sabato 10 luglio 2021

Il potere di una scelta

 

Possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure.
(Nelson Mandela)

Ho sempre pensato che siamo noi a costruirci il nostro destino, che volere è potere e cose così. Nel corso degli anni ho avuto riprova di questo mio pensiero, ma anche del suo contrario. Per esempio ho deciso di vivere a Bologna perché volevo essere indipendente e autonoma, lontana dalle mie origini e dai condizionamenti sociali, ci sono riuscita, ho conquistato una certa indipendenza ma non sufficiente da salvarmi del tutto dai condizionamenti sociali, soprattutto quelli della mia famiglia di origine. Ci sarebbe da fare un discorso molto lungo e ci ho scritto su perfino un romanzo, quindi vi risparmio questo discorso. 

Il quesito è sempre quello: esiste il destino o la volontà? 

Non c’è una risposta assoluta, diciamo che con la volontà possiamo raggiungere degli obiettivi, ma non tutto dipende da noi, per quanto ci impegniamo qualcosa può non andare come noi lo abbiamo programmato. Io ho raggiunto alcuni obiettivi lavorativi nella mia vita ma, nonostante avessi tutte le carte in regola per fare carriera, mi sono fermata a un livello intermedio (di cui non mi lamento per carità) ma questo non è dipeso dalla mia volontà, ci sono dinamiche che non puoi gestire, così è accaduto con la famiglia che desideravo e che non si è realizzata, nonostante un matrimonio nei tempi giusti con la persona apparentemente giusta. Insomma possiamo tentare di indirizzare la nostra vita, ma forse esiste un destino un po’ beffardo che si diverte a scombinare i nostri piani, poi riesce a metterci i bastoni tra le ruote proprio dove più ci preme. E allora pazienza, forse è meglio lasciare tutto al caso e vivere alla giornata, tuttavia anche questo semplice desiderio non è immune da controindicazioni, puoi decidere di non fare nulla, di restare immobile e poi certi eventi ti cadono addosso come una tegola e devi per forza reagire e fare qualcosa. 

La vita è un percorso a ostacoli con in mezzo le nostre scelte (forse pensiamo siano tali, magari anche lì c’è il destino).

Scegliere però è importante, una vera scelta è quella che ti porta ad agire davvero, a compiere un’azione ben definita e che non potrai più cambiare facilmente. Certe decisioni, una volta prese, non permettono di tornare indietro, salvo enormi sconvolgimenti.

Ho letto un articolo che parla di questo processo e ovviamente mi sono subito appassionata all'argomento e ho anche capito meglio perchè è così difficile scegliere.

L’articolo in questione, pubblicato sul n. 25 di Donna Moderna, di Marta Bonini, parla del libro di Giulia Bussi “Decidere bene” in cui si afferma che decidere è un’arte. Ogni giorno noi prendiamo in media 1000 decisioni al giorno, la maggior parte di esse non sono significative e sono più o meno routinarie, altre invece possono influenzare la nostra vita e il nostro futuro. Ed è in queste decisioni che cadiamo nella cosiddetta trappola cognitiva perché ci troviamo davanti a un bivio e lì rischiamo di rimanere immobili per non prendere la decisione sbagliata, a me è capitato spesso. L’autrice afferma che decidere è la cosa più complicata della vita. Per scegliere di solito seguiamo i nostri desideri ma cerchiamo anche di andare incontro alle esigenze degli altri, amici, parenti, affetti. É difficile scegliere seguendo solo i nostri desideri, accontentare anche gli altri fa parte della nostra natura e ci fa stare bene, perché siamo animali sociali. 

Prendere una buona decisione significa saper rinunciare.

La parola decidere deriva dal latino e in pratica significa “tagliare da” quindi dare un taglio, in effetti quando scegliamo una cosa ne escludiamo un’altra. Ecco perché decidere può essere così difficile, ed ecco perché chi vuole tutto non sa decidere. Per decidere bene, talvolta bisogna smettere di analizzare troppo i pro e i contro e seguire il proprio pensiero viscerale, quello che nasce dalla pancia ossia quello dell’istinto, del cuore, delle emozioni.

