sabato 21 maggio 2022

Lamentosi e postulanti


Sono così incompreso che non si comprendono neanche i miei lamenti di essere incompreso.

(Søren Kierkegaard)

Avevo iniziato a scrivere questo post tempo fa...esasperata da una serie di lamentele che arrivavano puntualmente alla mia attenzione anche se non lavoro all’ufficio reclami, no. Ho solo un atteggiamento “gentile” cerco di esserlo almeno, ma spesso la gente scambia la gentilezza per debolezza o per il muro del pianto, ah eccoti, vengo da te a lamentarmi per sfogarmi un po’.

Credo di essere diventata sempre più insofferente e sono un po’ preoccupata, sono diventata una tipa arcigna e antipatica? 

Ora, io non sopporto chi si lamenta, é inutile lamentarsi anche perché per carattere preferisco “fare”, se ho mille incombenze da affrontare preferisco rimboccarmi le maniche e mettermi all’opera, invece arriva il lamentoso di turno e per mezz’ora si mette a parlare dei suoi problemi, anche se la soluzione non posso trovargliela io, ma intanto mi ha gettato addosso le sue lamentele. In questo periodo che tutti sono tornati in presenza al lavoro, mi ritrovo talvolta a perdere tempo per le chiacchiere altrui, su cose per le quali io non ho assoluto interesse, peraltro con tutte le cose urgenti che ho da fare non ho assolutamente voglia di perdere tempo.

Il significato della parola "lamentarsi" presa dal dizionario è la seguente: esprimere la propria scontentezza, dolersi presso altri di cosa che non ci soddisfa, di un torto subìto, di quanto ci fa soffrire: lamentarsi della cattiva sorte; si lamenta di crampi allo stomaco; lamentarsi di essere stato isolato; spesso è inclusa l’idea di un certo risentimento: lamentarsi del cattivo trattamento, del pessimo vitto, della poca pulizia di un locale, della disorganizzazione degli uffici; lamentarsi di lavorare troppo; lamentarsi presso i superiori, ecc.

Ho provato a stilare una lista di categorie di lamentosi:

Il lamentoso cronico: è colui che è costantemente afflitto, preda di incomparabili problemi, ingiustizie e tragedie inenarrabili. Una di quelle persone che “Ah non puoi immaginare quanto io stia male” e “Beato te che non hai i miei problemi“. Quello che poi liquida come quisquilie i problemi degli altri per parlare solo e costantemente dei suoi, quelli sì, di impossibile soluzione.

Il lamentoso inconcludente: c’è quello che si lamenta per passare il tempo e farti perdere tempo come una mia collega che parla male di tutto e tutti, solo e semplicemente per chiacchierare, perché non ha voglia di lavorare e pensa che quello che dice sia tanto interessante. Ogni tanto esordisce con “ti ho già detto di Tizio?” “Sì tre volte grazie” argh, di solito, quando riesco, adotto la strategia della fuga, ma ho scoperto di non essere la sola. 

Il lamentoso disprezzante: è colui che disprezza tutti, il bastian contrario, tu dici bianco e lui dice nero, tu dici rosso lui dice blu. Solo che, se tu -per quieto vivere- dici blu pensando di andargli incontro ecco che lui cambia nuovamente idea, tanto per farti dispetto. Insomma é il lamentoso che semina zizzania e che, se te lo ritrovi sul lavoro, è quello che sa sempre tutto lui, conosce le leggi meglio di te, per qualsiasi cosa é pronto a fare una class action o una rivendicazione sindacale, e diventa subito tuo nemico se non la pensi come lui. Quelli che “se lo conosci lo eviti...”

Il lamentoso produttivo: c’è anche colui che si lamenta per condividere il suo problema provando a cercare una soluzione dal confronto “produttivo” dello scambio di opinioni, forse questa persona non rientra neanche nella categoria dei lamentosi veri, in fondo tutti noi, chi più chi meno, quando ha un problema cerca conforto e consigli. 

A volte penso di essere diventata, nel tempo, sempre meno paziente e, soprattutto, sempre meno desiderosa di ascoltare chiacchiere inutili, sono diventata insofferente alle persone, avendo l’impressione che mi succhino energia vitale, è una sensazione che mi assale da un po’ di tempo, per questo vorrei liberarmi da tutti questi individui inopportuni, tanto che sono perfettamente felice quando sono lontana dalla gente. 

Sono diventata pericolosamente asociale? 

