sabato 2 luglio 2022

Cadrò, sognando di volare

Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.
(Anonimo)

Ci sono dei titoli che ti ipnotizzano per la loro potenza evocativa, mi capita di comprare un libro solo per il titolo, come è successo per il romanzo di Fabio Veronesi, è un autore che ho conosciuto seguendo le tappe del giro d’Italia, è il cronista che racconta il giro d’Italia e, contestualmente, la storia di ogni borgo che attraversa il “giro” e ti fa innamorare del nostro paese, perché ogni luogo é fatto di gente ed è la storia della gente che lo abita che fa scattare nel cuore l’interesse a visitare quel luogo. Così ascoltando la sua voce sono andata a cercarlo in rete e ho scoperto che ha scritto parecchio, decido d’istinto di leggere un suo romanzo (con gli eBook riesci a farlo agevolmente, se avessi dovuto andare in libreria non ci sarei riuscita). Sono attratta subito da questo titolo: Cadrò, sognando di volare, in questo periodo mi sento un po’ così, in procinto di cadere nel baratro mentre cerco di inseguire un sogno. Lo compro subito, con l’iPad si fa in un attimo, basta un click, poi leggo la trama e scopro che la storia del protagonista si intreccia con la vicenda di Marco Pantani, l’incarnazione di un sogno che ha appassionato gli amanti del ciclismo in quegli anni e che è finita in modo tragico. Anch’io ho una forte emozione legata a Pantani e ogni volta, pensando a lui, mi si stringe il cuore. Avevo iniziato a leggere il romanzo qualche giorno prima di partire per la mia vacanza di una settimana e l’ho completato mentre ero via.

Fabio Genovesi scrive davvero bene, lo si poteva intuire ascoltandolo in tv dove rende magico ogni luogo attraversato dal giro, ma non è sempre scontato che qualcuno che parla bene scriva altrettanto bene, beh per lui è così. Questo romanzo è una piccola magia, è la storia di un ragazzo che cerca la sua strada senza trovarla finché non incontra qualcuno, completamente agli antipodi da lui, che gli fa capire che non dobbiamo essere quello che gli altri si aspettano da noi, ma solo quello che vogliamo essere, perché é questo che serve per essere felici,  essere semplicemente noi stessi.

La vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia
(Vasco Rossi)

                                                               

Ci sono confini che si possono superare, a volte è necessario per raggiungere un sogno, perlomeno provarci, perché se non ci provi davvero passerai il resto della vita a rimpiangerlo. Nel tentativo potrai cadere mille volte, ma finché sarai pronto a rialzarti potrai volare. 

“I confini sono così. Limiti inventati, che ci strizzano e soffocano l’orizzonte davanti e dietro di noi.”

Ci sono molte frasi in cui mi sono ritrovata, alcune mi hanno proprio stretto il cuore in una morsa per la loro spiazzante verità.

E infatti le cose più grosse che ci succedono - stupende o tremende che siano - arrivano sempre così, senza sceglierle, da qualcos’altro che c’entra poco o nulla. 

Esiste un modo semplice per capire se ti piace la tua vita, un test rapido e chiaro che ti dà la misura di quanto sei felice di quel che fai: basta che aspetti la domenica sera, e guardi come ti senti. Il tempo non lo fermi, il tempo porta il buio e la domenica sera, e davanti a te si scoperchia il panorama del lunedì e di un’intera settimana uguale al solito. E da qui, da come ti senti davanti a questo panorama, capisci quanto ti piace la tua vita.

E a volte per cambiare quel panorama e la tua vita bisogna fare un atto estremo di coraggio, sopportare tutto il dolore che può derivarne per poi essere finalmente liberi, di sorridere la domenica sera pensando al lunedì. Questo deve fare il protagonista del romanzo per cambiare la sua vita e questo può fare ciascuno di noi per cambiare la propria, perlomeno se l’idea del lunedì ci sembra insopportabile, oppure se ci sembra accettabile solo in parte. In fondo ognuno conosce il proprio lunedì con cui fare i conti. 




TRAMA 

Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi... be', se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi.

Così è per Fabio, che ha ventiquattro anni e studia giurisprudenza. La materia non lo entusiasma per niente, ma una serie di circostanze lo ha condotto lì, e lui non ha avuto la forza di opporsi. Perciò procede stancamente, fin quando - siamo nel 1998 - per evitare il servizio militare obbligatorio viene spedito in un ospizio per preti in cima ai monti. Qua il direttore è un ex missionario ottantenne ruvido e lunatico, che non esce dalla sua stanza perché non gli interessa più nulla, e tratta male tutti tranne Gina, una ragazza che si crede una gallina.