Mi è capitato spesso di fare una scelta che a livello razionale sembrava perfetta, ma poi a livello istintivo provavo una sensazione negativa e dopo un po' di tempo quella scelta si rivelava sbagliata per me. Questo non vuol dire che dobbiamo solo seguire l’istinto, ma quando una scelta per noi è particolarmente difficile, dopo aver valutato i pro e i contro occorre lasciar passare qualche giorno per far sedimentare la cosa e far emergere la parte più emozionale che ci fa decidere. Inoltre, se è vero che scegliamo anche per accontentare gli altri perchè siamo animali sociali, è anche importante che l'influenza degli altri non diventi predominante, altrimenti sceglieremmo quello che va bene agli altri ma non va bene a noi.

E se alla fine, nonostante tutto, la scelta è sbagliata? 

In quel caso bisogna accettare l’errore e perdonarci, invece che rimuginare sui nostri sbagli dobbiamo capire che una scelta comporta anche il rischio di sbagliare e dobbiamo quindi accettarlo.

Oggi è più che mai difficile decidere, perché viviamo in una situazione di grande incertezza, ma non possiamo bloccarci per questo, l’incertezza va accettata come un fattore della vita.

E a proposito di incertezze, per esempio inviare un manoscritto a una casa editrice è una scelta consapevole, ma che poi quel manoscritto venga accolto è destino, poi c’è chi insiste e chi no, anche questa é una scelta.

In effetti in questo periodo sto prendendo delle decisioni che dovrebbero cambiare molte cose nella mia vita (non riguarda le case editrici di cui sinceramente mi sto ormai disinteressando) riguarda qualcosa che finora ho trascurato per pigrizia, paura o entrambe le cose.

Poi si arriva a un bivio e dici: ok, ora o mai più. E così ti butti. 

Vi racconterò di cosa si tratta se andrà a buon fine, o anche se non andrà bene, diciamo che è un progetto a medio termine su cui sto lavorando da alcuni mesi, so che dopo averci messo il mio impegno e la mia volontà c’è il destino che potrebbe metterci lo zampino, anche perché, mi tocca dirlo, c’è una congiunzione astrale che sta creando ostacoli, uno - per esempio - è la pandemia in corso che ha rallentato tutto e ha comportato anche maggior coraggio nel decidere. Per me prendere delle decisioni è una incombenza enorme e, chiaramente, più la decisione è importante più la fatica è grande.

Tuttavia se non fai una scelta resti immobile, la vita ti capita per caso e, soprattutto, ti poni qualche domanda quando senti bussare alla porta il rimpianto, ti chiedi se ci hai provato abbastanza, se non hai fatto tutto quello che potevi di possibile. Insomma provarci serve a migliorare la propria vita - forse - ma anche a non avere rimpianti.  

 

E voi, come vi regolare con le vostre scelte?

Fonti immagini: Pixabay

 

12 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Da giovane ho fatto molte scelte sbagliate per ingenuità. Le mie aspettative erano sorrette da un ottimismo che si è rivelato illusorio, infatti sono diventato poi un materialista cinico come conseguenza.
Però il destino ha deciso di farmi uno scherzo terrificante che mi ha davvero tramortito, una situazione totalmente imprevedibile e mai voluta da me, un'imposizione che non riesco ad accettare. Quindi ormai di fronte alle scelte sono quasi rassegnato, le faccio in base a considerazioni pratiche ma mi aspetto sempre che mi si ritorcano contro...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch’io da giovane ho spesso peccato di ingenuità, succede purtroppo. Il problema è che non puoi mai fare una scelta sicura, certe situazioni possono ribaltarsi completamente e quello che sembrava sensato ieri non lo è più oggi. Quindi capisco il tuo atteggiamento rassegnato che è un po’ anche il mio.

Elena ha detto...

