domenica 6 maggio 2018

Vivere: Istruzioni per l'uso

La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo. Jim Morrison
Chissà quali curiosità susciterà questo titolo, tranquilli non ho nessuna ricetta magica, solo riflessioni su manuali e saggi che ogni tanto mi capita di vedere nelle classifiche dei libri o nei consigli di lettura sulle riviste. 
Life coach, psicoterapeuti, liberi pensatori, giapponesi e ammiragli della Marina militare danno consigli sulla vita e noi avidamente attingiamo a questi consigli per scoprire la ricetta del vivere. 
Alcuni titoli?
Riparti da te e 10 pillole di felicità di Andrea Giuffredi, metodologie basate sul coaching, pratica che permette a ciascuno di far emergere le potenzialità che ognuno di noi possiede.
Meglio di prima, Il brand è una religione e Amori consapevoli di Andrea Cesaretti, consigli su come mettersi in proprio e avere successo, e come vivere l'amore al meglio. 
Fatti il letto di William McRaven, ammiraglio della Marina americana che in questo suo libro dispensa consigli su come non farsi travolgere dalle sconfitte della vita basandosi sulle regole della vita militare.

Quando mi soffermo a leggere stralci di questi consigli mi sembra sempre di leggere delle ovvietà, poi però mi rendo conto che, se questi autori hanno successo, è perché per molti certe affermazioni non sono del tutto ovvie. E quindi analizziamo meglio alcuni consigli dell'ammiraglio. (La fonte è un articolo di Marta Bonini sul n.9/2018 di Donna Moderna)

Fatti il letto: come prima cosa la mattina parti da un compito semplice come rifare il letto e la giornata partirà meglio: io lo faccio già perché non sopporto di lasciare la camera in disordine prima di uscire di casa per andare al lavoro, non tutti lo fanno o lo possono fare, se c'è qualcuno in casa che si alza più tardi di noi diventa difficile, però se si può è bene farlo. In fondo anche Marie Kondo parlava del "Magico potere del riordino" altro best seller di poco tempo fa.

Non aver paura di sbagliare e buttati: questo è un ottimo consiglio, quante volte ci fermiamo paralizzati di fronte a un ostacolo? Se abbiamo paura di sbagliare rischiamo di non fare mai niente e di non andare avanti. Mi capita spesso sul lavoro di dover iniziare delle attività completamente nuove, all'inizio ero terrorizzata poi ho cominciato a buttarmi e a fare le cose, dopo averle studiate un po' ed essermi informata, con un pizzico di incoscienza e anche perché non avevo scelta. Ho anche sbagliato e fatto degli errori, ma proprio da quegli errori ho potuto aggiustare il tiro e migliorare l'attività successiva. 
Questa filosofia cerco di applicarla anche nella vita, con le dovute cautele, cerco di osare sempre e di mettermi alla prova. E come disse Papa Wojtyla "se sbaglio mi corriggerete"

Chiedi aiuto: se hai bisogno non temere di chiedere aiuto, non possiamo fare tutto da soli, conosciamo i nostri limiti, quindi impariamo a chiedere aiuto a chi ce lo può dare. Un buon risultato è frutto del lavoro di squadra. Ecco, ve lo dice una che piuttosto che chiedere aiuto si taglierebbe un braccio, non per orgoglio, ma perché ho sempre paura di disturbare. Però ho imparato che non posso arrivare da nessuna parte se non ho l'aiuto degli altri e quindi quando capisco che è necessario chiedo agli altri un supporto, nel lavoro e nella vita. 

Sii resiliente: ultimamente la parola "resilienza" è diventata molto di moda, molti l'hanno scoperta ben prima che diventasse di moda e in pratica vuol dire "non mollare mai" resisti davanti alle difficoltà. Io me la sono plasmata su me stessa declinandola nel motto "mi spezzo, ma non mi piego". La vita ci mette davanti a situazioni difficili, tanto che verrebbe voglia di arrendersi e lasciar andare tutto. Soprattutto quando abbiamo a che fare con gli squali (molti capi lo sono) mi sono ispirata a loro anche nei miei libri, soprattutto nell'ultimo in uscita, però non bisogna arretrare, bisogna coltivare il coraggio di affrontarli, altrimenti vinceranno sempre i prepotenti. Va bene, io però aggiungo una regola ulteriore del tutto personale, non mollo mai "se ne vale la pena per me", voglio dire che sono resiliente e non arretro, ma quando il gioco non vale la candela (lasciatemi usare una vituperata frase fatta) io lascio perdere perché ne guadagna la mia qualità della vita.

Vai avanti, nonostante le ingiustizie subite: la vita è ingiusta? I tuoi genitori non ti hanno amato abbastanza? Non ti hanno dato la promozione che ti spettava di diritto? Tuo marito ti ha tradito con la tua migliore amica? Non riesci a pubblicare con una grande casa editrice? Vai avanti lo stesso! Inutile restare a rimuginare e lamentarsi di quello che poteva essere e non è stato, guarda al futuro e vai avanti. Sono d'accordo, anche se ogni tanto mi lamento con me stessa, ma non ditelo a nessuno.

