Mia madre ha sempre avuto il sorriso nel cuore, ma sopratutto aveva il sorriso nella voce.
Amava cantare, cantava mentre faceva le pulizie di casa e soprattutto cantava quando stirava.
Ho l'immagine di lei che stira mentre il sole illumina la cucina e canta una canzone di Celentano "Storia d'amore" e io in un angolo la ascolto mentre gioco.
Aveva una vena creativa mia madre e amava raccontare le storie, probabilmente la voglia di scrivere deriva in me dai suoi racconti, spesso cantati. C'erano delle storie di paese che diventavano una canzone, lei le cantava e poi mi raccontava la storia vera esistente dietro quella canzone. Erano quasi sempre storie tragiche e struggenti, ma realmente accadute anni prima quando lei era ragazza, che avevano attraversato il tempo in racconto musicale.
Ogni tanto penso che se fossi nata in una famiglia differente non sarei quella che sono. In fondo siamo il risultato del nostro passato.
Le storie ci accompagnano da sempre, forse sono le stesse che si ripetono con linguaggio e forme diverse, ma è l'amore per le storie che probabilmente ci fa scrivere.
Una volta si tramandavano in famiglia con racconti davanti al camino, oggi siamo tutti più distratti e le storie si tramandono con la TV o con i libri.
In fondo le trame sono universali, esiste soltanto un diverso modo di raccontarle.
Da mia madre ho ereditato l'amore per il canto e infatti canto anch'io, solitamente sotto la doccia oppure in auto quando guido e sono sola.
Ogni tanto penso che vorrei scrivere una storia dove la protagonista canta per mestiere, magari in un piano bar, tanto per sfruttare questa mia passione canterina.
Anche se non ho mai sognato di diventare una cantante, è più una voglia di cantare la vita, come quella che aveva mia madre.
Ultimamente canto meno e mi sono ricordata che quando mia madre era triste non cantava, e anch'io mi sentivo triste.
Bisogna sempre trovare un motivo per cantare, ma non sempre il motivo c'è. A volte il motivo può essere semplicemente la voglia di stare al mondo, ma non è detto che ci sia.
Ascoltare la musica può aiutare a trovare una voce al proprio dolore o alla propria gioia, il desiderio di cantare implica, però, qualcosa di più profondo, perchè coinvolge tutto il corpo, non ci si limita ad ascoltare, ci si esprime con la voce, la gola, il respiro, le gambe e le braccia se ci lasciamo travolgere dal ritmo. È uno sfogo, talvolta un modo per tirare fuori la rabbia, l'angoscia o, semplicemente, è urlare quello che si pensa attraverso il testo di una canzone da cui ci sentiamo rappresentati.
Questo è un esercizio che faccio quando faccio le pulizie di casa: metto su delle canzoni abbastanza ritmate con dei testi che condivido.
Forse ho scritto un post senza capo nè coda, seguendo il flusso dei miei pensieri.
È che, ogni tanto, mi torna davanti l'immagine di mia madre che stira in silenzio e io le chiedo:
"Mamma, perchè non canti?" e lei mi risponde "Non ho molti motivi per cantare in questo momento".
Forse ho scritto un post senza capo nè coda, seguendo il flusso dei miei pensieri.
È che, ogni tanto, mi torna davanti l'immagine di mia madre che stira in silenzio e io le chiedo:
"Mamma, perchè non canti?" e lei mi risponde "Non ho molti motivi per cantare in questo momento".
C'è una canzone di Ligabue dal titolo "Per sempre" che parla proprio di come, nella vita, restino impresse nella nostra mente certe immagini, come delle istantanee che inquadrano momenti o periodi che abbiamo vissuto e restano lì, per sempre, appunto.
Mia madre che stira cantando nella cucina della mia infanzia invasa dalla luce del sole pomeridiano è il mio per sempre.
Ho appena finito di leggere La versione di Fenoglio di Gianrico Carofiglio e vorrei concludere con una frase del libro che mi sembra attinente con questo post: Le storie non esistono se non vengono raccontate.
22 commenti:
Ti ringrazio per questo post che regala un frammento di te. E condivido la riflessione finale. Le storie hanno bisogno di essere raccontate.
Grazie a te di averlo letto e apprezzato, sono restia a parlare di me, ma il post si è scritto quasi da solo, malgrado le mie remore.
E' un bel ricordo, molto lirico e carico di emozione. Io conosco a memoria i ritornelli di certe canzoni degli anni '30 perché li canticchiava mia zia (ma di fatto una nonna per me), e io da bambino stavo sempre a casa sua...
Ci sono certe canzoni antiche che sono proprio delle storie cantate, legate alla tradizione popolare o a usi locali. Mia madre mi raccontava che quando accadeva qualcosa di tragico c'era una specie di cantore locale che metteva la storia in musica. Così la storia diventava, in un certo senso, "virale" per il paese o la provincia. Anche tu hai ricordi analoghi ai miei con tua zia...
Che bel ricordo,molto intenso. E sì, le storie sono tali se raccontate e noi lo facciamo.
Grazie Sandra, la bellezza di poter raccontare storie è anche questo ritrovare i ricordi.