Cara Giulia, sono a un bivio come te: come sai ho molte nuove direzioni in ballo che riguardano casa e lavoro, con un unico punto fermo, l'amore. Perciò convengo con te che scegliere significa decidere ovvero tagliare, lasciare qualcosa per abbracciarne un'altra. E' questa la difficoltà più grande ma piano piano se l'obiettivo da raggiungere è così forte e pregnante allora tutto a suo tempo si snoda e lascia semplicemente che le cose che desideriamo accadano.
Certo, non tutto va nella direzione che volevamo. Ma siamo sicuri che anche questo non sia in realtà il meglio per noi? Non è detto che una scelta, per la sola ragione che è stata compiuta, debba essere giusta, fittante per noi! Un po' di delusione ci lascia, ma apre anche nuovi orizzonti. Ti auguro il meglio. Tienici aggiornate e buona, buonissima domenica

Giulia Lu Mancini ha detto...

È sempre faticoso arrivare a un bivio e dover decidere. Il fatto che tu abbia un punto fermo come l’amore è importante perché potete scegliere in due, è già un sollievo dividere il fardello di una scelta. In ogni caso probabilmente hai ragione tu, se l’obiettivo da raggiungere è molto forte le cose prenderanno una loro direzione per arrivarci. In bocca al lupo per le tue scelte di cuore!

Grazia Gironella ha detto...

E' molto difficile, nelle scelte, non farsi guidare dalla paura, dalla sfiducia, da aspettative poco realistiche. Anche così, i progetti non sono soltanto nostri, come i risultati dimostrano. A volte un fallimento è quello che ci spinge avanti, un risultato cercato può anche rivelarsi deludente o dannoso. Insomma è un vero casino. Sadhguru dice che è soggetto al karma - la legge di causa ed effetto - soltanto chi non si mette alla guida della propria evoluzione, e si limita a galleggiare e farsi trascinare dalla corrente senza una direzione. Se ha ragione, allora imparare a scegliere su buone basi è davvero importante, e forse le buone basi non sono così ovvie.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Quindi fare delle scelte potrebbe significare sfuggire al karma indirizzando la propria vita, io ci spero, anche perché l’idea di essere foglie in balia del vento non mi fa molto piacere. È anche vero che poi un risultato raggiunto può rivelarsi deludente, però lo metto sempre in conto, con l’esperienza ho imparato un cauto ottimismo...

Caterina ha detto...

Allora, sinceramente non mi piace credere nel destino. Credo piuttosto che la nostra vita dipenda non solo dalle nostre scelte(che è vero, molto spesso più che i nostri desideri, assecondano i desideri di coloro che amiamo), ma anche dalle scelte altrui. Le nostre vite sono talmente intrecciate con quelle degli altri, che la summa delle scelte di altre persone ( anche di coloro che non conosciamo) finiscono con influenzare e determinare la nostra vita. Bel blog. Buona serata.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Benvenuta nel mio blog, ti ringrazio del commento. In effetti credere nel destino non piace neanche a me, vorrei avere una funzione più attiva nella mia vita, ma nei miei primi 50 anni (parafrasando un famoso titolo...) ho avuto modo di provare sulla mia pelle che la volontà non sempre basta. Forse hai ragione le nostre scelte sono interconnesse con quelle degli altri e questo influenza anche la nostra vita, il che può anche essere visto in senso positivo, la luce degli altri può illuminare un po’ anche la nostra...
Buona serata anche a te.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Di recente ho letto considerazioni simili su fortuna e virtù (intesa come capacità nell'agire) ne Il Principe di Machiavelli. Nell'opera Machiavelli scrive che un principe non deve affidarsi alla fortuna, ma deve forzarla per quanto possibile. Questo per dirti che ilo tema del destino cinico e baro è sempre stato onnipresente.
Come in tutte le questioni, penso che ci voglia un buon equilibrio tra quelle che sono le nostre aspirazioni e quelle che sono le aspettative del prossimo. Nessuno può essere esente dall'influenza delle persone che ti attorniano, ma io mi arrabbio molto con delle amiche che sono del tutto prone alle pretese altrui (parenti, in genere). Alle volte questo atteggiamento diventa persino un comodo alibi per non decidere niente in autonomia...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Le influenze altrui possono essere un alibi, tuttavia ci sono alcune persone che hanno un atteggiamento davvero vessatorio nei confronti degli altri (familiari, amici, moglie o marito ecc...), spesso il danno arrecato è enorme. Non tutti sono capaci di affermare la propria autonomia. Concordo con te comunque, serve il giusto equilibrio tra caso e scelte ponderate.

