sabato 4 giugno 2022

Piccole bugie salvavita

Chi lo sa che cosa è vero in un mondo di bugiardi (Marco Masini)

Tempo fa avevo iniziato a scrivere un post sulle bugie che diciamo nel quotidiano per salvarci da situazioni opprimenti o perlomeno fastidiose. Una situazione che mi capitava spesso prima della pandemia era ricevere, con insistenza, inviti indesiderati. Talvolta rispondevo:

Cosa? No, questa settimana non posso uscire, ho già un impegno, no mi dispiace!

In realtà non avevo nessun impegno, ma uscire per me richiedeva un grandissimo sforzo perché uscivo tardi dal lavoro e poi quell’invito implicava vedere della gente che non avevo voglia di vedere, non perché mi fosse antipatica, semplicemente si trattava di persone con cui avevo poco in comune. 

Lo so, perché non dire semplicemente di no? Provateci voi con l’insistenza che hanno certe persone! Ho provato, con l’esperienza, che è molto più facile mentire, questo perché la maggior parte della gente non accetta un no come risposta, insiste con tono quasi offensivo, ma se poi sei tu a chiedere qualcosa il "no" arriva. E allora mi sono detta, ma perché devo fare i salti mortali per dire sì a cose che non desidero, per accontentare amici, parenti e colleghi? Perché fare una fatica sovrumana per far accettare il mio "no" a tutti coloro che chiedono sempre (e troppo spesso senza fare altrettanto)?

Il tempo è la cosa più preziosa che ho, se lo passi facendo delle cose che non ami fare non ti verrà restituito e quindi lo avrai sprecato.

Ho anche pensato di essere un po’ asociale, non amo la gente? Ho la puzza sotto il naso? Ma perché non ammettere semplicemente di non aver voglia di fare una cosa e basta? 

Prima della pandemia c’erano alcune cose che mi causavano estremo imbarazzo:

Aperitivi e cene con i colleghi: faccio una premessa c’è un gruppo di colleghi con i quali avevo legato moltissimo e con cui, nonostante ora lavoriamo in uffici diversi e lontani, ci ritroviamo sempre con piacere, quando c’è la possibilità di organizzare una cena insieme è sempre bello. Quando si tratta di uscire con loro lo faccio volentieri e supero la stanchezza, con altri colleghi non è così, ma proprio per questo non sento l’esigenza di vederli fuori dal lavoro, passo del tempo con loro sul lavoro, ed è più che sufficiente. 

Inviti fuori da parte di chi non lavora: lo so, può sembrare strano, ma esiste gente che non lavora per vivere, nel senso che non ha bisogno di lavorare, vive di rendita o si fa mantenere da qualcuno, che dire beati loro.  Mi capitava spesso l’invito a cena da  parte di un’amica che vive di rendita, beata lei, è ricca di famiglia, così organizzava cene a casa sua durante la settimana, spesso il martedì oppure il giovedì, cene che cominciavano alle otto-otto e trenta e finivano dopo mezzanotte. Capitava una o due volte al mese, a seconda dei periodi. Sembrava una maledizione, ma ogni volta che c'era una sua cena, mi capitava qualche imprevisto sul lavoro e facevo più tardi del solito, quindi arrivavo a casa alle sette di sera distrutta e alle otto dovevo essere a casa sua, ovviamente senza nessuna voglia di uscire. Ogni volta insisteva che andassi alla sua cena, ma io ovviamente non vivo di rendita e mi sveglio alle sei del mattino tutti i giorni. Comunque visto che mi ero impegnata ci andavo lo stesso, erano cene in piedi sempre con un sacco di gente, confesso che i primi tempi in cui la conoscevo (dieci anni fa) si era creato un piccolo gruppo di amiche con cui era piacevole ritrovarsi, dopo però gli invitati alla festa sono diventati una sorta di variabile casuale e, insomma, finivo con l'annoiarmi profondamente, così aspettavo trepidante il momento giusto per andarmene, possibilmente non troppo tardi. Benedico la pandemia che mi ha tolto da questa incombenza.

