domenica 21 novembre 2021

La scrittura smarginata di Elena Ferrante


Questa settimana sono stata al Teatro l’Arena del Sole a vedere uno spettacolo intitolato "La scrittura smarginata", evento organizzato nell'ambito de Le Umberto Eco Lectures. 

All'università di Bologna esiste, infatti, un centro intitolato a Umberto Eco "Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco”, che finanzia e organizza vari eventi e questo costituiva appunto una rappresentazione, la più importante del 2021 per il Centro Eco, in collaborazione con la casa editrice E/O di Elena Ferrante e l'Emilia Romagna Teatri. Di seguito riporto il link

La scrittura smarginata 

l'autrice è stata interpretata dall'attrice Manuela Mandracchia che ha portato in scena tre lezioni, scritte da Elena Ferrante e realizzate proprio a questo scopo, nei giorni da mercoledì 17 a venerdì 19 novembre. Ogni sera c'era un testo differente: (La pena e la penna, Acquamarina, Storie, io) presentati al pubblico per la prima volta.

Erano tre appuntamenti a ingresso gratuito (ma con prenotazione obbligatoria) anche in diretta streaming sui profili social dell'Università (Facebook e Youtube); ERT/Teatro Fondazione (Facebook e Youtube); Teatro Arena del Sole (Facebook); Edizioni E/O (Facebook).

Ero a conoscenza di questa iniziativa, quindi appena l’evento è stato messo on line mi sono registrata e ho prenotato i biglietti prima che sparissero. 
La serata per cui ho preso il biglietto è stata quella di giovedì 18 novembre con il testo Acquamarina.
L’attrice è stata davvero molto brava e, per un istante, mi è sembrato proprio di stare di fronte a Elena Ferrante tanto che avrei quasi voluto chiederle delucidazioni sul romanzo “La figlia oscura” che stava citando nel testo Acquamarina. 
Venivano citati i tre romanzi più famosi dell’autrice prima de L’amica geniale: L’amore molesto, I giorni dell’abbandono e La figlia oscura (io ho letto solo l’ultimo di questi, è stato proprio il romanzo che mi ha fatto scoprire Elena Ferrante e che mi ha portato a leggere tutta la quadrilogia de L’amica geniale, prima che scoppiasse il boom su questa autrice).

Del monologo la parte che mi ha colpito di più è stata la confessione dell’autrice di aver temuto di non riuscire mai ad arrivare al livello degli autori che lei leggeva e amava, tanto che aveva scritto diverse storie negli anni, ma non le trovava mai abbastanza “belle” o “adeguate” per essere pubblicate, finché un giorno, dopo aver scritto L’amore molesto, dopo tante titubanze, si era decisa a inviarlo a un editore scrivendo una lunga lettera in cui cercava di spiegare come era nata la storia, evidenziando anche i suoi timori sulla scrittura. Proprio rileggendo quella lettera, a distanza di anni, ha compreso meglio il suo rapporto con la scrittura e la sua felicità nello scrivere storie. 

È stata una bella serata letteraria che mi ha riportata in un teatro molto importante nel cuore di Bologna, con la cauta e speranzosa sensazione di una ripresa in un settore - quello dello spettacolo - molto danneggiato dalla pandemia. Vi lascio alcune foto fatte con il mio cellulare



Nella prima foto, come si può vedere, c’è il palco prima dell’inizio dello spettacolo, che ho fatto prima di prendere posto, anche perché ero in seconda fila e ho evitato di fotografare l’attrice perché, data la vicinanza e il fatto che fossero state abbassate le luci, non volevo disturbare con la luce del flash. È stato un bellissimo monologo durato circa un’ora.



La foto sopra invece è il chiostro del teatro dove è possibile sedersi per gustare un aperitivo con dell’ottimo vino o altre bevande, il posto è molto suggestivo e il clima di quella sera era particolarmente mite, tanto che all’aperto si stava proprio bene. 

