sabato 7 marzo 2020

Solo i pazzi sanno sognare


C'è una bellissima canzone di Grazia Di Michele intitolata "Solo i pazzi sanno amare", qui il senso della pazzia è un senso positivo, è la pazzia intesa come purezza di cuore e trasporto totale, ed è in questo senso che intitolo questo mio post.
La verità è che per realizzare un sogno bisogna essere un po' pazzi, andare contro tutti coloro che ti invitano a essere ragionevoli e con incredibile sicurezza affermano "non funzionerà mai". 

Vuoi realizzare qualcosa? Vai avanti per la tua strada, credi in te stesso anche se nessuno ci crede.
Anche perchè, ammettiamolo, se perfino tu non credi al tuo sogno, perché mai dovrebbero crederci gli altri? 

L'insegnante Daniela Re fin da piccola aveva la passione per l'arte e si chiedeva, ma perché ci sono gli album con le figurine dei calciatori e non ci sono gli album per le figurine delle opere d'arte? 
Così da grande, diventata insegnante d'arte e di inglese, nonostante tutti le dicessero che la sua idea non avrebbe funzionato, ha inventato Artonauti il primo album di figurine dell'arte, 200.000 copie vendute e quattro milioni di pacchetti di figurine.
Lo aveva fatto per far appassionare i bambini all'arte, ma dopo i bambini e gli adolescenti ha attratto anche gli adulti. Questo album è stato adottato da alcune case di riposo per sollecitare l'attenzione e la memoria degli anziani, perché la bellezza dell'arte può essere seguita anche da chi non può viaggiare e vedere le opere dal vivo.
Daniela Re ha realizzato il suo progetto grazie a un finanziamento Cariplo che lo ha selezionato, la tenacia e la fede nel suo sogno, quindi, le hanno dato ragione.  
E questo è un esempio di perseveranza in un sogno. Quando ho letto l'articolo sono rimasta molto colpita e ho provato a cercarne altri.

Steve Jobs e la Apple, questo è il più famoso.
La Rowling e Harry Potter.
Non dimentichiamo poi i sogni che sembravano impossibili e che, per la folle perseveranza dei loro sognatori, hanno cambiato il destino dell'umanità. Adesso riusciamo a volare, andare sulla Luna e su Marte, lanciarci con un paracadute, oppure fare cose più semplici come accendere la luce in casa, curarci con la penicillina (Fleming) ascoltare la radio (Guglielmo Marconi) usare il computer (Turing che inventò la prima macchina di calcolo logico), telefonare (Antonio Meucci) disinfettarci con l'amuchina (ipoclorito di sodio diluito in acqua inventato da Oronzio De Nora  ingegnere elettrotecnico e genio delle applicazioni della chimica nell'industria), se riusciamo a trovarlo in questi giorni di sindrome da coronavirus.
Piccole e grandi invenzioni nascono da sogni, da qualcosa che prima non c'era o era solo un'idea vaga, un desiderio, una passione, una voglia di andare oltre.

Viene in mente anche a voi qualche esempio di sogno famoso diventato realtà quotidiana?

Fonti Testi 
Articolo su Donna Moderna n. 5 gennaio 2020 di Elisa Venco 
Fonti immagini 
Pixabay

14 commenti:

Sandra ha detto...

Non conoscevo la storia delle figurine artistiche, è straordinaria.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Neanche io la conoscevo, l'ho scoperta grazie all'articolo di Donna Moderna, è davvero fantastica.

Ariano Geta ha detto...

Mi viene in mente Akio Morita (il fondatore della Sony) che si diede da fare per inventare un mangiacassette portatile perché pensava che qualcuno volesse ascoltare musica anche mentre passeggiava, non solo a casa. Gli dicevano: ma la musica si ascolta comodamente seduti, mica mentre si passeggia! Questo walk-man sarà un fallimento...

Giulia Lu Mancini ha detto...

