concentra sulla memoria dei santi e delle persone care defunte. Ho scoperto in rete che in Sicilia si usa preparare e donare ai bambini dolci tipici come i “Pupi di zucchero” e i “Frutti di Martorana”. In Veneto invece, si prepara il pane dei morti, un dolce tipico che viene offerto in memoria dei defunti. 

Con Halloween abbiamo elementi più vicini all’horror anche se in modo giocoso con il suo “dolcetto o scherzetto”. Tutto sommato non mi dispiace passare la serata con il mio compagno a guardare qualche film a tema Halloween, di film sul genere ce ne sono diversi, ma il mio preferito è Frankstein Junior, film che quest’anno compie 50 anni, ed è notizia di ieri della morte di Teri Garr, l’indimenticabile Inga del film di Mel Brooks. Per lasciarci ancora qualche motivo per sorridere festeggerò guardando il film e quindi vi saluto con una frase: Lupo ululá, castello ululì.

E voi come avete passato ottobre? E come passerete la notte di Halloween 🎃?

Fonte immagine: creazione Immagine di Chat Gbt 

venerdì 18 ottobre 2024

Il romanzo vien scrivendo

 

Il talento senza allenamento è inutile.Mark Twain


Nel mese di agosto, approfittando di qualche momento libero, ho provato a riprendere a scrivere. Tuttavia, mi sono resa conto di non avere così tanto tempo a disposizione. Ci sono stati solo un paio di giorni in cui, senza particolari impegni, mi sono seduta al computer per tentare di scrivere. All’inizio, per un paio d’ore non sono riuscita a produrre nulla: ho semplicemente riletto vecchi appunti su idee da sviluppare. Poi, finalmente, sono riuscita a mettere insieme alcune righe e, con fatica, ho completato due capitoli del mio (forse) nuovo romanzo. Ho capito che, come l’appetito vien mangiando, anche la scrittura vien scrivendo. Bisogna passare del tempo davanti alla pagina bianca per riflettere, e pian piano le idee iniziano a prendere forma. Naturalmente, è essenziale avere una chiara progettazione della storia; non si può procedere a tentoni, guidati solo dalla fantasia, ma occorre avere ben chiara la trama, nella mente o su carta. 

 Il talento senza allenamento è inutile. Mark Twain

Mi ritrovo molto nella citazione che ho riportato sopra di Mark Twain, la scrittura ha bisogno di costante allenamento, che io interpreto come costanza e metodicità. 

Ma come fare a trovare il tempo quando il mondo intorno a te manovra per succhiarti via il tempo e, soprattutto, tutte le energie? Con l’inverno che si avvicina potrei dedicare qualche sera alla scrittura, se non crollo miseramente addormentata sul divano, mi sono ripromessa di provarci ma finora sono riuscita a mettermi davanti al pc solo un paio di volte e con una produzione limitata di righe. Non riesco più a trovare neanche il tempo per scrivere un post figuriamoci per scrivere un romanzo. Tuttavia non voglio arrendermi, infatti ho deciso di scrivere almeno un post sul blog e proprio su questo argomento, proprio perché ormai sto trascurando anche il blog, anche in questo caso se non decido di mettermi davanti al pc per scrivere non arrivo a niente. 

Parlando però di “progettazione”, c’è un problema che mi perseguita da un po’, per il mio giallo ho in mente una storia, ma non so se voglio davvero raccontarla, è tratta dalla realtà, purtroppo è una storia molto cruda ed è anche uno dei motivi per cui tentenno e non riesco a trovare la giusta direzione. Forse dovrei trovare un’idea differente ma altrettanto forte e stimolante. Nel frattempo leggo libri, non sulla scrittura, semplici romanzi, perché leggere aiuta sempre. 

La progettazione narrativa è quel processo di strutturazione e pianificazione di una storia, considerando i personaggi, l’ambientazione, la trama, i temi e i conflitti. In pratica si tratta di creare una “mappa” della storia prima di scriverla, per darle una direzione chiara e una struttura solida. Per molti miei romanzi spesso il progetto era ben chiaro nella mia mente e sapevo esattamente dove volevo arrivare. Oggi invece, forse a causa del dilemma di cui ho parlato sopra, sono parecchio in alto mare. 