Una curiosità su questo teatro, si chiama Arena del sole perché era nato, nel luglio 1810, come luogo di spettacoli diurni all’aperto sull’area dell’ex convento delle monache domenicane di Santa Maria Maddalena. Gli spettacoli venivano svolti proprio nel chiostro interno della foto, nel periodo estivo, tra Pasqua e fine settembre. Nel 1916 l’arena venne dotata di coperture smontabili per utilizzarla anche in inverno. Con il passare degli anni fu utilizzata sempre più come cinematografo e nel 1984 l’edificio fu comprato dal comune di Bologna che lo ristrutturò con dei lavori che durarono fino al 1995. Ricordo infatti le impalcature perenni che circondavano l’arena del sole, dai tempi dei miei anni universitari, e mi chiedevo sempre quando quei lavori sarebbero finiti. Comunque, dal febbraio del 1995 l’Arena del sole ritornò ad essere un teatro a tutti gli effetti.

Ho pensato di condividere con voi questa esperienza anche perché, in passato, mi è capitato di assistere a delle rappresentazioni letterarie legate a romanzi, racconti o scritti di autori vari e devo ammettere che le parole di un libro, interpretate da un attore o attrice, hanno un impatto molto forte e particolarmente incisivo. Un libro così interpretato diventa molto più bello, del resto ne abbiamo un buon esempio anche con gli audiolibri. 

Amate il teatro? Ci siete stati di recente? Avete mai seguito una rappresentazione simile a quella che ho descritto?


Fonti immagini: la prima foto è tratta da Pixabay 

Fonti testi: Wikipedia per la parte storica dell’Arena del sole.

14 commenti:

Ariano Geta ha detto...

In teatro non ci vado spessissimo, però quando mi capita è sempre una bella esperienza.
Eventi tipo letture mi è capitato di presenziare, anche se leggevano brani di scrittori noti a livello locale, non famosi come Elena Ferrante. In generale, ho notato che se il narratore ha adeguate capacità espressive (e non sempre è stato così in verità) si riesce a creare una suggestione e un coinvolgimento emotivo davvero unici, che una messa in scena registrata (tipo film o fiction) non potrà mai avere.

Luz ha detto...

Amo particolarmente questo tuo post per le ragioni che facilmente puoi immaginare. Che meraviglia questo teatro. Mi piace l'imponenza del suo interno e quel cortilino così intimo e bello. Inoltre posso immaginare la bellezza di poter assistere a questo tipo di proposta. Mettere insieme Eco, Ferrante e una brava attrice... davvero un bel progetto. Mi è capitato di seguirne in passato, ma in particolare ricordo riscritture di opere famose fra reading e citazioni anche in forma cantata e danzata.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È davvero sorprendente come cambia un testo letto da un grande attore, dal vivo in un teatro c’è comunque sempre un coinvolgimento maggiore. Anch’io in effetti non vado spesso a teatro, bisogna creare l’occasione giusta, in questo caso c’era anche la predisposizione di alcune amiche a cui avevo parlato dell’evento.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Conoscendo la tua passione per il teatro con cui ti metti in gioco in prima persona, capisco benissimo. Le letture di brani stralciati da opere letterarie sono sempre interessanti, vicino Bologna a San Lazzaro c’è anche un piccolo teatro dove facevano una serie di serate dedicate ad autori più o meno famosi, mi piacevano molto, ci andavo con un gruppo di amiche, con la pandemia ci siamo un po’ perse...

Sandra ha detto...

Proprio questa settimana è arrivata la mail per il recupero degli spettacoli persi causa pandemia per gli abbonati, con opzione di rinnovare l'abbonamento per la stagione 2022, un cartellone ridotto ma ho pensato finalmente. Puoi aver già quindi capito quanto ami il teatro. La scenografia che ci hai mostrato è molto bella.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È una bella cosa che riprendano gli spettacoli, l’abbonamento lo rinnovi? Con un cartellone ridotto magari è anche più semplice da seguire.

Barbara Businaro ha detto...