Poi ci sono gli amici, sì è vero quelli te li scegli, ma dopo anni che li conosci vuoi mettere in crisi un’amicizia con un “no” che non vogliono sentirsi dire? Può succedere di avere a che fare con amici insistenti, a volte mi sono salvata con una bugia e, lo confesso, con la pseudo fine della pandemia mi sono salvata da qualche riunione in presenza con una bugia sulla mia salute ehm ho un po' di tosse, non credo di avere il covid, ma forse è meglio fare la riunione on line cosa dite? 

Stavo per cancellare la bozza di questo post quando, qualche giorno fa, ho letto su Donna Moderna, un articolo sulle bugie intitolato Effetto Pinocchio di Rossana Campisi, che parlava di un libro intitolato Filosofia della menzogna di Lars Svendsen, a quanto pare tutti mentiamo, spesso sono peccati veniali perché lo facciamo a fin di bene, ma esiste davvero la bugia a fin di bene? La verità é che tutti raccontiamo bugie (meno male mi sento già meglio)) ma ci sono bugie nere e bugie bianche, le prime sono quelle dette per egoismo, per esempio per nascondere il tradimento nella coppia oppure per truffare la gente, infatti ci sono vari gradi di “oscurità” nelle bugie. 

Le bugie bianche, invece, sono quelle dette per evitare sofferenze inutili. Se non diciamo a un’amica che un vestito le sta male lo facciamo per non ferirla, oppure possiamo dire le cose con un certo tatto, a volte si può omettere semplicemente di esprimere un giudizio, a meno che non ci venga chiesto esplicitamente. In certi casi essere sinceri vuol dire essere disturbanti, pensiamoci prima di parlare.

Secondo Lars Svenden esistono i bugiardi patologici ma anche i veritieri patologici che si accaniscono a parlare anche quando non sono chiamati a farlo. Se si racconta la verità per scaricarsi la coscienza è un atto egoistico, per esempio quando una storia finisce e si raccontano tutti i tradimenti, a chi giova? Se si racconta una verità del passato per togliersi un peso questa verità può solo creare nuovo dolore. Ci sono invece casi in cui è opportuno conoscere la verità anche passate per evitare un nuovo danno.

Mentire è umano e non dobbiamo colpevolizzarci se lo facciamo in certi casi, ma è importante puntare alla sincerità, ma soprattutto credo sia fondamentale non mentire mai a se stessi. 

Come affermava Shakespeare, secondo una citazione di Lars Svenden, gli esseri umani mentono mentre cercano la verità. 

E voi cosa ne pensate?  


Fonti immagini: Pixabay 

Fonti testi: donna moderna n. 19/2022


24 commenti:

Pia ha detto...

Un post molto interessante Giulia.
Devo essere sincera, non amo le bugie. Non riesco a dirle e se accade mi sgamano subito. Come non sopporto chi le dice, anche perché me ne accorgo subito e ne soffro.
Se si dicono bugie, anche a fin di bene, non è giusto. Anche perché l'altro/a potrebbe accorgersene e rimanerci molto male. Per di più non te lo dice ma per loro resti come una che dice bugie e non è bello.
Meglio essere sempre sinceri, anche se può ferire.
Questo penso. ☺
Un forte abbraccio, ciao e grazie.

Caterina ha detto...

