domenica 12 giugno 2016

Dimmi che lavoro fai e ti dirò che scrittore sei



Avevo iniziato a scrivere questo post diverso tempo fa poi per motivi vari non riuscivo mai a completarlo. L’avevo ripreso la scorsa settimana e lui (il post) stanco di aspettare si era auto pubblicato. Infatti me lo sono ritrovato nel mio blog repentinamente del tutto in bozza, imperfetto e incompleto e quindi l’ho cancellato. Lo so devo aver toccato inavvertitamente il tasto pubblica, ma a questo punto eccolo.
Partendo dal post di Maria Teresa del blog Anima di carta che a sua volta ha raccolto il meme di Barbara Businaro vorrei raccontare cosa porto del mio lavoro principale nella mia scrittura.

In realtà amo scrivere romanzi perché costituiscono una sorta di fuga dalla realtà, anche lavorativa, una realtà forse troppo arida rispetto al mio spirito libero, anche perché il lavoro amministrativo oltre a essere snervante per l'applicazione di norme giuridiche e burocratiche è sicuramente arido, privo di anima e di passione. Comunque a parte queste considerazioni vediamo cosa mi ha insegnato il mio lavoro. Premetto che applicavo un certo metodo anche nello studio fin dai tempi delle superiori e dell'università, quindi non credo dipenda esclusivamente dal lavoro, ma anche dalla mia personale inclinazione.

Organizzazione e metodicità
Avendo sempre moltissime scadenze da rispettare stabilisco le priorità e parto da quelle più urgenti, ossia quelle non più procrastinabili. Nello stesso tempo non appena posso predispongo le attività per le scadenze successive, applico il proverbio Chi ha tempo non aspetti tempo e preparo sempre la documentazione necessaria per l’imminente futuro.
Nella scrittura applico la metodicità, ho stabilito di scrivere almeno un paio di sere a settimana per un paio d’ore e almeno una mattina (sabato o domenica o anche entrambe se riesco). Mi organizzo la settimana in modo da avere un paio di sere da dedicare alla scrittura e spesso anche se scrivo solo mezza pagina questa imposizione mi fa andare avanti, anche se a piccoli passi.

Approfondimento
Cerco sempre di approfondire un argomento che voglio trattare, nel mio lavoro mi trovo spesso ad applicare normative nuove e per poterle applicare è necessario prima documentarmi e studiare la legge, l'argomento e il metodo migliore per realizzare la loro applicazione.
Anche quando scrivo approfondisco e se devo trattare un argomento mi documento, oggi non è difficile grazie a internet però a volte cerco anche di farlo di persona (per esempio per il mio ultimo romanzo ho “stressato” un mio amico medico per chiedergli informazioni su sintomi e conseguenze di un certo malore. Gli ho dovuto dire che stavo scrivendo un romanzo perché cominciava a preoccuparsi per la mia salute.)

Schematizzazione
Per capire come operare nel mio lavoro imposto degli schemi lineari (possibilmente) e seguo quelli per raggiungere il risultato, dopo averli testati. Schematizzare le cose da fare mi aiuta a ottimizzare i tempi, creo dei format da rispettare e da seguire con richiami a norme e contenuti.
Nella scrittura predispongo uno schema molto generico da seguire, faccio uno schema degli avvenimenti che voglio inserire nella storia e l’impatto che voglio ottenere. Non seguo lo schema pedissequamente ma mi serve come traccia. E poi tutte le volte che mi viene in mente un’idea da scrivere, una frase, un evento prendo appunti su un foglio di carta  

Tempistica
Stabilisco sempre un calendario nel mio lavoro per poter organizzare e ottimizzare i tempi: avendone poco devo farlo se non voglio soccombere.
Anche nella scrittura stabilisco un calendario e cerco di rispettarlo. Mi do delle scadenze e in base a quelle mi regolo. E cerco di utilizzare ogni ritaglio di tempo possibile, se ho un’ora di tempo per scrivere tralascio tutto e per un’ora mi concentro su quello che voglio scrivere, può essere una pagina o un intero capitolo o quattro righe. Beh, dipende dall’ispirazione, dalla stanchezza, dal momento della giornata.

Brainstorming
In realtà nel mio lavoro non è richiesto perché non è un lavoro creativo nel senso stretto del termine, ma richiede davvero molta creatività per sopravvivere e quando cerco la soluzione a un problema butto giù delle idee a ruota libera, poi le esamino con calma a mente fredda e qualche volta con questo sistema ho trovato ottime soluzioni.
Con la scrittura di solito faccio brainstorming sui titoli, ne scrivo diversi poi li mischio finché non trovo quello che più rende l'essenza del romanzo. Stessa cosa avviene per la quarta di copertina e anche per alcune frasi all’interno della storia, soprattutto in fase di revisione. 