Ci sarebbero tanti altri consigli da elencare, però mi fermo qui, aggiungo solo il mio consiglio personale: fidati del cuore, del tuo e di quello degli altri. 
E infine, tra i vari consigli di vita, a me viene in mente anche quello di Steve Jobs "Siate affamati, siate folli" siate affamati nel ricercare la vostra strada e le vostre passioni con la voglia di farcela e siate folli nel far uscire la componente folle, creativa che è dentro ognuno di noi. 

E voi seguite i consigli dei guru? Ma soprattutto, che consiglio vi date per vivere meglio? 


17 commenti:

Luz ha detto...

Eh già, non sono così scontati come consigli. Li percepiamo come scontati solo perché imperversano su quelle cartoline virtuali insulse che girano sui social, ma in verità queste sono perle di saggezza.
Rifare il letto mi appartiene intimamente. Non riuscirei a cominciare bene la mia giornata senza rifare il letto disfatto. Per me è religione mattutina. :)
La resilienza non si può possedere come innata. È qualcosa che si apprende con la sofferenza.
Le parole di Steve Jobs poi le adoro letteralmente. Le ha pronunciate fino allo stremo delle sue forze e questo non è poco.
Quando ho attraversato anni fa un periodo molto difficile della mia vita, mi sono avvalsa di alcuni libri di Osho per capirci qualcosa, per poter affrontare con tenacia il superamento di quella fangaia. E devo dire che mi aiutò molto. I libri di psicologia erano il mo rifugio. Oggi li sfoglio ogni tanto ma non ho più l'interesse di un tempo.
Per vivere meglio bisogna a mio avviso superare tutto l'irrisolto dell'infanzia e adolescenza, superare gli errori dei propri familiari, andare oltre e capire fino in fondo quello che si vale realmente.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Hai proprio ragione cara Luz, bisogna superare tutto l'irrisolto di infanzia, adolescenza e anche qualcosa dell'età adulta. È importante fare pace con se stessi, perdonarsi e perdonare. Da lì si ricomincia e si comincia a vivere bene, anche con le piccole perle di saggezza che facciamo nostre.

Grazia Gironella ha detto...

Ogni punto che hai citato ha una sua utilità, ma la frase finale di Steve Jobs li batte tutti. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Verissimo, è la frase più bella e che sento più vicina a me. Credo corrisponda alla nostra ricerca del sogno che è sempre un po' folle finché non diventa realtà :)

Nadia Banaudi ha detto...

Mi pare tu abbia inserito una carrellata di buoni propositi, fatti per lo più di buon senso. Tanto per intenderci sul primo non transigo, dopo la colazione e il rito del bagno si fanno i letti, assolutamente. Gli altri a spizzichi e bocconi cerco di farli rientrare nel mio quotidiano, anche perché lo sappiamo bene che tra il dire e il fare...
Al momento sono alle prese con una serie di libri toltechi pieni di questi precetti che una volta letti spero si depositino nella mia memoria e diventino il metodo ottimale per vivere al meglio la vita. Il problema poi è solo questo, mettere in pratica i giusti consigli.
A mia figlia a Natale hanno regalato un libro simpatico e davvero molto curioso: La felicità è un gatto. In sintesi, il modo di vivere del gatto è il modo migliore per essere felice in quanto lui è un guru. Chi meglio di lui ci insegna a fare il saluto al sole o a prendersi le giuste pause tra un approvvigionamento di cibo e un salutare sonno ristoratore? Già è vero, però i gatti non lavorano e non hanno una rete sociale intricata come la nostra...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Eh cara Nadia è vero che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, ma può esserci anche un gatto, chi se non lui ci può insegnare il vero gusto della vita. Purtroppo a noi non gatti ci tocca lavorare per vivere e mangiare. Però penso che la felicità sia un gatto anche dal punto di vista di quello che questi animali riescono a darci, io mi ricarico molto con le loro fusa...intanto accontentiamoci ;)

Unknown ha detto...

Steve Jobs aveva proprio ragione, senza la fame di conoscere, di imparare, di superare i propri limiti, e senza la follia creativa, credo che la vita rischi di diventare un percorso scontato e piatto. Ma anche gli altri consigli riportati sono importanti, penso alla resilienza, la qualità mutuata dalla fisica, che permette ai materiali di assorbile l'urto senza spezzarsi. La dice lunga sulla capacità di alcuni di sapersi rialzare dopo un grande trauma come una malattia o una separazione. Fa bene ogni tanto ricordarlo;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

La resilienza è fondamentale soprattutto quando si incontrano ostacoli che sembrano insormontabili, come può essere una malattia grave o un lutto o il fallimento di un matrimonio o altro. Spesso non si sa di avere questa capacità finché non si è costretti a tirarla fuori. La fame nel senso di passione per qualcosa aiuta molto.

