domenica 3 aprile 2022

Le metafore della scrittura

 

Scrivo per preservare quello che è destinato a morire. Estratto dal film Animali notturni 

Una notte dello scorso week end ho visto un film su Amazon prime dal titolo Animali notturni

Riporto qualche dato del film estratto da wikipedia:

Animali notturni (Nocturnal Animals) è un film drammatico e neo-noir del 2016 scritto, diretto e co-prodotto da Tom Ford.
Basato sul romanzo del 1993 di Austin Wright Tony & Susan, il film è interpretato da Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon, Isla Fisher e Armie Hammer. Il film è stato presentato in concorso alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Gran premio della giuria.


Erano le due di notte, quindi piuttosto tardi ma, attratta dall’attore principale che è uno dei miei preferiti, Jake Gyllenhaal, ho cominciato a vedere il film convinta di interromperlo dopo i primi dieci minuti giusto per riuscire ad assopirmi un po’ invece l’ho visto fino alla fine senza riuscire a staccarmene, è un film per stomaci forti fin dalle prime scene disturbanti, ma ne voglio parlare per un altro motivo, per quello che  ci ho letto dentro e che capisce molto bene chi ha la mania come me di voler scrivere delle storie. 

La trama del film racconta di Susan Morrow, una gallerista affermata che sembra vivere un momento di insoddisfazione nella propria vita. In questo contesto riceve dall'ex-marito Edward Sheffield, che non vede né sente da circa 20 anni, un manoscritto di un romanzo appena finito, che le ha dedicato. Approfittando di un fine settimana in cui resta sola (l'attuale marito infatti è fuori città, ufficialmente per lavoro) Susan si dedica alla lettura del libro, che si intitola Animali notturni, proprio come lei veniva definita dall'ex-marito. 

Nel film la lettura dello scritto è alternata alle vicende reali della protagonista e guardando il film mi rendevo conto sempre più che la storia raccontata nel romanzo, pur trattandosi di una vicenda diversa, presentava dei parallelismi metaforici con il loro passato di coppia.

Per tutto il film mi sono chiesta se la storia di violenza della trama romanzesca fosse accaduta realmente a Edward oppure se fosse solo una tragica metafora della loro storia, infatti nel romanzo il protagonista parte per un viaggio con la moglie e la figlia e nel tragitto vengono aggrediti brutalmente da un gruppo di balordi. Il romanzo sviluppa questa trama piuttosto scioccante e si snoda fino al tragico epilogo. Ma, al di la di queste domande, percepiamo il parallelismo con la loro storia d’amore, quella storia che Susan ripercorre ricordando i momenti del loro incontro e del loro matrimonio che finisce molto male per colpa dell’egoismo cinico di Susan. Non entro in maggiori dettagli per non fare spoiler, nel caso qualcuno di voi abbia voglia di vedere il film. 

La mattina dopo continuavo a pensare al film, facendo dei parallelismi con la mia scrittura, perchè spesso ho raccontato momenti tragici nelle mie storie scritte pensando ad alcuni eventi della mia vita, per esempio verso la fine dell'anno 2001, anno in cui ci fu l'ecatombe delle torri gemelle, dovetti affrontare una grave malattia; anni dopo scrissi un romanzo dove la protagonista vedeva la propria vita sconvolta dal crollo delle torri gemelle di New York, ed era costretta a ricominciare da capo. Sviluppai quella trama pensando al crollo delle torri gemelle e alle successive conseguenze, ma divenne un modo per raccontare la mia malattia e la mia rinascita, raccontare la verità nuda e cruda sarebbe stato troppo difficile, invece raccontare un evento che aveva coinvolto tutto il mondo era una metafora, ma anche un messaggio più semplice da trasmettere.

Cos’è che ti spinge a scrivere chiede Susan a Edward e lui risponde: credo che sia un modo per tenere vive le cose, per preservare quello che è destinato a morire, sento che scrivendole dureranno per sempre.

Questa frase l’ho sentita molto mia, è uno dei motivi profondi per cui scrivo, per dare una sorta di eternità a una storia, a un pensiero, a una situazione. È per questo che questo film mi è rimasto impresso, perché esprime qualcosa che sento, anche se so che è un’illusione, il durare per sempre non esiste, ma mi piace pensarlo, scrivo una storia che magari arriverà a qualcuno che la ricorderà per un po’ anche se non per sempre.

Vi lascio con il link YouTube del trailer ufficiale del film e se volete, lasciate il vostro parere nei commenti sempre graditi 




Fonti testi: Wikipedia per la trama del film

Fonti immagini: Pixabay 

27 commenti:

Caterina ha detto...

Non passa di certo inosservato la frase “ credo che sia un modo per tenere vive le cose, per preservare quello che è destinato a morire, sento che scrivendole dureranno per sempre.”
Nel momento in cui l’ho letta ha colpito anche me. In effetti è così, tra i tanti motivi che spingono una persona a scrivere, c’è anche questo. L’uomo fa fatica da sempre ad accettare l’idea della morte per cui credo che scrivere ( così come dipingere, scolpire etc) sia soprattutto un tentativo dell’uomo di lasciare una traccia di sé per quando non ci sarà più. Credo che questo desiderio sia presente in tutti coloro che scrivono, anche in quelli che dicono che non è così, forse non ne sono consapevoli. Si sa che è un’illusione, niente dura per sempre, ma chissà, forse è proprio grazie a questa illusione che è nata l’arte.
Il film non l’ho mai visto, ma il titolo me lo appunto, ha una trama molto interessante. Buona domenica, Giulia.

