domenica 11 febbraio 2024

Rimedi contro il logorio della vita moderna

 


Non ho parole che traccino la rotta di questo 2024, anno bisestile e già in sé inquietante, perché l’ultimo anno bisestile il 2020 ci ha portato la pandemia. Certo non possiamo affermare che gli anni successivi non bisestili siano stati migliori, il 2021 oltre agli strascichi della pandemia ha portato una serie di problemi e di disordini legati ai vaccini, tutti amici a cantare sui balconi nel 2020 e poi tutti in piazza a scannarsi perché “vaccini sì e vaccini no”. Il 2022 guerra in Ucraina, il 2023 guerra in medio oriente, inflazione galoppante, mutui in salita, alluvioni, tragedie varie climatiche e non, piove governo ladro. Ecco perché questo 2024 non mi ispira nessuna fiducia nel futuro, vorrei soltanto che non fosse peggiore del precedente. 

Lo so, mi sto ripetendo e ho già espresso le mie inquietudini nel post precedente Chissà, chissà domani ma questo post ha un altro scopo, vorrei delineare qualche rimedio, qualche strategia su come operare per salvarsi dall’ansia, solo da quella, perché è impossible salvarsi dai mali del mondo, almeno in generale e in assoluto. Ovviamente sono rimedi validi per me, non ho una ricetta universale per tutti, semplicemente ho cercato di trovare una mia soluzione per il mio carattere ansioso, una soluzione operativa che poi è una risoluzione adottata da sempre, ma di cui ogni tanto mi dimentico ed è sempre la stessa: di fronte a un problema devo giocare di anticipo, faccio prima quello che potrei fare dopo oppure a ridosso della scadenza. 

Giocare di anticipo” significa agire in modo preventivo o anticipato per ottenere un vantaggio o per prevenire eventuali problemi. Lo so che sembra la scoperta dell’acqua calda eppure, sembra incredibile, sono pochissimi quelli previdenti che preparano con il dovuto anticipo quello che c’è da fare, questo significa che spesso certe incombenze arrivano alla scadenza (nella vita come nel lavoro) in ritardo oppure con incredibile ansia di chi deve farvi fronte. Per esempio, al lavoro devo produrre un documento pieno di dati (sono i dati contabili di un triennio quindi una massa enorme di informazioni da mettere in ordine) la scadenza è a fine marzo, ma io ho cominciato a lavorarci da metà gennaio, la mia speranza è di concludere tutto per l’inizio di marzo, perché guarda caso fine marzo è Pasqua, quindi la scadenza effettiva da considerare è almeno dieci giorni prima. Alcuni miei colleghi mi considerano un po’ folle, perché ho cominciato così in anticipo, tuttavia quando ho inviato all’ufficio bilancio il mio report in cui riepilogavo tutti i dati contabili che mi servivano e di cui chiedevo la copia, hanno ringraziato perché li ho chiesto con il dovuto anticipo (per fare il report ci ho perso la vista e due settimane di tempo in cui utilizzavo ogni ritaglio di tempo per lavorarci, perché nel frattempo il lavoro ordinario doveva andare avanti). 


Inoltre, un ulteriore rimedio può essere quello di “Avere un metodo” cioè “seguire un approccio organizzato o una procedura specifica per raggiungere un obiettivo o svolgere un’attività in modo sistematico e strutturato”. Adottare un metodo spesso è salvifico, si imposta una procedura che viene seguita pedissequamente. Facciamo un esempio: io cerco di essere sempre in pari con le mail del lavoro, ogni mattina come prima cosa  - quando arrivo in ufficio - leggo sempre tutte le mail arrivate, per esempio quelle di notifica della contabilità che mi segnalano l’arrivo delle fatture elettroniche dei fornitori: il mio metodo é controllare subito la fattura per verificare se sia corretta, in caso contrario segnalo subito l’errore all’ufficio competente, se la fattura è corretta la scarico in pdf e la inserisco nel mio scadenzario dei pagamenti; poi ci sono le mail inutili o di spam, che cancello, le mail informative che salvo nelle comunicazioni da tenere; quelle a cui devo dare una risposta semplice e rispondo subito; quelle che richiedono una risposta e un’azione più complessa che salvo in una cartella apposita, me le stampo per poterle leggere con maggior attenzione, magari evidenziando i punti importanti. 

