domenica 7 novembre 2021

Sette anni di scrittura

 

La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità. Aharon Appelfed 

Sono passati sette anni dalla pubblicazione del mio primo romanzo, ci ho pensato leggendo il post di Maria Teresa Steri del blog Anima di carta in cui dava consigli sul self publishing in base alla sua esperienza. A proposito, sono consigli utilissimi, un vademecum a cui attingere per poter pubblicare, io ho stampato la pagina per utilizzarla al momento opportuno. 

La mia prima pubblicaizone self risale all’anno 2014, me lo ricordo molto bene perché era l’anno in cui compivo 50 anni. Quando arrivi a un traguardo così importante ti ritrovi a  fare sempre dei piccoli bilanci e, a fine 2013, mi ero ritrovata a esaminare la mia vita valutando quello che avevo sul piatto della bilancia, tra soddisfazioni, sogni e sconfitte. Tra i sogni, su quel piatto, c’era anche quello di scrivere, inseguito con impegno, ma navigando molto a vista nei quattro  anni precedenti; infatti in quegli anni avevo frequentato dei corsi di scrittura, scritto un romanzo e partecipato a diversi concorsi letterari. 

Avevo vinto, o mi ero piazzata bene in alcuni concorsi letterari locali, partecipando con dei racconti, finché avevo capito che il mio vero obiettivo da raggiungere era quello di pubblicare un romanzo. L'occasione arrivò con un concorso della Mondadori, pubblicizzato dal settimanale Donna Moderna, che costituì anche l'occasione per scriverlo. Nel momento in cui venni a conoscenza del concorso avevo ancora alcuni mesi davanti a me. Scrissi il romanzo, usando come incipit un mio racconto, partecipai e, ovviamente, non vinsi, ma subito dopo partecipai al concorso di Io scrittore, superando la prima selezione e qualificandomi tra i primi duecento. In quella fase la casa editrice Gems mi aveva perfino inviato i moduli con le liberatorie da firmare, in cui dichiaravo che il romanzo era scritto da me, che detenevo i diritti e che mi impegnavo, qualora fossi arrivata tra i primi cinque, a pubblicare con loro. Insomma ci avevo sperato sul serio. Poi non mi sono piazzata tra i primi cinque classificati che poi erano i soli che sarebbero stati pubblicati. Fine. 

Dopo il concorso Io Scrittore rilessi le varie critiche ricevute (positive e negative) e mi dedicai alle revisione del romanzo. Pensai che ero alla soglia dei cinquant’anni e che gli anni stavano passando troppo in fretta, non volevo più passare il tempo tra un concorso e l’altro o in attesa di una risposta da una casa editrice che mi avrebbe snobbato: mi sarei pubblicata da sola. È stata la scelta più giusta che potessi fare in quel momento. I motivi sono vari:

1) sono uscita dal limbo delle attese 

c'è una grande differenza tra scrivere e pubblicare, finchè scrivi operi nel mondo della fantasia in un rapporto tra te stessa e i tuoi personaggi. Quando pubblichi ti metti in discussione e la tua scrittura acquista concretezza. Vedere materialmente il tuo libro, anche solo in ebook, con una copertina e un contenuto, ha un effetto tutto diverso dal semplice scrivere. In quel momento prendi delle decisioni concrete.

 2) ho imparato dai miei errori

dopo aver studiato le diverse piattaforme con cui pubblicare ho scelto Narcissus (ora Streetlib) perchè era la piattaforma che mi aveva convinto di più. Da profana del self publishing affidai loro la conversione dell’eBook e l'impostazione della copertina, e questa fu una buona scelta. 

Tuttavia, essendo del tutto inesperta, feci anche molti errori, per esempio quando finalmente arrivai alla pubblicazione non feci nessuna promozione, del resto non sapevo come fare. Così mi sono messa a studiare frequentando i vari blog che parlavano di scrittura e seguendo gli autori self che avevano successo. Il mio romanzo intitolato "La libertà ha un prezzo altissimo" uscì a fine agosto 2014 e fino a dicembre non vendette neanche una copia (tranne quella che comprai io), ma tra settembre e dicembre approfondii molte questioni e capii come impostare una pagina facebook e una promozione. Nel 2015 il romanzo ebbe un breve ma rincuorante decollo, riuscii a vendere - in un paio di mesi -  oltre un centinaio di ebook e ricevetti anche delle recensioni positive. Nel frattempo mi ero accorta che l'ebook conteneva degli errori di punteggiatura e qualche refuso. Così, armandomi di santa pazienza, ho revisionato tutto il testo e ho imparato, da autodidatta, seguendo i tutorial di Narcissus, a fare la conversione del testo in ebook, per poter inserire le correzioni. Un lavoraccio durato diversi mesi che, però, mi è servito tantissimo e mi è tornato utile per gli ebook successivi. 