L'arte di arrangiarsi
Spesso nel mio lavoro vengo letteralmente buttata allo sbaraglio, mi affidano un compito e non si preoccupano di darmi una formazione specifica. Non vi meravigliate accade spesso nella realtà italiana. La mia unica strada è quella di informarmi e formarmi in autonomia: valuto cosa mi serve sapere e poi ottimizzo le informazioni e mi organizzo.
E qui devo dire che da self ho imparato a fare tutto da autodidatta, ho imparato a gestire un blog, ho imparato a creare un epub, le copertine dei miei libri e tante altre cose. Questo lo faccio anche chiedendo aiuto a chi ne sa più di me. Ovvio! Tuttavia provando e riprovando ho sempre affinato le tecniche. È come andare in bicicletta, cominci a pedalare, magari cadi e ti sbucci le ginocchia ma poi risali e ricominci, finché non impari a pedalare sicuro e sempre più veloce.

Osservazione e ascolto
Nel mio lavoro a volte è meglio osservare e non esprimere un’opinione troppo sincera, ci sono troppi stronz ops volevo dire troppe persone suscettibili. Tanto poi i grandi capi fanno sempre di testa loro, quindi è inutile parlare se proprio non è richiesto.
Nella scrittura l’osservazione l’ascolto sono fondamentali perché spesso traggo spunto per i miei personaggi e le mie storie, insomma “rubo” la vita degli altri. Non temete, mi ispiro a loro, non racconto nei dettagli la vita di chi mi circonda. Colleghi, amici, vicini e conoscenti possono stare tranquilli.

E voi cosa portate del vostro lavoro nelle vostre passioni letterarie o di qualunque altro genere esse siano?

18 commenti:

Ivano Landi ha detto...

Nel mio caso lavoro e scrittura sono un sistema a vasi comunicanti e si influenzano a vicenda. Mettere in forma accettabile cose scritte da persone che non hanno dimestichezza con la scrittura o fare piccoli lavori di traduzione mi aiuta senz'altro a scrivere meglio, così come scrivere mi aiuta a far meglio il mio lavoro.
Mi piacerebbe abbattere il confine e vivere di scrittura - di narrativa o di saggistica mi è indifferente - ma per ora le cose stanno altrimenti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Eh caro Ivano, direi che questo è anche il mio sogno. Non è che il lavoro mi sia del tutto insopportabile, a volte è anche interessante perché ho modo di osservare certe dinamiche che da fuori non potrei capire, però assorbe troppe ore della mia vita. Comunque scrivere mi aiuta a svolgere meglio anche il mio lavoro soprattutto quando devo scrivere delle relazioni, ma anche una semplice mail è importante scriverla bene, a volte leggo mail che non sanno neanche dove sta di casa il congiuntivo...

Barbara Businaro ha detto...

Grazie di esserti agganciata al meme Giulia!
E' interessante vedere le differenze di approccio alla scrittura, si può sempre imparare dagli altri ad "aggiustare il tiro".
Da quel che scrivi, sei molto più organizzata di me (che già dicono che sono troppo ordinata!) Al momento io ho problemi con la schematizzazione e la tempistica. Per la prima: ok ai foglietti di carta quando ti viene una frase, ma quando hai un centinaio di foglietti e c'è da metterli in ordine? Ecco, sono in quella fase lì.
Per la tempistica: ogni volta che cerco di mettermi in serenità alla tastiera, suona il cellulare, il campanello, appare qualcuno con "Ma dove hai messo...?" oppure "Mi aiuti a...?" Purtroppo la scrittura (come la lettura) non è presa sul serio :/

Giulia Lu Mancini ha detto...

Prego Barbara, è stato un piacere! In realtà la mia organizzazione si è affinata con il tempo, con il primo romanzo ho proprio navigato a vista e ho fatto anche parecchi errori, ma come si dice 'sbagliando di impara', per esempio ho imparato che conviene creare da solo l'epub perché poi puoi correggere in autonomia eventuali errori o refusi. Con la tempistica mi rendo conto che spesso gli altri non considerano la scrittura un lavoro e pensano che tu stai lì a perdere tempo scrivendo fantasiose baggianate. Io ho smesso di farlo presente, ma talvolta prendo un giorno di ferie senza dirlo a nessuno per scrivere, ma non sempre è possibile...