Massimiliano Riccardi ha detto...

Naa, niente guru. Ascolto i consigli degli amici, sì, lo faccio ogni tanto.L'unico consiglio che risco dare a me stesso è di essere paziente, non sempre ci riesco.

Giulia Lu Mancini ha detto...

I consigli degli amici sono sempre validi, soprattutto se decidiamo che vale la pena seguirli, in pratica siamo sempre noi a decidere. Essere pazienti non è semplice, io cerco di esserlo perché spesso non ho scelta.

Anonimo ha detto...

No, niente guru ;)
Però Jobs aveva ragione. E anche io mi faccio il letto, al mattino. Non sopporto di vedere la camera in disordine.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ah, vedi che l'ammiraglio americano offre buoni consigli ;-)

Cristina M. Cavaliere ha detto...

All'epoca della mia adolescenza avevo letto dei libri di Wayne W. Dyer "Le vostre zone erronee" e altri suoi. Mi hanno molto aiutato a riflettere sulle mie insicurezze e quindi non ne rinnego assolutamente la lettura anche perché l'adolescenza è un'età difficile per tutti. Io penso però che il miglior guru sia la vita stessa e la tua maniera di reagire di fronte alle avversità e alle piccole sfide della vita di ogni giorno. La mia personale ricetta è il senso dell'umorismo, ogni volta che incombe "l'effetto dramma", soprattutto sul lavoro, cerco di imbastire nella mia mente una scenetta da cabaret. E tengo anche presente l'effetto del tempo che ridimensiona tutto: quando penso ad alcuni eventi del mio passato, riesco a collocare ogni questione nella giusta prospettiva.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il titolo che citi non mi è nuovo, non ricordo di averlo però. Leggere questi libri aiuta sempre, io all'epoca leggevo di tutto e ogni libro mi sembrava una scoperta. Però hai ragione la vera palestra è la vita, quando accadono momenti tristi o ti dai da fare e cerchi di risollevarti, altrimenti soccombi. Il senso dell'umorismo aiuta, anch'io l'ho sempre sfruttato quando era possibile, a volte una risata può risolvere molte situazioni.

Barbara Businaro ha detto...

Fatti il letto... si, ma non subito! Quand'è che arieggiano coperte e lenzuola? Una volta erano le madri, che volutamente aprivano imposte e finestre e rovesciavano le coperte per almeno mezz'ora. Quindi il quando mi alzo dal letto, butto tutto per aria e apro. Se faccio in tempo, sistemo, ma il più delle volte restano così fino al rientro a sera!

Sulla formazione e sulla resilienza, leggo solo oggi il tuo post perché sono stata impegnata a scrivere proprio del progetto di un "manuale di resilienza", che raccoglie 58 autori, tra cui anche formatori (però non di quelli famosi da bestseller, di quelli che girano per le aziende, per dare davvero una mano concreta nelle crisi di ogni piccolo-medio imprenditore).

La parole di Steve Jobs mi suonano un po' false dopo avere studiato per bene la sua biografia. Lui più che folle pare fosse parecchio str... perfido, e sull'affamato, beh, era affamato come uno che si è potuto permettere di abbandonare il college e usare il denaro per i suoi sogni. Quanti dei nostri genitori ci lascerebbero fare una cosa del genere? O quanti di noi lo lascerebbero fare ai propri figli? Qualcuno tempo fa scrisse che se Steve Jobs fosse nato in Italia, sarebbe rimasto povero.
Non credo ai guru, credo però all'esperienza delle persone e che si possa sempre imparare qualcosa di utile da ognuno.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Io mi sveglio alle 5 e 30 e arieggio il letto mentre faccio colazione, mi concedo dei tempi lunghi perché fino alle 6 e 30 circa leggo tra un caffè e un biscotto e faccio il letto dopo il passaggio in bagno, salvo quando la mia dolce metà dorme da me, in tale caso ci pensa lui perché si sveglia dopo di me. Però questa regola non è scritta nella pietra, ognuno può scegliere le regole più giuste per la propria vita. Quando ho visto il film sulla vita di Steve Jobs ho fatto le tue stesse considerazioni, lui non ha inventato nulla, ma ha sfruttato le invenzioni del suo amico, la sua qualità o cattiveria era di voler insistere a tutti i costi per portare avanti la sua idea, forse in Italia il suo progetto folle si sarebbe arenato nei meandri della burocrazia e sarebbe rimasto povero, però il suo motto al di là di tutto mi piace come significato intrinseco che è quello di inseguire i propri sogni e possibilmente crederci. Poi magari non li realizzeremo però chissà, lasciamo aperta la porta della speranza. I manuali per formazione e resilienza, utili soprattutto se scritti da addetti ai lavori che si basano sull'esperienza, la vita è sempre la palestra più valida.

Tortora Giuseppe ha detto...

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