domenica 14 novembre 2021

La profondità delle canzonette

 

Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime.
(Victor Hugo)

Due volte a settimana vado al lavoro a piedi, me lo sto imponendo per fare più moto, da casa mia fino alla sede del mio ufficio sono due chilometri e mezzo ed è un percorso che faccio in circa trenta minuti a passo regolare. Quando esco di casa imposto l’ascolto su Amazon music di un cantante che mi piace e così faccio la strada con il sottofondo musicale. Per semplicità mi limito a dire: Alexa fammi sentire Tizio; Caio o Sempronio e così parte la lista delle canzoni in modulazione libera, nelle ultime settimane ho ascoltato per esempio Fiorella Mannoia, Rino Gaetano, Marco Masini, Antonello Venditti, Franco Battiato, Tiro Mancino e altri ancora. Sono andata a ripescare anche cantanti che non ascoltavo da tempo abbastanza remoto.

Mentre ascolto i testi delle canzoni mi trovo a riflettere, ci sono canzoni con dei testi piuttosto impegnati, anche quelle canzoni che sembrano tanto allegre e leggere, così la mia mente spazia sulla potenza di alcune modalità artistiche, quella delle canzoni è davvero prorompente perché raggiungono una vastissima platea di persone e il messaggio, infarcito dalla musica, si insinua nella testa e arriva, non sempre forte e chiaro, ma arriva. Perché arrivi davvero bisogna soffermarsi sul testo, ma questo prima o poi accade come è successo a me.

Ricordo che da ragazzina adoravo Edoardo Bennato e conoscevo a memoria il suo album Burattino senza fili, era il 1977 e avevo tredici anni, quanta profondità in quei testi, solo che ci sono arrivata bene solo dopo. Allora mi piaceva molto il fatto che Bennato fosse un contestatore di una società ingessata e ipocrita, non che il mondo attuale sia migliore, ma sorvoliamo.

Tempo fa ho riascoltato quei testi e sono rimasta folgorata dalla loro grande attualità.

per esempio c'è la strofa di È stata tua la colpa

Adesso non fai un passo se dall’alto non c’è
qualcuno che comanda e muove i fili per te
adesso la gente di te più non riderà
non sei più un saltimbanco
ma vedi quanti fili che hai!..
.

o Mangiafuoco

Non si scherza, non è un gioco
sta arrivando Mangiafuoco
lui comanda e muove i fili
fa ballare i burattini

Ma se scopre che tu i fili non ce l’hai
se si accorge che tu il ballo non lo fai
allora sono guai - e te ne accorgerai
attento a quel che fai - attento ragazzo
che chiama i suoi gendarmi
e ti dichiara pazzo!...

o La fata  (in un chiaro messaggio dalla parte delle donne)

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alle streghe
la strega sei tu.

Vi invito ad ascoltare il resto dei testi, tanto adesso con spotify è possibile spaziare, sono davvero molto attuali, forse oggi più di ieri.

E ancora, tralasciando la più famosa "Ma il cielo è sempre più blu", qualche testo del compianto Rino Gaetano,

Mio fratello è figlio unico

Mio fratello è figlio unico
perché è convinto che Chinaglia
non può passare al Frosinone
perché è convinto che nell'amaro benedettino
non sta il segreto della felicità
perché è convinto che anche chi non legge Freud
può vivere cent'anni
perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati
malpagati e frustrati

Mio fratello è figlio unico
sfruttato represso calpestato odiato

Mio fratello è figlio unico
deriso frustrato picchiato derubato

E io ci sto

Mi dicono alla radio statti calmo e statti buono
non esser scalmanato stai tranquillo e fatti uomo
ma io con la mia guerra voglio andare ancora avanti,
e costi quel che costi la vincerò non ci son santi
Anche se invece però, mi guardo intorno ancora un po'
e mi accorgo che son solo,
ma in fondo è bella però la mia guerra e io ci sto

Ma se vogliamo qualcosa di più recente eccovi uno stralcio del testo di Pamplona di FabriFibra

Oggi le modelle fanno le DJ
La bella gente, la pista, le luci
E le ventenni vanno a letto con i vecchi
Per pagarsi una borsa di Gucci
A Milano piove spumante
Perché lo Champagne è francese
Un matto gira in centro in mutande
E uccide i passanti con un machete
La politica ci vuole divisi
In TV sento parlare di Isis
Su nel cielo, guarda, volano missili
Fuori fighe da sfilate Intimissimi
Droga gira in questi party, unisciti
Ogni tanto vedi c'è chi collassa
Gli adulti che si fanno selfie in crisi
Non trovano parole neanche per gli hashtag

Dove sei?
L'estate comincia adesso
Ma tu vuoi correre
C'è l'Apocalisse in centro
Segui le luci della città
Pace agli uffici e alle università
Beviamoci su che qualcosa qui non funziona
Siamo come i tori a Pamplona

Fuggiamo insieme
E sorvoliamo l'oceano
È da una vita che vuoi sapere
Il nostro posto qual è, Il nostro posto qual è. Il nostro posto qual è?