Insomma cerco di avere un sistema di archiviazione organizzato per tenere traccia di documenti importanti e delle informazioni relative alle scadenze. Inoltre cerco di annotare tutte le date di scadenza in un apposito calendario elettronico dove imposto avvisi e promemoria, ma uso anche un’agenda planning di carta su cui scrivo le scadenze principali, di solito con quella mi oriento in modo più immediato perché ho sotto gli occhi gli impegni principali della giornata prima ancora di accendere il computer. Purtroppo questo non sempre basta per tenere tutto sotto controllo, ma è un buon aiuto.

Anche nella vita privata adotto lo stesso metodo per star dietro agli impegni personali, ho sempre un’agenda settimanale cartacea dove appunto le scadenze, scrivo promemoria e inserisco documenti vari di cui devo ricordarmi in prossimità di una certa data. Inoltre mi faccio ogni tanto una lista delle cose da fare e quando le ho fatte le cancello con una bella riga sopra, un momento liberatorio meraviglioso. 

Fare di testa propria potrebbe essere il terzo rimedio al logorio della vita moderna, quando decido di fare qualcosa la faccio e basta, non ho ancora capito perché gli altri vogliano a tutti i costi darmi consigli non richiesti. Decido di lavorare di domenica mattina (approfittando di una domenica piovosa) e tutti a dirmi,: ma no, ma perché non ti riposi, chi te lo fa fare…e poi capisco che se lo avessi fatto mi sarei trovata in vantaggio. Credo che sia sempre più opportuno prendere decisioni o agire indipendentemente, senza essere influenzati dagli altri. È sempre meglio “Fare di testa propria” quindi agire autonomamente, senza dipendere dalle decisioni o dalle azioni degli altri, prendere iniziative e responsabilità in totale autonomia (anche un po’ in segreto, per scaramanzia) senza essere influenzati dalle opinioni altrui. In sostanza, sono io il miglior consigliere di me stessa. Ciò vale per le piccole cose, ma soprattutto per quelle più grandi. E se sbaglierò sarà solo colpa mia, ma almeno non vivrò la frustrazione di aver ascoltato gli altri. 

Inserire una buona abitudine nella propria routine, quarto rimedio non legato all’ansia ma al proprio benessere. Quante volte ci ripromettiamo di fare qualcosa che poi rimane appesa nei meandri dei buoni propositi, questo perché ogni promessa che facciamo a noi stessi è legata alla forza di volontà che con gli anni diventa sempre più flebile e sfilacciata. Ricordo che a vent’anni ero incredibilmente determinata, se decidevo di fare una cosa la facevo e basta, come per esempio la dieta, oppure studiare 10 ore al giorno per preparare un esame. Oggi che non ho più vent’anni, sarà il lavoro che assorbe tempo, sarà che a fine giornata ho bisogno di gratificarmi, sarà che ho imparato che non sempre volere é potere - come scrivevo in quel post di novembre scorso Volere é potere? - la mia volontà è sempre meno forte, anzi è debolissima. Tuttavia se inserisco una buona abitudine nella mia routine mattutina, per esempio, poi la seguo abbastanza fedelmente. Insomma mi pongo un piccolo obiettivo piuttosto che uno troppo grande per la mia ormai debole forza di volontà. Per questo ho inserito nella mia routine mattutina dieci minuti di ginnastica, faccio cento addominali, diversi esercizi con i pesetti e poi lo stretching finale. Non sarà molto, ma se lo faccio tutti i giorni il mio corpo sarà più tonico, forse. E comunque da quando lo faccio mi sento meglio. Di più non riesco a fare perché mi sveglio già alle 5,30 e non posso anticipare oltre. Più avanti vorrei inserire qualche esercizio di yoga, ma vedremo. Al mattino la mia volontà è più forte, poi diminuisce perché sfinita dal logorio del lavoro moderno. 

Altri suggerimenti ne avete? Io per ora ne ho pensato solo questi, ma se volete lasciate un commento, mentre io vi lascio con un video da boomer, un meraviglioso spot contro il logorio della vita moderna, anche se non ho mai assaggiato il Cynar 



Fonti immagini: immagine creata con App Imagine AI



17 commenti:

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Ariano: il rimedio di Zorba è sicuramente valido, subire un lutto nella vita é davvero devastante, per questo bisogna ricordarsi che la vita può ancora dare gioia, oppure consolarsi con i ricordi sul proprio caro perduto. Io quando ho perso mia madre mi consolavo pensando che almeno le avevo dato la gioia di vedermi laureata e sposata. Mia sorella si consolava perché mia madre aveva avuto la gioia di diventare nonna, anche se i nipoti non li ha visti crescere. Ognuno cerca di trovare un motivo di consolazione per superare il momento difficile, per un lutto ma anche per altre situazioni.

