sabato 16 ottobre 2021

Il buio all’improvviso

Amo la luce perché mi mostra la via. Ma amo anche il buio perché mi mostra le stelle.
(Og Mandino)

 

Lo scorso lunedì 4 ottobre, poco prima delle 18.00, all’improvviso ci siamo ritrovati senza Facebook WhatsApp e Instagram perché i server di Facebook sono collassati. Io me ne sono accorta verso le 19,30 quando ho tentato di collegarmi a Facebook e ho visto che non ci riuscivo. Ho pensato a un problema con il mio gestore telefonico, anche se andava google, non mi sono preoccupata troppo. Poi dovevo mandare un messaggio whatsapp a una mia amica, perché dovevamo vederci per una pizza in settimana e lì mi sono accorta che non andava neanche whatsapp, a quel punto ho digitato una domanda su google e ho scoperto che c’era il collasso dei server di Zuckemberg!

Poco male, però ho pensato che non potevo controllare la mia pagina Facebook, proprio quella mattina avevo attivato una promozione per uno dei miei eBook in offerta e non avevo modo di vedere come stava andando... Per me una piccola cosa, ma moltissime aziende non hanno avuto accesso, perdendone completamente il controllo, ai loro account aziendali e relative campagne pubblicitarie.

Questo evento, quindi, mi ha fatto riflettere su come siamo legati a un sistema del tutto esterno che non possiamo controllare in alcun modo.

Il blackout dell’intero ecosistema Facebook ci porta necessariamente a qualche riflessione. Ma in fondo dei social si può fare a meno, almeno per un po’, vero?

Per mandare il messaggio alla mia amica ho usato il vecchio sistema degli SMS che, udite udite, funziona ancora, evviva! E, cosa fantastica, non permette i messaggi vocali, di cui la mia amica fa un vero abuso con grande irritazione della sottoscritta.


Possiamo vivere senza i social, ma non possiamo vivere senza energia elettrica: sicuramente non possiamo lavorare, ormai lavoriamo tutti con un computer e con la rete internet, senza energia elettrica sono davvero poche le cose che si possono fare, mangiare (se non devi cucinare con la piastra elettrica), dormire, rilassarsi e aspettare...

 

È di sabato 9 ottobre la notizia che in Libano c’è stato un blackout totale perché le centrali elettriche del paese sono rimaste senza carburante. Questo evento sembra il preludio di quello che potrebbe accadere anche in altre parti del mondo, restare al buio per mancanza di energia.

Stranamente, proprio quella settimana, stavo leggendo un libro, Il maestro delle ombre di Donato Carrisi, ambientato a Roma, che racconta di un blackout che getta la città nel caos, la storia è abbastanza angosciante, proprio perché non si tratta di eventi improbabili, pensate che sono andata a controllare se avevo in casa una torcia elettrica alternativa a quella del telefonino e anche qualche candela...

Per me che scrivo gialli (o ci provo) c'è tanta materia in questa ipotesi di disastri imminenti, ma al di là di questo, la paura del buio è una paura ancestrale remota e sempre attuale. Restare al buio, senza energia elettrica e senza rete internet è un’idea che fa paura perché dobbiamo rinunciare alle nostre abitudini e alle nostre certezze. 

Certo potrebbe essere anche un’occasione di pace, restiamo sconnessi per un po’ e ci godiamo il tempo sconnesso e il meraviglioso silenzio che ne deriva. E il buio? Beh, accendiamo qualche candela e proviamo a rilassarci. 

Ricordo una canzone di Guccini intitolata proprio “blackout” che inneggiava a questo evento come un fatto liberatorio, un vero momento di libertà dall’oppressione della nostra civiltà.

Insomma, forse è meglio pensare al blackout come Francesco Guccini, pensare che è una canzone scritta quando ancora non c’erano i social, chissà cosa avrebbe cantato oggi! 

Vi lascio con il link di YouTube, per ascoltarla, è una canzone molto allegra, con un pizzico di saggezza gucciniana.