Riflessioni che lasciano il tempo che trovano, ma che sono interessanti da esaminare, se vogliamo dire qualcosa di scomodo o di provocatorio o, semplicemente, quello che pensiamo ma non abbiamo il coraggio di affermare allora possiamo dirlo attraverso una canzone. Vale per chi le scrive, ma anche per chi le ascolta e in quei testi si riconosce, non è un caso che certe canzoni abbiano più successo di altre. Più i testi escono dai binari più piacciono (sarà per questo che la canzone più amata di Guccini sia “L’avvelenata” oppure per Marco Masini la più eloquente “Vaffanculo”).

Facendo un piccolo parallelismo con la scrittura ho notato nei libri che ho letto, ma anche in quelli che scrivo io, che esiste la tendenza ad affermare quello che nella vita non possiamo o non riusciamo a dire in modo esplicito. Per esempio ho fatto morire nei miei gialli dei personaggi che assomigliano molto a persone (stupide, false o quasi criminali) che ho incontrato nella mia vita reale o che conosco attraverso i media, che soddisfazione, è qualcosa di catartico e liberatorio. Poi ci sono quelle situazioni che vuoi denunciare in qualche modo e così ne parli in un romanzo. Insomma ogni forma artistica risponde a un’esigenza insopprimibile che è quella di esprimere la propria libertà di espressione. 

E voi cosa ne pensate? Avete qualche canzone (o libro) particolare da segnalare, dove ritrovate un messaggio in cui vi riconoscete?


Fonti immagini: Pixabay 

Fonti testi canzoni: Google 

19 commenti:

Ariano Geta ha detto...

I testi delle canzoni, come le poesie, stabiliscono un vero e proprio "feeling" con l'ascoltatore: o ci si sente coinvolti oppure ci si limita a canticchiare il ritornello e ci si ferma lì, esattamente allo stesso modo in cui una certa poesia la si imparava "a pappagallo" solo perché era uno dei compiti per italiano e poi si dimenticava, mentre altre si ricordano a distanza di anni dalla fine della scuola perché ci si riconosce in quel che dicono.
Io la musica la ascolto soprattutto in base al ritmo, alla forma sonora più che al contenuto lirico. E tuttavia certi testi mi rimangono impressi perché esprimono bene quello che mi sento dentro. Adoravo i Bush, in generale penso che molte loro canzoni non hanno testi banali, però "Comedown" mi ha sempre colpito particolarmente, quando la ascolto non posso fare a meno di canticchiare anche le parole perché mi ci riconosco in pieno. Lo stesso mi succede con certe canzoni dei Nirvana come "All apologies" o dei Soundgarden, ad esempio "The day I tried to live" (avrai capito che la stagione del rock grunge mi è rimasta dentro).
Il senso comune di molte di queste canzoni è una certa sfiducia di fondo accompagnata alla consapevolezza che tanto c'è poco da fare, che la vita non è una bella favola ma bisogna accettarla così come viene. Peraltro, come saprai, sia il leader dei Nirvana Kurt Cobain che quello dei Soundgarden Chris Cornell hanno concluso prematuramente la loro vita togliendosela con le proprie mani, quindi in un certo senso quei testi esprimevano un sensazione reale, non erano una "posa" per recitare la parte del bello e maledetto (come invece fanno altri cantanti rock che cantano di rabbia e ribellione e poi se ne vanno in giro in limousine e la sera danno delle feste nella loro villa lussuosissima a Los Angeles).
Benché io ormai sia arrivato a un'età abbastanza "matura", purtroppo ammetto che continuo ad avere questa percezione di sfiducia, quindi penso che ormai sia difficile che io possa cambiare.
Comunque, nelle rare giornate in cui sono di buonumore, canticchio anche testi più spensierati, tipo "Ancora tu" di Lucio Battisti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie per il tuo bel commento così lungo e articolato caro Ariano, mentre citavi i Nirvana e i Bush mi hai fatto ricordare che tra le varie canzoni da me amate non ho citato i Pink Floyd di cui conosco i testi a memoria (e anche la traduzione) anche loro più attuali che mai. Conosco la storia dei Nirvana e di Curt Cobain, molto poco gli altri due gruppi da te citati, andrò a curiosare su YouTube. È vero che talvolta si canticchiano le canzoni per il ritmo senza ascoltarli veramente e poi accade che quel testo raggiunga quella parte del cervello più riflessiva e l’ascolto diventa più attento, a me è capitato spesso.