Con il tempo ho imparato che, anche dopo tante revisioni e, spesso, proprio dopo la pubblicazione, c'è sempre qualche piccolo errore in agguato, una virgola di troppo o mancante, un refuso, una lettera maiuscola o minuscola al posto sbagliato. In quel caso puoi sempre correggere e, per un autore self, poter correggere è importantissimo, perchè si è costantemente sotto la lente di ingrandimento dei lettori snob che guardano al self publishing con sufficienza o, peggio, con disprezzo. 

Ebbene sappiatelo, ho trovato degli errori, talvolta macroscopici, anche in libri di case editrici big.

 3) ho scritto altri romanzi 

Dopo il primo romanzo, mi sono accorta che avevo tante storie dentro di me che spingevano per venire alla luce. Sapere di poter decidere da sola quando e come pubblicare mi ha dato l'imput giusto per scrivere. Così, anno dopo anno, ho scritto ben altri nove romanzi. Uno di questi è stato anche notato da una piccola casa editrice con cui poi ho stipulato un contratto, esperienza abbastanza interessante. Inoltre ho pubblicato anche con la piattaforma self di Amazon, una storia d’amore che ha avuto un notevole successo e venduto tantissimo, con mia grande sorpresa. E tutto questo ha aggiunto una nuova esperienza al mio bagaglio. 

Ora mi destreggio, più o meno con disinvoltura, tra Streetlib e Amazon, tra ebook e cartaceo; anche quest'ultimo richiede di imparare bene le impostazioni delle piattaforme, per me è sempre una fatica, perchè nel frattempo ho un lavoro principale che mi impegna parecchio, ma del resto non vivo di scrittura.

4) mi sono perfezionata nelle mie pubblicazioni 

Sono stati sette anni intensi in cui mi sono buttata in diverse sfide, passando da romanzi a tema femminile a romanzi di formazione e a romanzi d’amore, anche se non so se definirli romance veri e propri, perché nelle mie storie non manca mai l’impegno o la situazione difficile. Poi mi sono buttata nel giallo, inizialmente per una scommessa con me stessa, poi per l’esigenza di andare oltre le storie d’amore e poter trattare anche altri temi più complessi e di forte attualità. È quindi nata la serie del commissario Saverio Sorace con all’attivo cinque episodi. Con il giallo mi trovo molto a mio agio e non nego di sentirmi anche più libera nell’esprimermi. 

Le indagini di Saverio Sorace

Mi sono perfezionata dando anche maggiore importanza alla copertina dei miei lavori, infatti, a partire dal 2016, mi sono rivolta quasi sempre a una grafica professionista che mi ha creato delle cover davvero belle. Questo non significa che sia obbligatorio, molti autori fanno per conto loro delle ottime cover, dipende molto anche dalle competente possedute da ciascuno, tuttavia per i miei gialli ho impostato uno stile delle cover che è importante mantenere. 

Insomma, dopo le ingenuità del mio primo romanzo, ora sento di aver acquisito delle discrete competenze in materia di scrittura, di revisione e di “confezionamento” di un libro (eBook e cartaceo), qualcosa ho imparato anche in materia di promozione, anche se questa è una materia vastissima e richiede un dispendio di tempo ben superiore a quello che io vi dedico. Resta sempre qualcosa di nuovo da imparare, ma io sono sempre disposta a mettermi alla prova, nei limiti del buon senso...

Un curiosità per chi ancora non lo sa, Giulia Mancini è uno pseudonimo a metà, nel senso che Mancini è il cognome di mia madre, ho sempre pensato, in caso di pubblicazione, di voler usare il suo cognome, per po' per affetto e un po' per la necessità di separare il mondo del lavoro da quello della scrittura.

E dopo sette anni cosa penso di fare? 

Me lo sono chiesta perché la voglia di scrivere è scemata negli ultimi tempi, forse per una serie di situazioni che si sono verificate, probabilmente anche perché ho meno storie da raccontare, tuttavia ho ancora un paio di romanzi da pubblicare poi si vedrà. Al momento la scrittura resta l’unico territorio della mia vita veramente libero.

Se volete dire la vostra ogni commento è gradito



24 commenti:

Luz ha detto...

Dietro tutto questo si percepisce il grande lavoro, la passione e l'impegno nel cercare di emergere. Vedere allineati quei romanzi, guardarli nel loro insieme, deve essere una grandissima soddisfazione. Bravissima, Giulia. Hai tutta la mia stima. E mi piace quel passaggio. La scrittura è un fatto privato fino a quando non pubblichi, poi l'autore deve sparire, in certo senso, per lasciare spazio alla storia.