E voi cosa ne pensate? Che tipo di blackout temete di più?



Fonti immagini: Pexel

 

22 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Io, dopo aver letto "Elogio della penombra" di Junichiro Tanizaki, ho imparato a apprezzare l'atmosfera che crea la penombra, quindi in parte mi sono già preparato ;-)
Però, parlando meno poeticamente, ammetto che una restrizione nell'uso della corrente elettrica mi creerebbe disagio poiché, per dire, tutti i contenuti che posto sul blog e su instagram li creo al pc, e per tenerlo acceso mi serve una fonte di corrente elettrica. Attenzione: non ne faccio un problema di "visibilità social", è proprio che per me è un passatempo, mi rilasso a creare immagini col software per i manga, o semplicemente a navigare tra i blog altrui. Rinunciare a questo passatempo serale mi toglierebbe qualcosa, lo devo ammettere.
D'altra parte, io sono convinto che l'improvvisa svolta "green" da qui al 2050 decisa dalle grandi nazioni del G20, non sia stata adottata per favorire le nuove generazioni a salvarle dal rischio inquinamento, ma solo perché hanno prosaicamente fatto due conti e verificato che da qui al 2050 gli idrocarburi saranno sempre più rari e costosi, dunque occorre creare nuove fonti di energia altrimenti il "rischio Libano" è dietro l'angolo persino per i paesi più ricchi.
Mi auguro che non sia il preludio a forniture elettriche "categorizzate" in cui chi ha molti soldi può comprare un "pacchetto" di kilowatt elevatissimo e fare quel che gli apre mentre chi non è benestante dovrà accontentarsi di avere pochi watt per le funzioni essenziali e sarà costretto a andare a letto alle nove di sera perché non ha la corrente neppure per guardare un po' di tv.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In effetti anch’io ho pensato con terrore che, in mancanza di energia elettrica, non avrei potuto usare tablet, computer e telefono, non tanto per i social, ma per la lettura degli eBook e i post sui blog e, comunque, tutti i miei passatempi a cui piace dedicarmi la sera. Il fatto é che, quando tutte le abitudini quotidiane sono legate all’energia, diventa impossibile farne a meno. Per la svolta green dei governi la penso come te, le risorse stanno diminuendo e con la scusa di combattere l’inquinamento (così fanno pure bella figura) hanno varato l’accordo per investire in fonti alternative. Speriamo davvero di non trovarci con l’energia contingentata, anche se, in tal modo, perderebbero una fetta di consumatori (che anche se piccoli fanno guadagnare) é sempre il profitto la fonte di ogni spinta...(spesso nel male, ma anche un po’ nel bene, spero...)

Luz ha detto...

Quel tipo di black out, legato solo ai social più diffusi, ha fatto uno strano effetto, ma mi sono sentita libera. Per dirne una, libera dal vincolo di dover andare a commentare su alcuni profili su instagram coi quali faccio mutuo aiuto, per dare impulso all'algoritmo e rendere più visibili i post. Un vizietto che comunque porta via del tempo, perché sei vincolato a ricambiare il favore che tutti fanno a te. Ecco, per tutte quelle ore non c'era il vincolo e rimandare all'indomani è stato una cosa meravigliosa. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Non nego di essermi sentita più libera anch’io per un po’, ma sono convinta che, se fosse durato di più avrei sentito la mancanza, in particolare di whatsapp con cui mando messaggi agli amici fuori social, anche se poi ci sono sempre gli sms.

Caterina ha detto...

Il blackout dei social non mi ha per niente impressionato. Anzi, è stato bello tornare alla vita di prima. Peccato che è stato solo per qualche ora. Anche io come te dovevo inviare un messaggio alla mia amica e ho usato il caro e vecchio sms. La gente si sta attaccando a un mondo che non esiste, trova la felicità in un mi piace e non si rende conto che non ha niente tra le mani, non ha niente di concreto. Il virtuale è astratto, è essenzialmente vuoto e non ho capito perché tanti si riempiono di questo vuoto, riempendosi alla fine di un bel niente. Certo con l’energia elettrica è più complicato, frigoriferi, lavatrici, asciugacapelli. In un mondo complicato come il nostro sarebbe impossibile viverci senza, però se manca la corrente per qualche ora, è inutile andare nel panico. Facciamoci riscaldare dalla luce di una candela e godiamoci il silenzio.