È una domanda che ogni tanto mi pongo, ma documentandomi un po’ in rete sembra che il lamentoso sia davvero un male diffuso ed estremo, perché quando ci lamentiamo sprigioniamo tanta energia negativa che attiva il cortisolo, l'ormone dello stress. Questo ormone ha effetti sull'ippocampo, zona del cervello che ha importanza nel processo di apprendimento ed è responsabile della memoria e dell'immaginazione...insomma il lamentoso nuoce gravemente alla salute, la sua ma soprattutto a quella di coloro che lamentosi non sono, questo perché chi si lamenta è affetto da egocentrismo totale, i suoi sono veri problemi, gli altri sono felici e vivono nel mondo di bangodi, mentre lui è perseguitato dalla sorte oppure è vittima di un complotto.

Che poi, questo atteggiamento rischia di scivolare nella situazione di chi grida sempre "al lupo, al lupo" e non viene più ascoltato neanche quando il lupo arriva davvero.

E poi ci sono i postulanti

Definizione: Persona che chiede, in genere con una certa insistenza, favori, concessioni, o fa istanze e premure per ottenere (o farsi ottenere) un impiego, una carica e simili favori o vantaggi.

È una categoria molto popolata, tra postulanti di carattere e postulanti di professione, i primi sono simili ai lamentosi cronici, cercano la soluzione dei loro problemi dagli altri, come la manna dal cielo, “ho questo problema, me lo risolvi tu?” Non che ci sia nulla di male a chiedere aiuto, ma spesso si tratta di persone incapaci di rimboccarsi le maniche e darsi da fare autonomamente per la loro vita; i secondi sono quelli che ormai trovi dappertutto dai call center ai venditori porta a porta, mi capita ormai quando vado al centro commerciale di fare lo slalom per evitarli e raggiungere indenne l’entrata del supermercato dove vorrei fare la spesa, possibilmente senza fare un nuovo contratto telefonico, comprare un depuratore di acqua o aderire al club degli editori.  

Che poi ormai usano ogni forma di espediente per fermarti tipo:

Scusi solo un paio di domande per una statistica, lei è a favore dell’ambiente? Sì, allora le serve un depuratore, eccolo qui è in offerta solo oggi! 

Lei ama leggere? Sì ma leggo solo eBook, ma comprerà ogni tanto anche un libro di carta per regalarlo, oppure i libri per i bambini? Beh sì ogni tanto capita, allora venga che le do una tessera sconto gratuita! 

Questa ultima situazione mi é capitata di recente, quando sono entrata nella libreria per la tessera sconto (tra l’altro con la busta della spesa piena con il desiderio urgente di rientrare a casa a mettere tutto in frigo) la postulante ha chiesto i miei dati ed è saltato fuori che voleva rifilarmi l’iscrizione al club degli editori, solo 4 libri di carta in un anno, da comprare presso la loro libreria, argh, ho detto che mi si scioglievano i surgelati e che sarei ripassata, sono scappata a gambe levate. Ora se anche volessi comprare un libro di carta eviterò la suddetta libreria per non ritrovarmi placcata dalla postulante del Club degli editori. Faccio presente che sono stata iscritta per anni al suddetto club e ho comprato parecchi libri nel tempo, qualche volta è anche capitato un libro che mi è piaciuto, ma spesso nel catalogo, tra i libri che dovevi comprare per assolvere l’obbligo, non c’erano quasi mai i libri che mi interessavano davvero e alcuni dei libri comprati “per forza” sono rimasti intonsi nella mia libreria senza che riuscissi a leggerli. La lettura è un piacere e per esserlo non deve essere forzata.

Avete anche voi qualche categoria di lamentoso o postulante da segnalare?

Fonti testi: Wikipedia

Fonti immagini: Pixabay

22 commenti:

Caterina ha detto...

Secondo me non è questione di essere asociali o intolleranti. Non si può negare che certe persone con le loro lamentele ( che spesso poi sono sempre le stesse) diventano esasperanti, anche perché trasferiscono tutte le loro frustrazioni sugli altri. La vita già è pesante, se poi alcune persone oscurano pure quei pochi raggi di sole con le loro prospettive negative, diventa davvero noioso andare avanti. Di solito tendo ad allontanare le persone lamentose, ma come nel tuo caso che ci condividi l’ambiente di lavoro, l’unica soluzione è lasciarsi scivolare le cose di dosso, lasciarli parlare e un po’ fregarsene di quello che dicono. Buona giornata, cara.