Al momento ho solo due punti fermi

Ambientazione: città di Bologna e dintorni 

Personaggi principali: Saverio Sorace vicequestore e Sara Castelli criminologa, che sono sempre gli stessi della serie con i loro tormenti interiori da risolvere. 

Manca la trama, il tema e il conflitto, mica poco!

Nel primo episodio della serie buona parte della trama è nata dagli stessi personaggi, perché ovviamente avevo ancora tutto da raccontare della loro vita. Negli episodi successivi, oltre alla storia dei personaggi che aveva un suo sviluppo, c'erano dei temi che sentivo fortemente di voler trattare e da lì scattava anche la trama. Ora invece sono in stallo.

Non so se riuscirò a trovare la mia “mappa” per non perdere la rotta nel processo di scrittura. Per il momento ho condiviso con voi questi pensieri. A volte arrovellarsi per cercare una soluzione, anche con la scrittura di questo post, può servire a trovarla, chissà.

Voi cosa ne pensate?


Fonte immagine: creazione di Chat Gbt 

domenica 29 settembre 2024

Come mi rilasso e svuoto la mente

 

Rilassati, raccogliti, allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’ indistinto. (Italo Calvino)


Ho pensato di scrivere questo post come un inno alla leggerezza, riflettendo su alcune situazioni un po’ assurde che ultimamente mi aiutano a rilassarmi e che desidero condividere in questo spazio. La cosa più strana che mi calma? Le televendite di moda. Non compro mai nulla, ma quando in TV non c’è niente di interessante, o quando si parla di guerre e politica, mi rifugio su un canale di televendite. C’è un canale che vende un po’ di tutto, ma io mi fermo solo quando trasmettono sfilate di abbigliamento. Mi piace vedere le modelle di tutte le taglie, comprese quelle curvy, mentre illustrano i capi di vari brand. Sul divano, mi lascio andare a un flusso di pensieri che mi fa sentire incredibilmente rilassata.

Poi mi piacciono anche i canali di cucina e anche qui ho le mie preferenze, il mio programma preferito è Fatto in casa per voi di Benedetta Rossi che, quando prepara le sue ricette, fa sembrare tutto facile, anche in questo caso io non cucino mai, ma talvolta qualche ricetta l’ho provata anch’io. Quello che mi piace del programma è che tutti i passaggi sono spiegati con molta cura ma poi alla fine vengono riassunti in forma schematica. Inoltre Benedetta Rossi ha un modo di fare e un sorriso tranquillizzanti, il quadro della gentilezza. 

Tra i programmi di cucina, al di fuori della tv, mi piace anche seguire su YouTube le ricette di Rapanello, una specie di Benedetta Rossi al maschile, il vero nome è Gabriele ed è di una simpatia unica. La regia é della moglie Beatrice che ogni tanto appare anche lei. 



Ho scoperto poi di recente dei programmi che trovo rilassanti, perché, in un certo senso, raccontano delle storie 

Cash or trash, chi offre di più sul Nove 

L’ho iniziato a guardare per il presentatore, Paolo Conticini, attore bello e simpatico (quello della serie Provaci ancora prof serie liberamente ispirata ai romanzi di Margherita Oggero) poi mi sono appassionata perché per anni ho accompagnato un’amica esperta di antiquariato presso vari mercatini della provincia di Bologna e lentamente ho acquisito un certo occhio per gli oggetti “vintage” o addirittura antichi, ovviamente senza mai comprare nulla tranne qualche soprammobile che mi colpiva (a prezzo di occasione). Comunque, in questo programma i partecipanti portano i loro oggetti per avere una valutazione dall’esperto che è Alessandro Rosa - ex banditore di una casa d’aste - e poi ci sono cinque o sei “mercanti” (che non conoscono la valutazione di Rosa) che fanno la loro offerta  all’asta. Quello che mi piace del programma è ascoltare la storia degli oggetti, alcuni sono davvero di pregio e antichi, altri lo sono un po’ meno ma tutti raccontano le emozioni che portano con loro. 