Grazia Gironella ha detto...

Del blackout di Zuckerberg non mi sono nemmeno accorta, ma mi capita spesso di pensare "e se perdessimo...?". Non mi sembrano ipotesi così impossibili. La vita può cambiare di colpo, e la capacità di adattarsi può fare la differenza tra il farcela e il soccombere. Per come siamo messi, sarebbe un bel disastro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In realtà l’assenza di Facebook può essere accolta con sollievo da molti, tuttavia a lungo termine può creare problemi alle aziende che hanno impostato la loro promozione su Facebook (sono la maggior parte ormai), tuttavia si potrebbe tornare a vivere con il vecchio sistema e forse sarebbe anche un vantaggio, in un attimo spazzeremmo via anche tutti gli haters che impestano la rete. Per l’energia elettrica siamo già sulla strada del Libano, bisogna investire in fonti alternative e, giacché ci siamo, ecologiche, anche perché possiamo gestire un blackout di poche ore, ma uno molto lungo ci metterebbe sicuramente in crisi. Però la luce delle candele è bellissima.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Da noi la sconnessione è arrivata verso sera, quindi molti non se ne sono accorti, se non si passa tutto il tempo attaccati ai like la cosa passa inosservata...certo che se perdessimo certe “funzioni” tecnologiche faremmo fatica ad adattarci

Nicole ha detto...

Quando è successo avevo appena finito di leggere "Il Silenzio" di DeLillo e devo dire che è stata una macabra coincidenza dato che nel libro si parla appunto di un futuro post pandemia in cui da un momento all'altro l'elettricità smette di funzionare e di conseguenza non esistono più social o tv e banalmente, la luce in casa.
Eventi, sia questo che il blackout in Libano, che fanno molto riflettere!

Marina ha detto...

Incredibile, ma io nemmeno mi ero accorta del blocco di Facebook, forse anche perché è un periodo che ho preso le distanze da un po’ di cose e la navigazione sui social non mi rilassa più come un tempo. Comunque, capisco che possa comportare dei disagi di non poco conto, soprattutto se con i social ci lavori o se hai degli interessi specifici (per dire, in famiglia ne hanno risentito marito e figli), ma un blackout energetico sarebbe terribile: ecco, in questo caso, senza luce mi sentirei persa!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sì, sono eventi che fanno riflettere, un blackout prolungato può gettare il mondo nel caos, infatti mi ha fatto impressione perché stavo leggendo il romanzo di Carrisi proprio in quel momento. Mi sembra interessante anche quello di DeLillo, prendo nota.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Pensa Marina che io me ne sono accorta perché alle 19:45 mi collego su Facebook con Morena (che tu conosci) perché giochiamo insieme a indovinare la parola dell’eredità televisiva. Un giochetto cominciato per caso...ovviamente quella sera non abbiamo giocato! Il blackout energetico sarebbe molto più grave, speriamo di non arrivarci.

Elena ha detto...

Mi sono accorta del blackout dopo un pò e, sono sincera, non me ne importava nulla. In questo ultimo periodo sono piuttosto distaccata dai social, posto meno e, almeno mi pare, con scarsa originalità. Forse mi serve uno stop... Altra cosa è quando salta la linea internet. Mi accorgo che lo uso di continuo e non solo per il blog. Ho la casa piena di candele e pile. Ma io al buio tutto sommato non sto malissimo. Una volta ne ero terrorizzata. Ma un qualche caso crescendo si cambia... Allora scriverai un nuovo giallo per l'occasione?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Non credo di poter scrivere un giallo ispirandomi al buio, era un’idea così, ma ho un’altra trama in mente. Riguardo ai social mi rendo conto di usarli pochissimo, posto soltanto gli articoli del blog, molto più raramente momenti della mia vita, insomma sono piuttosto distaccata dai social anch’io, però ogni tanto attivo le promozioni Facebook per gli eBook se sono in offerta.

