"Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai più. Julian Barnes"
Non nel senso del tempo della vita, quello può saperlo
solo Dio, ma parlo del tempo quotidiano che cerchiamo di dedicare alle nostre
principali attività.
Io cerco di strappare un paio di ore al giorno, di solito serali,
da dedicare alla scrittura, non sempre ci riesco. C’è spesso qualcuno che tenta
di “distrarmi” e soffro, divento ansiosa perché sento che passano i giorni e
non riesco a fare neanche un decimo di quello che vorrei fare.
La mia attività lavorativa è ricominciata a pieno regime,
uscire in orario dal lavoro è già ridiventata una chimera e quindi mi sento
oppressa dalla mia stessa vita.
Dopo questa premessa voglio raccontarvi gli eventi di
questa ansiosa settimana nel corso della quale ho imparato tante cose
interessanti.
Grazie a una
segnalazione ricevuta su facebook ho imparato che nella tastiera italiana nel Word
non ci sono le virgolette caporali e che per farle è necessario pre impostare i
simboli.
<<esempio 1>> invece che «esempio 2»
Notate la
differenza, vero? Il primo esempio non è più replicabile perché adesso ho
impostato i simboli nel Word del mio notebook.
È fantastico, prima non lo sapevo, ora sì.
Poi, grazie al blog di Michele, Scrivere per caso Acchiappami e a tutti i commenti
ricevuti, nonché ai brevi approfondimenti da me fatti successivamente in rete, ho
scoperto la differenza chiara e inequivocabile tra sinossi e quarta di
copertina. Quante cose si danno per scontate, si pensa di sapere e invece
bisogna approfondire, sempre. E avere il tempo per poterlo fare serve molto,
tanto per restare in tema.
La “sinossi” è una sintesi accurata del romanzo, utile al
fine di presentare il proprio manoscritto all’attenzione di un editore.
La “quarta di copertina” è il testo che figurerà in quarta
di copertina, appunto, e sugli store on
line. A differenza della sinossi, non coincide necessariamente con una sintesi minuziosa
della trama. Il suo scopo è quello di suscitare la curiosità del potenziale
lettore.
Quindi non è il caso di svelare troppi dettagli e
soprattutto non è il caso di rivelare il finale, nella sinossi si può fare per
dare una precisa idea all’editore di quello che andrà a leggere, se vorrà
farlo, e pubblicare, se sarà convinto.
Nella quarta di copertina no, perché il potenziale
compratore deve incuriosirsi, ma non deve conoscere tutti i particolari della
trama altrimenti probabilmente
perderebbe interesse per il libro. Ora sta nello scrittore o nell’editore, se
si ha la combinazione di averne uno che ti prende sotto la sua ala, saper scrivere una quarta di copertina
accattivante e capace di suscitare la curiosità del lettore al punto da fargli
comprare il libro o, nel caso degli e book, almeno scaricare l’estratto
gratuito che potrebbe fargli decidere di acquistare.
Sinossi e quarta di copertina hanno quindi scopi diversi e
per questo sono differenti.
Anche se può essere facile cadere in confusione, ed è
quello che è successo a me, perché negli store on line su Amazon la parte
descrittiva del libro si chiama “Sinossi” mentre su ibooks si chiama “Descrizione
del libro” e su googleplay si chiama semplicemente “Descrizione” quindi come
vogliamo chiamarla? Sinossi breve e Sinossi lunga a seconda del
destinatario?
Non ha importanza, quello che davvero conta è averne
afferrato il senso e lo scopo.
Poi sempre questa settimana ho imparato che, anche se
percorri una strada con la tua auto con tutta la prudenza possibile e a
velocità moderata e hai diritto di precedenza non è detto che te la diano (la
precedenza intendo). E può accadere che qualcuno si catapulti sulla tua auto
facendoti un certo danno, così mentre stavi cercando di tornare a casa in
orario con una lista di cose urgenti da fare (per esempio la spesa al
supermercato perché il frigo era vuoto e disperato) ti ritrovi a compilare
moduli quasi indecifrabili dove inserire informazioni da reperire al volo
cercando nel cruscotto, mentre tenti di mantenere la calma e non maledire il
destino che ti ha portato su quella strada. E sai già che il tempo che ti
serviva si sta volatilizzando e pensi che non avrai modo di preparare il post,
né di continuare con il lavoro di revisione cominciato oltre un mese fa e che,
a volte, vorresti soltanto un giorno, solo un misero giorno alla settimana nel
quale alzarti la mattina e non dever correre al lavoro, o fare le pulizie né la
spesa né accompagnare qualcuno da qualche parte, insomma un giorno tutto tuo
nel quale poter fare quell’unica cosa che vuoi fare cioè scrivere.
Poi vorrei anche un giorno in cui rilassarmi e godermi una
piccola fetta di tempo libero, ma forse è pretendere troppo.
Scusate se in questo post ho mescolato diversi argomenti parlando del tempo, delle
sinossi e dei miei imprevisti automobilistici, ma anche questa confusione è frutto del tempo che non ho.
E voi che rapporto avete con il tempo?