Sandra ha detto...

Per citare sempre Bennato "sono solo canzonette" ma anche no, aggiungo io: hanno un grande potere evocativo, più dei libri secondo me, perché possiedono un impatto intrinseco molto più immediato, un po' come la fotografia. Battiato e De Andrè sono i miei autori preferiti come dico spesso, ma oggi voglio proporti due canzoni di due cantanti stra noti e amati decisamente fuori dai miei favoriti che sono riusciti a incantarmi. "Mi fido di te" di Jovanotti è legata al periodi in cui mi misi insieme a mio marito "mi fido di te, paura di cadere ma voglia di volare" era estremamente simbolica di quel rapporto che stava nascendo che mi metteva le ali ma di cui temevo un esito poco felice che, a 36 anni, mi avrebbe fatto tanto male. Ma è andata alla grande. L'altra è l'attuale "Siamo qui" di Vasco Rossi, quanta verità già nell'incipit" Siamo qui, pieni di guai
A nascondere quello che sei dentro quello che hai".

Giulia Lu Mancini ha detto...

Le canzoni hanno un grandissimo potere perché raggiungono un pubblico molto più vasto dei libri, hai perfettamente ragione. Jovanotti ha scritto molte canzoni con testi davvero belli (di Jovanotti amo molto Gli immortali), Vasco Rossi poi ha scritto dei testi memorabili e l’ultima “Siamo qui” è molto profonda, piace molto anche a me, molto in sintonia con i nostri tempi malati...
Riguardo alla tua vicenda amorosa, in amore fidarsi è la chiave di tutto, anche con il mio compagno, incontrato subito dopo il divorzio, mi sono fidata nonostante non avessi assolutamente fiducia più in nessuno...
A volte però bisogna seguire l’istinto

Nicole ha detto...

Non sono amante della musica italiana quindi non saprei cosa consigliarti, però ultimamente mi gira nel cervello il testo di Cat Stevens "father and son" : It’s not time to make a change
Just relax, take it easy
You’re still young, that’s your fault
There’s so much you have to know ...

Non so questo testo ha un potere molto rassicurante per qualche motivo ;)

Caterina ha detto...

Ho una grande passione per i cantautori italiani. Conosco molto bene Bennato e Rino Gaetano, li adoro. Mi piacciono i testi impegnati, proprio perché inviano un messaggio importante, sottolineano dettagli. Ci fanno riflettere e soffermare su tanti aspetti della realtà. A volte in essi ritroviamo la nostra anima. Io amo anche tanto De Gregori e i testi a cui sono più affezionata sono “ Rumore di niente” , “Santa Lucia” e “ I muscoli del capitano”. Un’altra che mi piace tantissimo è di Vecchioni ed è “ Sogna ragazzo sogna”. Buona domenica, Giulia.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In effetti è un testo rassicurante, consiglia di non correre, di vivere e aspettare il momento migliore, prendersi il proprio tempo. Anche la musica è bellissima e dona un senso di pace. Cat Steven piace anche a me.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Buona domenica anche a te. I cantautori italiani hanno accompagnato tutta la mia vita, ho amato moltissimo anche De Gregori, ha scritto delle canzoni bellissime, ciò che mi stupisce è che appaiono sempre attuali anche dopo tanti anni, non parlo solo di De Gregori ma di tutto il genere. Credo che certi testi ci aiutano anche ad affrontare momenti difficili, almeno a me è capitato spesso che una canzone lenisse un po’ le ferite del momento.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che certi testi ci “aiutino”, vittima del correttore automatico...

Barbara Businaro ha detto...