Sandra ha detto...

Tutti odiamo i lamentoni e nessuno ammette di esserlo, finché la cosa rimane entro certi termini credo sia un semplice aspetto della vita, quando supera un confine, beh, tocca correre ai ripari.
Coi colleghi che rubano il tuo tempo credo che potresti rispondere in maniera secca ma cortese “guarda, ho parecchio da fare, ti pregherei di rimandare questa conversazione”, non esiste che si piazzino accanto alla tua scrivania mentre tu stai lavorando.
Il punto centrale, almeno per me, è la lagna inutile senza azione per cambiare le cose, io da persone simili mi sono allontanata senza alcuna remora né difficoltà. Va detto che la psicoterapia è un’arma super efficace per mettere i paletti, una delle questioni più diffuse da affrontare, senza poi scatenare sensi di colpa per la distanza che si pone tra noi e i molestatori. Di solito il lamentatore seriale, a qualsiasi categoria che tu hai citato appartenga, si sente vittima del sistema, il mondo ce l’ha con lui, lui, che povero, avrebbe tutte le carte in regola per il successo, l’amore, la serenità, invece no, ha un sacco di problemi che tu, Giulia, non hai, non puoi capire, oddio come sei fortunata!
Ammetto la lamentela prolungata e costante solo in caso di malattie gravi, altrimenti, benissimo lo sfogo del momento, chi non lo fa?, poi si riparte e non si rompe l’anima al prossimo.
Non farti coinvolgere.

Ariano Geta ha detto...

Li hai già ben elencati tu, non ho nulla da aggiungere :-D
Io non posso dire di "essere diventato" insofferente, lo sono ormai da tantissimo tempo, probabilmente sin dall'adolescenza. Che poi, ammetto che in un certo periodo della mia vita ero anch'io il prototipo del "lamentoso" (soprannome infatti affibbiatomi da un mio parente) però è anche vero che quando si sono risolte un paio di situazioni che erano l'epicentro delle mie lamentele, sono diventato molto più rilassato, quindi presumo che non dipendesse solo dal mio "modo di essere" ma anche dalla contingenza materiale in cui mi trovavo: una volta risolta, ho smesso di lamentarmi.
Quindi, ecco, volendo si può catalogare il "lamentoso redento" :-D

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Caterina, sul lavoro confesso che ho provato qualche soddisfazione con la pandemia a trovarmi lontana da certe persone, ma aimè sono tornate tutte al loro posto, comunque sto adottando strategie varie per tenerle lontane, una concreta é quella di mostrarmi occupata, cosa peraltro del tutto reale.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Pensa che coloro che hanno dei reali problemi sono proprio quelli che si lamentano meno, ho una collega con seri problemi di salute, ma di un' efficienza elevatissima e non si lamenta mai.
Con i colleghi lamentosi uso la strategia che consigli, dico di essere impegnata, cosa del resto verissima, ormai lavoro con la porta chiusa, pensare che una volta avevo sempre la porta dell'ufficio aperta, ma ho scoperto che è l'unica strada. Poi per carità lo sfogo del momento su un problema oggettivo ci sta, l'importante è che non diventi lagna perenne e improduttiva...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il lamentoso redento forse assomiglia al lamentoso produttivo, risolvere il problema che concetamente esiste aiuta molto 😀
Essere insofferenti può essere una forma di difesa caro Ariano, altrimenti la gente tende a fagocitarti con i suoi problemi veri o immaginari che siano.

Maria Teresa Steri ha detto...

I lamentosi ti vomitano addosso i loro problemi senza preoccuparsi di niente e nessuno. O ci si crea una corazza impermeabile o si allontanano, si evitano queste persone moleste. Ti capisco molto bene, io ci combatto da una vita e passati i 50 non si ha più voglia di perdere tempo ed energie con nessuno. E' proprio una questione di autodifesa.

Elena ha detto...