Tenar ha detto...

Direi che il tuo lavoro è un'ottima palestra di scrittura!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Già anche se spesso per riuscire a ottimizzare il tutto esaurisco le energie a scapito della creatività :-(

Maria Teresa Steri ha detto...

Grazie per la citazione:) Mi sembra che il tuo lavoro comporti una buon dose di organizzazione e al tempo stesso flessibilità, due qualità di cui beneficia sicuramente anche la scrittura, soprattutto come approccio generale. La scrittura richiede tanta disciplina, soprattutto per non mollare quando ci si sente in alto mare :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sì è vero, organizzazione sempre e poi serve davvero molta disciplina e forza di volontà (molte volte mi viene voglia di "scappare" dai miei doveri sia lavorativi che di scrittura)...:-(

azzurrocielo ha detto...

imparo sempre tanto dai tuoi post

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Azzurrocielo, mi fa molto piacere *_*

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Sicuramente organizzazione e metodicità sono sempre molto utili, qualsiasi tipo di lavoro si svolga. Secondo me creatività non è sinonimo di disordine, tutt'altro! La creatività male indirizzata alla fine si disperde come un torrente in piena... invece se questo torrente viene convogliato e potenziato, il risultato è tutt'altro.

Per quanto mi riguarda, il mio attuale lavoro di editor nel settore della scolastica mi insegna moltissimo sui contenuti dei materiali e su come acchiappare i fili pendenti e riunirli; ma di questo ho già parlato in una serie di post nel blog di Maria Teresa e quindi non vorrei ripetermi.

Faccio però una menzione ad honorem anche del mio precedente lavoro segretariale, che secondo me è fondamentale per imparare a organizzarsi. Una segretaria disorganizzata ha vita davvero breve! Anche nel fare delle fotocopie ci vuole un certo metodo, ad esempio, o nel prenotare gli orari dei treni o degli aerei, dell'albergo e degli incontri del capo (nel mio caso, una direttrice editoriale particolarmente esigente).

Marina ha detto...

Ma tu sei organizzatissima: hai metodo, crei schemi, stabilisci calendari. Io poco di queste tre cose, però attingo anch'io dalle vite altrui e il brainstorming per il titolo è d'obbligo (ma forse più per gli articoli del blog, perché per racconti o romanzi, di solito, traggo spunto dal loro stesso contenuto).
Devo provare a capire cosa del lavoro che ho fatto o faccio possa essere associato al mio modo di scrivere.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Organizzata soprattutto per esigenze di sopravvivenza, anche se poi capita spesso che l'organizzazione venga ribaltata dagli eventi imprevisti (ciò vale sia per l'ufficio sia per la scrittura) una fatica micidiale +_+ . Cerco in questi casi di aggiustare il tiro, per quanto possibile.
Secondo me comunque le donne sono sempre molto organizzate (la famiglia per esempio è un bell'impegno che quasi sempre grava di più sulla donna, dalla notte dei tempi...)

Giulia Lu Mancini ha detto...

L'organizzazione è fondamentale in ogni campo, anche per un lavoro apparentemente semplice il metodo è molto importante. Una segretaria efficiente è tutto, soprattutto per un Direttore esigente. L'ordine aiuta la creatività, io per esempio non riesco a scrivere nel disordine (l'unico disordine in cui mi ritrovo sono i miei appunti su fogli sparsi e post it) *_*

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Anch'io quando scrivo sono ordinatissima, al massimo tengo aperta la biografia o il saggio che mi serve al momento, ma in generale non trovo mai troppa roba sulla scrivania... mi confonde le idee!

Marco L. ha detto...

Avevo già risposto anche su Anima di Carta, comunque io non sento la mia scrittura influenzata dal lavoro che faccio, piuttosto da letture e studi. Anzi, il continuo formarmi e andare a ricercare, è piuttosto un continuo spunto d'idee e di miglioramenti. :)
L'unica cosa in cui mi rivedo è che spesso pianifico e preparo cose che poi andranno a essere anche dopo molti mesi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

mi sa che siamo sulla stessa lunghezza d'onda :-)

Giulia Lu Mancini ha detto...

In effetti il lavoro può influenzare il metodo, non l'ispirazione anche se a volte certe relazioni che si instaurano sul lavoro possono "ispirare" una storia, forse perché io attraverso il mio lavoro ho contatti con persone di ogni genere, età e cultura...