Anche la mia mamma adora cantare e sembra un usignolo libero quando lo fa. Credo sia uno degli aspetti creativi più trascinanti che esista, la musica. Beato chi ne è dotato te lo dice una campana rotta che più rotta non si può.
Certi ricordi sono capolavori, Giulia, da incorniciare come hai fatto tu
Grazie Nadia, certi ricordi fanno così parte di noi che emergono con periodicità ed è nato questo post quasi mio malgrado. Non ci credo che sei stonata come una campagna, secondo me anche tu hai una tua musicalità (una nostra amica ai tempi della scuola canticchiava sempre stonando ma era così allegra questa sua voglia di cantare che noi l'apprezzavamo lo stesso). Anche tu hai una mamma usignolo, che meraviglia.
Un ricordo dolcissimo, è stato commovente condividerlo con te anche perché vivo la lontananza da mia madre con molti ricordi legati alla nostra vita sotto lo stesso cielo: lei è a Caltanissetta, io qui a Roma e hai visto cosa ho fatto per lei (a proposito della presentazione del libro della Gamberale), è stato il mio modo per raccontarla, anche se indirettamente.
Io non canto, ma ascolto musica classica ed è quello che fanno i miei genitori: è vero che finiamo per seguire i loro esempi migliori.
Mia madre che canta è stonata, quindi meglio di no. :D
Io invece per un decennio sono stata nel coro parrocchiale, contralto. L'ultima canzone che ho canticchiato è Se Piovesse Il Tuo Nome di Elisa (quando uscì il suo primo album, Pipes and flowers, oramai 20 anni fa, le sapevo tutte a memoria!), l'unica cantante che ci fa fare un figurone sia in inglese che in italiano.
La canzone che invece mi tira su è Manah manah dei Muppets :D
O anche Happy di Pharrell Williams, ti sfido a non muovere la testa e sorridere con quella in sottofondo.
Sei stata eroica con la presentazione della Gamberale ;) condividere una passione aiuta a sentirsi più vicini anche quando si è lontani (nel tuo caso la passione per la lettura unita a quella dell'attore lettore) Con i genitori finito il tempo delle contestazioni comincia quello della vicinanza e delle cose in comune che ci riportano a loro.
Cantare fa bene allo spirito e aiuta a scaricarsi. Conosco bene anch'io quell'album di Elisa (mi piace molto anche Se piovesse il tuo nome, ma anche molte altre di Elisa). Sai che anch'io ho cantato nel coro della chiesa per circa tre anni poi però a causa dello studio che mi assorbiva molto ho smesso, purtroppo...i Muppet mitici
Dici di aver scritto un post senza capo né coda, Giulia... Boh? Io mi sono emozionato leggendolo. Per l'abitudine di cantare la tua mamma somiglia molto alla mia :) E anch'io ho l'abitudine di canticchiare (latrare, nel mio caso) in macchina e sotto la doccia :D (proprio mentre scrivo il commento sto dissacrando un pezzo stupendo degli Skunk Anansie. Dovrebbero scomunicarmi!!!)
Grazie Calogero, saltando nei miei ricordi mi sembrava che il post fosse un po' confuso, ma sono proprio felice che ti abbia emozionato e che abbiamo il canto in comune. Fantastici gli Skunk Anansie, li cantavo anch'io tempo fa c'era un pezzo che adoravo You'll follow me down.
Concordo con Calogero, anche io mi sono emozionata leggendo le tue parole così spontanee e vere. Ci hai trasmesso un bellissimo e dolce ricordo, grazie per averlo fatto <3
Ti ringrazio io Maria Teresa, è bello emozionare con un mio ricordo così intenso, pensa che io ero restia a scriverne per una sorta di pudore (è più facile far parlare i propri personaggi...)
Ahimè, ne so qualcosa...
Grazie per aver condiviso con noi questo ritratto di tua madre, è stato bello leggere un pezzo della tua vita. :) A differenza tua, non canto mai, invece.
In generale ho notato che, almeno in città, si canta meno di un tempo: una volta mi ricordo che i muratori e gli operai cantavano, e poi c'erano quelli dei vecchi mestieri che, per attirare i clienti, emettevano una specie di cantilena. Penso che siamo molto più scontenti e immusoniti.
Eh adesso si canta molto meno e forse si hanno meno motivi per aver voglia di cantare. Ricordo anch'io che chi faceva i lavori più manuali spesso cantavano. Quando ero ragazzina c'era un fruttivendolo che passava con il carretto e declamava la bontà della sua frutta con dei versi cantati, donava allegria e ti veniva voglia di comprare anche solo ore simpatia. Oggi siamo tutti più tristi e arrabbiati, purtroppo.
Spesso cantava...ho sbagliato il verbo, ma hai capito...
Che bello questo post... ci hai fatto arrivare un'immagine viva di te e della tua mamma. Anche mia madre ha sempre cantato facendo i lavori di casa, e canta tuttora, nonostante l'età; e come te, anch'io canto. Che il cantare la vita, come lo hai definito, si trasmetta mi sembra una cosa meravigliosa. Grazie!
Grazie a te! Sono felice che il mio post ti sia piaciuto. Sono belle le mamme che cantano mentre fanno i lavori di casa, trasmettono voglia di vita e la voglia di cantare che abbiamo in comune.
Posta un commento