Ariano Geta ha detto...

La penso come Caterina. Anch'io sono un "malato" di scrittura, e se devo cercare una spiegazione a questa mia ossessione una delle risposte che trovo è l'idea che se lascio qualcosa di scritto può tecnicamente "sopravvivermi".
Il generale tebano Epaminonda era riuscito in due grandi battaglia a Leuttra e Mantinea a sconfiggere i più potenti eserciti di Sparta e Atene. Quando stava sul letto di morte qualcuno disse con tristezza che era un peccato che morisse senza eredi (=figli) ma lui rispose che lasciava due grandi eredi: appunto, Leuttra e Mantinea.
Le nostre "gesta", o più banalmente i nostri pensieri trascritti, sono qualcosa che lascia un segno del nostro passaggio in questo mondo, e noi ce ne rendiamo conto e agiamo di conseguenza.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È un film che vale la pena vedere, è una vicenda parecchio forte che lascia il segno. Si scrive per lasciare una traccia della propria vita, succede anche con le altre forme d’arte, c’è l’illusione dell’ eternità in un qualche modo, oltre al fatto di esprimere se stessi in una specie di catarsi che la storia può dare.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È vero anche le nostre vite, con quello che facciamo di importante può servire a lasciare una traccia o un ricordo. Certo più gli atti “le gesta” sono “grandi” più saremo ricordati Epaminonda per le sue vittorie su Sparta e Atene, ma anche nel male Hitler, Mussolini (Putin?) verranno ricordati.
Per noi la scrittura può essere una forma pacifica di illusione di eternità, oltre che una forma di sfogo della nostra creatività.

Marina ha detto...

Mio figlio ha molto apprezzato il film e insiste perché io lo veda. Lui è uno fissato con gli spoiler e la visione “pura” dei film, nel senso che non vuole saperne nulla prima di averli visti lui personalmente (un po’ quello che faccio io con i libri, di cui non leggo anticipazioni, recensioni...), dunque non mi ha voluto dire nulla, nemmeno di cosa parla, figurati! Allora, con sincerità ti dico che non ho letto il post, per il timore di rovinarmi qualcosa e per non tradire gli intenti di mio figlio. Però, ci torno, promesso, quando avrò visto il film. 😉

Elena ha detto...

Sono in un periodo in cui evito i film in cui protagonista è la violenza ma devo ammettere che la trama è molto avvincente e anche il tuo modo di presentarla.
La frase che hai citato è molto bella, ma devo ammettere che non ci avevo mai pensato in relazione alla mia scrittura. Eppure riconosco che in fondo ogni forma d'arte è un modo per sopravvivere a noi stessi. Ora è lì come un tarlo nella mia fredda domenica casalinga...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Ti dirò la verità, mi ero messa a vederlo in televisione, perché mi piaceva la trama e lo spunto del romanzo. Ma dopo mezz'ora ho smesso perché non riuscivo a reggere le scene con la violenza dei balordi. Mi ricordava infatti "Funny Games" che mi aveva disturbato tantissimo. Ormai non riesco più a vedere film troppo di questo genere, sarà l'età!
La frase sulla scrittura per superare la morte è molto vera, si spera di lasciare una traccia di noi, un bel ricordo pur piccolo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Giusto! Cerca di vedere il film, io l’ho trovato molto bello e poi torna qua a dirmi cosa ne pensi 😀

Giulia Lu Mancini ha detto...

Purtroppo la violenza ce l’abbiamo tutta intorno a noi, forse è per questo che quella dei film riesco a tollerarla...
Questo film ha il vantaggio di essere intervallato da momenti bui e momenti di luce, quindi si riesce a tirare un respiro di sollievo tra una scesa e l’altra. È così ogni forma d’arte è un modo per lasciare una traccia di noi nel mondo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ti capisco benissimo Cristina, ma io ho resistito perché volevo davvero vedere come andava a finire, per fortuna alcuni particolari sono lasciati all’immaginazione.
Sarebbe bello lasciare una traccia di noi, in ogni caso è bello provarci.

Barbara Businaro ha detto...

Uh, un altro film sulla scrittura/con scrittori da inserire nel mio elenco. Me lo segno per guardarlo prima. Su Prime sono già orfana de La fantastica signora Maisel, serie comica su una comica degli anni '60 (perfetta per questo periodaccio).
Non so se scrivo per quel motivo, forse sì, o forse è semplicemente uno sfogo creativo. Tutti gli informatici che conosco hanno un'attività creativa, dal suonare la chitarra, al restauro motociclette, al giardinaggio zen. Io scrivo perché tra tutti mi viene bene. Col giardinaggio sono zero assoluto...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Forse anche per me è così, sono negata in tutti i lavori manuali, giardinaggio compreso, ho il pollice “nero”!
Non conosco La fantastica signora Maisel, è su Prime? Nel caso vado a recuperarla...