Tutti diciamo qualche piccola bugia per evitare situazioni spiacevoli. A me fa riflettere più che altro il fatto che veniamo educati a dire quelle bugie dettate dal buon senso, come quelle che hai citato. Bugie che si dicono per garbo, per educazione perché l’altro potrebbe offendersi, spesso su cose veramente banali di cui non ci si dovrebbe offendere. Il fatto è che veniamo educati alla bugia e non alla verità. Credo che bisogna perseguire la verità, anche se possono esserci occasioni in cui anche la verità è distruttiva. Intanto le bugie sono sempre una prigione, non ci fanno vivere in piena libertà. Bisognerebbe migliorare il sistema educativo in tal senso, alla fine che senso ha la bugia detta per garbo, a cosa serve quando poi finiamo per capire che quello è un no implicito e finiamo per soffrirci lo stesso? Si dovrebbero superare questi concetti ma siamo lontani anni luce dal farlo, purtroppo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Pia, benvenuta nel mio blog, sono d'accordo con te in linea generale, ma la sincerità implica anche il rispetto dell'altro con l'accettazione di una risposta negativa. Per esempio una mia amica quando mi dice che ho la faccia stanca e me lo ripete tutta la sera, quando sa benissimo che sto vivendo un periodo di superlavoro, mi fa pentire di essere uscita con lei. Se sono stanca e, nonostante tutto, decido di uscire per passare del tempo insieme, ho bisogno di distrarmi e alleggerirmi e non pensare tutta la sera al fatto che ho un aspetto stanco, a quel punto la sincerità diventa una mancanza di rispetto. Inoltre se dico no, accetta il mio no, non insistere fino allo sfinimento, per farmi dire un "sì" di malavoglia.
Un abbraccio anche a te e buona giornata

Giulia Lu Mancini ha detto...

Le relazioni con le persone sono sempre piuttosto complicate, modularle è estremamente faticoso. Perseguire la verità è importante ma con certe persone è meglio essere prudenti, una volta ho detto a una collega che mi sarebbe piaciuto cambiare ufficio, era più una considerazione che una reale esigenza, lei qualche tempo dopo l'ha riferita al mio capo perché c'era un nuovo ufficio da attivare (in cui nessuno aveva voglia di andare perché c'era da organizzare un'attività nuova con la fatica del caso). Ecco ora io non dico più quello che penso con chicchessia, resto molto riservata perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Penso sempre: quello che dirai potrà essere usato contro di te...

Pia ha detto...

Perdonami Giulia se mi permetto. Ma la tua amica potrebbe omettere ed a quel punto non sarebbe una bugia. Per il tuo "no", fai bene se non ti va, magari senza aggiungere nulla. Certo se si insiste è scorretto e magari, anche non volendo, accampi una scusa in bugia. Ma sempre meglio cercare un modo per non dirla. Ovviamente è un solo un mio parere e non è un giudizio, questo sia ben chiaro. Di nuovo ciao e buon Sabato.

Ariano Geta ha detto...

Qualche bugia è patologica, direi addirittura necessaria per ben vivere. Io ammetto di ricorrervi ogni tanto, così come pure alle omissioni. Ci sono errori che si fanno senza cattiveria, se qualcuno che conosco né fa, io faccio finta di non avere visto nulla.
Comunque è un settore dove il proverbiale "giusto equilibrio" è davvero difficile da trovare.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È difficile mantenere il giusto equilibrio nelle relazioni con gli altri, diciamo che si fa quel che si può, ogni tanto omettere o far finta di non vedere o ascoltare può servire a...sopravvivere, io infatti in questi casi non mi sento di biasimare nessuno.

Filippo ha detto...

Preferisco dire la verità quando posso, tipo: “Non ho voglia”, “Voglio andare a letto”, ma se si tratta di esplicitare antipatia verso qualcuno allora evito e ricorro a bugie che ritengo bianche. Ci sono persone i cui inviti a volte mi dispiace declinare, ma davvero ho voglia di fare altro e mi invento un’altra occupazione, che loro naturalmente approverebbero.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Filippo, benvenuto nel mio blog. È sempre preferibile dire la verità, di solito con le persone ragionevoli funziona, in altri casi comincia un tira e molla tipo "non ne hai voglia, come mai? Ma guarda che ti fa bene distrarti, ecc" in quei casi la bugia bianca può essere più efficace e troncare qualsiasi obiezione...

Luz ha detto...