Il lamentoso o la lamentosa spesso sa di esserlo ma è disposta a negarlo, persino a sé stessa. Chi di noi vorrebbe essere apostrofata in tal modo?
Che dirti, se non che sono come te, non li reggo. Che poi di solito chi si lamenta non sta poi così male come sembra. E' che è proprio una postura, un modo per allontanare le persone, per mettere le mani avanti (ho in mente casi su casi sul lavoro).
Non stiamo invecchiando, è solo che non accettiamo più certi compromessi. Tutti noi prima o poi siamo stati attirati nella rete del Club del Libro. Non ricordo come ne sono uscita, ma ricordo che è stato alquanto difficile...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Il venditore del Club del Libro è un classico, ricordo che mio papà, poverino, aveva fatto l'abbonamento pensando di farmi felice. Molti libri erano illeggibili e avevamo dovuto andare in capo al mondo per disdire l'abbonamento. I venditori telefonici pure sono letali, a mia madre erano riusciti a rifilare dell'olio, allora ho scritto una mail di fuoco minacciandoli di lasciarla in pace (ha più di 90 anni) o avrei inviato una lettera a qualche testata giornalistica. Pare abbia funzionato!
Purtroppo di lamentosi è pieno il mondo, e i luoghi di lavoro sembra siano il terreno di coltura ideale... Hai ragione, rubano proprio energie, sono come degli esseri vampireschi in un certo senso. Anch'io sto diventando più riservata col tempo, e un po' meno attiva anche sui social.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È vero cara Maria Teresa dopo i 50 passa la voglia di perdere tempo con le persone moleste, certo che non è semplice, ma alla fine se passo per scorbutica non me ne importa più (i vantaggi degli "anta" 😉)

Giulia Lu Mancini ha detto...

È un modo di essere ed è anche una forma comoda di gettare i propri "problemi" sulle spalle degli altri. Il club del libro è una delle trappole che possono portare all'odio verso la lettura, sono scappata di corsa...

Giulia Lu Mancini ha detto...

I venditori che circuiscono le persone anziane poi sono il male assoluto, roba da denuncia, ma possibile che non si riesca ad essere lasciati in pace? Sono davvero un tormento. Pensa che ora quando mi chiama qualcuno sono sempre sulla difensiva, rischiando anche di fare delle figuracce quando invece è qualcuno che fa una telefonata legittima...

Marco L. ha detto...

Quando dici che i lamentosi ti suggono energia vitale, in effetti stai parlando di ciò che in psicologia viene chiamato "vampirismo emozionale". Sono personalità narcisiste di tipo parassitico che predano le proprie vittime succhiando loro energie ed emozioni positive così da bilanciare la propria bassa autostima. Sostanzialmente ti passano le loro ansie.
Io trovo molto seccanti quelle persone che quando hanno un problema trattano male gli altri, con la "scusa" che in quel momento avevano un problema, come se questo li giustificasse per il loro comportamento. Una mia amica arrivò persino a usare sua madre come scudo.

Invece per i postulanti nel mio ultimo libro c'è un passaggio in cui il protagonista di uno dei racconti si ritrova ad affrontare "quelli che a Torino sono chiamati gli scusa-una-domanda", applicando uno dei protocolli che adotta in quelle situazioni (per l'esattezza la tecnica "Guerre Stellari"). Tu invece direi che adotti la tecnica del "mi scade lo yogurt".

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vampirismo emozionale, caspita termine che rende perfettamente. Sai che hai ragione, quelli che trattano male gli altri non li sopporto neanche io, hai un problema ma non è una scusa per essere sgarbati...
Quelli che "scusa una domanda" sono terribili, uno dovrebbe rispondere "scusa non ho una risposta..."

Marco L. ha detto...

Bella, questa del "scusa non ho una risposta" (tecnica preventiva, direi...), me la segno! :)

Lisa Agosti ha detto...

Sai Giulia volevo dirti che ho questo problema che mi assilla... avresti mica tre ore che te lo racconto? Portati i kleenex perché ci sarà da piangere! Beata tu che non hai problemi e puoi star qui a ascoltare i miei! Come ti invidio! :)
A me piace quando la gente si lamenta con me, non sopporto l'opposto, quelli che deve sempre per forza andare tutto bene, non so proprio di cosa parlarci. Quelli che a casa tutto bene, il lavoro ma sì dai, e hai visto che belle notizie al TG, e il caldo beh non ci lamentiamo, poi magari li vedi che si bevono la tequila alle dieci del mattino (ovviamente questo mi è capitato in Canada, in Italia ci si ammazza solo di caffè al mattino. Anche se mi dicono che ormai la cocaina si vende come il pane, specialmente negli ambienti lavorativi ad alto stress).
Qualche lamentoso lo attiro anch'io, tipo la bidella e la fornaia ormai cominciano a piangere appena mi vedono arrivare alla mattina. Ma la categoria che attiro di più in assoluto sono i "mi scusi signora". Che già mi fan venire l'orticaria perché odio essere chiamata signora. Anche se mi metto gli auricolari per far finta di non essere disponibile, ogni volta che cammino per strada mi fermano almeno in due per chiedere indicazioni. Assicurato. Sono un GPS ambulante!