Elena ha detto...

So che c'è grande discussione sulla loro utilità (intendi le promozioni) . A te pare vadano meglio che ad altri... Avrai un segreto?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Non credo di avere un segreto, vendo un po' di più tutte le volte che faccio le offerte di un ebook a 0,99 (che è proprio un prezzo stracciato), così chi ha letto qualche ebook della serie viene invogliato. Siccome ogni mese Streetlib propone di aderire alle promozioni, se posso (non si può tutti i mesi per lo stesso titolo) in genere aderisco.

Tenar ha detto...

Beh, il blackout mi terrorizza abbastanza. Mi bastano già quelli domestici. A casa mia la luce salta spesso e volentieri e non si sa mai se basterà alzare il salvavita o bisognerà correre in cantina con la torcia per cercare di far ripartire tutto. Nel mentre la figlia va in panico, i gatti iniziano ad aggirarsi inquieti, si spegne la lavatrice e poi non c'è verso di farla ripartire, salta internet e chissà se poi ripartirà... Mio marito, poi, dipende dall'elettricità per le pile degli apparecchi acustici. Per lui niente energia vuol dire interrompere la propria vita ed è un'esperienza che proprio non vuole fare. Io, millenni fa, ho vissuto una settimana senza elettricità. Era una settimana di vacanza, in un parco marino a La Maddalena, quindi ne ho un ottimo ricordo, anche se la doccia fredda di sera mi pesava parecchio. Potrei vivere, quindi, almeno per un po', senza elettricità. Ma preferisco di no

Giulia Lu Mancini ha detto...

Carissima, ti capisco benissimo, il blackout elettrico terrorizza anche me, ricordo che in Puglia a ogni temporale saltava la luce con conseguenti problemi, non era affatto piacevole anche se ci adattavamo con torcie e candele. Mi è rimasta la paura del buio da allora, se manca la luce mi viene sempre un po’ di angoscia. Per questo la notizia del Libano mi ha colpito moltissimo.

Barbara Businaro ha detto...

Del facebookdown del 4 ottobre purtroppo me ne sono accorta subito. Stavo lavorando, e per alcune conversazioni uso Messenger, senza contare che avevo postato sul blog e, dato che gli utenti arrivano a leggere soprattutto dai social e in quel particolare post c'erano anche referenze estere, per me è stato un danno. Perché poi l'attenzione è stata distolta per giorni e il mio obiettivo principale vanificato.
Per altri, che con i social ci campano sul serio, dagli uffici marketing ai social media manager a partita iva, è stato un danno economico non indifferente.
Il danno maggiore comunque l'ha avuto il gruppo Facebook (perché erano ferme tutte le piattaforme della società, visto che condividono i server): c'è una stima di Fortune che contabilizza 100 milioni di dollari in 6 ore di inattività.
Il bello è che all'inizio pensavo ad un problema del mio router fibra e stavo già per chiamare l'assistenza, quando poi ho visto Google funzionare, la cosa non tornava. Allora vado su Twitter (lo danno sempre per morto, eppure...) e lì ho trovato trending topic #facebookdown #instagramdown e #whatsappdown. Con un vera e propria festa in corso. Dalle battute alle immagini più divertenti. Ho passato due ore quasi alle lacrime a leggere. E intanto era lì che veicolavano le notizie sull'accaduto: qualcuno (credo già licenziato) ha modificato le tabelle di routing, cioè quegli elenchi che associano i nomi dei domini (facebook.com per capirci) con gli indirizzi ip reali (quella roba tipo 123.123.123.123). Sto semplificando. Quelle tabelle poi vengono copiate in automatico su tutti i server web. Se la tabella è errata, il sito è su, ma nessuno dalla rete internet riesce ad accedervi.
E dato che pure le porte degli edifici si aprono con i badge dei dipendenti Facebook verificato da un servizio in internet sul dominio Facebook... non riuscivano a entrare in ufficio a sistemare! Si vocifera che siano andati direttamente i sistemisti nella server farm, con accesso manuale. Sembra una barzelletta, ma è vero ed è indicativo di quanto la rete abbia impatto anche sulla vita aziendale.
Il dirottamento da Facebook, Instagram e Whatsapp verso Twitter e Telegram è stato talmente fulmineo, che in un'ora anche questi due hanno avuto qualche rallentamento, ma poi, come diciamo noi, hanno acceso un paio di macchine in più, dando gas, visto che stavano comunque incassando di pubblicità e nuovi utenti.
Il che porta soprattutto a un'altra considerazione: il monopolio di fatto di Zuckemberg è pericoloso. Tre sistemi così importanti (di fatto lo sono, inutile nasconderci) in mano ad un'unica azienda, con troppe risorse in comune, un minimo errore blocca tutto.