15 commenti:
personalmente ora ho un rapporto strano col tempo. Per 18 mesi ho dovuto occupare quasi tutto il tempo ad occuparmi di me stessa per cercare di salvarmi la vita. A fine terapie ho dovuto riconvertire questo tempo che mi è stato ridato indietro e ancora sto cercando di farlo
La malattia cambia il rapporto con il tempo, ma fa capire meglio il suo valore, del tempo e della vita. È una nuova consapevolezza. Può considerarsi un aspetto positivo.
Parli a me di tempo che vivo con le lancette dell'orologio sempre sotto gli occhi! Ritagliarmi un pizzico di spazio per curare i miei interessi è uno slalom fra impegni domestici, corri qui corri là dietro ai figli, prendi e lascia modello taxi... E la scrittura? Un mordi e fuggi continuo!
Dunque, si dice mal comune mezzo gaudio! :)
P.s. Mi dispiace per il piccolo guaio con la macchina! Quando il diavolo ci mette la coda...
Quando ho letto che non hanno dato la precedenza mi sono presa un colpo. Ma da quello che ho capito, non ci sono state conseguenze per te, insomma stai bene... giusto?
Il tempo è sempre troppo poco anche per me, anzi più vado avanti con l'età e più mi sembra che corra troppo veloce. L'ansia prende anche me in continuazione, quando vedo che mi propongo di fare 10 cose e ne faccio meno della metà. E la scrittura viene spesso sacrificata :(
Proviamo a stare più serene... magari aiuta.
Siamo nella stessa barca, con i bambini poi deve essere un vero delirio.
Avere l'auto da riparare aggiunge un nuovo problema, per qualche giorno dovrò girare senza, diavolaccio infame! :-(
almeno non ci siamo fatti male che sarebbe stato peggio...
Grazie Maria Teresa, sì sto bene, per fortuna nessuno si è fatto male, anche perché io andavo piano, soprattutto in città rispetto i limiti di velocità, al contrario di altri...l'auto è messa peggio, però va bene così, ormai, la sistemerò.
Chissà perché corriamo sempre tanto, a me sembra che fare le cose, anche quelle apparentemente semplici, sia diventato sempre più complicato al lavoro, nella vita, tutto sembra assorbire energie e tempo. Comunque la parola "calma" è diventato il mio nuovo mantra. ;-)
Ciao Giulia, grazie per la citazione.
"Acchiappami" l'ho proposto proprio perché, tutti insieme, sia più facile imparare e correggere quegli errori che altrimenti nessun'altro ci additerebbe, lasciandoci a sguazzare nell'ignoranza e nel dubbio.
Per quanto riguarda il tempo, anche io sono uno di quelli sempre in rincorsa; però vorrei segnalarti questo bel racconto (non mio, per carità!) https://purtroppo.wordpress.com/2015/02/18/se-solo-avessi-tempo/
Infatti caro Michele è stato utilissimo, a proposito benvenuto nel mio blog!
Il tuo post “acchiappami” è stato davvero interessante e istruttivo, del resto mi sono messa in gioco proprio per capire l’impatto della mia descrizione /sinossi breve.
Appena potrò la aggiornerò con i miglioramenti da voi suggeriti (per esempio le ripetizioni da togliere)
Riguardo al tempo andrò a leggere il racconto, grazie per il suggerimento!
pessimo.
sono una che arriva puntualmente, in ritardo con le proprie aspettative...
...e non vivo nemmeno benissimo l'idea di tempo in generale, mi sento già vecchia
Ho letto! Racconto interessante, la morale quindi è: il tempo non basta mai e se ne avessimo di più non basterebbe comunque, tanto vale rassegnarsi e farsi bastare quello che si ha. ;-)
Cara Pata
Mi piace moltissimo questa tua espressione ”una che arriva puntualmente in ritardo con le proprie aspettative”
Condivido molto e spesso mi sento anch’io cosi ;-)
Mi vergogno un po' a dirlo, ma soffro di mancanza di tempo anche adesso che non lavoro. D'accordo che ho un marito, un figlio, un cane e una casa, più una mamma da tenere d'occhio, ma non mi sembra una situazione così terribile. Invece mi ritrovo a lottare con i ritagli di tempo, e conosco bene la frustrazione di cui parli. Mi sono fatta l'idea che il tempo sia come quelle vecchie borse della spesa a rete, le hai mai viste? Mettici dentro poco, mettici dentro molto, sempre aderenti restano. :)
Direi che anche tu hai parecchio da fare :-) Le borse della spesa a rete? Sì le ho presenti. Io penso che il tempo riusciamo sempre a riempirlo, soprattutto se abbiamo la passione della scrittura. Come il racconto suggerito da Michele (vedi il link nel suo commento) se avessimo ogni giorno delle ore in più dopo un po' diventerebbe insufficienti anche quelle. Insomma non resta che rassegnarsi e disporre del tempo che si ha con serenità ... o almeno provarci.
Ci sono i tasti di scelta rapida però...
alt+174= «
alt+175= »
Scelta rapida, si parla sempre di tempo.
Col tempo ho un rapporto conflittuale, vorrei fare tutto e, nel dubbio, finisco per non combinare nulla. Inizio tantissime cose che poi non porto mai a termine, e a risentirne è l'appagamento personale.
Fantastico, grazie del suggerimento e benvenuto nel mio blog!
Sì anch'io vorrei fare molte più cose, ma mi do delle priorità altrimenti soccombo :-)
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