Poi su NOW ho cominciato a seguire e cercare di recuperare tutte le puntate (scadute il 29 settembre) del programma  La seconda casa non si scorda mai 

Ci sono due protagonisti, l’architetto romano Nicola Saraceno e l’agente immobiliare milanese Giulia Garbi che si sfidano nella ricerca di una seconda casa per le famiglie che chiedono il loro aiuto. I due esperti dopo avere raccolto le informazioni su come dovrebbe essere la nuova casa, iniziano il loro viaggio per tutta l’Italia, secondo il luogo designato per l’acquisto, per trovare la casa ideale e soddisfare coì il sogno delle famiglie. Questo programma mi ha appassionato tutta l’estate, ma non ho recuperato tutte le puntate, erano cinque stagioni da 15 puntate, credo di averne visto circa la metà.

Queste famiglie hanno dei budget sostanziosi a disposizione (nelle prima serie il budget andava dai 300.000 ai 500.000 euro) nell’ultima si andava oltre il milione di euro e anche più per cui mi sono chiesta se le famiglie fossero vere oppure inventate, magari nella prima serie lo erano, ma con i budget più alti non credo. Comunque veritiere o no il programma era piacevole perché permetteva di scoprire i luoghi in Italia anche meno noti con il contesto delle realtà immobiliari e le storie delle famiglie che desideravano acquistare la seconda casa. 

Ho cercato di guardare per prima le puntate dei luoghi che conoscevo come l’isola d’Elba, la Puglia, la Romagna e le Marche poi man mano le altre puntate che ho avuto tempo di guardare. 

E voi avete dei programmi che vi rilassano? Conoscete quelli che ho citato in questo post?


Fonti immagini: Pixabay 

domenica 1 settembre 2024

La lunga estate calda e qualche libro

 

L’estate é quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno. Mark Twain.

Viviamo immersi nell’aria condizionata e questo non ci fa percepire del tutto quello che accade intorno a livello climatico, almeno credo. Quest’anno ho sofferto moltissimo il caldo, ok non è una grossa novità, ma quest’anno c’è stata una situazione diversa che mi ha fatto riflettere. Ogni anno vado in Puglia per la settimana di ferragosto per passare dei momenti in famiglia, nella mia casa pugliese non ho l’aria condizionata, per cui mi difendo dal caldo con i ventilatori ma soprattutto con un grande bancone dove la sera (e talvolta la notte) mi rinfresco seduta su una sdraio. Nel mio paesello pugliese, durante l’estate, di giorno fa caldo ma la sera rinfresca tantissimo, se si sta fuori all’aperto si respira, cosa che a Bologna non avviene quasi mai. A Bologna mi è capitato di andare in piazza maggiore per vedere il cinema all’aperto e di soffrire il caldo neanche fossi immersa in un forno, tanto che, negli ultimi anni, ho smesso quasi del tutto di vivere le iniziative di Bologna estate perché non riesco a godermele per il caldo, insomma spesso resto in casa con l’aria condizionata. Tornando alla Puglia, lo scorso anno - nella settimana di ferragosto - sul mio balcone faceva così fresco che, dopo un po’, dovevo rientrare in casa e di notte con la finestra aperta si dormiva benissimo. Quest’anno no, sul mio balcone si stava bene, ma la frescura arrivava a notte inoltrata e ho passato diverse notti seduta sulla sdraio in balcone perché in camera, nonostante ventilatore e finestra aperta, non si dormiva. Tornata a Bologna, avendo ancora qualche giorno di ferie ho passato qualche giorno al mare nelle Marche, ma faceva caldo perfino di sera sul lungomare, una sera al ristorante abbiamo preferito mangiare dentro con l’aria condizionata piuttosto che restare fuori a sudare copiosamente. 

Per fortuna sono arrivati i temporali, con qualche disastro (da noi il mare si è portato via un pezzo di spiaggia aprendo una piccola voragine, ma da altre parti sono affondate delle barche, volati via degli ombrelloni e allagati dei paesi). Secondo alcuni è il cambiamento climatico, secondo altri ogni estate il caldo imperversa e il clima non c’entra. Io non lo so, ma quest’anno ho sofferto molto di più il caldo, anche fuori dalla pianura padana, e perfino nella mia gitarella in collina a ottocento metri di altezza. È una congiunzione astrale? Chi lo sa. Vedremo in futuro cosa accadrà.

Intanto però, nel corso delle mie vacanze, ho letto un po’ di libri, prevalentemente presi in prestito alla libreria digitale che, da quando sono iscritta, ho usato senza lesinare, primo perché ormai i prezzi degli eBook sono lievitati tantissimo e poi perché con la biblioteca digitale posso leggere anche libri che non mi convincono del tutto, se dovessi comprarli, invece un prestito può farmi scoprire perfino un nuovo autore.