In quanto all'energia, se sfruttassimo di più le rinnovabili e lo stoccaggio, non avremmo problemi di carburanti fossili o di scorie radioattive. Da me il blackout ha causato due allagamenti durante nubifragi: si bloccano le pompe di sollevamento e l'acqua si ferma. Un condominio vicino ha delle batterie di backup, ma l'ultima volta non sono bastate in termini orari. Ma se non piove, non ho problemi a rimanere al buio e senza computer. La mia casa è piena di tealight ovunque, candele vecchie e nuove (a volte provo a riciclare i fondi, creandone una nuova in vasetto), abbiamo torce e luci di emergenza, e batterie di scorta.
Ma mi basta una candelina per leggere. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che per moltissime aziende legate alle campagne di Facebook sia stato un grave danno, per la prima volta ci siamo resi conto che questo monopolio di Zuckemberg è pericoloso (i Monopoli lo sono sempre come lo è il potere nelle mani di uno solo). Che addirittura i badge per l’accesso fossero legati a Facebook dimostra la miopia di un sistema (bisogna avere la possibilità di entrare in un edificio anche con il vecchio sistema manuale, lo dico per esperienza sul mio lavoro che non sto a raccontare qui, ma ho sempre preteso di avere le chiavi fisiche dello stabile in cui lavoro, anche se entriamo tutti con il badge).
Non avevo capito che l’allargamento della tua zona era dipeso da un blackout. Restare al buio può anche essere una piacevole sosta se non ci sono altri problemi. Nel post di oggi racconto dei tempi passati in cui ci scaldavamo attorno a un braciere, non restavamo mai al buio anche se mancavano tante cose....

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Sto recuperando i tuoi ultimi post, che mi ero persa. :) Allora, per quanto riguarda il blackout del pacchetto Zuckerberg, me ne sono accorta circa un'ora dopo perché non funzionava whatsApp, mi pare. Comunque ero contentissima, egoisticamente parlando, e ho pensato che sarebbe bello se sprofondassero tutti nel nulla. Però in effetti molte persone e aziende ne hanno bisogno per lavorare, e quindi...
In effetti il blackout è preoccupante specialmente se dura molte ore, a noi capita ogni tanto e riguarda l'intero quartiere, specialmente quanto d'estate tutti fanno andare condizionatori e ventilatori a più non posso. Passato il primo momento di romanticismo neomedievale con la torcia elettrica o la candela accesa, ci si preoccupa eccome. Sarebbe impossibile fare a meno dell'energia elettrica oggigiorno, ne siamo del tutto dipendenti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Che brava a recuperare tutti i post!
eh sì penso che senza energia elettrica oggi riusciamo davvero a fare poco, paradossalmente temo i black out soprattutto in estate quando c'è il caldo torrido e sono costretta a lavorare...L'idea di patire il caldo mi fa impazzire, non è una bella cosa con il riscaldamento globale del pianeta che avanza..
Per lo stacco dai social a volte può essere terapeutico, magari per un'oretta.