Eh sì, le bugie sono il nostro pane e l'importante è mantenersi su quelle "bianche". Mentire è necessario, fa parte del nostro vissuto. Io mi colloco in una posizione però equidistante. Preferisco sempre la verità, anche se scomodissima. Anche nei gruppi chat di docenti, devo impormi di non scrivere quando nasce una questione discussa, perché tendo a dispormi anche in direzione opposta, ma quanto farebbe più comodo tacere o mentire. Scegliere la verità è difficile, io cerco sempre di non concedere troppo alla bugia. Certo, nei casi che racconti la situazione è diversa, si trattava di liberarsi di situazioni moleste.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Per fortuna non ho a che fare con le chat docenti, credo che i gruppi WhatsApp siano un po' l'inferno sulla terra, comunque ho a che fare con le chat dei colleghi, purtroppo arriva sempre il collega che ti chiede se ti può inserire nel gruppo, se dici di no fai la parte della scorbutica, però metto le mani avanti, dico che quasi mai rispondo e così faccio. Poi ci sono i gruppi WhatsApp di amici, anche lì scelgo di non rispondere se la discussione si fa accesa che poi, diciamocelo, queste sterili discussioni fanno perdere troppo tempo e io questo tempo non ce l'ho e, se anche l'avessi, vorrei usarlo meglio...

Marco L. ha detto...

C'è il mentitore patologico e c'è chi utilizza la bugia per non dare dispiacere agli altri o semplificarsi la vita. Se fossimo davvero tutti sinceri, probabilmente la società crollerebbe, in particolare nelle consuetudini sociali. In realtà ritengo che quelle del secondo tipo siano un meccanismo di sopravvivenza sociale. A volte si adotta un'ulteriore strategia, che è quella del tacere.
Non ricordo in che romanzo (probabilmente di fantascienza) l'abbia letto ma si faceva la considerazione che l'atto del mentire sia profondamente umano, una delle tante contraddizioni che ci appartengono, in quanto rappresenta un controsenso: il linguaggio è scambio di informazioni, pertanto è privo di senso scambiarsi informazioni false. Incomprensibile a chi non è umano.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Hai detto una cosa giusta, se fossimo tutti sinceri, sotto l'aspetto delle consuetudini sociali, la società crollerebbe. È qualcosa a cui non si pensa, ma credo sia profondamente vero. Gli esseri umani sono complessi e spesso non vogliono sentirsi dire la verità, magari cercano solo conforto, in certi casi.

Marco L. ha detto...

Dipende dai contesti. La ricerca della verità e di una spiegazione dietro ai fenomeni è un'altra delle cose che caratterizza la specie umana. Ma molto spesso si preferisce accettare delle verità di comodo, perché più rassicuranti o perché più facili da accettare o da comprendere.

Maria Teresa Steri ha detto...

Ci sono bugie necessarie, indubbiamente. Essere sempre sinceri non è possibile, ci sono circostanze che proprio non te lo permettono. E' forse una conseguenza della nostra società, ma è anche vero che ci sono persone con cui ci si può permettere di essere sempre sinceri e altre no perché alla verità si offendono.
Conosco una persona che mente a prescindere, credo sia più forte di lui. Si inventa delle storie che lui stesso poi dimentica e il motivo non l'ho mai capito. Ecco, questa è una cosa inaccettabile. Invece le situazioni che hai raccontato rendono inevitabile inventare scuse e simili. Bugie sociali, chiamiamole così. La cosa peggiore è forse il fatto che gli amici dovrebbero capire sempre le nostre esigenze e non costringerci a inventare balle.

Sandra ha detto...

Abbiamo visto tutti, all'incirca, come andrebbe a finire se dicessimo sempre la verità, nel film Perfetti sconosciuti, un po' estremo, certo, ma aderisce perfettamente alla società. Per quanto, sugli inviti in particolare, la gente non dovrebbe insistere e capire un semplice "no, grazie".

Giulia Lu Mancini ha detto...

Quel film è davvero emblematico, dimostra che la verità può creare gravi danni anche in rapporti consolidati e apparentemente idilliaci. Il "no grazie" dovrebbe essere accettato serenamente ma per molti sembra troppo difficile, forse si meritano la bugia "bianca"

Giulia Lu Mancini ha detto...