Sandra ha detto...

Neppure io ho mai provato il Cynar ma quella pubblicità ha fatto storia!
Il logorio della vita moderna è tipico delle città comunque anch'io gioco sempre d'anticipo e aiuta, un altra piccola strategia è quella di circondarsi di bellezza il più possibile e imparare a soffermarsi per esempio sul cambio di stagione nella natura circostante a cui faccio molto caso da qualche anno.
Un suggerimento della mia psicologa è quello di inserire una cosa per sé, fatta in solitudine a cadenza settimanale, non deve diventare uno stress, se la piazzo il lunedì alle 19 e un lunedì non riesco non bisogna andare in crisi, ma deve essere un rituale, tipo: un massaggio, un aperitivo fuori o anche in casa preparato con cura.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Sandra: è molto utile fare qualcosa per se stessi, io cerco di ritagliarmi un momento per me ogni tanto, ma non sempre in solitudine, di solito mi trovo per un aperitivo con il mio compagno in casa (o fuori) dopo il lavoro, un paio di volte a settimana capita.
Oppure mi trovo con un’amica per un caffè e un giro in centro di sabato mattina. In passato capitava anche di andare a vedere qualche mostra con delle amiche, ora è più raro, forse dovrei rispolverare questa bella abitudine.

Brunilde ha detto...

Mi hai sbloccato un ricordo d'infanzia: quando da bambina i miei mi portavano al cinema ( raramente) c'era sempre Calindri che beveva il Cynar in mezzo al traffico!
Io mi trovo in una fase diversa della vita: l'anno scorso ho deciso di lasciare il lavoro anticipatamente, per dedicarmi di più a me stessa. E' stata una scelta radicale, che ha stupito tutti, ma è stata giusta per me.
Dopo anni passati a correre come un criceto sulla ruota ora viaggio leggera, e godo appieno le piccole e grandi libertà che prima dovevo conquistare organizzando incastri e allineamento di pianeti.
Se posso darti un consiglio, non esagerare ( come forse ho fatto io in passato ) nello spendere tutte le tue energie, ma riservane una parte per te stessa: deciderai tu volta per volta come utilizzarle, un aperitivo, una passeggiata, o anche un'ora sul divano a pensare ai fatti tuoi. L'importante è respirare e liberare la mente, e fluttuare leggera, senza il fardello di pensieri e doveri.
Ovviamente, mi candido per una condivisione: mi chiami e in 10 minuti sono in centro per un aperitivo o un caffè: in assoluta leggerezza!

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Brunilde: grande Brunilde ottima scelta, aver lasciato il lavoro è stata una scelta sicuramente ponderata e liberatoria, recuperare il proprio tempo è davvero una grande cosa. Io per ora non mi posso permettere di lasciare il lavoro, perché non ho altri redditi, ogni tanto compro un gratta e vinci e sogno per cinque minuti, ma chissà.
Le mie tecniche contro il logorio della vita moderna (felice di averti sbloccato un ricordo!) servono soprattutto per il lavoro che con le sue scadenze mi fagocita, ma giocando di anticipo e con un po’ di metodo potrei cercare di ritagliarmi il tempo per me e per delle leggeri evasioni.

Elena ha detto...

Guarda un po', mi hai riesumato il Cynar (ma il titolo era già un indizio). Bello post più che opportuno
Intanto sono felice che tu abbia ritrovato pratiche e abitudine utili a gestire lo stress e a prevenire, per quanto riguarda possibile, l'ansia. Sono una pianifiicatrice e quando posso anticipo, dunque sono d'accordo. Ma per esempio con le mail sono una frana, le lascio lì fin quando non posso proprio fare a meno di leggerle, non ho un'agenda se non per segnare gli appuntamenti, ma un numero imprecisato dì fogliettini, post it, appunti qua e là su cose da fare, persone da contattare ecc. Insomma, una mezza organizzazione, a modo mio. Una sorta di ritualita che mi fa stare al pari con le cose da fare. Miracolosamente. Poi mi sveglio presto (ma le 530 sono l'alba) e vado a correre tre volte alla settimana. Gli altri giorni leggo, scrivo medito. Tempo di qualità per me. A quell'ora nessuno mi pretende e sono solo per me. Magnifico. Un abbraccio