E invece fu un'idea di grande successo, in effetti ascoltare musica mentre si cammina è diventata un'abitudine diffusissima (soprattutto in certi contesti, per esempio quando si corre in un parco). Questa è la dimostrazione che bisogna perseverare...

Luz ha detto...

A parte i grandi geni, che in fondo hanno trovato modo di coltivare il proprio genio e realizzare il progetto della loro vita (proprio ieri sera vedevo il film "Edison" e l'enorme fatica per arrivare al compimento di un progetto), resto sempre colpita dai sogni realizzati da persone comuni, come la Rowling che citi, davvero una perfetta sconosciuta, una donna comune con una fervida fantasia.
Mi piacque anche quel progetto delle figurine, che fece tanto bene a chi lo collezionò. Chi coltiva il sogno, è vero, ha bisogno di un po' di follia e di quella tenacia che non ci fa diventare mai arrendevoli.
Coltivare sogni è la cosa piace bella della vita, una delle più belle almeno, ma deve comprendere anche la capacità di essere concreti e realisti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

I sogni delle persone comuni mi affascinano sempre, che poi anche i grandi geni magari sono partiti come persone comuni, chissà. Hai ragione coltivare sogni è una cosa bella, ma è indispensabili essere concreti, non per niente faccio un lavoro che mi permette di vivere, mentre sogno di scrivere.

Nadia Banaudi ha detto...

Bellissimi esempi di cui ammetto non conoscevo la storia delle figurine dell'arte, e che si sposano bene con tutti gli altri esempi. Avere un sogno è il modo migliore per portare avanti il proprio progetto, credo che sia gli inventori dei social, che il fondatore di Amazon avessero la stessa spinta, poi che ci abbiano ricavato anche un bel gruzzoletto è in coda al discorso, ma credo siano riconducibili al discorso.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Eh già carissima Nadia, i sogni hanno bisogno anche di supporto ehm finanziario...puoi avere un sogno bellissimo, ma se non hai i finanziamenti non li raggiungi. Daniela Re ha investito il contributo di 100.000 euro di Cariplo per poter realizzare la sua idea, però è andata avanti perché ci credeva. Amazon ha lavorato due anni in perdita prima di cominciare a guadagnare, il fondatore di Amazon si è dato del tempo, mettendo in conto queste perdite e il tempo gli ha dato ragione. Anche noi aspiranti scrittrici, nel nostro piccolo, investiamo tempo (il nostro prezioso tempo libero) e denaro, magari poco ma un po' ci investiamo...

Barbara Businaro ha detto...

E le cose stupende che nascono dai fallimenti?
Un esempio tra tutti, i mitici foglietti adesivi Post-It! Stavano cercando un adesivo potente, ma la formula non funzionava: la colla durava poco, ma almeno non lasciava residui. Per caso un collega si accorse che poteva funzionare bene per tenere i segnalibri sulla pagina senza rovinarla. Et voilà. Una formula sbagliata diventa il prodotto del secolo! :)
Morale: forse stai scrivendo qualcosa che non ti aspettavi, ma vale la pena di continuare, potrebbe uscirne qualcosa di inaspettato.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ecco ho sempre pensato che l'inventore del Post-It fosse un genio, non conoscevo la storia ad esso legata, cioè del fatto che si cercasse una colla potente. Io non vivo senza post it, sul lavoro è indispensabile ma anche a casa lo uso per i miei memo :)

Grazia Gironella ha detto...

Curiosità, tenacia e pazzia sono ingredienti fondamentali per seguire le proprie passioni. Bella la storia delle figurine, non è molto nota, vero?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Siate affamati, siate folli, diceva Steve Jobs e a me questo motto piaceva molto. La storia delle figurine è davvero carina e in effetti è poco nota, per fortuna leggere questi articoli di approfondimento mi aiuta a scoprire queste storie così interessanti.

Lisa Agosti ha detto...

Non sapevo delle figurine d'arte, che bella idea!

Giulia Lu Mancini ha detto...

È un'idea davvero carina, ha avuto successo...certo chissà adesso come andrà dopo questa emergenza...