Diversi come sono, qualcosa in comune Fabio e Don Basagni ce l'hanno: la passione per il ciclismo. Così iniziano a guardare insieme il Giro d'Italia, e trovano in Marco Pantani l'incarnazione di un sogno. Un uomo coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali che hanno il loro punto di forza nella prudenza e nel controllo della corsa. Pantani invece non fa tanti calcoli, lui dà retta all'istinto e compie sforzi immani che gli permettono di spostare il confine, "il terribile confine tra il possibile e l'impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può". Grazie a questa meravigliosa follia, Fabio e Don Basagni troveranno in sé un'audacia sepolta, e metteranno in discussione l'esistenza solida e affidabile che ormai erano abituati a sopportare.

Più ispirato che mai, Fabio Genovesi torna a farci sognare con la sua scrittura unica, che ci travolge e ci emoziona come un'onda impetuosa, ci fa commuovere, sorridere e poi ridere fino alle lacrime. E ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa. Qualsiasi cosa. Che sia però magica, e ci accenda, spingendoci avanti o da qualsiasi parte, senza progetti o direzioni già tracciate. Si rischia di cadere, sì, ma quando alla radio passeranno la canzone della nostra adolescenza allora, cantandola a squarciagola coi finestrini abbassati, di sicuro voleremo.


In realtà questa più che una recensione questo mio post è un modo per raccontare l’emozione che un libro può trasmettere in un particolare momento della propria vita. Mi è capitato spesso di trovare conforto nei libri scoprendo che alcune sensazioni non erano solo mie ma anche di altri e, perciò, universali. Inoltre per diversi anni ho “pedalato” anch’io, era una passione che mi faceva alzare presto la domenica mattina per percorrere parecchi km lungo le colline della campagna bolognese. Era una piacevole, anche se faticosa, abitudine che mi manteneva in forma e mi permetteva di passare del tempo in mezzo alla natura. Gli eventi successivi della vita mi hanno portato a diradare sempre più queste uscite, tra tempo libero sempre più ristretto e, più sovente, dedicato alla scrittura, ma chissà che in futuro non torni alle mie pedalate in libertà.

E voi cosa state leggendo? Capita anche a voi di seguire l’istinto e ritrovarvi nelle parole di un libro proprio adatte al momento che state vivendo?


Fonti immagini: Pixabay e Amazon per la cover 

19 commenti:

Luz ha detto...

Sì, mi è capitato, proprio ultimamente con il libro della Bignardi. È un libro sui libri e sul potere salvifico che possono avere. Ma anche intesi come svelamento di una parte di sé. Qua e là l'autrice parla della propria ansia, della depressione, di quel senso di inadeguatezza che sembra accompagnarci in determinati momenti. E si domanda quale peso possa avere un libro, che a volte sembra volerci dire qualcosa, come fosse una cosa viva. È quello che hai vissuto tu, questa cosa molto bella di aver cercato, e trovato, quello snodo, quella parola.
La storia di Pantani, oltretutto, è davvero tristissima.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sì è triste ma ha fatto sognare una generazione. Io ho letto tutto di Daria Bignardi, mi piace molto come scrive, mi mancano gli ultimi due romanzi tra cui quello che hai letto tu, magari entro agosto li recupero (almeno uno dei due). Ho letto un'intervista alla Bignardi sul suo ultimo libro, mi sa che lo leggo anch'io

Caterina ha detto...

Si è capitato anche a me. C’è da dire che i libri in generale hanno un potere salvifico, ci salvano ogni volta dalle noie e dalle difficoltà quotidiane. Poi ci sono quei libri che sembrano scritti per noi. Personalmente nella scelta di un libro non mi faccio guidare dal titolo ma dalla trama. Di solito non vado a istinto, cerco sempre qualcosa che mi può piacere, ciononostante mi è capitato di leggere libri che non mi hanno soddisfatta. Ciao, Giulia.

Ariano Geta ha detto...

Qualche volta mi è capitato, non stavolta perché sto leggendo una biografia a fumetti del mangaka Osamu Tezuka che appartiene a un altro contesto geografico e storico.
Comunque è bello anche "entrare" nella vita di un altro e scoprire come le esperienze e gli eventi possano essere tanti, ma alla fine si segue il proprio primo istinto, le cose che ci piacevano già da bambini.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Caterina, in effetti anch'io leggo la trama per vedere se può essere una storia di mio interesse, l'istinto è anche in questo, invece non compro un libro solo perché è in cima alle classifiche, anche se qualche volta ho scoperto bei libri proprio grazie a una classifica. I libri possono davvero avere un potere salvifico, ovviamente quelli che sembrano scritti per noi sono un dono del cielo. Poi ci sono anche quelli deludenti, ma può capitare.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È vero, quello che amavamo da bambini spesso torna a piacerci da adulti, ancora adesso mi piace ogni tanto leggere Paperino (ehm...ho anche un suo peluche ma non dirlo a nessuno 😉).
Penso sia la possibilità di tornare, attraverso la lettura, a un periodo spensierato che abbiamo amato.

Massimiliano Riccardi ha detto...