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Elena: eh già il Cynar fa parte del nostro immaginario di boomer, è rimasta storica la frase “contro il logorio della vita moderna” che, a pensarci ora, fa quasi sorridere perché ai tempi era un logorio molto più soft di quello attuale. Sì l’alba è il momento in cui il mondo ancora dorme o, comunque, non ci vuole connessi, per questo può essere un momento tutto nostro. Io faccio più cose per me stessa alle cinque del mattino che in tutto il resto della giornata quando vengo fagocitata dal lavoro. Anch’io oltre all’agenda faccio un largo uso di post it, mi scrivo un promemoria e poi me lo sposto di giorno in giorno finché non lo faccio, vale per quelle questioni che devo fare ma senza una scadenza pressante, ma che sono importanti e che, per questo, sono fonti di ansia.
Ognuno ha il suo modo di organizzarsi, l’importante è trovare il proprio, quello che va bene per noi. Un abbraccio anche a te.

Barbara Businaro ha detto...

Credo di aver visto solo una volta, da bambina piccola, la pubblicità originale del Cynar, poi girata nuovamente al nostro tempo, nel 2007, da Elio e le storie tese.
Altri suggerimenti per scansare il logorio della vita lavorativa moderna?
Delegare, delegare, delegare. Non possiamo essere onnipresenti ed onniscienti, pertanto quando si hanno certi livelli, occorre delegare di più, non solo il compito ma anche la responsabilità su quel compito. Se non riusciamo a delegare, o il problema è delle risorse umane o della nostra paura di perdere il controllo (e questa va analizzata a parte).
Rifiutare quello che non ci compete. Gli straordinari e le eccedenze, se non sono di nostra competenza e non vengono chiaramente retribuiti, si rifiutano. Anche quando, per certi livelli dirigenziali, le ore di straordinario sono compensate nello stipendio, c'è comunque un limite massimo da non superare. E non è questione di "farsi belli" con i propri capi, ammazzandoci di straordinari. L'eccesso di ore straordinarie sono l'evidenza di un duplice problema: una pessima gestione delle risorse umane e del carico di lavoro, la mancata assunzione di personale necessario. Gli straordinari di qualcuno sono un contratto di lavoro in meno per qualcun altro, per dirla ancora più chiaramente.
Analizzare la propria esistenza. In Italia abbiamo sempre questo tabù che andare da uno psicoterapeuta sia sintomo di grave debolezza, invece può essere una notevole risorsa. Purtroppo siamo anche il frutto di insegnamenti sbagliati, in primis dei nostri genitori, ma anche di ambienti di lavoro tossici, per non parlare anche delle relazioni affettive. Una persona estranea, un professionista, può mostrarci l'evidenza dell'errore in alcune nostre scelte (il nostro cuore vorrebbe colà, la nostra mente/famiglia/capo/amici vorrebbe colì = ansia) e suggerirci le strategie giuste. Nessun amico, sincero fin che vuoi, potrà mai fare altrettanto.
Cambiare lavoro. Anche qui, soprattutto noi donne, subiamo quest'altro tabù che trovare un altro lavoro, specie dopo i quarant'anni, sia impossibile. Non è esattamente così. Dipende ovviamente dal settore e dalla preparazione, poi occorre anche bilanciare le proprie esigenze (se vuoi più tempo libero, ti pagano di meno, ovvio). Ma le nuove generazioni per esempio sono abituate all'idea che se il lavoro non ingrana, non sto lì ad aspettare le bizze di un capo che promette promette e non mantiene. Cerco altro. A volte il blocco è solo mentale, la paura del cambiamento, ma è meglio mettersi in movimento per migliorare, che stare fermi. Te lo dice una che ha cambiato 3 volte in 5 anni, ogni volta in meglio. E ho solo "copiato" strategia dai più giovani. ;)