Ascolto, e ho ascoltato, poco la musica italiana. Magari canticchio qualche hit del momento, ma senza particolare attenzione. E più sulle canzoni di sentimenti che su quelle impegnate. Adoro Elisa, che comunque aveva cominciato in inglese, e ancora ricordo pezzi di testo del suo primo album, Pipes and flowers.
Ma il mio "core" (nucleo) è jacksoniano e per quanto faccia adesso una fatica bestiale ascoltarlo, dopo la sua tragica morte, i suoi testi sono quelli che mi guidano di più. E attualissimi.
Heal the world, 1991:
"Heal the world
Make it a better place
For you and for me, and the entire human race
There are people dying
If you care enough for the living
Make a better place for you and for me"
Prima ancora, Man in the mirror, 1988:
"I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
And no message could've been any clearer
If they wanna make the world a better place
Take a look at yourself and then make a change"
Adesso sto ascoltando i Seether e mi ronzano in testa le parole di Wasteland, sull'effimero e sporco mondo dei social:
"This teenage wasteland of ours
I feel too much
This drug won't take on for hours
I need this crutch"

Elena ha detto...

Quell'album l'ho adorato anche io ma il titolo del post è simpaticamente fuorviante. Considerare "La fata" una canzonetta è passibile di denuncia :D
Le canzoni hanno la caratteristica, più dei libri, di fissare un determinato momento della nostra vita. Sicché ne ho molte e faccio fatica a selezionarne una. Così mi affido all'emozione di questo momento e ti dico "Somebody" dei Depeche Mode, gruppo in cui mi identifico totalmente , dal punto di vista musicale e dei testi. La conosci?
Anche io quando posso vado a lavorare in bicicletta per fare un po' di moto. MI hanno regalato degli ottimi auricolari e così posso ordinare ad Alexa tutto ciò che voglio (mi piace Alexa, lo ammetto). In questo periodo sto ascoltando Benvegnù, che ho scoperto di recente.
Ma anche i miei Kindle. Sapevi che Alexa ti legge anche i libri che hai acquistato? Ha una voce che fa ridere ma è molto molto comoda...

Giulia Lu Mancini ha detto...

La fata è davvero una grande canzone, purtroppo oggi ancora così attuale. Somedbody la conosco ma la mia preferita dei Depeche Mode è Enjoy the silence, la adoro. Benvegnù non lo conosco, andrò a curiosare. Per i libri preferisco leggerli, per me ascoltarli non è la stessa cosa, la mia mente tende a distrarsi...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Di Pipes and flowers di Elisa conoscevo diversi brani a memoria, in particolare Sleeping in your hand. Una volta cantare le canzoni in inglese era per me anche un modo per migliorare la lingua. Il gruppo inglese che mi ha lasciato una traccia indelebile è costituito invece dai Pink Floyd. Micheal Jackson invece l'ho sempre seguito poco, anche se ho apprezzato le sue canzoni più famose. In linea di massima però mi piace molto la musica italiana (o forse è più immediata senza lo scoglio della lingua).

Lisa Agosti ha detto...

I testi sono fantastici, dubito che i testi trap siano così significativi!
Ti leggo sempre, anche se non sempre commento!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Lisa, è bello sapere che mi leggi,mi piacerebbe leggere qualche tuo post così ci aggiorni...
Nel frattempo ti mando un abbraccio

Tenar ha detto...

Adoro i cantautori italiani, trovo che spesso abbiano una scrittura davvero notevole con metafore o accostamenti di parole che mi rimangono dentro. Adesso che c'è spotify, poi, posso ascoltarli tutti e farmi davvero un'idea della ricchezza che contengono.

Giulia Lu Mancini ha detto...

So che, come me, ami Guccini e i suoi testi sono pura poesia, oltre che spesso di rivolta e denuncia, io sono cresciuta con i suoi testi, poi ci sono anche tanti altri. In effetti con Spotify é magnifico poter scoprire nuovi autori da cui mi lascio conquistare.

alberto bertow marabello ha detto...

A parte rino gaetano e il primo bennato che ho amato, io direi tutto guccini e i csi. Poi tantissimi altri da lo stato sociale a caparezza a manu chao a Modena city ramblers... impossibile fare una lista completa.
Ma sopra a tutti tutti gli skiantos 😀
Ma non con stotiafai o robe del genere, io con i ciddì e, meglio ancora, con le musicassette di quando ero giovine e cge ancora ascolto. Un suono caldo che il digitale non riesce proprio

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Alberto, benvenuto nel mio blog!
Anch’io amo molto Caparezza, lo trovo fantastico, divertente, ma anche profondo. Gli Skiantos li conosco, ma li seguo poco. Sai che anch’io ascolto ancora le mie vecchie musicassette, ho un vecchio stereo per cd e musicassette e le vecchie cassette, nonostante gli anni che passano, si sentono ancora molto bene.