Ciao Giulia.
Per rispondere alla tua domanda dico che mi è capitato, sì, ma più spesso ho trovato semplici frasi che mi hanno aiutato a comprendere meglio le vicende che di volta in volta stavo vivendo.
Un grande abbraccio.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Carissimo Massimiliano, che bello ritrovarti nel mio blog!
Vero, a volte bastano semplici frasi ritrovate in un libro, ma anche in altri contesti per farci comprendere meglio le nostre situazioni personali. Un grande abbraccio anche a te e buona domenica.

Marco L. ha detto...

Mannaggia, mi si è cancellato il commento, mi tocca riscriverlo!

Per quanto dicevi riguardo il libro che capita al momento giusto, ricordo una cosa che una volta mi raccontarono a proposito del bookcrossing.
Mi raccontarono di una signora che un giorno si sentiva triste, e grazie al bookcrossing aveva trovato proprio il libro giusto in grado di tirarla su di morale.
Questa cosa mi aveva colpito così tanto che mi ero chiesto: “E se circolasse un libro in cui le persone trovano ciò di cui hanno bisogno in quel momento, in grado persino di cambiare le loro vite, e che poi lasciano in giro perché anche altri ne possano usufruire?”
Da questa idea è venuto fuori uno dei racconti de La Piccola Magia del Quotidiano.
Così col bookcrossing è circolato sia il libro che la storia legata al libro. E che poi è divenuta un racconto, e così circola anche in un'altra forma ancora. Un continuo fluire e trasformarsi della narrazione.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il tuo commento era finito nello spam, ma non so perché, comunque rispondo a questo visto che lo hai riscritto :)
Emblematica la storia della signora che si sentiva triste e ha trovato il libro giusto grazie al bookcrossing, credo che sia proprio una "piccola magia del quotidiano" per citare il tuo libro in cui hai sentito di voler inserire questo racconto. È bello pensare che ci sia un giro un libro speciale che aiuta le persone. Io credo che esista davvero e che sia diverso per ciascuno di noi, in base al momento che attraversiamo.

Grazia Gironella ha detto...

Che meraviglia, scrivere e riuscire a comunicare così bene. Leggerò qualcosa di suo.

Grazia Gironella ha detto...

(Fabio Genovesi)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ottimo, poi fammi sapere cosa ne pensi 😀

Enrica Masino ha detto...

Ciao, ho scoperto il tuo blog ieri sera e ne sono rimasta subito colpita, ho capito subito che sei una di quelle persone che quando scrivono fanno emozionare davvero ❤️. Questo post mi è piaciuto tantissimo, anche io molto spesso compro i libri per i titoli evocativi e devo dire che raramente mi hanno delusa. Questo non lo conoscevo ma già riesco a vederne la bellezza tramite le tue parole. E poi trovo che il tema del "lunedì" sia molto attuale, io per fortuna mi sto costruendo il lavoro dei miei sogni e così il lunedì è sempre l'inizio di una nuova avventura ❤️.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Enrica, benvenuta nel mio blog, sono felice che questo post ti sia piaciuto. I titoli evocativi di un libro sono una traccia di quello che il romanzo può trasmettere, mi è capitato di scoprire così tanti bravi scrittori. Il rapporto con il lunedì è molto importante, per questo fai bene a costruirti il lavoro che ti appassiona, in bocca al lupo 🍀 di cuore

Enrica Masino ha detto...

Grazie davvero ❤️❤️❤️❤️

Giulia Lu Mancini ha detto...

Prego 😀

Barbara Businaro ha detto...

Non ho (ancora) letto nulla di Fabio Genovesi e non seguo il Giro d'Italia proprio da quando non c'è più Pantani... andando verso la Puglia, passando per l'autostrada A14 Bologna-Taranto, ho proprio visto quella che era la sede del Mercatone Uno, storico sponsor di Pantani, azienda fallita nel 2019. L'edificio ha il cartello Affittasi fuori, ma lì davanti, sul giardinetto vista autostrada, c'è la grande biglia (come quelle che si usavano in spiaggia, con dei percorsi sali-scendi sagomati sulla sabbia bagnata... le fanno ancora?!) con dentro la foto di Pantani sulla sua bici. Ogni volta mi si stringe il cuore... Spero che non la tolgano mai di lì.

Libri che mi hanno aiutato in un momento critico? Sì, ne ho (avuti) anch'io. Alcuni li rileggo, anche se magari sono solo alcuni paragrafi che mi arrivano come una pacca sulla spalla, o un abbraccio di conforto, o una spinta a decidermi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È vero la grande biglia con la foto di Pantani, tutte le volte che ci passo mi prende una certa emozione, spero anch'io che la lascino.
Se deciderai di leggere qualcosa di Genovesi poi fammi sapere se ti é piaciuto, io ora sto meditando di leggere un secondo libro, adesso vedo. I libri in certi momenti possono essere dei migliori amici.