Poi il Cynar l'ho anche assaggiato... non fa per me. Meglio il Braulio, se proprio. Ma sopra tutti, meglio il whisky.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Barbara: mi sembrano tutti ottimi rimedi quelli che suggerisci, cambiare lavoro può portare nuove prospettive, io l’ho fatto per tre volte nella mia vita lavorativa (tre aziende del tutto diverse) anche nella stessa azienda negli ultimi vent’anni ho cambiato i settori lavorativi, per un periodo, in uno di questi settori, sono stata anche abbastanza bene. Tuttavia quando cambia la governance al vertice, cambiano spesso anche le condizioni di lavoro anche nei settori in cui prima si stava bene. Non ho più voglia di cambiare, perché ogni volta il cambiamento comporta anche una grande fatica, però mai dire mai.
Io ho sempre delegato per quello che potevo, ma ora le due persone a cui delegavo vanno in pensione, se non arrivano delle nuove persone è difficile delegare al vuoto.
Il cynar aveva uno spot (ma allora si chiamava réclame) davvero irresistibile, sul suo gusto non ho nessuna idea, a me piace l’amaro del capo che non é troppo amaro, in ogni caso contro il logorio della vita moderna credo sia ottimo anche uno spritz purché bevuto con la compagnia giusta.
Ps il Braulio non l’avevo mai sentito

Marina ha detto...

Condivido ogni tua strategia: gioco molto di anticipo anch'io e sono organizzata in tutto, anche con attività scandite come se seguissi una tabella di marcia. Però cerco di non essere troppo rigorosa, perché non succeda che, "sgarrando" uno di questi rimedi, subentri poi la frustrazione di non avere mantenuto fede al percorso progettato.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marina: mi sembra giusto Marina, essere troppo rigorosi con se stessi potrebbe portare a un rimedio peggiore del male, insomma va bene anticipare i tempi ma non bisogna tormentarsi da soli…😀

Fabio Melis ha detto...

Dopo il pensionamento mi son trovato a dover gestire tutto il ben di dio di tempo che ora mi ritrovo. Ansia zero. Solo tante curiosità da soddisfare, hobby da coltivare, passeggiate e viaggi. Visti i tempi che viviamo, cerco comunque di stare coi piedi per terra e aver sempre contatto con la realtà, per non trovarmi a ballare sul ponte del transatlantico che affonda. Buona serata a te.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@FabioMelis: buon giorno Fabio, benvenuto nel mio blog e congratulazioni per la pensione. Immagino la sensazione benefica del tempo finalmente libero che permette di fare quello che si desidera senza l’ansia di dover programmare con un cesello il tempo del lavoro per ritagliarsi quello libero. Goditi ogni attimo. Buona giornata.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

La pubblicitò del Cynar ha fatto scuola, ed è attualissima ancora adesso. Per quanto riguarda i tuoi metodi, condivido con te l'organizzazione sui materiali di lavoro, sia per quanto riguarda le scadenze in agenda sia per quanto riguarda le varie cartelle sul desktop. Il mio lavoro non ha scadenze così rigorose come il tuo, ma anche per noi ci sono delle date importanti perché i libri per la scuola vanno fatti uscire in tempo per la propaganda presso gli insegnanti (altrimenti la novità viene "bruciata").
La mia piccola abitudine quotidiana è sentire su YouTube il commento al Vangelo del giorno da parte di don Federico Bareggi della parrocchia di Cinisello Balsamo. Dura meno di due minuti, ma mi dà la giusta carica per affrontare la giornata, e anche la giusta prospettiva.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Cristina: grazie di essere passata Cristina, ogni piccola abitudine che ci fa star bene è una benedizione che ci consente di ricaricarci. Per le scadenze in generale serve sempre una buona organizzazione, ma non sempre basta a placare l’ansia, diciamo che é un buon aiuto. La pubblicità del Cynar è ormai parte della storia italiana.

Luz ha detto...

È vero, un buon rimedio contro l'ansia è proprio abbandonarsi anche a una routine organizzata, una pianificazione impercettibile eppure molto valida. Io non potrei vivere senza un minimo di pianificazione. Uno dei miei difetti è procrastinare, è più forte di me, ma mi capita con quella mole burocratica che sta soffocando anche il mio mestiere di insegnante, purtroppo. Mi riduco all'ultimo momento, in prossimità della scadenza o sullo scadere proprio. E questo testimonia quanto detesti tutto quella mole di sciocchezze inutili.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Luz: la parte amministrativa del lavoro è fondamentale per mandare avanti certe attività, sicuramente non piacevole e può anche sembrare inutile, per certi aspetti. Per esempio la scuola può ottenere un finanziamento dal governo, ma se non viene compilata la domanda, fatta nel rispetto delle regole amministrativo-contabili del bando pubblico, il finanziamento non arriva.
Pianificare e programmare aiuta, nel lavoro come nella vita privata.