sabato 25 ottobre 2014

IL RISPETTO DELLE REGOLE - II


Secondo capitolo

Quando arrivò a casa, suo marito Tiberio era nello studio, in mezzo a duecento scartoffie davanti al computer.

“Sono io” disse “ciao”

“Ho fame rispose lui, cosa prepari?” quella era la prima preoccupazione di Tiberio ogni tanto le veniva voglia di tirargli addosso qualcosa e di fargli male.

"Adesso preparo, dammi il tempo sono appena rientrata" 
guardò il tavolo nel tinello, sopra vi erano appoggiati le cose più disparate: libri, giornali, bicchieri semi colmi di acqua, suo marito era la persona più disordinata che avesse mai conosciuto, il suo tempo in casa era impegnato a mettere in ordine ciò che lui continuamente metteva sottosopra. E non era una maniaca dell’ordine come lui le diceva: era lui che era così e non se ne rendeva neanche conto. Era capace di togliersi una scarpa in una stanza e l’altra in cucina, salvo poi chiedere a lei, “ ma dove hai messo le mie scarpe?”

A volte tutto quel disordine le procurava un’ansia incredibile, le sembrava lo specchio della sua vita: niente al suo posto.

Si cambiò e fece ordine sul tavolo, lo ripulì , poi apparecchiò prima che Tiberio tornasse ad appoggiarvi sopra qualche altra cosa.

“Ti ricordi la mia amica Laura? Oggi l’ho rivista, l’ho trovata molto bene, abbiamo preso un caffè insieme

“Chi Laura di Verona ?”

“Si proprio lei “

Tiberio alzò le spalle come a dire - chi se ne frega!- non si era mai interessato dei suoi amici in generale, tutte le volte che aveva cercato di combinare una serata con i suoi amici lui aveva sempre creato ostacoli e obiezioni, avevano finito con l’uscire sono con gli amici che aveva lui.

“Potremmo andarla a trovare a Verona qualche volta, ci ha invitato, magari una domenica, sarebbe carino”

“ma che palle! e poi dovrei sopportarmi i suoi marmocchi e non ne ho proprio voglia”

Veramente le sue figlie sono abbastanza grandi, la maggiore ha 16 anni e poi ..bè se non ne hai voglia”

“Vacci tu,  puoi andarla a trovare da sola se vuoi”

“di domenica da sola? “

“vacci durante la settimana, prendi un giorno di ferie”

“Ok ok vedrò”  tagliò corto Serena non aveva più voglia di discutere, ogni volta che voleva fare qualcosa Tiberio le uccideva ogni entusiasmo, lei non voleva fare le cose da sola, voleva farle con lui, visto che erano una coppia, altrimenti tanto valeva star da soli. Suo marito però non ragionava mai in termini di coppia, tranne quando gli faceva comodo: il pranzo, la cena, le gite domenicali e le vacanze che decideva sempre lui..

Alla fine per evitare ulteriori discussioni che non avrebbero portato a niente, lei smetteva di parlare e gli dava ragione.

Accumulava rancore, forse anche più del necessario, quando lo guardava non ricordava più l’uomo di cui si era innamorata, non ricordava nemmeno più se avevano avuto dei momenti felici insieme. Ricordava soltanto le estenuanti discussioni su qualunque cosa, finché alla fine non si faceva come voleva lui. Serena aveva perso la gioia di vivere, perché le cose importanti per lei venivano sempre in secondo piano, dopo quelle di lui.

Ancora una volta Serena sentì che non lo amava più, ma anche che non riusciva più a sopportare quella loro vita insieme, così finta, così separata ognuno andava per suo conto, ma sotto lo stesso tetto.

A volte le veniva voglia di morire, pensava che piuttosto che vivere così era meglio morire, poi scacciava quel pensiero, doveva trovare il coraggio di cambiare la sua vita, doveva chiudere quel matrimonio, ma come poteva affrontare la faccia dei suoi genitori cattolici che credevano che il matrimonio fosse per sempre? Solo a pensarci si sentiva male.

Pensò a Laura, lei sì che aveva fegato, aveva affrontato tutto: i suoi genitori, i genitori di Francesco, persino i suoi finti amici, era andata dritta per la sua strada. Forse però era stata resa più forte dall’amore per Francesco che le era sempre stato vicino. Per amore si riescono a superare tanti ostacoli, era quello che a lei mancava.

Per un attimo pensò a Luca, lavorava per una società di spedizioni che l’azienda utilizzava spesso, si fermava sempre a parlare con lei mentre aspettava i plichi da spedire.

Non aveva neanche 30 anni, era laureato, ma quello era il solo lavoro che era riuscito a trovare.

Luca le piaceva molto, non solo perché era bello, ma perché era una persona positiva, riusciva sempre a vedere il lato positivo in ogni cosa.

Era contento di fare quel lavoro, anzi diceva di essere stato fortunato perché era stato assunto, molti suoi amici dopo la laurea avevano ancora lavori precari, e poi a lui piaceva molto guidare, preferiva andare in giro con il furgone a consegnare e ritirare pacchi di città in città, piuttosto che stare al chiuso in un ufficio.

Tutti i giorni Serena scambiava due parole con lui, lo osservava mentre lui non guardava: era alto, muscoloso, con occhi e capelli castani e un bellissimo sorriso, quando sorrideva tutta la stanza si illuminava.

Certo era molto giovane, ma lui stranamente sembrava interessarsi a lei, ma forse era solo affabilità e gentilezza.

 

 

 

 

 

 

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