Non ho avuto molte occasioni di frequentare un vero teatro perché dove sono nata e dove abito il teatro non c'è. Ci sono dei teatri in centro a Padova, ma raggiungerli e parcheggiare è un vero tedio. Sia detto che comunque non vado nemmeno al cinema, nonostante abbia un multisala comodo a 5 minuti da casa. Quelle volte che sono andata a vedere uno spettacolo, era teatro in dialetto veneto, piccole compagnie dove si diletta qualche amica, ma in genere arrangiano un palco nelle palestre delle scuole o in parrocchia, molto alla buona.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il parcheggio è un bel problema anche a Bologna, i teatri sono in centro e andarci implica un po' di sacrificio (ossia andare nei parcheggi a pagamento che hanno un costo non piccolo); l'altra sera siamo riusciti a trovare un posto abbastanza vicino con le strisce azzurre che però si paga fino alle 20.00, quindi è andata bene. Stesso problema si poneva per i cinema, poi sono nate le multisale che hanno fatto soccombere i cinema del centro. Ammetto però che anche prima della pandemia andavo poco al cinema, perchè non riuscivo mai a incastrare gli orari con il film che volevo vedere.

Elena ha detto...

Ma che bella serata! Non ho mai partecipato a rappresentazioni del genere e me ne rammarico. Poter ascoltare il punto di vista personale dell'autrice espresso attraverso il teatro è confortante. Come vorrei leggere o ascoltare quella lettera all'editore in cui la Ferrante esprime il dubbio più terribile per chi scrive: non essere abbastanza capaci di scrivere qualcosa che almeno somigli a quello che amiamo come lettori. Un bene che questo cruccio non l'abbia inibita né deve farlo con ciascuno di noi. Amo il teatro di prosa. In questo periodo riesco a regalarmelo troppo poco...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che questi dubbi vengano a tutti gli autori che amano scrivere e che vorrebbero eguagliare almeno in parte la grande scrittura, ciò che é importante é non essere paralizzati da questo legittimo desiderio, ma che diventi una spinta a migliorarsi sempre più. Anche a me piacerebbe leggere la lettera. Il teatro di prosa è molto piacevole, concordo con te.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Come puoi immaginare amo moltissimo il teatro ;) e amo in modo particolare la commistione tra teatro e letteratura. Ho presenziato a diversi reading, e ho un'amica che è una reader quasi professionista.
Ho avuto la possibilità di tornare a teatro un paio di mesi fa con una commedia divertentissima, "Tre sull'altalena" di Lunari,, messa in scena dalla compagnia di TeatrOK che aveva rappresentato il mio "Diavolo". Si tratta di una sorta di pièce dell'assurdo dove tre personaggi, che non si conoscono e hanno professioni differenti tra loro, si ritrovano rinchiusi in un appartamento da cui non riescono davvero ad allontanarsi mentre fuori è in corso una strana esercitazione anti-inquinamento. La cosa divertente è che gradatamente si convincono di trovarsi in una sorta di limbo ed essere prossimi al giudizio universale. Il momento più esilarante è l'arrivo della donna delle pulizie che essi scambiano per Dio, e quindi tutto quello che le esce di bocca viene interpretato in un certo modo... :D
Prima della pandemia avevo anche l'abbonamento al Piccolo Teatro di Milano, ora dovrei sfruttare il voucher per due spettacoli rimanenti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Cristina, il teatro è proprio una bella esperienza da fare, tu poi con il tuo “Diavolo” lo puoi affermare con cognizione di causa. Se non sbaglio la tua amica reader ha letto anche per uno dei tuoi romanzi. La commedia che hai descritto sembra molto divertente.

Nicole ha detto...

Che meraviglia! Amo il teatro ma nella vita ho avuto davvero poche occasioni di andarci! Spero di poter recuperare nell'anno che verrà. Bellissimo e suggestivo il chiostro!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vero il chiostro è davvero bello, interessante che costituisse il primo teatro, quello estivo all’aperto, ti auguro di andare a teatro nel prossimo anno trovando l’occasione giusta.