Comunque, a partire da maggio, ho letto i seguenti libri (parto da maggio perché è il periodo in cui sono proiettata verso l’estate e le vacanze, la numerazione che vedete è il numero di libri letti):


Maggio
15. Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini (Emilia digital library)
16. Graffiti di Giorgio Faletti (Emilia Digital Library)
17. La luna e i falò di Cesare Pavese (Emilia digital Library)
Giugno
18. Dieci motivi per uccidere di Raffaele Malavasi (Apple 1,99)
19. La briscola in cinque di Marco Malvaldi (Prime gratuito)
Luglio 
20. Cuore nero di Silvia Avallone (Emilia digital Library)
21. L’ipotesi del male di Donato Carrisi (Apple 2,99)
22. Acqua morta. Un’indagine del commissario Albani  di Michele Catozzi (Emilia digital Library)
Agosto
23. Il delitto della finestrella di Filippo Venturi (Emilia digital Library)
24. La rivolta delle Cariatidi di Petros Markaris (Emilia digital Library)
25. Le mogli hanno sempre ragione di Luca Bianchini (Emilia digital Library)
26. Di morte e d’amore di Stefania Crepaldi (Apple 1,99)
27. Quello che ti nascondevo di Marina Di Guardo (Emilia digital Library)
28. Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale (Emilia digital Library)


Come potete notare tra le mie letture prevalgono i libri presi in prestito alla biblioteca digitale, i libri comprati sono ormai una minima parte e solo quelli a un prezzo moderato. Il migliore di Luglio é stato Cuore nero di Silvia Avallone, letto nel corso di un week end al mare, per il resto del mese ho letto poco perché ho lavorato sempre, invece il mio mese di agosto è stato allietato da alcune letture piacevolissime Il delitto della finestrella di Filippo Venturi e Le mogli hanno sempre ragione di Luca Bianchini, non è stato male l’ultimo thriller di Marina Di Guardo che delude sempre un po’ sul finale, questo romanzo invece è stato più soddisfacente. Ora sto ultimando Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale, un eBook di cui ho suggerito l’acquisto alla biblioteca digitale (ho letto quasi tutto della Gamberale ma questo romanzo non era disponibile, così ho mandato una mail automatica in cui suggerivo l’acquisto e dopo un paio di settimane mi è arrivato l’avviso che era stato acquistato, così l’ho subito scaricato per leggerlo. Lo considero letto in agosto, anche se oggi è il 1 settembre, ma sono al 99 per cento di percentuale di lettura, praticamente finito. 

La cosa bella della biblioteca digitale è che mi motiva a leggere, proprio come accadeva quando, da ragazza, prendevo libri in prestito alla biblioteca comunale. All’epoca sceglievo tre o quattro libri, consapevole di doverli restituire entro un mese; spesso li leggevo in meno tempo, tornando presto a restituirli e a prenderne altri, sotto lo sguardo scintillante del bibliotecario. Ricordo le estati, lunghe e libere dopo la scuola, durante le quali leggevo almeno una ventina di libri, se non di più, senza mai tenerne il conto. Il bibliotecario, un uomo gentile con gli occhiali e un sorriso luminoso, mi accoglieva sempre con entusiasmo. Diceva che vedere una giovane così appassionata alla lettura lo riempiva di gioia. Allora non me ne rendevo conto, ma probabilmente spezzavo la monotonia delle sue giornate, dando un senso al suo lavoro, sebbene non fossi l’unica; spesso incontravo altre giovani lettrici altrettanto voraci.

Tornando alla biblioteca digitale, con il prestito degli ebook limitato a quindici giorni, mi immergo subito nella lettura per rispettare la scadenza, e alla fine mi ritrovo a leggere di più. Peraltro ogni tanto mi piace sfogliare il catalogo per cercare nuove letture oppure, quando mi arrivano delle mail pubblicitarie di eBook da comprare, controllo se c’è un romanzo che mi interessa, così dopo li vado a cercare e, se non sono disponibili, li prenoto. 

E voi come avete passato questo torrido periodo tra vacanze (spero) e letture?