Nicole ha detto...

Congratulazioni per questo incredibile traguardo! E' sempre interessante conoscere la storia che si cela dietro alle opere di un autore ed è bello vedere il percorso che ha fatto per arrivare alla pubblicazione :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie di cuore Luz! Sì, c’è stato molto lavoro dietro, per fortuna sostenuto dalla passione, ma è stato anche molto bello creare queste storie, in qualche modo perfino un po’ catartiche.

Ariano Geta ha detto...

Ricordo un'intervista a uno scrittore che diceva che quando uno sente la necessità di scrivere è perché ha qualcosa dentro di lui che vuole uscire, prendere una forma definita. Può darsi che negli ultimi tempi questa necessità interiore sia meno pressante poiché non senti quella "cosa dentro" che preme per uscire. L'importante è anche guardare indietro, considerare l'importanza che hanno avuto per te questi ultimi sette anni. Si vede che per te anche solo il fatto di esserti messa in gioco è stata un'esperienza che ti ha dato soddisfazione, qualcosa che avresti rimpianto se non ci avessi neppure provato.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Nicole,
Credo che l’esperienza sia sempre un piccolo contributo per coloro che magari vogliamo cominciare questo percorso o farsi semplicemente un’idea.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In effetti ci sono state storie che ho scritto con grande trasporto perché erano temi che sentivo con grande urgenza, scriverle è stato anche un modo per comprendere meglio certi miei percorsi di vita. Ora che molte storie le ho già trattate cerco nuovi temi a cui ispirarmi. Hai capito bene Ariano, essermi messa in gioco mi ha dato una certa soddisfazione per quello che ho imparato e la consapevolezza di me che ho conseguito.

Caterina ha detto...

Credo che sia davvero una bella soddisfazione. Hai tutta la mia stima. Il fatto che ora hai meno voglia di scrivere può essere semplicemente legato a un periodo, noi umani non siamo quasi mai costanti. Magari ti verranno altre idee, forse ora non è il momento giusto. Ti abbraccio, cara. Buon inizio di settimana.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie mille cara e buon inizio settimana anche a te :-)
Credo anch’io che questo momento di non scrittura sia un po’ legato al periodo che sto vivendo, anche l’incertezza del momento che stiamo vivendo non aiuta.

Serena ha detto...

Auguri Giulia😊 Non so perché ma ti immaginavo giovanissima, invece siamo circa coetanee. Fai quello che ti va di fare, nella vita non c'è solo la scrittura. Un caro abbraccio ❤

Maria Teresa Steri ha detto...

Il tuo è davvero un bel percorso e sette anni non sono pochi, soprattutto considerando che hai scritto e pubblicato parecchi libri. Puoi giustamente andare fiera del lavoro fatto e delle esperienze acquisite nel corso del tempo. Un po' di riposo ci sta, sono sicura che l'ispirazione tornerà a bussare, in tutti i campi creativi in fondo ci sono alti e bassi e non possiamo fare altro che accettarli.
Ti ringrazio moltissimo per avermi citato ^_^

Barbara Businaro ha detto...

7 anni e 10 romanzi? E ci credo che sei un po' stanchina, come direbbe Forrest Gump!! Intanto complimenti, perché è sicuramente stata una bella sfacchinata. :)
Magari il settimo anno, come il settimo giorno della creazione biblica, ci si riposa un po'. Si lasciano maturare nuove idee, prima di ripartire di slancio. Sicuramente il periodo storico non aiuta, a maggior ragione è comprensibile il senso di stanchezza.
Ma secondo me quando inizi a scrivere davvero storie, è difficile smettere del tutto. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Serena, eh non sono tanto giovane, anche se in fondo secondo la Fornero sono ancora giovanissima! Un abbraccio anche a te :-)<3

Giulia Lu Mancini ha detto...

Carissima, sei stata fondamentale per il post perchè mi hai portato a rifletter sul tempo trascorso,così mi è venuta voglia di fare un piccolo bilancio. Concordo con te che l'ispirazione abbia alti e bassi *-*

Giulia Lu Mancini ha detto...

In realtà il primo romanzo l'avevo già scritto (se non sbaglio tra il 2009 e il 2010) poi tra il primo concorso Mondadori e quello di Io scrittore sono passati altri tre anni...per questo che nel 2014 ho deciso di pubblicare, visto che gli anni sgusciavano via come noccioline :-)
Poi tra questi dieci romanzi c'è anche un romanzo breve (Il sole sulla pelle, una piccola storia che avevo voglia di raccontare). Questo settimo anno mi sono riposata dopo l'ultimo episodio di Sorace, però ti confesso che in questi anni ho scoperto che la voglia di scrivere si autoalimenta e quindi se non scrivi la voglia cala di conseguenza.