Giulia Lu Mancini ha detto...

😂😂😂 ti vedo già sai "scusi signora, sono la bidella ho giusto un piccolo problema da risolvere..." comunque va tutto bene, con un bicchiere di tequila di primo mattino vedo tutto rosa...
Ecco sulla cocaina non ho esperienza diretta, ma conosco qualcuno che la usa solo...per mantenere i ritmi lavorativi, insomma un rimedio contro il "logorio della vita moderna" la pubblicità del Cynar aveva già previsto tutto...

Lisa Agosti ha detto...

Il cynar ci aveva visto molto lungo! hahaha

Luz ha detto...

Io mi sono imbattuta in una lamentosa cronica anni fa, era una mia collega di scuola. Praticamente non aveva nulla di cui essere contenta, soddisfatta, niente di niente. Lamentava tutto, perfino l'aria viziata all'ingresso della sala docenti. Era molto pesante. Mi sono dovuta allontanare pur di non soccombere. Poi ho avuto una zia lamentosa. Una zia che, insoddisfatta della vita, lamentava tutto: il lavoro, il suo rapporto con la cognata, il traffico, il caldo, il modo in cui la sciarpa le avvolgeva il collo. Tutto l'immaginabile. La tolleravo perché le volevo molto bene ma era davvero difficile starle accanto ascoltandone le "lamentazioni". Era una donna estremamente generosa, questa la riscattava. Non sei tu, Giulia, è il mondo che a volte non è purtroppo a nostra misura.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Eh lo so credo di non essere io, tuttavia un po' di colpa me la prendo perché restare ad ascoltare non fa che incentivare le...lamentazioni, quindi forse dare uno stop ogni tanto può servire, almeno per la nostra sopravvivenza.

Barbara Businaro ha detto...

Io sono stata una "lamentosa indotta" perché in famiglia convivevo con un "lamentoso cronico" misto a "lamentoso disprezzante": il mondo fa schifo, non va mai bene niente, il futuro può essere solo nero, non è mai cambiato niente, pensi di cambiarlo proprio tu? Ecco, un mix esplosivo che prima ti fa saltare i nervi a furia di contrastare questo malumore e poi cedi alla forza, e inizi a lamentarti anche tu. Mi hanno salvato il lavoro e le trasferte, e poi andare a vivere per i fatti miei. Però è stata dura, a volte temo di avere pure un frammento di dna lamentoso, appena me ne accorgo, vado ad allenarmi. Svuotare la mente e concentrare le energie sui muscoli fa si che poi il "lamentoso che è in me" si zittisce da solo.
Diciamo che adesso sono più un "lamentoso produttivo". Addirittura, nonostante nel nuovo posto di lavoro ci sia una concentrazione pazzesca di "lamentosi inconcludenti", riesco ad attraversare i loro uffici senza farmi vampirizzare. :D
Però secondo me manca una categoria (o forse l'hai fatta rientrare nelle altre e non l'ho capito): li chiamerei "lamentosi scaricabarile". Quelli che normalmente la vita è bella, gli gira bene, hanno un bel lavoro, tanti amici e occasioni mondane, sembrano soddisfatti e felici, sorridenti nelle foto. Quando però devo fare qualcosa che implichi un minimo di tempo e fatica (e magari l'hanno pure chiesto loro! del tipo "si, si, certo che ti do una mano, chiamami quando ti serve!"), ops, si aprono le cascate del Niagara della lamentosità! Hanno un sacco di lavoro, sono sempre fuori per impegni, malati improvvisi in famiglia e acciacchi personali totalmente invisibili e insospettabili. E il giorno dopo che te l'hanno detto, ti capita di vedere sui social che sono in ferie chissà dove... mentre tu sei lì che fai anche la loro parte.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vivere con un lamentoso mette a dura prova i nervi, credo lo fosse un po' anche il mio ex marito, riusciva davvero a esasperarmi. Il lamentoso scaricabarile lo conosco anch'io ed è molto diffuso, ma lo metterei più nella categoria dei "furbi" quelli che riescono a rifilare il proprio lavoro agli altri fingendo di essere troppo impegnati, altrimenti sarebbero stati super disponibili...