Barbara Businaro ha detto...

The Marvellous Mrs. Maisel è su Prime, 4 stagioni, circa 8-10 episodi l'una. Bellissima non solo per la comicità, ma per i vestiti!! ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Andrò a vederla!

Luz ha detto...

Te la consiglio anch'io, Giulia! Serie-capolavoro dei fantastici coniugi Palladino. :)

Luz ha detto...

Mi sono imbattuta in questo film proprio ultimamente, vedendone uno spezzone su uno dei canali streaming. Mi prefiggo di vederlo perché so che a suo tempo fu molto acclamato, e il tuo post ne conferma la validità. Mi piace moltissimo Amy Adams, per me è una delle più grandi al momento. Riguardo alla citazione dal film, molto bella. La scrittura come baluardo perché in certo senso il tempo si fermi su determinate cose... una bella definizione.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Luz, io ne sono stata catturata, fin dalle prime scene (molto particolari) solo dopo un po’ si capisce il senso, credo che in questo il registra sia molto bravo. La storia è cruda e profonda, ti resta addosso, non solo per il senso dato alla scrittura, ma per il senso generale del film.

Maria Teresa Steri ha detto...

Sembra un film interessante, magari proverò a vederlo anche se il fatto che ci sia molta violenza mi respinge un po'... Sono davvero allergica a certe scene, anche se poi molto dipende da come sono fatte.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In realtà le scene sono sopportabili, è più l’idea che disturba (c’è l’aggressione ma non si vede mai il sangue) ma il film non è solo violenza è molto di più, c’è la storia d’amore e le idee sulla scrittura. Vale la pena vederlo, poi credo sia più cruento oggi vedere il telegiornale, purtroppo...

Grazia Gironella ha detto...

E' strano pensare che le nostre opere, quali che siano, esisteranno ancora quando noi non ci saremo più. Non credo di scrivere per tenere vivo ciò che è destinato a morire. Piuttosto scrivo per scavare, per capire e per vivere più intensamente le cose. Il film non mi tenta, ho bandito violenza e negatività dai film che vedo e dai libri che leggo, e più passa il tempo, più ne sono contenta. Mio figlio mi illustra ampiamente perché questo non sia un atteggiamento equilibrato, ma non mi scalfisce neanche. Credo di applicare un concetto espresso dal Dalai Lama più o meno così: "se qualcuno deve gettare la sua immondizia, fa che non sia nella tua testa". ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

No, ognuno deve seguire quello che sente, se non sopporti i film violenti ti capisco, anch’io faccio fatica, ma dipende dai film e dalla storia.
Sul fatto che le nostre storie possano esistere oltre noi, diciamo che sarebbe bello e ci spero, ma non lo sappiamo mai davvero, non mi dispiacerebbe però :)

Maria Teresa Steri ha detto...

Ok, mi hai convinta! Ci proverò ^_^

Grazia Gironella ha detto...

Se nessuno le ritira dal mercato resteranno, no? Che poi continuino a circolare è un'altra cosa. Chissà. :)

Marco L. ha detto...

Almeno la risposta di Edward non è la solita banalità o scempiaggine che sento dire spesso, tipo "la scrittura è una terapia" (fidati... vacci da uno psicologo) o "la scrittura è sofferenza" (Susanna Tamaro, e ci credo, a leggere i suoi sopravvalutati libri e le imbarazzanti scene televisive che ci regala).

Rubando le parole a uno dei personaggi del mio ultimo libro: "Scrivere è un atto d'amore, ma non per essere ammirati. Bisogna amare, ma non amare per essere amati di rimando. Scrivere deve essere anzitutto un qualcosa per cui divertirsi."

Giulia Lu Mancini ha detto...

Scrivere è un atto d’amore, lo penso anch’io, se qualcuno ti porta a scrivere una storia è perché ti è rimasto nel cuore, con la sua storia, le sue parole, non deve essere necessariamente qualcuno vicino a te, può anche essere qualcuno che hai conosciuto per poco tempo e che ti ha lasciato una traccia.
Edward afferma un concetto in cui mi riconosco molto, ma a parte questo la scrittura a ciascuno può regalare un senso, anche il divertimento è importantissimo, è una fonte di felicità. Nei momenti difficili della mia vita divertirmi con la scrittura mi ha dato una spinta positiva alle giornate.

Tenar ha detto...

Questo è uno di quei film che è da un po' nella mia lista (ahimé, ormai i miei tempi di visione sono circa venti minuti, in pratica qualsiasi film si trasforma in una miniserie) e, da come ne parli, c'è più di un motivo di interesse.
Ti ringrazio di aver condiviso la riflessione sulla scrittura (che trovo molto vera).
Ne approfitto anche per augurarti Buona Pasqua

Giulia Lu Mancini ha detto...

Beh dai anche venti minuti alla volta vale la pena vederlo, soprattutto se ce l’hai già in lista da un po’ di tempo. Auguro una felice e serena Buona Pasqua anche a te.