Barbara Businaro ha detto...

A noi donne va anche peggio! Pensa tutte le volte che fissiamo indecise l'armadio perché proprio non troviamo cosa indossare! :D
La butto in ridere, ma l'esempio non è poi così stupido: Mark Zuckerberg ha un armadio pieno di magliette grigie, jeans simili e felpe rigorosamente con cappuccio. Tranne occasioni particolari, veste allo stesso modo ed è un'abitudine legata alle decisioni: "Voglio prendere il minor numero di decisioni possibili su tutto tranne che su come servire al meglio la comunità". Anche Steve Jobs si vedeva in jeans e maglioncino nero con collo alto. Scegliere è difficile. Tempo fa guardavo uno di quei documentari degli accumulatori compulsivi americani: case stipate di materiale (e rifiuti) di ogni genere, addirittura arrivano ad affittare dei magazzini per stiparci altra roba ancora. Il motivo l'ha indicato uno psicologo: sentono troppo la pressione della scelta di tenere o buttare un oggetto (e in genere poi ci sono altre motivazioni, spesso un'infanzia complicata, l'abbandono di un genitore, una perdita improvvisa).

Straordinario come certe volte da lassù qualcuno voglia comunicarmi qualcosa e lo faccia con mezzi apparentemente casuali. Sono in un periodo di scelte difficili, dalla famiglia alla carriera, in un turbine di cambiamento radicale. O forse è la stessa ventata di cambiamento che già due anni fa mi portò a dimettermi dalla società dove lavoravo da ben 16 anni. Era andata bene, ma la pandemia ha scombinato tutte le carte e adesso ci sono nuove esigenze all'orizzonte. Dall'altra parte, mi sto "separando" dalla mia famiglia di origine, con tutto il malessere che una decisione del genere comporta. Come dici tu, la distanza fisica non è sufficiente, a lungo andare certi comportamenti mi hanno arrecato danno (anzi, ora è proprio attestato che alcune scelte genitoriali subite quand'ero bambina mi hanno fisicamente danneggiato, senza rimedio). Avevo tentato una diversa forma di comunicazione, ma non è stata compresa e nell'ultimo anno mi sono ritrovata in situazioni assurde. Ora dico basta, per questioni di salute. C'è un limite anche a quel che un figlio può sopportare. Qualcuno sicuramente le giudicherà scelte sbagliate, ma siamo noi che dobbiamo stare bene. Come dicono gli inglesi, "in my shoes". :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Se penso al tempo perso davanti all’armadio mi sento male...
In realtà mi sono resa conto che, alla fine, finisco per mettere sempre gli stessi vestiti in alternanza perché poi sono quelli in cui mi sento più a mio agio, quindi non ha senso avere troppi vestiti, alcuni li ho da anni e li avrò messi due volte! Piano piano mi sto liberando di diversi capi, donandoli in parrocchia oppure ai negozi dell’ANT, però è un processo che richiede tempo e fatica.
La famiglia di origine può essere molto faticosa da gestire, io ho messo 500 km di distanza con la mia, ma non è sufficiente per scrollarmi di dosso certe dinamiche. Ora sto facendo una scelta importante ma non li ho informati perché non voglio farmi condizionare in modo negativo come già successo in passato. Per fortuna c’è il mio compagno che mi sostiene e che rappresenta la famiglia che ho scelto...