Elena ha detto...

C'è una grande ricchezza in queste tue parole, e non mi riferisco soltanto alla produzione di romanzi, che pure conosciamo e apprezziamo, copertine comprese. Consapevolezza, maturità, competenza, convinzione, focalizzazione. La scrittura non ti darà da vivere ma ti permette di vivere pienamente. Mi rallegro con te cara Giulia e annoto la grande libertà che ti offre scrivere gialli, un genere che non ho mai praticato ma che questa tua esperienza mi fa sentire un po' più vicino.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie per le tue parole Elena, mi fa piacere che la mia esperienza ti faccia sentire il genere più vicino, in realtà ogni genere può raccontare una storia in un certo modo, ho letto storie d’amore avvolte nel mistero come fossero thriller e storie gialle molto allegre in forma di commedia (stile Marco Malvaldi per esempio).
Il giallo in effetti mi permette di spaziare tra diversi argomenti che, peraltro, non escludono l’amore, solo che può essere un amore malato che magari sfocia nell’omicidio. Poi ci sono le storie legate al potere e agli abusi che possono trovare facilmente spazio in un giallo. È bello avere questa libertà.

Marina ha detto...

Io ti faccio i complimenti, Giulia, hai scritto tante storie, ci hai messo impegno, dedizione e ci hai creduto, che è la cosa più importante. Ti direi continua così, anche se capisco la stanchezza, la poca voglia..., ma tu sei piena di idee e conosco poche persone con questa capacità di costruire trame così velocemente. Poi le esperienze degli esordi si somigliano tutte: ho ripensato ai miei concorsi, a quello vinto, alle aspettative, ai cambiamenti nel tempo... Non rimpiango nulla: tutti i percorsi fatti sono stati belli e hanno avuto senso. Il tuo senso, immagino, sia tutta quella sfilza di copertine allineate e così ben curate! 😁

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Marina, tu sei stata anche una mia lettrice e mi hai dato anche consigli preziosi sul primo romanzo. In realtà non sarei stanca di scrivere, sono stanca di scrivere mentre faccio un altro lavoro, all’inizio la passione aiuta a sacrificarsi strappando il tempo per scrivere al tempo libero, dopo diverso tempo si sente sempre più fatica.
Però ho il mio commissario che continua a stuzzicare la mia fantasia creativa, quindi forse continuerò ancora per un po’...😀

Grazia Gironella ha detto...

Siamo in pratica coetanee! Voglio farti i complimenti per il tuo percorso. Non è facile seguire senza perdersi una strada come quella della scrittura, gratificante ma spesso anche difficile, e tu decisamente non ti sei persa, anzi, hai trovato progressivamente la tua via.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mi fa piacere sapere che siamo coetanee, un po’ lo avevo intuito 😀
Ti ringrazio per i complimenti, ho cercato di concretizzare quello che era il mio sogno, impegnandomi seriamente, diciamo che il sogno si é compiuto per metà, ma é stato importante trovare nella scrittura anche una valvola di sfogo e di fuga dalla realtà.

Marco L. ha detto...

Credo che ci stia che col passare del tempo ci si stanchi. La scrittura è un passatempo molto bello, nel momento in cui diventa pubblicazione diventa una cosa seria, ed esige molto.
Mi fa piacere vedere che, almeno con te, il bilancio che ne dai è positivo e non percepisco abbattimento e delusione o rassegnazione.
Comunque per le big non è solo questioni di refusi e refusi. Ho beccato una grossa casa editrice italiana (di cui non faccio il nome) in cui in una loro collana antologica facevano autentici svarioni con le biografie degli autori, al punto che diverse erano persino inventate di sana pianta.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Eh già anche le big fanno errori anche gravi, io una volta (ed era una CE importante) ho letto una sinossi con il nome del personaggio principale sbagliato, all’inizio era indicato il nome giusto e poi alla fine il nome sbagliato. Penso che anche le big stiano risparmiando e la cura delle pubblicazioni ne risente.
Riguardo alla mia esperienza di scrittura hai percepito correttamente che non sono delusa, nel complesso è stato un percorso che mi ha arricchito e fatto crescere.

Monica ha detto...

Congratulazioni Giulia! Abbiamo iniziato insieme e tu hai scritto davvero tanto! Bravissima! <3

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Monica, anche tu hai scritto tante bei romanzi, lo dico da lettrice affezionata (anche se mi manca qualche titolo) 😀