Per fortuna esistono anche persone con le quali è possibile essere sinceri, sono i veri amici, il compagno o marito o anche certi parenti speciali. Ci sono però anche i bugiardi patologici, c'era una mia amica di infanzia che mentiva su tutto, era una ragazzina insicura che mentiva anche su cose che sarebbero state scoperte subito, una volta in classe disse che abitava in una villa di 20 stanze, anche se sapevamo che abitava in una casa piccola, non c'era nulla di male ma lei lo viveva come un problema. Il fatto è che dopo qualunque cosa dicesse non sapevamo più se era verità o bugia...

Barbara Businaro ha detto...

"Ci sono cose che io non posso dire a te, almeno non
ancora. E non insisterò affinché tu mi riveli i tuoi segreti. Però
ti chiedo questo: quando mi dici qualcosa, fa’ che sia la verità.
E io ti prometto di fare lo stesso. Tra noi per ora non c’è nulla,
tranne... il rispetto, forse. E penso che nel rispetto possa esserci
spazio per i segreti, ma non per le bugie."
Jamie Fraser, l'highlander di Diana Gabaldon, in una delle più conosciute citazioni (specie perché arriva dal dialogo della prima notte di nozze... ;) )
Una di quelle frasi a cui la mia mente ritorna spesso: spazio per i segreti, ma non per le bugie. Cioè meglio non dire, invece di dire il falso.
Che può andare bene in un rapporto di coppia, ma non si sopravvive nel mondo del lavoro, in famiglia e nella società se non si utilizzano una dose minima di "bugie salvavita". Non puoi andare dal capo e dirgli cosa pensi esattamente di lui, non puoi spiegare in famiglia quanto male ti senti in loro compagnia da preferire degli estranei, non puoi dire all'amica che se vuole dimagrire sul serio deve smetterla di inventarsi scuse. Sono bugie per il quieto vivere. Le bugie più terribili, quelle che non lasciano scampo, sono le bugie che diciamo a noi stessi. E sono anche difficili da stanare.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È così, le bugie peggiori sono quelle che diciamo a noi stessi, per questo almeno a me stessa non mento mai, almeno ci provo, ho imparato a farlo con l'esperienza, ma è stata dura arrivarci. In una coppia innamorata è giusto non mentirsi ma qualche segreto può restare, è sempre bello mantenere un certo mistero.

Elena ha detto...

Ciao Giulia, il tema è delicato. D'istinto direi che occorre dire sempre la verità ma sarebbe velleitario, per molte ragioni. Dico piccole bugie quando di fronte ho qualcuno cui voglio bene che non può accettare una piccola verità. Chi non ha la mia stima non riceve nulla, nemmeno le bugie, perché per crearle ad arte occorre energia. Perché sprecarla per persone sbagliate? La verità invece va detta sempre a noi stesse
Eppure siamo il terreno più ostico per i nostri esercizi di etica! Per chiudere, penso che sia utile tenere aperta la finestra del dubbio. Ogni bugia ha il suo perdono. Grazie per questi pensieri così profondi Giulia

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mi ritrovo molto in quello che affermi cara Elena, le piccole bugie bianche richiedono energia per questo è giusto riservarle a chi amiamo (se con questo possiamo aiutarle) per gli altri la verità è opportuna più che mai (almeno quando me lo posso permettere, perché essere sinceri richiede anche una certa dose di indipendenza, non dico al mio capo che è un cretino finché mi tocca lavorare con lui, per esempio). Come canta Vasco è tutto un equilibrio sopra la follia...un abbraccio

Grazia Gironella ha detto...

Sono molto sincera di carattere, e mentire per me è sempre stato un problema. Un problema, sì, perché fai molti più danni dicendo sempre ciò che pensi come lo pensi. E' un valore comunque, la sincerità? Certo, ma moderata dalla saggezza. Evitare contrasti inutili ed emozioni negative per tutti ha la sua bella importanza. Età docet. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Infatti dire sempre la verità può creare problemi, io l'ho sempre imparato a mie spese, gli altri non sono sempre disinteressati, guarda il caso citato nel post della mia collega. Anch'io tenderei a essere sincera in linea generale, ma poi mi ritrovo a dire la verità e a pentirmene subito dopo... qualche volta evito di parlare e faccio prima. La sincerità moderata dalla saggezza, mi piace come concetto.