È composto da quattro capitoli.
Primo capitolo
Serena non riusciva a credere ai propri occhi, “non
è possibile Laura !"
La chiamò, una bella donna dai capelli ramati si
voltò sorpresa, poi la riconobbe subito “Serena, ma sei tu, che bello vederti! come stai ?
"Io sto molto bene grazie e tu? accidenti è una vita
che non ti vedo, da quando hai cambiato città non sono più riuscita a
incontrarti neanche per caso!"
Serena era davvero contenta di rivederla. Laura era
stata per anni la sua compagna di avventure universitarie, un punto fermo nella
sua vita anche se un modello che non voleva seguire, Laura faceva sempre il
contrario di tutto quello che era ragionevole. In cuor suo invidiava un po’
quella sua capacità di fregarsene delle regole e di fare esattamente soltanto
quello che lei voleva fare.
Andando contro tutte le regole, Laura dopo cinque
anni di alti e bassi aveva abbandonato l’università subendo l’ostracismo
sociale ma soprattutto economico dei suoi genitori benpensanti e, soprattutto,
cosa che molti non gli avevano ancora perdonato, aveva sposato un ragazzo più
giovane di dieci anni, non del suo ambiente esclusivo e con il quale aveva
fatto ben tre figlie. E nonostante non avesse una laurea era riuscita a fare il
lavoro che le piaceva.
“Dai fermiamoci al bar all’angolo ci prendiamo un
aperitivo hai fretta?” Propose Laura, “ volentieri rispose Serena”, devo
rientrare per il pranzo ma è ancora presto.
Si sedettero ad un tavolino del Caffè del teatro, si
guardarono e risero “ti ricordi quando venivamo qui in pausa tra una lezione e
l’altra e prendevamo un cappuccino in due perché non avevamo mai il becco di un
quattrino!? Chiese Serena.
Laura sorrise facendo allargare le lentiggini sul
suo viso che le avevano sempre dato quell’aria sbarazzina, anche se adesso era un
po’ appesantita
“già, ricordo, qui ora è cambiato tutto,i camerieri
sono pakistani e le paste non hanno un bell’aspetto, rischiamo un aperitivo o è
meglio prendere un caffè?
“Meglio un caffè, tanto ci fermiamo poco, il tempo
di raccontarci qualcosa in santa pace” ordinarono due caffè
“Allora cosa mi racconti ho saputo da Maddalena che
hai avuto il terzo figlio, anzi figlia” chiese Serena
“ Ormai Caterina ha gia quasi 5 anni “
“Caspita è già passato tutto questo tempo,”esclamò
Serena lei invece aveva passato gli ultimi 5 anni in tentativi vari di
inseminazioni artificiali perché suo marito aveva gli “spermatozoi lenti”, ma a
quanto pare rimanevano lenti anche in vitro. Il problema era che tutti questi
tentativi avevano pian piano ucciso il suo entusiasmo e, forse il suo amore per lui e soprattutto, non voleva
più tentare altre fecondazioni ne tantomeno continuare a riempirsi di ormoni
che la stavano distruggendo.
Laura le raccontò che la sua primogenita aveva già
16 anni e la seconda ne aveva 13, cinque anni prima avevano deciso di fare un
altro figlio perché lei e Francesco si sentivano innamorati come il primo
giorno. Francesco di dieci anni più giovane che non aveva mai dubitato del suo
amore per Laura, Francesco che faceva l’operaio e non era degno di una famiglia
dove tutti erano laureati, Francesco che non era sembrato mai l’uomo giusto. Ricordava
tutti i commenti degli amici, Serena era l’unica che li aveva sempre difesi a
spada tratta, lei vedeva l’espressione felice negli occhi di Laura e questo le
bastava, anche lei l’aveva spesso disapprovata per le sue scelte, quando aveva
cambiato facoltà universitaria e quando aveva cambiato città e quando infine
aveva abbandonato l’università per iniziare un lavoro precario e senza
apparente futuro.
Per mezz’ora si raccontarono le loro vicende, Serena
raccontò del suo lavoro, una cosa che andava bene nella sua vita c’era anche se
le lasciava poco tempo libero, le raccontò degli inutili tentativi di
fecondazione artificiale e del fatto che ormai aveva deciso di rinunciare, ma
non seppe spiegare a Laura perché l’adozione non era realizzabile, avrebbe
dovuto raccontarle che aveva deciso di chiudere quel matrimonio fatto secondo le
regole, con un uomo in regola, dell’età giusta, di famiglia giusta, laureato e
posizionato che non l’aveva mai resa felice, un uomo che troppo spesso l’aveva
umiliata e psicologicamente maltrattata facendola sentire inadeguata in ogni cosa che faceva, soprattutto
in quel matrimonio, un uomo secondo le regole che aveva pianto di invidia quando
lei aveva avuto una promozione sul lavoro e le aveva detto che era stata
fortunata, non brava come lei invece credeva.
Forse bisognava andare contro le regole per essere
felici, bisognava fare quello che “non va bene”, ecco perché la disapprovazione
della società benpensante è così grande: è l’invidia per il coraggio che a loro
manca di andare contro le regole.
Laura era l’unica amica davvero felice che
conosceva, quante volte le aveva detto di lasciarsi andare, di seguire il suo
cuore piuttosto che la ragione e Serena non l’aveva mai ascoltata la sua
logica razionale e matematica non glielo permetteva. Pensò però che poteva
cambiare, quell’incontro non era casuale era un segnale per la sua vita.
“non perdiamoci più Laura, cerchiamo di vederci ogni
tanto, quando vieni a Bologna, dammi un colpo di telefono, cosi ci vediamo, se
vuoi anch’io posso venirti a trovare, Verona non è lontana”
Si salutarono abbracciandosi e promettendosi di non
perdere più i contatti.
Forse al successivo incontro Serena le avrebbe
raccontato della sua separazione e magari del suo nuovo amore, chissà…..
l’importante era non rispettare le regole.
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